Riprendiamo ancora una volta questo argomento per cercare una volta di più di chiarire i malintesi di fondo, che spingono alcuni medici a sconsigliare l’uso di frutta e verdure a certi pazienti (per esempio a coloro che non possono assumere fibre) ed addirittura che spingono certi medici a categoricamente vietare l’uso di centrifughe ed estratti (come se fossero la stessa cosa, mentre sono cose ben diverse!) come nel caso dei problemi glicemici dei diabetici o come nei casi (già più rari, perché di questo pochi se ne occupano) di controindicazione per le sostanze inibitrici di alcuni farmaci (vedi per esempio il pompelmo…).


A parte il fatto che sono stati riconosciuti diversi tipi di estratti molto utili per la cura del diabete come per esempio quelli a base di broccolo o di noci (per il bromo regolatore dello zucchero circolante nel torrente sanguigno) (esistono anche delle ricette video: clicca qui ), per non parlare della possibilità di aggiungere agli estratti i quattro tipi di condimenti casalinghi che possiedono la capacità di triplicare l’attività dell’insulina naturale dell’organismo come la cannella, i chiodi di garofano, la foglia di alloro e lo zafferano. Di questi, il più potente è la cannella: sono condimenti che devono essere utilizzati quotidianamente! Nel diabete è’ importante il consumo adeguato di alimenti con un alto contenuto di vitamine E, C, del complesso B ed il betacarotene (provitamina A). Il germe di grano e l’uso frequente dell’estratto di verdura con sedano, cicoria, lattuga, rucola ecc. sono consigliatissimi.(senza qui considerare il forte contributo che determinati estratti danno al calo di peso da parte degli obesi o alla cura delle ulcere e piaghe nei pazienti diabetici. Ancora il potente contributo degli estratti alla basificazione per contrastare dunque l’acidosi organica in questi ammalati, che complica la possibilità di cicatrizzazione delle stesse ulcere. L’inadeguatezza del trattamento dei diabetici può portare a gravi complicanze: nella fase acuta può sopraggiungere un’acidosi metabolica, che può evolvere in un quadro di coma diabetico, con un reale pericolo di morte. L’uso degli estratti, dunque denota un ruolo strategico che è veramente salvifico.

Ma non è del diabete che vogliamo esattamente parlare in questa sede, bensì piuttosto degli effetti delle fibre e dell’importanza dei benefici dati dall’uso dell’estrattore per regolare ed ottimizzare il ruolo delle fibre nell’alimentazione. L’estrattore, se è di buona qualità come nel caso degli estrattori coreani (attenzione a quelli “made in China!) è un prezioso concentratore di fibre per una vasta gamma di usