La Fda – Food & Drugs Administration, l’Usda – U.S. Department of agricolture e l’Epa – Environmental protection agency hanno approvato l’ozono come agente antimicrobico “Gras”Generally Recognized As Safe, l’Usda ed il National organic program l’hanno approvato anche quale principio attivo per la sanitizzazione di superfici (plastiche e inox) a contatto diretto con alimenti senza necessità di risciacquo e con nessun residuo chimico.
Nessun autorità al mondo oggi oserebbe sfidare o metter in discussione l’autorevole ente governativo americano che influenza, ma di fatto governa sulla salute di tutti noi, visto che tutti vi si riferiscono, non ultimo proprio il governo cinese. Eppure qualcuno, probabilmente latore degli interessi della grande lobby della chimica di base, non ci vuol sentire e cerca di far di tutto per screditare i prodotti green, come l’ozono, che riducono le quote di mercato della già citata lobby.
Il problema non è solo quello che il cloro & C. lasciano nell’ambiente indoor residui sospettati di essere cancerogeni , tra i quali composti del cloro ricordiamo anche i trialometani, che ormai si trovano in tutte le nostre case , quando apriamo l’acqua del rubinetto, ma si tratta di un vero problema ambientale a largo raggio, considerando gli inquinamenti fino alle falde provocati dalle sanificazioni per esempio delle strade.
Se veramente bisognerà sanificare più volte al giorno a base di disinfettanti chimici, chi mai vorrà più dormire in una stanza l’albergo? Chi mai vorrà più lavorare in uno studio medico o in un atelier di cura della persona, dovendo stare otto e più ore al giorno a respirarsi residui chimici a base di composti del cloro? (quando invece con l’ozono dopo 20 minuti che è terminata la sanificazione, se si entra nella stanza , si respira pura aria di montagna?)
Chi mai riuscirà a garantire la sicurezza di una sanificazione perfetta, per la quale un imprenditore può essere anche chiamato a rispondere anche penalmente se un proprio collaboratore e o cliente dovesse denunciare in’infezione per incuria o insufficienza della stessa sanificazione?
In tutti i casi, qualsiasi regola venga data, a seguito di una probabile vittoria della lobby della grande chimica di base, se questa dovesse prevalere escludendo qualsiasi altro tipo di scelta, noi ci sentiamo di consigliare spassionatamente di integrare qualsiasi tipo di sanificazione con quella all’ozono. E’ l’unica che dà vera sicurezza, perchè l’ozono entra ovunque in qualsiasi pertugio o feritoia in cui non possa entrare un comune straccio (ma uno scarafaggio, si!) , può sanificare dalle tastiere, ai telefonini alle penne con cui si firma una ricevuta della carta di credito, fino allo scopino o alle tavolette del bagno. Il tutto limitando al massimo i costi della manodopera ed assicurando il massimo della sicurezza alla manodopera stessa…
… oltre che (ahimè per la lobby della chimica) fare risparmiare la spesa per i materiali di consumo chimici!
Si può sempre ufficialmente sanificare con la chimica, ma di fatto farlo con sistemi puramente green in tutta sicurezza.
La sanificazione con l’ozono, nuova frontiera per la battaglia contro il Covid-19
L’ozono è un ossidante molto potente, sterilizza gli spazi molto velocemente
(il covid19 può essere sterminato in 30 secondi con una concentrazione di ozono pari a 20 ppm, come indicato nel documento Isco3 , il Comitato Scientifico Internazionale sull’Ozonoterapia, che ha studiato anche la sanificazione ambientale , ma per alcuni virus bastano anche solo 4 secondi, come indicato da un parere del Ministero della Salute italiano al PROTOCOLLO N. 24482 DEL 31 LUGLIO 1996).
L’ozono (O3) che non lascia traccia o residuo chimico. Il suo elevato potere ossidante e la naturale tendenza a ritornare ossigeno (O2) lo rendono un prodotto con elevate potenzialità di impiego in molte applicazioni. In Italia è utilizzato già da diversi anni per la sanificazione di sale operatorie, per il trattamento di aria, di acqua (potabilizzazione e depurazione) e nei processi dell’industria alimentare.
La Fda – Food & drugs administration, l’Usda – U.S. Department of agricolture e l’Epa – Environmental protection agency hanno approvato l’ozono come agente antimicrobico “Gras”Generally Recognized As Safe, l’Usda ed il National organic program l’hanno approvato anche quale principio attivo per la sanitizzazione di superfici (plastiche e inox) a contatto diretto con alimenti senza necessità di risciacquo e con nessun residuo chimico.
Durante l’epidemia di SARS del 2003, la sterilizzazione con ozono è stata utilizzata con successo per purificare gli ambienti infetti dal micidiale Coronavirus, SARS-CoV-1, il virus che causa la malattia SARS.
IN CHE MODO LA STERILIZZAZIONE DELL’OZONO uccide i coronaviri?
I coronavirus sono classificati come “virus avvolti”, che sono in genere più sensibili alle “sfide fisico-chimiche”. In altre parole, a loro non piace essere esposti all’ozono.
L’ozono distrugge questo tipo di virus rompendo il guscio esterno nel nucleo, causando danni all’RNA virale. L’ozono può anche danneggiare il guscio esterno del virus in un processo chiamato ossidazione. Proprio per la sua considerevole capacità ossidante, è in grado, danneggiando membrane e pareti cellulari, di ripulire aria e acqua da muffe, lieviti, batteri, spore e virus. Per quanto riguarda i virus, nello specifico, parliamo di inattivazione. Questo significa che l’azione dell’ozono consisterebbe in un’ossidazione e conseguente inattivazione, dei recettori virali specifici utilizzati per la creazione del legame con la parete della cellula da invadere. In questo modo viene bloccato il meccanismo di riproduzione virale a livello della sua prima fase: l’invasione cellulare. Il virus non viene distrutto, ma reso inerme.
Dal 2001 la FDA (Food and Drug Administration), organismo dello United States Department of Health and Human Services, ha classificato l’ozono come GRAS (Generally Recognized As Safe), vale a dire sicuro per la salute umana, e ne ha liberalizzato l’impiego come agente antimicrobico nei processi produttivi degli alimenti.
L’ozono è caratterizzato da una elevata reattività, da un elevato potere ossidante e dal fatto di essere instabile a temperatura ambiente. La caratteristica predominante dell’ozono è che in condizioni atmosferiche standard è in fase gassosa, cosa che già ne favorisce l’utilizzo in numerose applicazioni in campo igenico-alimentare. A differenza dei disinfettanti classici, (ad esempio il cloro) che rilasciano residui inquinanti, l’ozono si decompone ad ossigeno e ciò potrebbe rappresentare un vantaggio sia per l’ambiente che per la salute evitando gli effetti collaterali.
Studio della Queen’s University December 9, 2011: New disinfection technique (ozono) could revolutionize hospital room cleaning ( Dick Zoutman, Michael Shannon, Arkady Mandel.
Effectiveness of a novel ozone-based system for the rapid high-level disinfection of health care spaces and surfaces. American Journal of Infection Control, 2011; 39 (10): 873 DOI: 10.1016/j.ajic.2011.01.012 ( scarica qui il pdf dello studio con i parametri ambientali)
Researchgate: Ozone Contribution in Food Industry in Japan: clicca qui
Il governo Australiano segue il protocollo ISCO3 che promuove la sanificazione: ma attenzione non va respirato! ( clicca qui)
Linee guida per l’Italia sanificazione ambientale ozono SSICA (Stazione Sperimentale per l’Industria delle conserve alimentari): clicca qui e scarica il pdf
2006: sanificazione OZONO ospedali in Cina e Malaysia: clicca qui
Gaston Memorial Hospital – Gastonia, North Carolina ( USA): THE CAROMONT HEALTH OZONE LAUNDRY SYSTEM : clicca qui
Concentrazione di ozono in relazione ai patogeni: clicca qui
Scotland 2017. Literature Review and Practice Recommendations: Existing and emerging technologies used for decontamination of the healthcare environment: Ozone : clicca qui
Si dice spesso che gli ospedali non sono il posto migliore dove stare se si è malati. nell’ambiente ospedaliero infatti prevalgono batteri aerobici predominanti, funghi, virus e potenziali organismi patogeni. Spesso questi germi e batteri vengono acquisiti negli ospedali dai pazienti. In Italia infatti siamo arrivati ad una media giornaliera di 156 decessi al giorno, mortalità causata dalle infezioni ospedaliere ( oltre 50.000 persone l’anno). Per quanto attenta sia la struttura nella disinfezione delle superfici, nuovi germi e batteri vengono introdotti quotidianamente, spesso evolvendosi oltre l’efficacia degli attuali antibiotici. Negli ospedali che utilizzano la sanificazione con l’ozono in India, per esempio, le morti per infezioni ospedaliere sono diminuite notevolmente.
L’aumento del fenomeno in Italia invece non conosce pause: dal 2.000 sono più che triplicate le morti ed è stato osservato in tutte le fasce d’età, ma in particolar modo per gli individui dai 75 anni in su. I tassi regionali, spiega nei suoi rapporti annuali Osservasalute, presentano un’alta variabilità geografica, con valori più elevati nel Centro e nel Nord e valori più bassi nelle regioni meridionali.
Ovviamente i dati italiani sono esplosi con il Codid19, non altrettanto invece per gli ospedali indiani, grazie sempre all’ozono! Ma si sa che i rapporti con L’India non sono idilliaci in ambito farmaceutico, da quando L’India ha deciso di inondare il mondo, specie l’Africa con gli stessi farmaci come quelli prodotti in Italia ma a prezzi fino a 100 volte più bassi.
Per altri studi ed analisi dei parametri ambientali rimandiamo all’articolo seguente.
Questi comunque i principali ospedali indiani che sanificano da anni con ozono:
Hospitals / Healthcare
Dr. Balabhai Nanavati Hospital
J Watumull Global Hospital
Saifee Hospital
Amla Cancer Hospital
Pushpagiri Heart Hospital
St. George Dental Hospital
Dr. Satish Bhalgat Dental
Apex Kidney Care Pvt. Ltd
Cipla Ltd
Kulkarni Hospital
Apex Pharma
Tulip Diagnostics Pvt..Ltd
Care – Amrutanjan
Ami Life sciences Pvt.Ltd
Perfect Industries Pvt. Ltd.
Military Hospital
Cteq Ltd.
Fonte di contaminanti dell’aria interna in ospedale
▪ Paziente.
▪ Il team chirurgico.
▪ Attrezzature.
▪ Infrastruttura.
Area interessata
▪ Ridurre / eliminare i contaminanti microbici.
▪ Mantenere un’ottima qualità dell’aria interna (IAQ).
▪ Sicurezza del paziente e dell’équipe chirurgica.
Applicazione di sterilizzazione del generatore di ozono negli ospedali
• Sterilizzazione in sala operatoria.
• Operazione Teatro Fumigazione.
• Disinfezione per l’intero ospedale tramite AHU Ozonation.
• Disinfezione per ICU e ICCU.
• Disinfezione per le stanze del medico.
• Celle frigorifere e obitorio.
• Disinfezione di piaghe da medicina e apparecchiature.
Vantaggi della sterilizzazione dell’ozono negli ospedali
▪ L’ozono è un ossidante molto potente, sterilizza gli spazi molto velocemente (il covid19 può essere sterminato in 30 secondi con una concentrazione di 20 ppm , come indicato nel documento Isco3 , il Comitato Scientifico Internazionale sull’ooznoteralia, che si è occupato anche della sanificazione ambientale (Carta di Madrid- clicca qui per scaricare il documento) ( clicca qui per scaricare il Razionale scientifico per la sterilizzazione ambienti) , ma per alcuni virus bastano anche solo 4 secondi).
▪ Tecnologia avanzata per fumigazione.
▪ Ideale per OT, ICU, centri di ricerca, laboratori, farmaceutica, biomedicale ecc.
▪ L’ozono viene generato sul sito e può essere on line.
▪ L’ozono viene generato dall’aria ambiente, usando l’elettricità.
▪ Dopo il trattamento, l’ozono residuo viene trasformato in ossigeno innocuo.
▪ Non tossico o nocivo per la generazione del prodotto.
▪ Facilità di retrofit in installazioni esistenti e nuove.
▪ Facile da usare.
Vantaggi dell’ozono utilizzato per il controllo delle infezioni aeree negli ospedali
• L’ozono è un ossidante molto potente, sterilizza gli spazi molto velocemente.
• Tecnologia avanzata per fumigazione.
• Ideale per OT, ICU, centri di ricerca, laboratori, farmaceutica, biomedicale ecc.
• L’ozono viene generato sul sito e può essere on line.
• L’ozono viene generato dall’aria ambiente, usando l’elettricità.
• Dopo il trattamento, l’ozono residuo viene trasformato in ossigeno innocuo.
• Non tossico o nocivo per la generazione del prodotto.
• Facilità di retrofit in installazioni esistenti e nuove.
• Di facile utilizzo.
Come l’ozono può ridurre il consumo di elettricità e raggiungere l’efficienza energetica negli ospedali:
Il sistema impiega “aria esterna / fresca” per diluire il composto organico volatile (COV) e ridurre l’anidride carbonica (CO2) entro limiti accettabili. Convenzionalmente l’aria fresca viene utilizzata per migliorare la qualità dell’aria interna (IAQ).
Caricare il profilo di aria fresca
»60% per raffreddare l’umidità … energia sprecata
»28% per raffreddare l’azoto … energia sprecata
»12% per raffreddare l’ossigeno… .. l’unico componente utile all’aria aperta
Soluzione per ridurre la “presa d’aria fresca”:
»Utilizzando l’iniezione controllata di ozono.
»L’ossidazione del COV viene eseguita dall’ozono e non dall’ossigeno dell’aria fresca.
»L’ozono è un agente ossidante più potente dell’ossigeno.
»In presenza di un ossidante più potente, l’ossidante meno potente non ha la possibilità di eseguire l’ossidazione, fino a quando non è più disponibile il primo.
»L’ossigeno dell’aria fresca viene preservato e non speso nell’esecuzione del compito di ossidazione del COV, che ora viene trasferito nell’ozono.
»L’ossigeno disponibile viene ora utilizzato interamente per mantenere la CO2.
»L’assunzione di aria fresca si riduce drasticamente. Pertanto, il fabbisogno di aria fresca scende a 5 cfm (cubic feet per minute) o meno a persona.
Hotels / Hospitality
The Grand Hyatt
JW Marriott
Inter Continental the Grand
The Gateway Hotel
Taj Safaris Hotel
Garnish Hotel
Laguna Anjuna Hotel
Bright land Holiday Village
Uppal’s Orchid Hotel
Rhythm Realty
LUX Maldives
Park Hyatt Hyderabad
Shangrila Hotel
ITC Windsor Manor
Hotel United 21Hospitals / Healthcare
Dr. Balabhai Nanavati Hospital
J Watumull Global Hospital
Saifee Hospital
Amla Cancer Hospital
Pushpagiri Heart Hospital
St. George Dental Hospital
Dr. Satish Bhalgat Dental
Apex Kidney Care Pvt. Ltd
Cipla Ltd
Kulkarni Hospital
Apex Pharma
Tulip Diagnostics Pvt..Ltd
Care – Amrutanjan
Ami Life sciences Pvt.Ltd
Perfect Industries Pvt. Ltd.
Military Hospital
Cteq Ltd.Bar & Restaurant
Copper Chimney
Da – Vinchi Spring Club
Center One Mall
The HUB
On Toes Restaurant
Rushi Bar
Green Hills Bungalows
Taxi Restaurant
Galleria Restaurant
Hi – Point Restaurant
Kareem Restaurant
Maldrine Chinese Restaurant
Little Angle
Saggar Sangam Resort
Hotel United 21Temples & Mosque
ISKCON Temple – Juhu
ISKCON – Girgaon
Gurudwara
Hajiali Darga
Swaminarayan Mandir
Ramkalidevi Trust
Builders & Developers / PMC
Sterling & Wilson Ltd.
Vascon Engineers Ltd.
Kamla Land Marks Properties Pvt. Ltd.
Unique Shanti Developers
Soham Builders Ltd.
DG Infrastructure Pvt.Ltd
Akash Developers
TDI Infrastructure Ltd
Bhoomi Infra Ltd
Wadhwa Developers
Vinayak Builders
K R G Construction
Maitreya Hotel & Resort
Exports ed aziende estere
Amarak Chemicals Fzc. – UAE
Development Resources – Fujairah
GKK Trading WLL – Bahrain
Mohm Al – Houti General Trading – Kuwait
Travancore Exports Inc – Kuwait
Business Communications LLC – Dubai
Salalah Methanol Company – Oman
Crown Foods Ltd – Kenya
Cream Bell – Uganda
Sameer Agriculture & Live Stock – Uganda
Hayel Saeed Anam & Co – Yemen
Incopek – Yemen
Indorama – Indonesia
SJPC Group PCAS – Canada
Globchem Group – Italy
Yemen Dairy & Juice Industries (SYC) – Yemen
Poko Bros Group – Nigeria
Radiantheat Water Pvt.Ltd – Maldives Saudi Pharmaceutical Ltd – Saudi Arabia
LUX Maldives
Niyama A Per Aquum Resort – Maldives
CTEQ Hospital – London – UK
Spinners & Spinners – Kenya
Cosmos Pharmaceuticals – Kenya
Alfaknite Textiles – Kenya
Pearl Dairy – Uganda
Om Finemart – Maldives
Berger Paints – UAECorporate / IT / Banks :
Deutsche Bank
State Bank of India – Corporate Office
Peninsula Facility Management Services.
Technova Imaging
Micro Infotech
ABB International
Indiabulls
Reebok India
Piramal House
Lotus IT ParkFactory / Industries
Cairn Energy India Pty Limited
Rolex Lanoline Products Pvt. Ltd.
ITC Ltd United Phosphorus Ltd
Vasant Labels Pvt. Ltd.
Unique UV & Lights Pvt. Ltd.
Ameya Logistics Pvt. Ltd.
Wasan Automotive
Tropica Nursery
Ducol Organics & Colors Pvt. Ltd.
Speciality Industrial Polymers & Coating Pvt. Ltd.
Grindwell Norton Ltd.
Global Energy Pvt. Ltd
Advance Cooling Systems Pvt. Ltd.
Aronic Health Care & Exports Pvt. Ltd.
Associated Engineers India
Supreme Weather Makers Pvt. Ltd.
Siddaganga Oil Extractions Pvt. Ltd
JSW – ISPAT Steel Limited
Craftsman Automation Pvt.Ltd
Due Speciality Chemicals .Pvt. Ltd
Western India Cashew Co. Pvt. Ltd.
Crescent Gems LLP
Tek Systems
Exsan International
MediLux Laboratories P. Ltd.
Value Max Systems Pvt. Ltd.
Perfect Industries Pvt. Ltd.
Good Treat
Express Fabricare
Cteq Ltd.
Garib Nawaj EnterprisesShipping Companies
Krasny Marine Services P. Ltd.
The Great Eastern Institute Of Maritime Studies
Swimming Pool
Bright land Holiday Village
Rani Mukherjee Bungalow
Brihan Mumbai Corporation (BMC)
Tanya Godrej Pent House
The Great Eastern Institute Of Maritime Studies
Mhatre Architects & Interior Designers
Green Field Weekend Bungalow
Global Energy Pvt.Ltd.
Uppal’s Orchid Hotel
Wilnomona
Theme Imagineering
Crystal Filters
USV Ltd
Bhoomi Infra Ltd
Bhai Jagtap
Reviara
United Phosphorous Ltd.
Water Purification Services
Lokko Sports Pvt. Ltd.
Saggar Sangam Resort
Vinayak Builders
Malabar Hill Club Ltd.
JW Marriott
Rockdale Enterprises Pvt. Ltd
K R G Construction
Maitreya Hotel & Resort
Stewarts H D Auto Electrical & Auto Air
Radisson Resort & Spa
Hotel United 21
Fibromialgia o sindrome fibromialgica, la cosiddetta «malattia invisibile» a causa della difficile diagnosi e delle sue caratteristiche complicate da individuare, colpisce in Italia circa TRE MILIONI DI PERSONE tra i 25 e i 55 anni di età, e devasta ,in particolar modo la popolazione femminile.
La definizione di FIBROMIALGIA è, dolore (algos) proveniente dai muscoli (myo) e dai tessuti fibrosi (fibro), come tendini e legamenti.
La SINDROME FIBROMIALGICA è una forma comune di dolore muscoloschelettrico diffuso che può colpire tutte le articolazioni , è può essere associato ad affaticamento, astenia, alterazioni dell’umore e problemi di insonnia.
La SINDROME FIBROMIALGICA è spesso associata ad altri disturbi, quali:
– Disturbi psichiatrici, come , la depressione e l’ansia
– Disturbi correlati allo stress, come il disturbo post-traumatico da stress.
Proprio in relazione alle correlazioni con lo stress oggi è possibile effettuare un nuovo protocollo terapeutico integrato dalla sinergica efficacia di FM 5 SENSORY e BIOMAG GIOIASIA.
In molti casi la causa è dovuta a parassitosi di trichinella: quando questi minuscoli nematodi si insediano in vaste colonie presso le fibre muscolari, ogni singolo movimento risulta di conseguenza assai doloroso.
Razione scientifico dell’utilizzo dei Cemp effettivi in pazienti con FIBROMIALGIA
– Riattivazione della vasomozione del MICROCIRCOLO con conseguenziale aumento dell’ OSSIGENAZIONE tessutale in genere e riduzione dei Fenomeni Trombotici sia venosi che arteriosi di frequente riscontro nei pazienti fibromialgici
– Modulazione dello STRESS OSSIDATIVO ( riduzione radicali liberi ed aumento difese antiossidanti)
Molti medici ed alcuni ospedali hanno già inserito a partire dal mese di aprile 2020 nei loro protocolli per la cura del coronavirus, il razionale TMR Vascular, ottenendo subito grandi risultati. Va detto che la tecnologia TMR non è nuova perchè già usata nella cura delle piaghe , specie del piede diabetico, ma questa notizia sul Covid19 , ormai confermata da sempre un maggiore numero di medici è veramente una bomba!
Noi a dir la verità sapevamo già molto dai cinesi di questo problema riguardante i microtrombi ed esattamente da una ricerca condotta dall’equipe di Ning Tang del Laboratorio del Tongji Hospital di Wuhan, su 183 pazienti con Sars-Cov2-19 in Cina, pubblicato su Journal of Thrombosis and Haemostasis già in febbraio: nell’11,5% dei soggetti che sono deceduti in quella popolazione si è osservato un aumento di un particolare parametro, il D-Dimero, rispetto a chi invece è sopravvissuto ( il dato del D-Dimero significa che c’è una trombosi in atto).
E comunque il 3 aprile anche il 24Ore aveva già pubblicato tra i primi in Italia un articolo sull’argomento (clicca qui)
Su base di studi autoptici fatti in Cina , Clexane, Ozonoterapia e TMR hanno un razionale per gli episodi di microtomboembolismo.
Il microcircolo e’ sempre la causa di tutto!
Questo articolo del Dr. Daniele Bartolini, sulle affermazioni del cardiologo Dr. Gianpaolo Palma, un cardiologo in trincea, ha fatto il giro del web, incontrando ovviamente il contrasto da parte del solito Dr. Burioni, come vedremo più avanti.
Il dr. Palma, con molta prudenza ma deciso , afferma di aver dimostrato la causa della letalità del coronavirus: “Solo al Beato Matteo ci sono 2 cardiologi che girano su 150 letti a fare ecocardio con enorme fatica e uno sono io. Fatica terribile!”
“Però, di quello che alcuni supponevano, ma non ne riuscivano a essere sicuri, ora noi abbiamo i primi dati: la gente va in rianimazione per tromboembolia venosa generalizzata, soprattutto polmonare!
Se così fosse, non servono a niente le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere, anzi prevenire queste tromboembolie. Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti muoiono 9 su 10. Perché il problema è cardiovascolare, non respiratorio! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!”
E perché si formano trombi? Perché l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto.”
Allora? “Quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo, era che non bisognava usare antinfiammatori. Ora in Italia si stanno usando antinfiammatori e antibiotici (come nelle influenze) e il numero dei ricoverati crolla”.
“Molti morti, anche di 40 anni, avevano una storia di febbre alta per 10-15 giorni non curata adeguatamente. Qui l’infiammazione ha distrutto tutto e preparato il terreno alla formazione dei trombi. Perché il problema principale non è il virus, ma la reazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra. Infatti nei nostri reparti COVID non sono mai entrati malati di artrite reumatoide! Perché sono in terapia cortisonica”. (ndr: il cortisone esercita controllo sui diversi mediatori dell´infiammazione e sulle cellule coinvolte nella risposta infiammatoria).
“Questo è il motivo principale per cui in Italia le ospedalizzazioni si riducono e sta diventando una malattia curabile a casa. Curandola bene a casa eviti non solo l’ospedalizzazione, ma anche il rischio trombotico”.
“Non era facile capirlo perché i segni della microembolia sono sfumati, anche all’ecocardio. Ma questo weekend ho confrontato i dati dei primi 50 pazienti tra chi respira male e chi no e la situazione è apparsa molto chiara”.
“Per me si potrebbe tornare a vita normale e riaprire le attività commerciali. Via la quarantena! Non subito. Ma il tempo di pubblicare questi dati. Il vaccino può arrivare con calma”.
“In America e altri stati che seguono la letteratura scientifica che invita a NON usare antinfiammatori è un disastro! Peggio che in Italia. E parliamo di farmaci vecchi e che costano pochi euro”.
La testimonianza del collega è confermata dai protocolli di alcuni altri ospedali: al Sacco danno Clexane a tutti, con D-dimero predittivo: più è alto, meno risponde il paziente. Al San Gerardo di Monza danno Clexane e cortisone, al Sant’Orsola di Bologna Clexane a tutti + protocollo condiviso con i medici di famiglia che prescrivono Plaquenil a pioggia su tutti i pazienti monosintomatici a domicilio.
Una precisazione sugli antinfiammatori:
la produzione di COX 2 è aumentata nei tessuti bersaglio virali da pazienti con infezione virale attiva e si è visto che la delezione (mutazione cromosomica) della COX2 riduce la mortalità , mentre la delezione della COX1 è associata al peggioramento dell’infezione.
Quindi i farmaci antinfiammatori tipo Brufen, Naproxene, Aspirina che inibiscono la COX1 oltre che la COX2, non andrebbero usati. Mentre Celecoxib, un inibitore selettivo della COX2, sembra dare buoni risultati (aspettiamo l’esito degli studi).
Invece questa analisi porta in evidenza la necessità di usare negli stadi più avanzati della malattia una eparina a basso peso molecolare ad alte dosi.(Clexane 8.000 UI/die). Raccogliamo dal Dr. Montanari l’invito a non usare MAI USARE L’EPARINA per più di un mese, perchè oltre questo tempo si rischia di ottenere l’effetto contrario, cioè un effetto trombotico anzichè antitrombotico.
Altre interessanti testimonianze di anatomo-patologi del “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo che ha eseguito 50 autopsie ed del “Sacco” di Milano 20 (quella italiana è la casistica più alta del mondo, i cinesi ne hanno fatte solo 3 e “minimally invasive”), sembrano confermare in pieno le informazioni sopra riportate.
>In poche parole, pare che l’exitus sia determinato da una DIC (Coagulazione Intravascolare Disseminata) innescata dal virus.
Quindi la polmonite interstiziale non c’entrerebbe nulla, sarebbe stato soltanto un abbaglio diagnostico: abbiamo raddoppiato i posti in rianimazione, con costi esorbitanti, probabilmente inutili. Anzi intubare il paziente è spesso controproducente.
“Col senno di poi, mi viene da ripensare a tutti quegli Rx Torace che commentavamo circa un mese fa: quelle immagini che venivano interpretate come polmonite interstiziale in realtà potrebbero essere del tutto coerenti con una DIC”.
“Sarà interessante adesso (una volta che tutte queste nuove informazioni venissero confermate) verificare se ci sarà la “volontà politica” di recepirle da parte delle Istituzioni”.
“Potrebbe significare uscire da questo casino in quattro e quattr’otto, togliendoci un sacco di rotture di c…. (mascherine, app di tracciamento, code ai negozi, ecc. ecc.)”.
Purtroppo ho qualche dubbio al riguardo …
Il cardiologo Dr. Giampaolo Palma
<
Qui finisce l’articolo del Dr. Daniele Bartolini, che ha dato origine ad una moltiplicazione di articoli nel web da parte di altri dottori ed ospedali.
Dal seguente articolo scritto da Cesare Sacchetti, abbiamo ulteriori precisazioni:
L’anomalia di morti registrata nel bergamasco non sarebbe stata la diretta conseguenza di una polmonite interstiziale, ma piuttosto il risultato di microtrombosi venose.
Dopo aver eseguito diverse autopsie su 50 cadaveri all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e altre 20 realizzate invece al Sacco di Milano, la comunità medico-scientifica sembra arrivata a questa conclusione che cambia completamente la narrazione che è stata fatta fino a questo momento.
Sostanzialmente, i pazienti che sono deceduti in seguito ad un’infezione di Covid-19, al netto già di altre gravi patologie precedenti, avrebbero sofferto le conseguenze delle prime diagnosi sbagliate.
Il coronavirus non attacca prima i polmoni , ma colpisce soprattutto i vasi sanguigni, impedendo il regolare afflusso del sangue.
Si tratterebbe quindi di una malattia infiammatoria vascolare sistemica.
E’ lo stesso dottor Palma a spiegare come il virus attacchi l’organismo di una persona.
“Signori, Covid-19 danneggia prima di tutto i vasi, l’apparato cardiovascolare, e solo dopo arriva ai polmoni! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!”
Se dunque il Covid colpisce prima di tutto i vasi e l’apparato circolatorio, la naturale deduzione che ne consegue è che sostanzialmente è praticamente inutile ventilare artificialmente il paziente, se non addirittura dannoso, dal momento che i polmoni non ricevono abbastanza sangue.
“Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti muoiono 9 pazienti su 10.”
I respiratori artificiali hanno peggiorato le cose
Il punto della ventilazione artificiale è semplicemente fondamentale. L’intera emergenza è stata provocata in un primo momento dal fatto che non c’erano abbastanza posti nelle terapie intensive dove venivano appunto usati i respiratori sui pazienti che manifestavano sintomi da Covid.
L’ordine di restare a casa impartito dall’intero sistema sanitario nazionale e dal governo PD-M5S derivava sostanzialmente da questo assunto per evitare altri nuovi contagi e il conseguente congestionamento delle terapie intensive.
Ma i respiratori artificiali non avrebbero affatto risolto il problema, al contrario lo avrebbero aggravato.
Conferme in questo senso stanno arrivando anche dagli Stati Uniti.
Il dottor Cameron Kyle-Sidell, medico presso il Maimonides Medical Center di New York, riporta che l’uso dei respiratori artificiali avrebbe portato ad un peggioramento delle condizioni dei pazienti affetti da Covid, risultando nel loro conseguente decesso nell’80% dei casi.
La ragione è dovuta al fatto che la pressione ventilatoria sui polmoni di un paziente che non ha una polmonite interstiziale, affaticherebbero il sistema respiratorio e porterebbero ad un suo rapido aggravamento.
Il dottor Kyle-Sidell arriva a delle conclusioni simili a quelle del dottor Palma, quando definisce il Covid-19 non come “una polmonite, ma come qualche tipo di malattia viralmente indotta”.
Ma l’infiammazione come si è già detto precedentemente non attacca i polmoni, ma piuttosto i vasi sanguigni ed è da questi che bisogna partire per una corretta diagnosi, come spiega il cardiologo.
“Perché l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto. Allora? Quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo, era che non bisognava usare antinfiammatori. Ora in Italia si usano antinfiammatori e antibiotici (come nelle influenze) e il numero dei ricoverati crolla.”
Le tromboembolie sono quindi dovute a delle infiammazioni che possono essere curate con dei farmaci piuttosto economici, ma (ndr) possono anche oggetto di facile e poco costosa prevenzione, oltre che cura, con dispositivi come la TMR VASCULAR ( Risonanza Magnetica Terapeutica ), che infatti alcuni ospedali hanno già adottato.
Soprattutto il punto fondamentale è quello che i ricoveri ospedalieri in questo caso sono praticamente inutili, se non controproducenti perchè si sottraggono posti letto a pazienti che avrebbero più bisogno di assistenza in ospedale.
E’ il caso delle persone decedute per infarto,
la cui mortalità è praticamente triplicata da quando è stata dichiarata l’emergenza Covid.
Ma la conclusione più sconvolgente tratta dal dottor Palma è questa:
“Perché il problema principale non è il virus, ma lareazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra. Infatti in tutti i reparti Covid non sono mai entrati malati di artrite reumatoide e ciò perché sono in terapia cortisonica.”
Il vero pericolo non verrebbe quindi dal Covid, quanto dall’infiammazione del sistema immunitario che porta alla distruzione cellulare.
Quanto sostenuto dal dottor Palma sembra essere stato già avallato anche da altri medici che sono giunti alle stesse conclusioni.
Ma allora a questo punto, se il problema di tutta questa emergenze sono state delle diagnosi e delle terapie sbagliate, la pericolosità del virus sostanzialmente svanisce.
L’intero apparato mediatico e il governo, con le sue varie e costose task-force, hanno immediatamente associato la causa delle morti al coronavirus, senza nemmeno sapere che cosa fosse realmente accaduto.
Si è veicolata l’idea che i corpi di quelle persone fossero affetti da una sorta di pestilenza e che era necessario cremarle quanto prima.
Se il Covid si può curare a casa con farmaci a bassissimo costo, è evidente che l’emergenza allo stato dell’arte non c’è.
La cura è stata già trovata. L’immunizzazione contro un virus che muta sarebbe completamente inutile,e potenzialmente dannosa.
Un altro aspetto che riguarda Bergamo è proprio quello dei vaccini.
Uno studio scientifico del Pentagono ha riportato che
Se si vanno a vedere i numeri delle vaccinazioni svolte nel bergamasco, si vedrà che c’è
stata una massiccia immunizzazione dal novembre dello scorso anno proprio contro l’influenza e il meningococco.
Per onore della cronaca Roberto Burioni con un post ha tacciato i propri colleghi (sbagliando ospedale, forse non aveva poi approfondito così tanto la questione?) come autori della “solita bufala”, ma forse non è questa la persona più qualificata per valutare, viste le sue sfortunate affermazioni televisive dei primi di febbraio 2020: “In Italia siamo tranquilli. Il virus non c’è. È lecito preoccuparsi solo per l’influenza.”
Questa, sempre per la cronaca, la risposta del Dr. Palma a Burioni, dopo che Burioni ha fatto un post in cui boccia l’ ipotesi (ma la boccia senza entrare nel merito e confondendo il luogo di lavoro del medico che lavora a Salerno e non a Pavia:
“Io non mi permetto di discutere con i medici che vanno in televisione come Burioni. Ho ipotizzato questi interventi da medico che lavora sul campo da anni, oggi da direttore di un Centro Trombosi e Coagulazione accreditato con il Sistema Sanitario Nazionale. Giovedì pomeriggio, prima di fare il post, ho partecipato a una video-conferenza con i colleghi del Niguarda di Milano, in cui abbiamo analizzato i primi cinquanta reperti di biopsie dove emerge un tessuto polmonare pieno di coaguli – spiega il cardiologo – Ci sarebbe una formazione intravascolare disseminata innescata dal virus. Non è una certezza, ma un’ipotesi. Alcuni pazienti non vanno in ventilazione perché rispondono molto bene all’enoxaparina”.
Sui due chiosa anche il professor Maurizio Viecca, primario di Cardiologia dell’Ospedale Sacco di Milano: «Non si muore di polmonite, ma di trombosi!»
Il professor Maurizio Viecca: «Il mio protocollo a base di antiaggreganti funziona. Il ministro Speranza invii gli ispettori per validare la cura ed eviti che la burocrazia ci penalizzi»
Dopo aver affrontato il virus e studiato l’evoluzione della malattia nella fase più acuta, ha messo a punto una terapia a base di antiaggreganti e antinfiammatori già ribattezzato “protocollo Viecca”, che da oggi è sulle principali pubblicazioni scientifiche internazionali.
«Più di un mese fa osservai che questi pazienti passavano dalla fase del casco CPAP alla fase dell’intubazione nel giro di un’ora e mezza, e questo è impossibile solo con una polmonite perché non c’è nessun virus al mondo che può dare una polmonite che di colpo non risponde più al casco e neanche all’intubazione. Doveva esserci qualche altro meccanismo. Al che iniziai a guardare le cartelle cliniche di questi pazienti e scoprii che in alcuni casi c’era un esame del sangue che si chiama D-dimero che era particolarmente elevato. Quando si trova questo esame del sangue alterato nell’individuo, vuol dire che c’è una trombosi in atto. Allora parlai con l’anatomopatologa del Sacco, la dottoressa Nebuloni, la quale mi disse che aveva fatto trenta autopsie e in tutte aveva trovato l’embolia dei piccoli capillari polmonari».
«La gente – continua Viecca – normalmente non sa che quando si ha l’embolia di questi vasi piccoli, l’anticoagulante da solo non fa nulla. Noi cardiologi lo scoprimmo già 20 anni fa quando facevamo le prime angioplastiche durante l’infarto. Dove le coronarie alla fine erano aperte il trombo era sparito, ma il sangue non passava perché evidentemente questo trombo rompendosi in tanti pezzettini piccoli andava a chiudere tutti i capillari della coronaria. Quindi ho preso lo stesso protocollo, adattandolo alla situazione attuale, e ho stabilito alcuni parametri: quando iniziare la terapia e gli obiettivi da raggiungere. E poi abbiamo redatto più velocemente possibile un protocollo, approvato dal nostro comitato etico, cosiddetto compassionevole, perché lo Stato non paga il farmaco, ma di solito lo dà una casa farmaceutica. Io non volevo legarmi a nessuna casa farmaceutica, e allora ho deciso di pagarlo con la mia fondazione. Ho fatto applicare questo protocollo alla Pneumologia su cinque pazienti, alcuni giovani e altri anziani, e tutti hanno avuto risultati sorprendenti. È la prima volta che si trova qualcosa di nuovo e di efficace».
Il protocollo prevede la somministrazione di un antiaggregante «che è cento volte più potente dell’aspirina che si dà ai cardiopatici, l’antiaggregante per definizione». Ma via via che il farmaco finisce, «lo integriamo con aspirina e altri farmaci in modo da mantenere questa fluidità del sangue ed evitare che le piastrine si uniscano tra loro dando vita al cosiddetto trombo bianco, che è quello che chiude i capillari».
Beh, vedremo se ha ragione Burioni o se hanno ragione i vari cardiologi come Palma di Salerno, Cuccia di Brescia o Viecca di Milano o i cinesi.
Quello che in ogni caso serve, se c’è questa malattia infiammatoria vascolare sistemica, tanto vale approfondire quali sono le principali armi di difesa e i principali sistemi di cura che riguardano il sistema vascolare, oltre ovviamente ai farmaci, ai nutraceutici e più in generale alla nutrizione che possa rinforzare il sistema immunitario. L’infiammazione, lo stress ossidativo e la rigidità della vasomozione , poichè il corpo umano è costituito da 100.000 km di vasi.
Ecco spiegati così anche i risultati ottenuti con il razionale scientifico della TMR VASCULAR , all’ospedale di Melegnano, non solo per la sua capacità antinfiammatoria. Il microcircolo e’ sempre alla base/causa di tutto!
Molti medici ed alcuni ospedali hanno già inserito a partire dal mese di aprile 2020 nei loro protocolli per la cura del coronavirus, il razionale Gioiasia Vascular, della Biomag 3D Therapy,
Pulsed magnetic therapy devices
Subito ottenuti grandi risultati. Va detto che la tecnologia Biomag 3D non è nuova perchè già usata nella cura delle piaghe , specie del piede diabetico, ma questa notizia sul Covid19 , ormai confermata da sempre un maggiore numero di medici ed ospedali è veramente una bomba!
Noi a dir la verità sapevamo già molto dai cinesi di questo problema riguardante i microtrombi come causa della morte per Covid19 ed esattamente da una ricerca condotta dall’equipe di Ning Tang del Laboratorio del Tongji Hospital di Wuhan, su 183 pazienti con Sars-Cov2-19 in Cina, pubblicato su Journal of Thrombosis and Haemostasis già in febbraio: nell’11,5% dei soggetti che sono deceduti in quella popolazione si è osservato un aumento di un particolare parametro, il D-Dimero, rispetto a chi invece è sopravvissuto ( il dato del D-Dimero significa che c’è una trombosi in atto).
E comunque il 3 aprile anche il 24Ore aveva già pubblicato tra i primi in Italia un articolo sull’argomento (clicca qui)
Su base di studi autoptici fatti in Cina , Clexane, Ozonoterapia e Gioiasia Biomag3D hanno un razionale per gli episodi di microtomboembolismo e vasomozione. Il microcircolo e’ sempre la causa di tutto!
Questo articolo del Dr. Daniele Bartolini, sulle affermazioni del cardiologo Dr. Gianpaolo Palma, un cardiologo in trincea, ha fatto il giro del web, incontrando ovviamente il contrasto da parte del solito Dr. Burioni, come vedremo più avanti.
Il dr. Palma, con molta prudenza ma deciso, afferma di aver dimostrato la causa della letalità del coronavirus: “Solo al Beato Matteo ci sono 2 cardiologi che girano su 150 letti a fare ecocardio con enorme fatica e uno sono io. Fatica terribile!”
“Però, di quello che alcuni supponevano, ma non ne riuscivano a essere sicuri, ora noi abbiamo i primi dati: la gente va in rianimazione per tromboembolia venosa generalizzata, soprattutto polmonare!
Se così fosse, non servono a niente le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere, anzi prevenire queste tromboembolie. Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti muoiono 9 su 10. Perché il problema è cardiovascolare, non respiratorio! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!”
“E perché si formano trombi? Perché l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto.”
Allora? “Quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo, era che non bisognava usare antinfiammatori. Ora in Italia si stanno usando antinfiammatori e antibiotici (come nelle influenze) e il numero dei ricoverati crolla”.
“Molti morti, anche di 40 anni, avevano una storia di febbre alta per 10-15 giorni non curata adeguatamente. Qui l’infiammazione ha distrutto tutto e preparato il terreno alla formazione dei trombi. Perché il problema principale non è il virus, ma la reazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra. Infatti nei nostri reparti COVID non sono mai entrati malati di artrite reumatoide! Perché sono in terapia cortisonica”. (ndr: il cortisone esercita controllo sui diversi mediatori dell´infiammazione e sulle cellule coinvolte nella risposta infiammatoria).
“Questo è il motivo principale per cui in Italia le ospedalizzazioni si riducono e sta diventando una malattia curabile a casa. Curandola bene a casa eviti non solo l’ospedalizzazione, ma anche il rischio trombotico”.
“Non era facile capirlo perché i segni della microembolia sono sfumati, anche all’ecocardio. Ma questo weekend ho confrontato i dati dei primi 50 pazienti tra chi respira male e chi no e la situazione è apparsa molto chiara”.
“Per me si potrebbe tornare a vita normale e riaprire le attività commerciali. Via la quarantena! Non subito. Ma il tempo di pubblicare questi dati. Il vaccino può arrivare con calma”.
“In America e altri stati che seguono la letteratura scientifica che invita a NON usare antinfiammatori è un disastro! Peggio che in Italia. E parliamo di farmaci vecchi e che costano pochi euro”.
La testimonianza del collega è confermata dai protocolli di alcuni altri ospedali: al Sacco danno Clexane a tutti, con D-dimero predittivo: più è alto, meno risponde il paziente. Al San Gerardo di Monza danno Clexane e cortisone, al Sant’Orsola di Bologna Clexane a tutti + protocollo condiviso con i medici di famiglia che prescrivono Plaquenil a pioggia su tutti i pazienti monosintomatici a domicilio.
Una precisazione sugli antinfiammatori:
la produzione di COX 2 è aumentata nei tessuti bersaglio virali da pazienti con infezione virale attiva e si è visto che la delezione (mutazione cromosomica) della COX2 riduce la mortalità , mentre la delezione della COX1 è associata al peggioramento dell’infezione.
Quindi i farmaci antinfiammatori tipo Brufen, Naproxene, Aspirina che inibiscono la COX1 oltre che la COX2, non andrebbero usati. Mentre Celecoxib, un inibitore selettivo della COX2, sembra dare buoni risultati (aspettiamo l’esito degli studi).
Invece questa analisi porta in evidenza la necessità di usare negli stadi più avanzati della malattia una eparina a basso peso molecolare ad alte dosi.(Clexane 8.000 UI/die). Raccogliamo dal Dr. Montanari l’invito a non usare MAI USARE L’EPARINA per più di un mese, perchè oltre questo tempo si rischia di ottenere l’effetto contrario, cioè un effetto trombotico anzichè antitrombotico.
Altre interessanti testimonianze di anatomo-patologi del “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo che ha eseguito 50 autopsie ed del “Sacco” di Milano 20 (quella italiana è la casistica più alta del mondo, i cinesi ne hanno fatte solo 3 e “minimally invasive”), sembrano confermare in pieno le informazioni sopra riportate.
In poche parole, pare che l’exitus sia determinato da una DIC (Coagulazione Intravascolare Disseminata) innescata dal virus.
Quindi la polmonite interstiziale non c’entrerebbe nulla, sarebbe stato soltanto un abbaglio diagnostico: abbiamo raddoppiato i posti in rianimazione, con costi esorbitanti, probabilmente inutili. Anzi intubare il paziente è spesso controproducente.
“Col senno di poi, mi viene da ripensare a tutti quegli Rx Torace che commentavamo circa un mese fa: quelle immagini che venivano interpretate come polmonite interstiziale in realtà potrebbero essere del tutto coerenti con una DIC”.
“Sarà interessante adesso (una volta che tutte queste nuove informazioni venissero confermate) verificare se ci sarà la “volontà politica” di recepirle da parte delle Istituzioni”.
“Potrebbe significare uscire da questo casino in quattro e quattr’otto, togliendoci un sacco di rotture di c…. (mascherine, app di tracciamento, code ai negozi, ecc. ecc.)”.
Il cardiologo Dr. Giampaolo Palma
Qui finisce l’articolo del Dr. Daniele Bartolini, ma subito a seguito di questo, il web è stato inondato di alter affermazioni simili da parte di altri ospedali e diversi dottori. Quello che segue per esempio è scritto da Cesare Sacchetti:
L’anomalia di morti registrata nel bergamasco non sarebbe stata la diretta conseguenza di una polmonite interstiziale, ma piuttosto il risultato di microtrombosi venose.
Dopo aver eseguito diverse autopsie su 50 cadaveri all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e altre 20 realizzate invece al Sacco di Milano, la comunità medico-scientifica sembra arrivata a questa conclusione che cambia completamente la narrazione che è stata fatta fino a questo momento.
Sostanzialmente, i pazienti che sono deceduti in seguito ad un’infezione di Covid-19, al netto già di altre gravi patologie precedenti, avrebbero sofferto le conseguenze delle prime diagnosi sbagliate.
Il coronavirus non attacca prima i polmoni , ma colpisce soprattutto i vasi sanguigni, impedendo il regolare afflusso del sangue.
Si tratterebbe quindi di una malattia infiammatoria vascolare sistemica.
E’ lo stesso dottor Palma a spiegare come il virus attacchi l’organismo di una persona.
“Signori, Covid-19 danneggia prima di tutto i vasi, l’apparato cardiovascolare, e solo dopo arriva ai polmoni! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!”
Se dunque il Covid colpisce prima di tutto i vasi e l’apparato circolatorio, la naturale deduzione che ne consegue è che sostanzialmente è praticamente inutile ventilare artificialmente il paziente, se non addirittura dannoso, dal momento che i polmoni non ricevono abbastanza sangue.
“Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti muoiono 9 pazienti su 10.”
I respiratori artificiali hanno peggiorato le cose
Il punto della ventilazione artificiale è semplicemente fondamentale. L’intera emergenza è stata provocata in un primo momento dal fatto che non c’erano abbastanza posti nelle terapie intensive dove venivano appunto usati i respiratori sui pazienti che manifestavano sintomi da Covid.
L’ordine di restare a casa impartito dall’intero sistema sanitario nazionale e dal governo PD-M5S derivava sostanzialmente da questo assunto per evitare altri nuovi contagi e il conseguente congestionamento delle terapie intensive.
Ma i respiratori artificiali non avrebbero affatto risolto il problema, al contrario lo avrebbero aggravato.
Conferme in questo senso stanno arrivando anche dagli Stati Uniti.
Il dottor Cameron Kyle-Sidell, medico presso il Maimonides Medical Center di New York, riporta che l’uso dei respiratori artificiali avrebbe portato ad un peggioramento delle condizioni dei pazienti affetti da Covid, risultando nel loro conseguente decesso nell’80% dei casi.
La ragione è dovuta al fatto che la pressione ventilatoria sui polmoni di un paziente che non ha una polmonite interstiziale, affaticherebbero il sistema respiratorio e porterebbero ad un suo rapido aggravamento.
Il dottor Kyle-Sidell arriva a delle conclusioni simili a quelle del dottor Palma, quando definisce il Covid-19 non come “una polmonite, ma come qualche tipo di malattia viralmente indotta”.
Ma l’infiammazione come si è già detto precedentemente non attacca i polmoni, ma piuttosto i vasi sanguigni ed è da questi che bisogna partire per una corretta diagnosi, come spiega il cardiologo.
“Perché l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto. Allora? Quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo, era che non bisognava usare antinfiammatori. Ora in Italia si usano antinfiammatori e antibiotici (come nelle influenze) e il numero dei ricoverati crolla.”
Le tromboembolie sono quindi dovute a delle infiammazioni che possono essere curate con dei farmaci piuttosto economici, ma (ndr) possono anche oggetto di facile e poco costosa prevenzione, oltre che cura, con dispositivi come la Gioiasia Biomag 3D o come la TMR VASCULAR ( Risonanza Magnetica Terapeutica ), che infatti alcuni ospedali hanno già adottato.
Soprattutto il punto fondamentale è quello che i ricoveri ospedalieri in questo caso sono praticamente inutili, se non controproducenti perchè si sottraggono posti letto a pazienti che avrebbero più bisogno di assistenza in ospedale.
Ma la conclusione più sconvolgente tratta dal dottor Palma è questa:
“Perché il problema principale non è il virus, ma lareazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra. Infatti in tutti i reparti Covid non sono mai entrati malati di artrite reumatoide e ciò perché sono in terapia cortisonica.”
Il vero pericolo non verrebbe quindi dal Covid, quanto dall’infiammazione del sistema immunitario che porta alla distruzione cellulare.
Quanto sostenuto dal dottor Palma sembra essere stato già avallato anche da altri medici che sono giunti alle stesse conclusioni.
Ma allora a questo punto, se il problema di tutta questa emergenze sono state delle diagnosi e delle terapie sbagliate, la pericolosità del virus sostanzialmente svanisce.
L’intero apparato mediatico e il governo, con le sue varie e costose task-force, hanno immediatamente associato la causa delle morti al coronavirus, senza nemmeno sapere che cosa fosse realmente accaduto.
Si è veicolata l’idea che i corpi di quelle persone fossero affetti da una sorta di pestilenza e che era necessario cremarle quanto prima.
Se il Covid si può curare a casa con farmaci a bassissimo costo, è evidente che l’emergenza allo stato dell’arte non c’è.
La cura è stata già trovata. L’immunizzazione contro un virus che muta sarebbe completamente inutile,e potenzialmente dannosa.
Un altro aspetto che riguarda Bergamo è proprio quello dei vaccini.
Per onore della cronaca Roberto Burioni con un post ha tacciato i propri colleghi (sbagliando ospedale, forse non aveva poi approfondito così tanto la questione?) come autori della “solita bufala”, ma forse non è questa la persona più qualificata per valutare, viste le sue sfortunate affermazioni televisive dei primi di febbraio 2020: “In Italia siamo tranquilli. Il virus non c’è. È lecito preoccuparsi solo per l’influenza.”
Questa, sempre per la cronaca, la risposta del Dr. Palma a Burioni, dopo che Burioni ha fatto un post in cui boccia l’ ipotesi (ma la boccia senza entrare nel merito e confondendo il luogo di lavoro del medico che lavora a Salerno e non a Pavia:
“Io non mi permetto di discutere con i medici che vanno in televisione come Burioni. Ho ipotizzato questi interventi da medico che lavora sul campo da anni, oggi da direttore di un Centro Trombosi e Coagulazione accreditato con il Sistema Sanitario Nazionale. Giovedì pomeriggio, prima di fare il post, ho partecipato a una video-conferenza con i colleghi del Niguarda di Milano, in cui abbiamo analizzato i primi cinquanta reperti di biopsie dove emerge un tessuto polmonare pieno di coaguli – spiega il cardiologo – Ci sarebbe una formazione intravascolare disseminata innescata dal virus. Non è una certezza, ma un’ipotesi. Alcuni pazienti non vanno in ventilazione perché rispondono molto bene all’enoxaparina”.
Sui due chiosa anche il professor Maurizio Viecca, primario di Cardiologia dell’Ospedale Sacco di Milano: «Non si muore di polmonite, ma di trombosi!»
Il professor Maurizio Viecca: «Il mio protocollo a base di antiaggreganti funziona. Il ministro Speranza invii gli
ispettori per validare la cura ed eviti che la burocrazia ci penalizzi»
Dopo aver affrontato il virus e studiato l’evoluzione della malattia nella fase più acuta, ha messo a punto una terapia a base di antiaggreganti e antinfiammatori già ribattezzato “protocollo Viecca”, che da oggi è sulle principali pubblicazioni scientifiche internazionali.
«Più di un mese fa osservai che questi pazienti passavano dalla fase del casco CPAP alla fase dell’intubazione nel giro di un’ora e mezza, e questo è impossibile solo con una polmonite perché non c’è nessun virus al mondo che può dare una polmonite che di colpo non risponde più al casco e neanche all’intubazione. Doveva esserci qualche altro meccanismo. Al che iniziai a guardare le cartelle cliniche di questi pazienti e scoprii che in alcuni casi c’era un esame del sangue che si chiama D-dimero che era particolarmente elevato. Quando si trova questo esame del sangue alterato nell’individuo, vuol dire che c’è una trombosi in atto. Allora parlai con l’anatomopatologa del Sacco, la dottoressa Nebuloni, la quale mi disse che aveva fatto trenta autopsie e in tutte aveva trovato l’embolia dei piccoli capillari polmonari».
«La gente – continua Viecca – normalmente non sa che quando si ha l’embolia di questi vasi piccoli, l’anticoagulante da solo non fa nulla. Noi cardiologi lo scoprimmo già 20 anni fa quando facevamo le prime angioplastiche durante l’infarto. Dove le coronarie alla fine erano aperte il trombo era sparito, ma il sangue non passava perché evidentemente questo trombo rompendosi in tanti pezzettini piccoli andava a chiudere tutti i capillari della coronaria. Quindiho preso lo stesso protocollo, adattandolo alla situazione attuale, e ho stabilito alcuni parametri: quando iniziare la terapia e gli obiettivi da raggiungere. E poi abbiamo redatto più velocemente possibile un protocollo, approvato dal nostro comitato etico, cosiddetto compassionevole, perché lo Stato non paga il farmaco, ma di solito lo dà una casa farmaceutica. Io non volevo legarmi a nessuna casa farmaceutica, e allora ho deciso di pagarlo con la mia fondazione. Ho fatto applicare questo protocollo alla Pneumologia su cinque pazienti, alcuni giovani e altri anziani, e tutti hanno avuto risultati sorprendenti. È la prima volta che si trova qualcosa di nuovo e di efficace».
Il protocollo prevede la somministrazione di un antiaggregante «che è cento volte più potente dell’aspirina che si dà ai cardiopatici, l’antiaggregante per definizione». Ma via via che il farmaco finisce, «lo integriamo con aspirina e altri farmaci in modo da mantenere questa fluidità del sangue ed evitare che le piastrine si uniscano tra loro dando vita al cosiddetto trombo bianco, che è quello che chiude i capillari».
Beh, vedremo se ha ragione Burioni o se hanno ragione i vari cardiologi come Palma di Salerno, Cuccia di Brescia o Viecca di Milano o i cinesi.
Quello che in ogni caso serve, se c’è questa malattia infiammatoria vascolare sistemica, tanto vale approfondire quali sono le principali armi di difesa e i principali sistemi di cura che riguardano il sistema vascolare, oltre ovviamente ai farmaci, ai nutraceutici e più in generale alla nutrizione che possa rinforzare il sistema immunitario. L’infiammazione, lo stress ossidativo e la rigidità della vasomozione , poichè il corpo umano è costituito da 100.000 km
– Riattivazione della vasomozione e del MICROCIRCOLO con conseguenziale aumento dell’ OSSIGENAZIONE tissutale in genere ( ed in particolare dell’endotelio) e riduzione dei Fenomeni Trombotici sia venosi che arteriosi di frequente riscontro nei pazienti COVID-19.
Questo processo di riattivazione NON è NECESSARIO se si è attuato un programma di prevenzione con TMR Vascular, all’inizio per 20 giorni consecutivi (32 minuti 2 volte /die) e quindi successivamente per 20 giorni/mese , solo qualora non si attui uno stile di vita sano e sia necessaria una continua azione suppletiva per disinfiammare i tessuti vascolari. Oppure qualora si sia costretti a vivere in ambienti eccessivamente inquinati e quindi inquinanti. Testimoniato dalla pubblicazione di numerosi studi scientifici, è certo infatti , che lo scarico tossicologico che invade il nostro organismo non è più sopportabile dai nostri sistemi endogeni e dalla loro capacità di mantenersi puliti, poiché noi funzioniamo bene quando siamo mantenuti puliti.
il carico di tossine oggi è all’inizio di un processo degenerativo che ci indebolisce dal punto di vista immunologico e ci predispone attraverso l’infiammazione a tutte le malattie degenerative che conosciamo della nostra epoca. Sono l’incubo della nostra quotidianità, ma attenzione perché quella debolezza immunologica ci espone anche alle problematiche che tutti abbiamo visto in questi tempi relative al coronavirus. Abbiamo sentito tutti che le persone più esposte, quelle che hanno pagato un debito più alto, erano quelle che avevano delle malattie infiammatorie pregresse.
– Modulazione dello STRESS OSSIDATIVO ( riduzione radicali liberi ed aumento difese antiossidanti)
– Stimolazione alla riparazione e rigenerazione Tessutale ( incremento fibroblasti,cellule endoteliali e cellule staminali tessutali )
A proposito del Covid-19 abbiamo verificato l’effetto mortale delle tromboembolie ed abbiamo verificato che non servono a niente le rianimazioni e le intubazioni se prima innanzitutto non si sciolgono, anzi si prevengono queste stesse tromboembolie. Se si ventila un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti morivano 9 su 10. Perché il problema è cardiovascolare, non respiratorio! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!
E perché si formano trombi? Perché l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto al mondo medico.
Terapia Ospedaliera/ Domicilare consigliata :
2 sedute giornaliere ( mattina e sera) per almeno 1-3 mesi
Pubblicazioni generalizzate da più fonti confermano che il Covid19 è il problema vero è sempre cardiovascolare, prima che respiratorio. Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare il rischio di morte.
Le malattie cardiovascolari sono da decenni la prima causa di morte in occidente, circa il doppio del cancro ed anche il covid 19 non fa eccezione a questa regola.
Inoltre è ampiamente dimostrato che sono solo le persone intossicate (ovvero fortemente infiammate e preda di uno stress ossidativo molto elevato) a dover temere qualcosa dalle influenze, che ogni anno mietono diverse migliaia di vittime anche in Italia (ai quali morti si aggiungono le altre decine di migliaia che ogni anno muoiono per avere contratto un infezione in ospedale) soprattutto nelle zone più inquinate e quindi più intossicanti. Questo vale anche per l’influenza chiamata Covid-19, così come per tutte le altre influenze che si presentano appena arriva l’inverno e soprattutto nelle zone più inquinate o/e per quelle persone che perseguono stili di vita poco salutari, per non dire tutt’altro che salutari.
Come si piega allora il maggior numero dei morti dovuti al covid di ben il 46 % in marzo ed aprile 2020? Certo si spiega, se si provoca la giusta combinazione di fattori che va dagli errori terapeutici dovuti al divieto di autopsie, al peso di particolari azioni paura-stressanti come vediamo fare dai mass media (ricordiamo che lo stress resta la principale causa di acidosi!) ed infine aggiungiamo il ritardo delle vaccinazioni per l’influenza, che ha esposto gli anziani della Lombardia al virus proprio durante le 12 settimane di finestra in cui l’organismo deve invece stare riparato, cioè fino a quando il virus attenuato introdotto dal vaccino, non abbia compiuto la propria funzione di immunizzazione. Questa spiegazione sembra confermata anche dal fatto che già da maggio sono diminuite il numero delle morti rispetto al 2019 (-3% circa).
L’unica via è come sempre quella della prevenzione. Analizziamo alcuni fattori critici rispetto allo stile di vita e cerchiamo di fornire i migliori strumenti facilmente a disposizione nei nostri territori.
Cosa fare dunque?
Testare lo Stress ossidativo, cioè il livello di radicali liberi
Altri profili molecolari : il Fat Profile, test lipidomico per eccellenza
Il Test Covid19 per eccellenza
La Nutrizione
L’acqua idrogenata e L’acqua di mare
L’ Ozonoterapia
La TMR ( Risonanza Magnetica Terapeutica )
L’inquinamento e lo smog elettromagnetico
Il fumo (crea un forte stress ossidativo!)
Le vaccinazioni (devono essere fatte correttamente e solo nei casi necessari, ricordando che poco possono fare sullo stress e su molte altre cause delle malattie)
Lo stress: le relazioni sociali e il vivere in gratitudine
Stile di vita a livello spirituale: Non combattere il male ed il nemico
Dire che la causa è una malattia cardiovascolare, significa LA CAUSA PROSSIMA NUMERO 1 è LO STRESS OSSIDATIVO, CHE PROVOCA ECCESSIVA E CRONICA INFIAMMAZIONE, già prima classificata quasi sempre come infiammazione silente. Non a caso il famoso Nobel Luc Montaigner non perde occasione ad ogni intervista di ricordare che ogni medico prima di prescrivere un emocromo, dovrebbe piuttosto prescrivere un esame sullo stress ossidativo.
Le vitamine A, E, D e C sono utili nella prevenzione, così come sono utili certi alimenti. Per esempio lo zenzero, la curcuma (sempre presa con il pepe nero, altrimenti perde efficacia), l’echinacea, il lisozima, i probiotici… Poi gli alimenti fermentati come i crauti o il kefir. E, ancora, le verdure, specie quelle in foglia. Insomma, se si mangia correttamente, se si fa una vita sana evitando, ad esempio, il fumo, si mantiene l’organismo capace di difendersi. Il massimo è assumere un estratto di frutta e verdura dieci minuti prima di ogni colazione, pranzo e cena tali da rafforzare il sistema immunitario, per prevenire che un virus di per sé non particolarmente pericoloso, ove contratto, possa causare complicazioni (polmonari).
Siccome non siamo dotati di specifici inibitori del virus, ma abbiamo tutti un buon sistema immunitario, impariamo a conoscerlo e ad occuparci dunque della nostra più importante difesa. Adesso!
Rafforzare e mantenere in forma il nostro sistema immunitario:
Testare lo Stress ossidativo, cioè il livello di radicali liberi.
Altri profili molecolari : il Fat Profile, test lipidomico per eccellenza.
L’approccio medico del XXI secolo vede l’associazione dell’aspetto molecolare con la diagnosi clinica. L’analisi che rileva lo stato di salute delle tue cellule e permette di intervenire in maniera efficace e personalizzata. A supporto della qualità di vita anche nella malattia, in tutte le fasce di età.
Molti studi medici si sono dotati di un dispositivo come il device della Caratelli che permette di eseguire l’analisi sullo stress ossidativo cellulare in pochi minuti, direttamente nello studio medico in tempo reale.
La nutrizione
assumere tutti i tipi di antiossidanti che esistono. Lo stress ossidativo è dovuto ai radicali liberi (ROS), molecole che ne ossidano altre. Perciò dovremmo controllare lo stress ossidativo ( vedi il test Oxidia) e prendere di conseguenza la giusta quantità di antiossidanti.
Gli estratti di frutta e verdura
Il modo più semplice ed efficace di assumerli è negli estratti a cui sono dedicati molti articoli . il principale sito di contenuti sugli estratti nel web è siquri.com. L’estratto prodotto con Essenza è particolarmente ricco di ENZIMI , che attivano gli integratori, che posso no così essere assunti dentro all’estratto. Un utile integratore è anche l’estratto di papaya fermentata, un buon prodotto perché mantiene alti gli enzimi antiossidanti. Il glutatione è un altro prodotto molto attivo.
Rafforzare il sistema immunitario con la dieta è una strategia realistica per affrontare la situazione è fornire al nostro organismo tutte quelle molecole che la scienza ha dimostrato essere capaci di rafforzare il sistema immunitario. È noto infatti che una immunocompetenza ottimale dipende dallo stato nutrizionale e le carenze di micronutrienti così come il cibo spazzatura riducono le difese contro le infezioni.
Esiste un’interazione bidirezionale tra nutrizione, infezione e immunità: la risposta immunitaria è compromessa se la nutrizione è insufficiente, predisponendo le persone a infezioni, e al tempo stesso un cattivo stato nutrizionale può essere aggravato dalla stessa risposta immunitaria all’infezione.
La resistenza alle infezioni può quindi venire migliorata dedicando attenzione all’apporto di alcuni micronutrienti – rispetto ai quali si può riscontrare carenza, soprattutto in alcune fasi della vita (anziani e bambini) – e a una dieta ottimale, cioè varia ed equilibrata.
Vitamine e sistema immunitario
I micronutrienti hanno ruoli vitali per tutto il sistema immunitario. Quelli maggiormente essenziali per sostenere l’immunocompetenza sono le vitamine A, C, D, E, B6 e B12, l’acido folico. Oltre a ferro, rame, selenio e zinco.
Vitamina D. Le cellule immunitarie innate (ad es. monociti, macrofagi, cellule dendritiche) hanno il recettore della vitamina D che ne fa aumentare il differenziamento, ne stimola la proliferazione e la produzione di citochine. La forma attiva della vitamina D (1,25-diidrossivitamina D3) regola la produzione di proteine antimicrobiche, che possono uccidere direttamente i patogeni, in particolare i batteri.
Gli alimenti più ricchi di vitamina D sono l’olio di fegato di merluzzo, i pesci grassi (es. sgombro, sardina, tonno e salmone), ostriche e gamberi, tuorlo d’uovo; funghi (unica fonte vegetale di vitamina D, in particolare maitake e finferli), formaggi grassi e burro.
Vitamina C. Efficace antiossidante contro i ROS (Reactive Oxygen Species) che si formano quando i patogeni vengono uccisi dalle cellule immunitarie. Rigenera altri antiossidanti, come il glutatione e la vitamina E. Promuove la sintesi del collagene, sostenendo in tal modo l’integrità delle barriere epiteliali. Stimola la produzione, la funzione e il movimento dei leucociti (ad es. neutrofili, linfociti, fagociti). Ha un ruolo nelle attività antimicrobiche e nella chemiotassi. Il professor Montaigner, nella sua intervista, ne suggerisce un apporto di 1000 mg/die.
Recentemente è balzata alla cronaca la notizia che in Cina un gruppo di medici abbia usato con successo la vitamina C per curare il Covid-19. Francamente non comprendiamo il perchè qualcuno se ne stupisca e che questa debba addirittura essere “una notizia”, visto che il Premio Nobel Linus Pauling e dopo di lui molti altri importanti medici, ne hanno scandagliato ed approfondito le proprietà terapeutiche di questo eccezionale enzima!
Le prime fonti di vitamina C sono coriandolo, peperoni, ribes nero, timo fresco, prezzemolo, crucifere (cavolo, verza, broccoli), kiwi e agrumi.
Vitamina A. Aiuta a mantenere l’integrità strutturale e funzionale delle cellule della mucosa, barriere innate (es. pelle, vie respiratorie, etc.). È importante per il normale funzionamento delle cellule immunitarie innate (macrofagi, neutrofili). Necessaria per il corretto funzionamento dei linfociti T e B, quindi per la generazione di risposte anticorpali all’antigene. Coinvolta nello sviluppo e nella differenziazione delle cellule Th1 e Th2, supporta la risposta antinfiammatoria Th2.
Si trova in olio di fegato di merluzzo, fegato, peperoncino piccante, albicocche secche, carote, broccolo e cavolo verde, patata dolce, zucca.
Vitamina E. È un importante antiossidante liposolubile, che protegge l’integrità delle membrane cellulari dai danni causati dai ROS. Migliora la produzione di IL-2, le funzioni delle cellule T-mediata e la proliferazione dei linfociti. Ottimizza e migliora Th1 e sopprime la risposta Th2.
Ne sono ricchi gli oli vegetali (arachidi, mais, girasole, olio extravergine di oliva), peperoncino, semi di girasole, mandorle, curry, origano, nocciole, avocado, kiwi.
Vitamine B6 e B12 aiutano a regolare l’infiammazione. Hanno un ruolo nella produzione di anticorpi, nella produzione di citochine e nella proliferazione e nella differenziazione dei linfociti. Mantengono la risposta immunitaria Th1.
I cibi di riferimento per la B6 sono cereali e farine integrali, lenticchie, latte, avocado, frutta secca, peperoni, spinaci, broccoli. Per la B12 i formaggi stagionati, prodotti a base di soia, uova, latte, fegato e frattaglie, molluschi, pesce (tonno, merluzzo, sardine e sgombro).
Acido folico. Mantiene l’immunità innata. È importante per la risposta anticorpale agli antigeni. Supporta la risposta immunitaria mediata da Th1.
Abbonda in fegato e frattaglie; asparagi, broccoli, carciofi, cavoletti di Bruxelles, cavolfiori e cereali integrali, legumi, arance, fragole e frutta secca.
Lactoferrina
La lattoferrina, ben presente nel latte materno ed uno dei principali strumenti di difesa del lattante, oltre ai lactobacilli, è presente anche in varie secrezioni mucose, come lacrime e saliva. in grande quantità nel colostro piuttosto che nel latte di transizione e di mantenimento, e protegge le nostre aperture del corpo, come gli occhi, bocca, naso, vagina, etc. da invasione infettive. La lattoferrina è nei granulociti neutrofili, cellule immunitarie con funzioni di difesa da infezioni batteriche e fungine.
Le proprietà antimicrobiche della lattoferrina sono dovute alla capacità di legare il ferro, sottraendolo al metabolismo di quelle specie batteriche – come per esempio l‘Escherichia coli – che dipendono da esso per la propria moltiplicazione e adesione alla mucosa intestinale (effetto batteriostatico); ha inoltre un’azione battericida, per la capacità di ledere gli strati più esterni della membrana cellulare di alcune specie batteriche GRAM negative.
Per questo per esempio la lattoferrina viene utilizzata anche dall’industria alimentare per trattare le carcasse di manzo e proteggerle dalla contaminazione batterica di superficie.
L’effetto antivirale della lattoferrina è relazionato alla sua capacità di legarsi ai glicosamminoglicani della membrana plasmatica, prevenendo l’ingresso del virus e bloccando l’infezione sul nascere; tale meccanismo è apparso efficace contro l’Herpes Simplex, i citomegalovirus, e l’HIV.
Esistono anche evidenze circa un possibile ruolo della lattoferrina come agente antitumorale, dimostrato in numerose occasioni su tumori chimicamente indotti in ratti da laboratorio.
Il lisozima è un enzima di 14,4 kilodalton presente in tessuti animali dotato di attività battericida. Lede la parete batterica di alcuni batteri (Gram +) catalizzando l’idrolisi del legame beta 1,4 tra l’acido N-acetilmuramico (NAM) e la N-acetilglucosamina (NAG) che sono la componente principale del peptidoglicano.
È abbondantemente presente in numerose secrezioni animali e umane come le lacrime (fanno eccezione quelle dei bovini). Si trova in concentrazioni elevate anche nell’albume d’uovo.
Il lisozima, legandosi alla superficie batterica, ne riduce la carica elettrica negativa superficiale, rendendo più facile la fagocitosi del batterio, prima che intervengano le opsonine del sistema immunitario.
Probiotici
Metalli e difese immunitarie
Alcuni metalli sono altresì importanti nel modulare le riposte immunitarie. Per la differenziazione e proliferazione dei linfociti T, la produzione di anticorpi e nell’immunità cellulare, nonché per l’azione antiossidante (selenio e zinco). Quali e dove:
– selenio in cereali integrali, semi di senape e girasole, uova;
– ferro nel fegato, carne bovina e di cavallo, uova, alcuni pesci (acciuga, cefalo, sarda, tonno), legumi e frutta secca,
– zinco nel pesce e la carne, cereali (germe di grano e avena), legumi, frutta secca e semi (zucca, sesamo e girasole),
– rame in fegato e frattaglie, funghi, anacardi, lenticchie, mandorle.
Amminoacidi e sistema immunitario
Due amminoacidi non essenziali hanno a loro volta un ruolo di rilievo per il sistema immunitario:
– glutammina. Amminoacido importante per le cellule immunitarie come i linfociti, le cellule killer naturali, e la proliferazione dei macrofagi. Indispensabile per la sintesi di glutatione.
Sono ricchi di glutammina le uova, la carne di manzo, latte, tofu e riso bianco,
– arginina. Migliora la funzione dei linfociti T, è il precursore dell’ossido nitrico che ha un ruolo importante nella coagulazione, la vasodilatazione, la permeabilità vascolare e la distruzione di agenti patogeni microbici.
Ricchi in arginina sono la soia, i semi di zucca, il merluzzo, i frutti di mare, le uova, la carne rossa e bianca.
Il triptofano, un amminoacido essenziale, ha a sua volta un ruolo importante nella stimolazione del sistema immunitario. Grazie al metabolismo da parte del microbiota della sua parte residua (all’assorbimento intestinale) e la formazione di derivati indolici che attivano efficacemente i recettori antinfiammatori (AhR).
Fonti di triptofano sono uova, soia, sesamo e girasole, formaggi stagionati, carne e pesce.
La quercitina.
Una molecola naturale inibisce il Covid”. La ricerca del Cnr sulla quercetina contenuta in capperi, cipolla rossa e radicchio, ma anche uva rossa e mirtilli, è utilissima per curare i malati affetti da Sars-CoV-2. Tutti questi prodotti (come anche altri ortaggi) hanno in comune un flavonoide, la quercetina, che sembra essere in grado di agire su 3CLpro, proteina presente in tutti i i tipi di coronavirus e fondamentale per il suo sviluppo e il cui blocco risulta letale per Sars-CoV-2. Di fatto, lo studio internazionale che vede coinvolto anche il CNR Nanotec di Cosenza, può però aprire le porte a una sperimentazione più approfondita che potrebbe porre le basi per dei medicinali in grado di curare, in futuro, i malati di Covid-19 in quanto la quercetina ha un effetto destabilizzante sulla proteina. Anche se quindi non basta riempirci il piatto di radicchio o cipolla rossa per neutralizzare il virus, resta il fatto che questi ortaggi sono fondamentali per una sana alimentazione che porta benefici ormai assodati.
Acidi grassi Omega 3 e prevenzione
Gli acidi grassi Omega3 (EPA e DHA) sono importanti precursori di molecole atte a promuovere la risoluzione dell’infiammazione, a migliorare l’uccisione batterica da parte dei macrofagi e ad aumentare la rigenerazione dei tessuti.
Gli ω-3 si trovano negli oli di semi di lino, noci, canapa e chia, nonché in alcuni pesci (salmone anche affumicato, merluzzo, tonno, sardine).
Microbioma, dieta e sistema immunitario
Il microbioma – la comunità microbica presente nel tratto intestinale – gioca un ruolo fondamentale nel modulare le risposte metaboliche e il sistema immunitario. E la dieta, ancora una volta, ha un ruolo determinante.
Le fibre alimentarinutrono il microbiota che, metabolizzandole, produce acidi grassi a catena corta (SCFA). Gli SCFA a loro volta, tramite i recettori dell’intestino (il ‘secondo cervello’), inviano ‘segnali’ al sistema nervoso centrale con lo scopo di modulare, nell’intervallo fisiologico, l’omeostasi energetica, il metabolismo dei carboidrati e dei lipidi e sopprimono segnali infiammatori.
Alcune fibre in particolare hanno un effetto immunostimolante sulle cellule immunitarie. Tale effetto è stato dimostrato nell’arabina della pectina – presente nella buccia di mele, pere, albicocche e prugne – e nel β-1,3- glicano (presente nei funghi).
Il sistema immunitario viene poi stimolato da importanti recettori antinfiammatori (AhR, Aryl Hydrocarbon Receptor), attraverso i ligandi esogeni per AhR che derivano da tessuti vegetali commestibili, es. verdure, frutta, tè ed erbe.
I polifenoli possono a loro volta attivare la funzione immunitaria mediante stimolo dei recettori AhR. I polifenoli sono una famiglia di circa 5000 molecole organiche naturali, presenti nei vegetali. I più noti per le proprietà benefiche sulla salute umana sono la quercitina, il resveratrolo, l’epigallocatechina, le antocianine, il tirisolo.
Dieta mediterranea, sistema immunitario e salute
Una dieta mediterranea autentica può offrire tutte le molecole che hanno azione importante sul nostro sistema immunitario. Con abbondanza e varietà di vegetali e frutta (tanto meglio se bio), fibre e polisaccaridi complessi (cereali integrali e legumi), proteine di varie matrici e olio extravergine d’oliva.
Gli integratori alimentari possono aiutare a garantire la copertura del fabbisogno quotidiano di micronutrienti, a volte anche a stimolare altre reazioni favorevoli. Ma nessun supplemento potrà mai compensare uno squilibrio nutrizionale di fondo. Il microbiota va nutrito con alimenti sani, senza ingolfare l’apparato gastrointestinale con cibo spazzatura che invece innesca processi infiammatori.
Uno studio scientifico appena pubblicato su Gut dimostra, del resto, come la ‘correzione nutrizionale’ basata sulla dieta mediterranea – con aumento degli apporti di fibre, vitamine (C, B6, B9, tiamina) e minerali (Cu, K, Fe, Mn, Mg) – possa rimodulare favorevolmente in pochi mesi il microbiota intestinale anche nelle persone anziane.
L’acqua di mare è fonte di vita. È ricca di una vastissima gamma di minerali e oligoelementi, tutti presenti naturalmente e facilmente assimilabili dal nostro organismo. Ecco l’idea di portare l’acqua di mare purificata ad uso alimentare nelle cucine e sulle tavole d’Italia in sostituzione del semplice sale da cucina.
Ma le sue proprietà non finiscono qui, continua a leggere per scoprirle tutte!
Ozono, dal greco antico “ozein” significa odorare ed è un gas molto presente nell’ ozonosfera. L’Ozono viene prodotto da una serie di reazioni chimico-fisiche, favorite (catalizzate) dalla luce solare, fra sostanze presenti nell’aria. Ha un odore caratteristico che può essere percepito dopo i temporali lasciando una sensazione di pulizia ed aria fresca. Trattasi di un gas particolarmente instabile che torna ad essere ossigeno velocemente perciò deve essere prodotto poco prima del suo utilizzo. Non può essere immagazzinato in bombole come per l’ossigeno. L’Ozono ha proprietà germicide, anti-infiammatorie, fungicide ed effetti antivirali. E’ inoltre uno dei più potenti disinfettanti conosciuti e non ha effetti collaterali significativi. E’ tossico se respirato continuamente in concentrazioni superiori a 0,1 ppm (parti per milione).
L’Ossigeno di grado Medicale, (bombole, centralizzato, etc), viene introdotto in un dispositivo dove si applica un alto voltaggio. L’O2 si trasforma in O3 e la pressione presente nel circuito pompa la miscela di O2/O3 verso il punto di uscita. L’Ozono/Ossigeno prodotto in questa maniera è una miscela omogenea con una certa concentrazione che può essere misurata e regolata in base al tipo di applicazione da effettuare sul paziente in diverse maniere.
Le applicazioni includono:
INIEZIONI. Per ernia del disco, articolazioni, etc
AUTOEMOTERAPIA. Miscela di Ozono con una percentuale impostata di sangue prelevato dal paziente per reinfoderlo successivamente.
INSUFFLAZIONI. Rettale, vaginale, ottica, etc.
VIA TOPICA. Tramite acqua, soluzione salina e/o oli ozonizzati, terapia di insaccamento per piede diabetico e ulcere
Aumenta la circolazione sanguigna
Stimola il sistema immunitario
Sollievo dai dolori
Potente germicida, fungicida e disattivatore di virus.
– Riattivazione della vasomozione del MICROCIRCOLO con conseguenziale aumento dell’ OSSIGENAZIONE tessutale in genere e riduzione dei Fenomeni Trombotici sia venosi che arteriosi di frequente riscontro nei pazienti COVID-19
– Modulazione dello STRESS OSSIDATIVO ( riduzione radicali liberi ed aumento difese antiossidanti)
– Stimolazione alla riparazione e rigenerazione Tessutale ( incremento fibroblasti,cellule endoteliali e cellule staminali tessutali )
Il fumo
1. NON FUMARE: la difesa più immediata è quella che riguarda l’efficienza dei polmoni. Di qualunque cosa s’illudano i fumatori, i loro polmoni non sono in condizioni ideali e uno dei problemi è quello dello strato eccessivo di muco, spesso con caratteristiche non proprio sane, che ricopre i bronchi e che fa scivolare profondamente i patogeni entrati per inalazione. In aggiunta, le ciglia vibratili, specie di fruste che sono presenti sulla parete interna dei bronchi, sono paralizzate dal fumo e non sono più capaci di spingere fuori dei polmoni gli aggressori. E, allora, anche il Coronavirus trova una bella porta aperta. Ma la cosa vale per qualunque patogeno che passi attraverso il sistema respiratorio, comprese le NANOPOLVERI e quelle particelle di cui il Dr. Montanari si occupa da decenni.
Le vaccinazioni:
Vaccinarsi presuppone 12 settimane di quarantena e controllare la composizione del vaccino, in modo da evitare i vaccini inquinanti. Mai vaccinare i bimbi prima di un anno di età e comunque mai finchè il sistema immunitario non è ancora pronto.
Molti medici ed ospedali italiani utilizzeranno presto in modo massiccio le tecnologie di Medicina Rigenerativa, con cui stiamo ottenendo già da tempo risultati di guarigioni stupefacenti, sia a Singapore che a Dubai (vedi per esempio al Medstar, una delle cliniche più gettonate dai vip a livello planetario, così come la Sha Wellness Clinic di Alicante in Spagna e di Quintana Roo in Messico),
ed ovviamente grandi risultati anche in Italia, dove si pratica già in alcuni ospedali pionieri della cura di patologie estreme come quella del piede diabetico, che ora non viene più amputato.
Amputazione delle dita del piede
Questo grazie ai protocolli studiati e messi a punto dal metodo PERME (Personalized Regenerative Medicine) divulgato anche presso la scuola curata dalla SIMCRI (Società Italiana di Medicina Chirurgica Rigenerativa) , una società scientifica polispecialistica tra le più eminenti e frequentate, che sta aprendo una scuola specialistica per giovani medici presso la struttura del Gemelli di Campobasso. Il metodo Perme è brevettato e distribuito in Italia, oltre che a livello internazionale, dalla divisione DevaMed Italia della padovana Deva srl.Grazie a questa procedura ne consegue una drastica caduta delle morti causate dagli infarti che spesso seguono alle amputazioni (e non solo, dato che ci troviamo di fronte ad un vasto fronte di malattie vascolari interconnesse, tra cui il Diabete che sta diventando una vera e propria pandemia, ne è solo una punta dell’iceberg e ne è causa ed al tempo stesso effetto). Ed infatti I’Italia è ormai tra i paesi al mondo dove si eseguono meno amputazioni al mondo, subito dopo la Corea. Peccato che nonostante ciò siano ancora ben circa 7.000 le amputazioni sui circa 300mila casi di piede diabetico, grave rischio per gli oltre 3 milioni di italiani con diabete, il 5,3 percento dell’intera popolazione.
“In Italia siamo tranquilli. Il virus non c’è. È lecito preoccuparsi solo per l’influenza.”
Come vedremo presto infatti anche la recente pandemia da Corona Virus, che stiamo vedendo in Cina e che probabilmente arriverà presto anche da noi, (checchè ne dicano i nostri politici ed eminenti virologi) è causata in primis, da una malattia cardiovascolare,
la madre di tutte le malattie, nonchè tuttora la maggiore causa di morte in assoluto in occidente, ben il doppio delle cause di morte per tumori.
Si tratta di microtrombi e comunque anormali coagulazioni di sangue venoso come risulta da non poche autopsie eseguite in Cina, i cui risultati sono già pubblicati in Reserachgate ad opera del Prof. Ning Tang a Wuhan, su un consistente numero di pazienti con Coronavisrus. In un considerevole numero delle persone decedute il Professor Ning Tang ha osservato un aumento di un particolare parametro di trombosi (il D-Dimero).
caso evidente di tromboembolia
La Tromboembolia venosa è a sua volta la prima causa di morte nel mondo fra gli eventi cardiovascolari. Ben 10 pazienti su 100 colpiti da Tromboembolia Polmonare perdono la vita. E’ evidente come sia questa la prima causa di morte anche per i pazienti cinesi colpiti da Coronavirus, almeno per i pazienti sopra i 65 anni. Troppo spesso questa malattia non viene sospettata o sottovalutata, nonostante possa avere conseguenze molto gravi e invalidanti.
Non vogliamo pensare a che cosa possa accadere se il coronavirus sbarcasse anche in Italia! La gente andrà in rianimazione per tromboembolia venosa generalizzata, soprattutto polmonare e con la nostra classe medica attuale, dotata di scarsi mezzi tecnologici, falcidiata dai tagli alla sanità, tenuta spesso all’oscuro di certe conoscenze e procedure, a causa di colpevoli lobbies di interesse, che non sarebbe difficile indagare ed individuare, si può già immaginare quale sarà lo scenario cui dovremo assistere impotentemente.
Che cosa fare dunque a livello di prevenzione?
gli effetti dell’insufflazione rettale erano già conosciuti nel ‘700TMR Risonanza Magnetica Terapeutica di Thererson
Semplice: insufflazioni rettali con Ozono e TMR vascolare (Risonanza Magnetica Vascolare), come già si utilizza diffusamente in Italia, per le cure con successo del piede diabetico, come sopra già indicato.
In associazione con i farmaci anticoagulanti, ovviamente se già colpiti, in modo che così grazie alla TMR, i farmaci vengano meglio assorbiti e quindi resi molto più efficaci ed immediati. Ovviamente ancor meglio senza farmaci se siamo ancora a livello di prevenzione, così si evitano anche taluni effetti collaterali tipici dei farmaci.
Ozonoterapia e TMR hanno un razionale sicuro ed a basso prezzo per gli episodi di microtromboembolismo.
Il microcircolo infatti e’ sempre la causa di tutto! Nel bene e nel male.
Perché il problema è sempre cardiovascolare, prima che respiratorio! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare il rischio di morte, che è il problema vero.
E perché si formano trombi?
Certo per un ben conosciuto meccanismo infiammatorio. Perché il problema principale non sarà il virus, ma la reazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra.
Una precisazione sugli antinfiammatori:
la produzione di COX 2 aumenta nei tessuti bersaglio virali da pazienti con infezione virale attiva e si è visto che la delezione (mutazione cromosomica) della COX2 riduce la mortalità , mentre la delezione della COX1 è associata al peggioramento dell’infezione.
Il livello di infiammazione può essere prevenuto (e poi gestito facilmente e con precisione con esami molecolari tipo quelli della lipidomica (il fat profile) ideato dalla Professoressa Carla Ferreri prima ricercatrice CNR a Bologna e per esempio il test sullo stress ossidativo Oxidia , messo a punto da Gregorio Sanchez, solido punto di riferimento mondiale dell’ozonoterapia firmatario della carta di Madrid.
Certo difficile aspettarsi che l’ apparato mediatico e il governo, con le sue varie e costose task-force, associno le morti per coronavirus, alla reale causa, come anche che sappiano suggerire queste scoperte sui profili molecolari di eminenti e geniali studiosi di grande prestigio internazionale.
D’altronde se si trovasse che la cura è stata già trovata, ancora prima che il virus dimostri la sua efficacia, che gusto ci sarebbe? E poi come si farebbe a proporre un vaccino e magari renderlo obbligatorio?
Se si vanno a vedere i numeri delle vaccinazioni attuate in Lombardia, dove c’è stata una “massiccia immunizzazione” promossa dalla Regione Lombardia dal novembre al dicembre dello scorso anno proprio contro l’influenza e il meningococco, si assisterà veramente ad una forte immunizzazione al virus di quel territorio? O piuttosto al contrario una forte soggezione al virus, visto che all’organismo servono almeno 12 settimane per combattere il virus attenuato e formare i relativi anticorpi, mentre nel frattempo l’organismo, essendo più debole e fragile, si troverà più esposto al virus ed anche nelle condizioni di essere più infettante?
In Inghilterra raccomandano a chi ha fatto il vaccino antinfluenzale, di stare in casa 12 settimane perché non corrano il forte rischio di ammalarsi proprio per il Vaccino! Ci sembra normale, perchè qui si sottace una raccomandazione così importante? Impossibile che i medici non lo sappiano.
Ecco lo studio del gennaio 2017 che conferma la correlazione tra vaccinazioni anti influenzali e aggravamento delle infezioni all’apparato respiratorio.
Quello che in ogni caso serve, in caso di malattia infiammatoria vascolare sistemica, è approfondire quali sono le principali armi di difesa e i principali sistemi di cura a vantaggio del sistema vascolare, oltre ovviamente ai farmaci, ai nutraceutici e più in generale la nutrizione che possa rinforzare il sistema immunitario. L’infiammazione, lo stress ossidativo e la rigidità della vasomozione (poichè il corpo umano è costituito da 100.000 km di vasi) sono i fattori principali da tenere sotto controllo.
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Nella seconda e terza parte ci occuperemo delle ultime tecnologie naturali per la cura della fertilità, compresa quella dei cemp o per esempio della Kisspeptina, tutte tecnologie sbarcate recentemente anche qui in Italia, ma prima occorre inquadrare il problema e comprenderne alcune cause ed alcuni effetti.
Grazie al fatto che già nel corso degli anni ’90 abbiamo proposto, forse per primi in Italia, le prime soluzioni e segnalato i primi allarmi, tenendo numerose conferenze informative ai tempi del Centro Studi Salute (vedi www.centrostudisalute.org/…/SIAMO_CIO_CHE_ASSORBIAMO_serata2camponoga… ), oggi troviamo sempre meno studi medici che servono ancora il caffè in bicchierini di plastica, con tanto di palettine e/o cucchiaini rigorosamente di plastica (sorvoliamo solo sul fatto che purtroppo ancora in troppi propongono dolcificanti come lo zucchero bianco, ovvero il saccarosio, che molti esperti non esitano a definire come la peggiore tossina legalizzata oggi in circolazione).
Oggi abbiamo ancor più moltiplicato possibili soluzioni proponendo diverse alternative al classico bicchierino di plastica , nonchè ai dolcificanti (anzi oggi esiste in commercio perfino il primo caffè alcalinizzante in capsule come Caffetto che si aggiunge al famoso Chi Cafè solubile in barattolo nei vari gusti e selezioni con tanto di ingredienti assolutamente non aromatizzati, bensì arricchiti di sani estratti)
Però il problema permane ad un livello notevole, ancora negli ospedali, nelle scuole ed in molti uffici, anche pubblici. Il problema del rilascio di xenoestrogeni da parte delle plastiche riscaldate, non si esaurisce certo con la soluzione dei bicchierini del caffè (che comunque sono qualche miliardo l’anno quelli usati solo in Italia). Pensiamo anche al problema dei grassi, specie quelli polinsaturi, (gli oli di semi o di oliva in bottiglie di plastica!) (poi a tutte quelle vaschette di plastica con cui vengono confezionate carni e formaggi…!).
Certamente è ben più grave il problema dell’inquinamento da pesticidi, come principale fonte di inquinamento da xenoestrogeni delle falde acquifere (e dunque sempre di più anche delle acque che sgorgano dalle nostre bottiglie e dai nostri rubinetti ), però anche il primo, cioè delle plastiche riscaldate è e resta un notevole pericolo, soprattutto per l’inconsapevolezza degli utilizzatori.
Alla fine del’articolo pubblichiamo un documento del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie, ricco di avvisi ed utili consigli, ma in questo spazio vogliamo soffermarci sulle ulteriori importantissime soluzioni che abbiamo trovato in questi ultimi tempi. Sottolineiamo che tutti questi prodotti possono essere acquistati anche pagando con le monete locali regionali in tutti i circuiti monetari regionali, anche per questi aspetti assai virtuosi. Parliamo del circuito a cui appartengono il Sardex e qui in Veneto naturalmente il Venetex. ( vedi il nostro articolo Movimento Sereno è diventato il “circuito aziende virtuose” del Venetex, moneta virtuale degli imprenditori veneti. )
Molti nostri soci (per informazioni più dettagliate scrivi a info@movimentosereno.it ) stanno inserendo molti altri prodotti, dopo che noi abbiamo incontrato una importante azienda veneta, che abbiamo scoperto essere diventata leader nel mondo dopo aver vinto la gara per la fornitura di bicchieri, piatti, posate monouso ai Giochi Olimpici di Londra del 2012.
Noi a dir la verità l’abbiamo scoperta solo qualche anno dopo e curiosamente esattamente in Catalogna durante una delle feste con folle oceaniche, tipiche di quelle zone. Parlando con l’equivalente di un nostro assessore regionale abbiamo scoperto che le loro leggi per lo smaltimento dei rifiuti si erano ispirate al modello della Regione Veneto, considerato tra i più avanzati d’Europa.
Infatti dovete sapere che oltre a problema del particolato, dobbiamo affrontare e risolvere anche il problema del percolato.
Clicca sulla foto per entrare nel sito di qantiqa.com e vedere il purificatore
Il primo riguarda l’aria che respiriamo. Il secondo, ancora una volta, le nostre falde acquifere.
Per il primo abbiamo proposto già da anni un eccezionale purificatore d’aria di Tecnologia Coreana , che potete vedere nella foto qui a fianco. Da anni stiamo cercando un prodotto per l’auto, visto che gli attuali filtri anti-particolato sono sospettati di trasformare le polveri sottili in qualcosa di peggio e cioè nelle famigerate nanoparticelle. Tutti i prodotti che abbiamo testato finora per l’auto li abbiamo bocciati, ma recentemente siamo entrati in contatto con un produttore di tecnologie certificate coreane/giapponesi, in grado di filtrare anche le nanoparticelle. Vi sapremo dire al più presto. (per informazioni più dettagliate , in attesa di prossimi articoli in materia, scrivi a info@movimentosereno.it )
Il secondo, come dicevamo riferendoci al percolato, riguarda le nostre falde acquifere. Tutti i resti di caffè , per esempio riprendendo l’esempio del caffè sopra indicato, che restano nel bicchiere monouso che poi arriva nelle discariche, si combinano con i materiali di cui è costituito il bicchiere. si combina anche con gli inchiostri delle pubblicità etc.. alla fine tutti questi liquidi costituiscono parti di quel percolato che può finire nelle falde acquifere.
Questo vale anche per i resti del cibo e può interessare anche e soprattutto i prodotti completamente biodegradabili , che finiscono nei centri di compostaggio, qualora gli inchiostri utilizzati per le pubblicità nel bicchiere non fossero controllati.
COMITATO NAZIONALE PER LA BIOSICUREZZA E LE BIOTECNOLOGIE
“Sorveglianza dell’esposizione a interferenti endocrini”
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce un INTERFERENTE ENDOCRINO ( perturbatori o disruttori), come “una sostanza o una miscela esogena che altera le funzioni del sistema endocrino e di conseguenza provoca effetti negativi sulla salute di un organismo intatto, o la sua progenie o (sotto) popolazioni”
(European Workshop on the Impact of Endocrine Disrupters on Human Health and Wildlife, Weybridge 2-4/12/1996)
Gli interferenti endocrini in modo subdolo agiscono all’interno del nostro corpo andando ad interferire con le funzioni dei nostri ormoni,il corpo non li riconosce come componenti esterni e dannosi e li lascia li indisturbati.. quindi sono sostanze che possono interferire con la sintesi, la secrezione, il trasporto, l’associazione, l’azione, o l’eliminazione degli ormoni naturali del corpo,sono di conseguenza responsabili dello sviluppo, del comportamento, della fertilità, e del mantenimento dell’omeostasi cellulare.
Sono a volte indicati anche come agenti ad azione ormonale, o composti alteranti il sistema endocrino; in letteratura scientifica prevalgono i termini inglesi endocrine disruptor, hormonally active agents, endocrine disrupting chemicals, endocrine disrupting compounds (EDCs).
Quali sono questi interferenti…ci siamo mai imbattuti in loro?
Ebbene si.. direi quasi quotidianamente e più volte.. non lasciamoci ingannare dai nomi complicati, vediamo insieme dove si trovano e ci renderemo conto di quanto accumulo facciamo nel nostro organismo, perchè questo è il problema… il danno non si crea nella singola assunzione o contatto, bensì nell’esposizione prolungata e combinata.Vi nomino solo alcuni.. quelli più pericolosi e di uso comune:
Bisfenolo A
Ftalati
PCB o policlorobifenili
HAP o idrocarburi policiclici aromatici
Diossine
APE o alchilfenoli etossilati
Parabeni
DDT o para-diclorodifeniltricloroetano
MXC o metossicloro
Clordecone
Gli ormoni stereoidei
antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina
antibiotici
agenti citotossici
prodotti chimici e industriali……..
Perchè sono preoccupanti gli interferenti endocrini?
Il sistema endocrino abbiamo visto è il fondamento per la crescita dell’uomo e per il suo stato di salute a 360°.
Gli interferenti andando ad agire sul lavoro dei nostri ormoni lo altera portando conseguenze gravissime.
Molte ricerche indicano ad esempio che le persone esposte hanno maggior rischio di patologie riproduttive (infertilità,aborti,endometriosi..) disturbi comportamentali nell’infanzia, alcuni tipi di cancro (testicoli e mammelle..).
L’interferente può agire direttamente sulla cellula come l’ormone…ma generando una risposta eccessiva o più bassa rispetto a quella prodotta dall’ormone endogeno, oppure va ad agire sull’ormone stesso inibendolo e quindi non facendogli svolgere la sua funzione sulla cellula!!!
Nel 1999, la Commissione ha adottato una strategia per gli interferenti endocrini . La revisione della legislazione sulle sostanze chimiche effettuate durante gli anni successivi ha preso questa strategia in considerazione.
La Legislazione comunitaria in vigore considera già i perturbatori endocrini in alcuni paesi infatti esistono alcuni divieti e restrizioni di utilizzo,come vedremo, ma ancora non sufficienti a mio avviso per ritenerci al sicuro.
Vedi il bisfenolo A…vero non più nei biberon ma presente nella carta chimica degli scontrini..quindi una persona che maneggia questa carta giornalmente per lavoro quanto ne incamera??
Noi cittadini non possiamo sostituirci ad un’azione vera dell’autorità comunitaria ed italiana che dovrebbe muoversi in tal senso.. ma possiamo fare qualcosa come sempre:
IMPARIAMO,CONOSCIAMO ED AGIAMO…
ADOTTIAMO COMPORTAMENTI RESPONSABILI ED INTELLIGENTI
NELLA VITA QUOTIDIANA
per proteggere la nostra vita e quella dei nostri figli!!
Molti interferenti non riusciremo ad evitarli ma la buona parte si…forse dovremmo modificare alcune abitudini,forse cambiarne altre,privandoci di alcune “comodità”.. ma ne va della nostra salute!!!
Come ne entriamo in contatto?
Possiamo entrarne in contatto direttamente con la bocca, attraverso la pelle…e notevole è attraverso la catena alimentare visto l’impatto pesante che hanno questi interferenti con l’ambiente.
L’ Utilizzo di queste sostanze altamente tossiche viene reso ancora più pericoloso da cattivi comportamenti non conformi alla legge sui processi produttivi, smaltimento rifiuti industriali ad esempio di colle,vernici…questi hanno un’elevata persistenza ambientale e quindi maggior possibilità di accumulo negli organismi.
Con la catena alimentare si ha un trasferimento da un organismo all’altro.. prorio perchè non si smaltiscono questi interferenti.. e modificano la nostra chimica.
L’interferente entra nell’acqua ==>vegetazione acquatica ==> pesci ==> uomo
Questo un solo misero esempio…Noi utilizziamo tantissime di queste sostanze nell’alimentazione, nei cosmetici, in oggetti e prodotti di vita quotidiana ed il rischio maggiore lo incorrono soprattutto i bambini, gli adolescenti durante la crescita riproduttiva.
Interferenza delle lobby e TTIP
La Direzione Generale per l’Ambiente della Commissione Europea è stata incaricata di stabilire una serie di criteri scientifici per la valutazione degli interferenti endocrini. Ma nel processo è stata sottoposta a pressioni da parte delle aziende e isolata da altre Direzioni Generali, come Salute e Industria.
La lobby della chimica e dei pesticidi si è mobilitata per evitare possibili divieti per alcune sostanze. I principali gruppi di pressione ad aver lavorato contro normative stringenti sono CEFIC (European Chemical Industry Council), ECPA (European Crop Protection Association), PlasticsEurope e Cosmetics Europe, mentre tra le singole imprese si sono distinte BASF e Bayer. Non ce l’avrebbero fatta, tuttavia, se non avessero trovato validi alleati in diversi Stati membri, nella Commissione e nel Parlamento Europeo.
Poi ci sono quelle piattaforme fatte su misura per l’industria, che mirano a promuovere gli interessi commerciali nel dibattito scientifico: ad esempio ECETOC, il Centro Europeo per l’Ecotossicologia e Tossicologia delle Sostanze Chimiche. ECETOC si presenta come think tank no profit finanziato dall’industria, il cui scopo è «migliorare la qualità della valutazione del rischio dei prodotti chimici». Bayer , BASF, Dow, DuPont e Syngenta sono tra i tanti membri sponsor dell’ECETOC.
Ritardare qualsiasi regolamento sugli interferenti endocrini è di cruciale importanza per l’industria – ha commentato Nina Holland, attivista del CEO e coautrice del rapporto – Questo dà loro l’opportunità di utilizzare i negoziati in corso sul trattato sul commercio e gli investimenti tra USA e UE [TTIP] per sbarazzarsi una volta per tutte di ogni normativa».
Uno degli obiettivi principali dei negoziatori TTIP è quello di appiattire le differenze tra gli standard europei e statunitensi, così da facilitare il commercio. Qualsiasi barriera regolamentare creata dall’Unione Europea in materia di interferenti endocrini, quindi, sarebbe un grave ostacolo per il libero scambio. Non per niente, già sono sorte preoccupazioni per il probabile arrivo, con il TTIP in vigore, di 82 pesticidi oggi da noi in Europa vietati.
Vediamo meglio nel dettaglio alcuni tra i più importanti interferenti endocrini, dove si trovano, come evitarli e la regolamentazione europea ed italiana.
Si tratta sicuramente della sostanza con più rilevanza mediatica.. ma non tutti sanno che il Bisfenolo non è solo plastica.. si nasconde in modo subdolo in tantissimi oggetti di uso comune, dal thermos alla carta chimica ai gratta e vinci,composti per otturazioni e denti…..
BISFENOLO –FREE,BPS e BPF
sono ugualmente dannosi e tossici!!!
hanno tutti un fattore comune sono XENO ESTROGENI.
Sulla base della letteratura attuale, BPS e BPF sono ormonalmente attivi come BPA, e hanno effetti sul sistema endocrino.
Come sottolineato su Environmental Health Perspectives, quasi tutte le indagini sono state incentrate sugli effetti metabolici e ormonali (prevalentemente sugli ormoni sessuali) di questi composti, e tutti quelli che lo hanno fatto hanno mostrato che entrambi hanno un’azione sovrapponibile, per tipo e potenza, a quella del BPA. Non si può, quindi, spacciare per sicuri prodotti che, al momento, non è dimostrato che lo siano, anzi.
Qui il documento completo dell’indagine su BISFENOLO S ED F.
DOVE SI TROVA
Il Bisfenolo A è un composto organico molto persistente nell’ambiente , presente nella maggior parte dei prodotti plastici: alcuni biberon, contenitori e pellicole usati per conservare gli alimenti, biglietti da cassa, banconote, carte di credito, protesi dentarie, lattine per le conserve, imballaggi di plastica, policarbonato, resina epossidica, PVC (cloruro di polivinile)… È inoltre presente in grande quantità nei rifiuti umani e nelle acque di scolo.
DANNI
Il bisfenolo A è in grado di legarsi ai recettori dell’estrogeno (effetto estrogeno-mimetico) e quindi può avere effetti sul cervello e sulla prostata del bebè e del feto, e sembra avere un ruolo nei casi di pubertà precoce, di alterazioni della digestione, del sistema immunitario o della funzionalità tiroidea. Pare inoltre avere effetti sul sistema cardiovascolare e sarebbe una delle cause di aumentata frequenza del diabete. Altri effetti che gli vengono attribuiti sono la diminuzione della qualità dello sperma e un aumentato rischio di cancro della prostata negli uomini, e di endometriosi, di ovaio policistico, di carcinoma della mammella, aborti spontanei e parti prematuri nelle donne. Anche se il ruolo del bisfenolo A è ancora oggetto di discussione nell’ambiente scientifico, la sua presenza nei biberon è vietata in Francia dal 2013 e il divieto sarà esteso ai contenitori alimentari dal 2015. In Italia il ministero della Salute, nel recepire la direttiva europea del 28 gennaio 2011, ha modificato le restrizioni e le specifiche per la produzione di biberon in policarbonato, nei quali non deve essere utilizzato bisfenolo A. La commissione europea aveva stabilito che dal 1 marzo 2011 non possono più essere prodotti in Europa biberon contenenti la sostanza.
COME RIDURRE L’ESPOSIZIONE
per scaldare latte, bevande e pappe utilizzare contenitori integri possibilmente in vetro
non utilizzare contenitori in plastica per alimenti se non sono idonei o logori
Non mettere plastica in lavastogliglie se non ha indicazioni
sostituire il più possibile la plastica con il vetro
risciacquare bene frutta e verdura in scatola prima del consumo priviligiando prodotti freschi e di stagione
ridurre il contatto con carta termica o chimica (il 70% contiene bisfenolo A) come scontrini,etichette adesive,gratta e vinci…
Regolamento CE 1223/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio sui prodotti cosmetici: Il bisfenolo A è vietato
Regolamento UE 321/2011 della Commissione Europea :Il Bisfenolo A è vietato nella produzione dei biberon di policarbonato
2)Ftalati
Anche gli ftalati sono presenti in elevate quantità nella plastica e in particolare nel PVC. Esistono vari tipi di ftalati (DEHA, DBP, DEHP), presenti anche in molti prodotti utilizzati abitualmente.DOVE SI TROVANO pannolini, tessuti impermeabili, scarpe, detergenti, inchiostri, giocattoli. In cosmetica vengono utilizzati come fissatori in creme, profumi, prodotti per la rasatura, lubrificanti, lozioni…).Nell’industria sanitaria e farmaceutica gli ftalati, in particolare il DEHP (di-2-etilesilftalato) vengono utilizzati per la fabbricazione delle capsule gastro-resistenti, delle sacche per il plasma, dei cateteri o delle otturazioni dentali. DANNI
Anche se i loro effetti non sono provati da studi significativi sull’uomo, gli ftalati sono sospettati di provocare nei maschi malformazioni agli organi genitali e una diminuzione della quantità e qualità dello sperma.REGOLAMENTAZIONE
Dal 2002 le autorità sanitarie di vari paesi, tra cui la FDA (Food and Drug Administration) americana, hanno affermato che l’esposizione agli ftalati dovrebbe essere evitata.
3)DIETILESILFTALATO
E’ un plastificante della famiglia dei ftalati, usato soprattutto per rendere morbido e flessibile il cloruro di polivinile comunemente detto PVC.
Il DEHP oltre ad essere interferente endocrino è altamente inqunante visto che lo si può trovare ovunque..(ubiquitario).
DOVE SI TROVA
Nelle bottiglie usa e getta,pellicole,vassoi,confezioni blister,tappi a corona,imballaggi,pavimenti, rivestimenti mura,cancelleria,forniture ufficio.
DANNI
Altera la produzione ormonale (estrogeni,testosterone) diminuendo la fertilità oltre al metabolismo dei grassi nel fegato con possibile predispozione alla sindrome metabolica (diabete, obesità)
COME RIDURRE L’ESPOSIZONE
Per la cancelleria e forniture d’ufficio limitare l’uso di articoli in PVC morbido contente DEHP
Per il materiale da casa limitare l’uso di articoli in PVC morbido contente DEHP
Leggere sempre l’etichetta per l’utilizzo della pellicola (PVC) alimentare.. non tutti gli alimenti possono essere avvolti! es alimenti grassi
Evitare che i bambini entrino in contatto con PVC morbido!!
REGOLAMENTAZIONE
Regolamento CE 552/2009 della Cmmissione, il DEHP non può essere usato come sostanza o in miscela in concentrazione superiore allo 0,1% in peso del materiale plastificato, nei giocattoli ed articoli di puericoltura (igiene,rilassamento,concilio sonno,nutrimento,e succhiare..)
Regolamento UE 10/2011 della Commissione. Il DEHP va utilizzato unicamente come plastificante nei materiali e oggetti ad uso ripetuto contatto con alimenti non grassi.
4)PERFLUORATI PFOS E PFOA
Il perfluorottano sulfonato (PFOS) e l’acido perfluoroottanoico sale ammonico (PFOA) sono sempre più diffusi nell’ambiente.. secondo l’EFSA uno dei contaminanti maggiori avviene attraverso i prodotti ittici. Altri fattori di trasporto sono l’inquinamento dei locali chiusi contaminati da prodotti trattati con prodotti perfluorati.
DOVE SI TROVANO
Tappeti,rivestimenti in tessuto idrorepellenti ed antimacchia,prodotti di carta per uso alimentare resistenti all’olio,padelle con rivestimenti antiaderenti,ritardanti di fiamma contenuti nelle schiume di. sedili dell’auto,vernici per pavimenti….
DANNI
Elevata esposizoni può provocare danni al fegato,tiroide ed infertilità.
COME RIDURRE L’ESPOSIZONE
Limitare l’uso di capi d’abbigliamento idrorepellenti o con trattamenti simili,come antimacchia
Sostituire pentole antiaderenti appena hanno segni d’usura
Utilizzare la carta oleata solo secondo le indicazioni delle etichette!!
Evitare l’uso di popcorn da cuocere al microonde in buste (contengono perfluorati PFC)
REGOLAMENTAZIONE
PFOS e i suoi derivati sono regolamentati con il Regolamento UE 757/2010 nell’elenco degli inquinanti organici persistenti.
Le Decisioni CE 2009/554 e 2009/543 stabiliscono i criteri ecologici per l’assegnazione del marchio comunitario di qualità ecologica per i prodotti vernicianti per interni ed esterni.
5)POLIBROMODIFENILETERI
Il PBDE sono sostanze chimiche di produzione industriale impiegati sostanzialmente come ritardanti di fiamma.
Si accumolano nei tessuti grassi degli orgnaismi quindi considerati inquinanti organici persistenti (POPs)
DOVE SI TROVANO
Impiegati nella produzione di tendaggi,tappeti,imbottiture in schiume di poliuretano.
Anche la polvere delle case o negozi (IKEA;NEGOZI MATERASSI…) può essere contaminata da queste sostanze.
DANNI
Interferiscono con la funzione endocrina in particolare della tiroide, alterando lo sviluppo neurologico, neuro-comportamentale.
Non si riescono a smaltire quindi hanno un effetto di bio accumulo nella catena alimentare determinando concentrazioni elevate di queste sostanze in alcuni alimenti.
COME RIDURRE L’ESPOSIZONE
Controllare le tutti i rivestimenti contenenti schiume siano in stato adeguato, non usurato o rotto (materassi,sedili auto..) se l’involucro è lacerato e la schiuma non è racchiuse cambiare immediatamente il tessuto.
Ricambiare periodicamente l’aria di casa, poiché l’accumulo di queste sostanze nell’aria e nelle polveri può causare gravi danni.
Rimozione della Moquette, facendo attenzione che durante la rimozione la parte sottostante con contenga PBDE, maneggiare con cura isolando la stanza.. arieggiare adeguatamente.
REGOLAMENTAZIONE
Dal 2006 ai sensi della Direttiva CE 2002/95 le apparecchiature elettriche ed elettroniche non possono più contenere PBDE
6)HAP o idrocarburi policiclici aromatici
Gli HAP sono una famiglia di più di 15 sostanze e sono considerati degli inquinanti organici persistenti con effetti tossici diversi.
DOVE SI TROVANO Si formano durante il processo di combustione sia industriale che domestico di sostanze organiche di varia provenienza: combustione del motore dell’automobile (benzina, diesel), domestica (gasolio, carbone), industriale (produzione di alluminio, inceneritori, incendi di foreste, eruzioni vulcaniche… Sono presenti in quantità elevata nell’aria, soprattutto nelle zone urbane e durante l’inverno, e la loro concentrazione è alta anche a livello del suolo e delle acque, dove si depositano sotto forma di sottile pellicola.
Si trovano quindi nel fumo di sigaretta,fumo di cottura,fumo di candele,incenso..contenuti nella carne alla brace,prodotti affumicati o tostati.
DANNI
La maggior parte di queste sostanze ha un’azione mutagena, ovvero altera il DNA provocando mutazioni cellulari, o cancerogena dimostrata.Aumentando il rischio di tumori non solo polmonare ma anche di squilibrio ormonale (tumore alla mammella,prostata…)
Può aumnetare inoltre il rischio di peso basso alla nascita.
Uno degli HAP più tossici è il benzopirene (BaP), che causa mutazioni in grado di causare forme tumorali e deficit immunitari e gravi infezioni.
COME RIDURRE L’ESPOSIZONE
Durante la cottura dei cibi assicurarsi un’adeguata ventilazione e l’uso di cappe di aspiraizone
Ridurre il consumo di alimenti affumicati,tostati o alla brace
Rimuovere le parti grasse degli alimenti prima della cottura alla griglia
Evitare di carbonizzare e comunque scartare le parti bruciate.. anche della pizza!! 7)DIOSSINE
Le diossine costituiscono un gruppo di più di 400 sostanze, indicate come inquinanti organici persistenti e inserite tra le 12 sostanze più tossiche presenti nell’organismo.
DOVE SI TROVANO
Anche se sono presenti in tutti gli ambienti (suolo, aria, acque), l’esposizione da parte dell’uomo avviene nel 90% dei casi per il tramite dell’alimentazione, in particolare attraverso i latticini, i prodotti del mare e la carne. Le diossine sono il risultato di molteplici processi industriali e procedimenti di fabbricazione: sbiancamento della carta con il cloro, produzione di alcuni erbicidi, incenerimento dei rifiuti, scarto di oli industriali. Esistono numerosi casi di gravi contaminazioni da diossine, come l’inquinamento del latte in Olanda attraverso paste prodotte per l’alimentazione animale, o in Italia il disastro di Seveso nel 1976.
DANNI
Nell’uomo l’esposizione a forti concentrazioni di diossina può causare lesioni della pelle simili a quelle dell’acne o macchie della pelle, alterazioni della funzionalità epatica o della fertilità, alterazioni del sistema immunitario, o ancora alcune forme tumorali, in particolare nei soggetti esposti cronicamente a causa della professione (ad esempio chi lavora in cartaria). Il feto in formazione può essere particolarmente sensibile all’esposizione alle diossine. Una delle diossine più pericolose è tetraclorodibenzo-2, 3, 7, 8 p-diossina o TCDD, il famoso “Agente Arancio”, un erbicida usato come defogliante durante la guerra del Vietnam.
8)APE o alchilfenoli etossilati
DOVE SI TROVA
Si tratta di una famiglia di composti sintetici ampiamente utilizzati e presenti in vari prodotti: detergenti, prodotti cosmetici, biocidi come gli spermicidi, carta, metalli, detergenti per la casa e alcuni giocattoli. Sono inoltre presenti nelle acque di scarico e nell’aria, in seguito all’utilizzo di aerosol. Anche se sono considerati come biodegradabili, la loro presenza in numerosi oggetti e sostanze di uso comune ha attirato l’attenzione di gruppi scientifici e associazioni. Uno dei prodotti di biodegradazione considerato come il più nocivo è il p-nonilfenolo, a causa della sua marcata attività estrogenica.
DANNI
Anche se sono poco noti, gli effetti degli APE potrebbero riguardare la capacità riproduttiva, in particolare causando una diminuzione della qualità e della quantità dello sperma. In Francia il loro utilizzo è vietato dal 3 maggio 2011. In Italia il decreto del 10 maggio 2004 ha recepito la direttiva 2003/53/CE, relativa alle restrizioni in materia di immissione sul mercato e di uso di talune sostanze e preparati pericolosi (Nonilfenolo, Nonilfenolo etossilato, Cemento). 9)PARABENI
Alcuni parabeni sono di origine naturale e si trovano in alcuni tipi di frutta e verdura, formaggi, prodotti delle api e persino nell’organismo umano, come precursori enzimatici, ma l’industra ne fa uso come conservanti nei farmaci, nei cosmetici e negli alimenti per le loro proprietà antibatteriche e antifungine.
Circa una decina di sostanze appartenenti alla famiglia dei parabeni sono di origine industriale.
DOVE SI TROVANO TUTTI I PARABENI CHE SI TROVANO IN COMMERCIO SONO DI ORIGINE SINTETICA
E’ bene imparare a riconoscerli nelle etichette:
Metilparabene E218 ,utilizzato nei prodotti alimentari, nei cosmetici, shampoo e saponi Etilparabene E214 , utilizzato nei prodotti alimentari (leggere il dettaglio dopo) Propilparabene E216, utilizzato nei prodotti alimentari,farmaci e prodotti dell’igiene Butilparabene utilizzato principalmente nella cosmetica
Ecco in breve elenco di dove si possono trovare :
Creme da viso
Struccanti
Fondotinta
Gel da barba
Shampoo
Deodoranti
Dentifrici
Prodotti per l’igiene intima
Creme solari e doposole
Prodotti per capelli
E in molti altri prodotti
Vengono anche utilizzati come conservanti in alimenti quali:
Verdure cotte
Maionese
Sottoaceti
Bibite addizionate con anidride carbonica
Birra
Prodotti da forno
– PARABENI NEGLI ALIMENTI
Utilizzati per rallentare il processo di degradazione e fermentazione, quindi si trovano per forza in tutti i prodotti a lunga conservazione:merendine ed anche in marmellate,frutta,bevande,prodotti ittici e carne.Ne viene giustificato l’utilizzo per evitare la proliferazione di batteri patogeni….
Il vice direttore della ricerca presso Environmental Workin Group (EWG), un’organizzazione che cataloga tutti gli studi sulle potenziali tossine trovate negli specifici alimenti e li classifica in base alla sicurezza su un database — sostiene che questo non significa che, se per una volta mangi un alimento considerato pericoloso, ti ammalerai per forza. Il messaggio che la ricercatrice, più in generale, vuol far passare è: «Ci sono alcuni alimenti che dovresti evitare il più possibile, sostituendoli con altri più salutari».
Ricordo anche altri distruttori endocrini come:
Idrossianisolo butilato o BHA
la FDA lo considera GRAS, ma secondo molti, tra i quali lo IARC, è un probabile cancerogeno. L’Unione Europea lo considera un distruttore endocrino pericoloso tanto per gli adulti di entrambi i sessi quanto per i bambini; secondo l’EFSA, tra gli effetti negativi, ce n’è anche uno sul comportamento. Viene utilizzato nelle patatine fritte e in altri cibi grassi come conservante ed esaltatore di gusto. Vedi articolo
utilizzato spesso insieme al BHA, cui assomiglia chimicamente, come conservante, secondo l’EFSA è causa di tumori del fegato e del polmone negli animali, ed è un probabile distruttore endocrino, ma è classificato come GRAS dalla FDA.
Propil gallato
Impiegato come conservante per i grassi delle salse preconfezionate, è sospettato di essere un distruttore endocrino e un cancerogeno, ma considerato GRAS dalla FDA.
Il propil gallato, impiegato come conservante per i grassi delle salse preconfezionate, è sospettato di essere un distruttore endocrino e un cancerogeno
– PARABENI NEI COSMETICI
Ampiamente utilizzati in saponi,shampoo,cosmetici,deodoranti,creme solari sempre per rallentare la proliferazione di microorganismi che provocherebbero eruzioni cutanee..
– PARABENI NEI FARMACI
Anche in farmacologia vengono suati in particolare nei sciroppi,colliri per prolungare la vita del prodotto una volta aperto.
DANNI
Pare che queste sostanze, da alcuni anni al centro di varie discussioni, siano in grado di attivare nell’uomo i recettori agli estrogeni, causando quindi problemi di fertilità nell’uomo e favorendo il carcinoma ormono-dipendente della mammella nella donna. L’UE intende vietare alcuni parabeni.
Alcune organizzazioni ed alcuni stati come la Francia, che si rifanno al principio di precauzione, si oppongono al loro utilizzo quotidiano. Il 3 maggio 2011, in particolare, è stata adottata in Francia la proposta di legge di Yann Lachaud che vieta l’uso degli ftalati, dei parabeni e degli alchilfenoli, tre categorie di sostanze che interferiscono con il sistema endocrino (distruttori endocrini). L’elenco dei 400 prodotti farmaceutici contenenti parabeni, sotto forma di esteri metilici o propilici è stata compilata da Le Monde. Il testo è stato depositato al senato il 12 luglio 2011; era stato votato positivamente, a maggioranza assoluta, sia all’Assemblea Nazionale che al Senato della Repubblica, nonostante il contrastante parere del governo
Stanno diventando sempre più controversi, arrivando ad essere regolamentati o espressamente interdetti, ad esempio in Francia, comunque nel ruolo di interferenti endocrini per la loro capacità di mimare chimicamente gli estrogeni con possibile ricaduta in effetti sulla salute.
Le allergie sono un fenomeno limitato ad alcuni soggetti predisposti, con i consueti fenomeni relativi (rosacea, dermatite da contatto) i danni maggiori sono a livello endocrino.
Nel 2002 i ricercatori del Tokyo Metropolitan Institute of Public Health hanno scoperto che propilparabene diminuito il numero degli spermatozoi nei giovani ratti e al di sotto delle concentrazioni che la Food and Drug Administration ritiene sicura per il consumo umano negli alimenti (Oishi 2002; 21CFR184.1670).
Altri ricercatori hanno confermato gli effetti di paraben propilico sul sistema endocrino. Esso agisce come un composto estrogenico sintetico e può alterare la segnalazione ormonale e l’espressione genica (Routledge 1998; Terasaka 2006; Vo 2011; Wróbel 2014). Un recente studio condotto da ricercatori della Harvard School of Public Health ha suggerito che l’esposizione a propilparabene può essere associata alla fertilità diminuita (Smith 2013).
Segnalazione endocrino adeguata è particolarmente importante durante i periodi di critiche dello sviluppo, mentre nel grembo materno e durante l’infanzia e l’adolescenza. Le sostanze chimiche che alterano segnalazione ormonale può portare ad effetti avversi sullo sviluppo, la riproduzione e la neurologico e immunitario.
COME RIDURRE L’ESPOSIZONE
Evitare tutti i prodotti a lunga conservazione, insacotalati, preferendo prodotti freschi e conservati da noi.
Nei prodotti cosmetici leggere bene l’etichetta preferendo pochi prodotti polifunzionali come il burro di karitè,olio di mandorle e produzione in casa, usando come conservante il tocoferolo ovvero la semplice vitamina E!!!
Il suggerimento è di evitarli sotto i tre anni, perché la cute dei più piccoli ha un maggior assorbimento cutaneo e il loro sistema endocrino è in via di sviluppo, negli anziani, che hanno una pelle più fragile, e quando ci si espone al sole
REGOLAMENTAZIONE
L’Unione Europea ha fissato dei limiti ovvero lo 0,4% di sostanza pura e lo 0,8% nelle miscele dei cosmetici.
In Europa ed in Italia l’utilizzo dell’E 216 E217 sono vietati nell’uso alimentare, cosa che invece è legale negli USA!! Gli americani sono ancora ampiamente esposti a questa sostanza chimica. Nel 2010 la ricerca condotta da Antonia Calafat, Ph.D., un chimico rispettato presso i Centri federali per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha riferito che il 92,7 per cento degli americani testati aveva paraben propilico nelle urine (Calafat 2010).
La Francia come detto ne ha vietato l’uso, mentre la Danimarca solo per i prodotti alimentari destinati ai bambini sino ai 3 anni.
10)Pesticidi e i prodotti fitosanitari
DDT, MXC, Inuron, Diuron, Trifluralin, Endosulfan, Vinclozolin… I pesticidi e i prodotti fitosanitari sono molto numerosi e di diverso tipo; vengono utilizzati in modo massiccio nell’industria agroalimentare e nel giardinaggio e molti di essi sono indicati come interferenti endocrini, veri o supposti. Alcuni sono persino utilizzati nella gestione dei campi sportivi o delle strade, il che ne facilita ulteriormente la diffusione nell’ambiente. Le quantità di pesticidi prodotte sono tali che la loro presenza è rilevabile in tutto l’ambiente e si ritiene che alcuni prodotti causino degli squilibri con conseguenze potenzialmente catastrofiche, come i problemi o la morte osservati nel caso delle api. Anche se la lista è molto lunga, qui di seguito vi indico i pesticidi organoclorati (e i loro metaboliti), il cui effetto di interferenti endocrini è provato.
11)DDT o para-diclorodifeniltricloroetano
Il DDT, massicciamente utilizzato come insetticida a partire dagli anni ’30 del secolo scorso e per circa 60 anni, è generalmente considerato un inquinante organico persistente.
DOVE SI TROVA
Il suo utilizzo in agricoltura è stato progressivamente vietato nei paesi sviluppati tra il 1970 e il 1984, ma continua a essere usato, in particolare nei paesi tropicali nell’ambito della lotta contro la malaria, il tifo o la febbre dengue.
DANNI
Nonostante la riduzione del suo utilizzo, i prodotti della sua degradazione, o metaboliti, persistono nell’ambiente e si ritiene abbiano effetti dannosi sulla fauna e sulla flora. Questi composti hanno infatti un effetto estrogenico che provoca alterazioni ormonali negli animali, ma attualmente gli studi sulla salute dell’uomo restano contraddittori e sono oggetto di controversie. Tra gli effetti indicati troviamo l’azione cancerogena, in particolare sulla mammella, tossicità per il fegato, disturbi dello sviluppo nel nascituro, parti prematuri, alterazione della qualità dello sperma. In attesa di risultati più certi, la polemica sugli effetti del DDDT come perturbante endocrino e i possibili benefici per la lotta contro la malaria continua.
12)MXC o metossicloro
Il MXC, una sostanza simile al DDT, è stato messo in commercio nel 1946 e la sua vendita è notevolmente aumentata dopo il divieto del DDT.
DOVE SI TROVA
Viene utilizzato come prodotto “fitosanitario” ed è meno persistente rispetto al DDT, ma i suoi prodotti di degradazione o metaboliti si ritrovano nell’ambiente e in specie acquatiche e animali, come gli uccelli.
DANNI
Viene considerato un IE e si ritiene che si fissi sui recettori dell’estrogeno, esponendo quindi al carcinoma ormono-dipendente della mammella e problemi di fertilità.
13)CLORDECONE
È un insetticida ampiamente utilizzato tra il 1972 e il 1993 nelle piantagioni di banane delle Antille Francesi; è considerato un interferente endocrino neurotossico ed ha fatto parlare molto di sé sulla stampa francofona e internazionale.
DANNI
Si ritiene infatti che provochi dei disturbi a livello neurologico e cognitivo nei bambini esposti a questa sostanza durante la gravidanza. È inoltre accusato di aumentare il rischio di cancro della prostata. A preoccupare gli scienziati, oltre alla sua prolungata persistenza nell’ambiente, è la sua estesa disseminazione nell’ecosistema, con conseguente contaminazione delle acque, del suolo e sottosuolo, delle piante e degli animali terrestri e marini. Sembra inoltre che il clordecone intensifichi a livello epatico il potenziale effetto tossico di sostanze come il cloroformio o il diclorometano. La questione del diclorometano ha avuto un forte impatto sull’opinione pubblica, inducendo le autorità sanitarie a pubblicare una lista degli alimento a maggiore rischio di contaminazione da parte del clordecone e delle misure precauzionali finalizzate a ridurre l’esposizione dei consumatori.
14)Gli ormoni stereoidei
Si tratta di sostanze naturali secrete dalle ghiandole endocrine degli esseri umani e degli animali, come gli estrogeni, gli androgeni, i glucocorticoidi e i mineralocorticoidi. A questi ormoni se ne aggiungono altri, sintetici, come i contraccettivi utilizzati dalle donne e alcuni prodotti veterinari usati in elevate quantità negli allevamenti, come ad esempio gli steroidi anabolizzanti, in particolare il trenbolone acetato.
I prodotti della loro degradazione vengono evacuati nelle feci umane e animali e riversati poi nelle acque di scarico, causando quindi la contaminazione dei fiumi. Gli ormoni steroidei sono quindi ingeriti dagli animali e vanno a finire sulla tavola.
DANNI
La presenza di questi ormoni nei fiumi è stata segnalata in molti paesi come causa di una femminilizzazione di molti esemplari maschi di pesci, con conseguente alterazione delle loro capacità produttive. Nell’uomo si ritiene che questi IE causino una riduzione della fertilità.Secondo alcuni rapporti gli ormoni con il maggior potere di interferenza endocrina solo il 17-β-estradiolo, l’estrone, l’estriolo, le mestranol e il 17-α-etinilestradiolo. A questi ormoni, naturali e sintetici, si aggiungono i fitoestrogeni, composti derivati dalle piante come gli isoflavoni che, pur non essendo dei veri e propri ormoni, possono mimare l’azione degli estrogeni. I fitoestrogeni sono presenti in alcuni alimenti come gli oli vegetali, la soia, alcuni cereali e il pane.
15)Prodotti farmaceutici
Oltre agli ormoni steroidei, alcuni farmaci e alcune sostanze prodotte dall’industria farmaceutica potrebbero comportarsi come degli interferenti endocrini ed essere presenti in quantità elevate nelle acque con un ciclo simile a quello degli ormoni steroidei, con l’aggiunta dei rifiuti di origine ospedaliera. Si ipotizza che alcuni di questi farmaci, come ad esempio gliantidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, abbiano un effetto sugli ormoni sessuali e sul comportamento e la riproduzione di alcuni vertebrati, in particolare i pesci.
Altri farmaci in grado di avere un impatto sugli ecosistemi e sulla salute umana, interferendo con il sistema endocrino, sono gli antibiotici (che potrebbero anche essere all’origine della resistenza agli antibiotici conseguente all’ingerimento di alimenti che contengono questi farmaci), gli agenti citotossici utilizzati in particolare nella terapia anti-cancro e che potrebbero avere un effetto tossico e mutageno, o ancora i prodotti iodati che potrebbero perturbare la funzione tiroidea.
Più recentemente, infine, gli anti-infiammatori non steroidei (FANS) sono accusati di essere perturbanti endocrini in quanto nel maschio adulto inibirebbero la produzione di testosterone a livello dei testicoli Vi consiglio anche una lettura di questo documento dove sono indicati anche varie patologie, la sostanza inquisita,l’area geografica…una scheda dettagliata degli insetticidi etc…
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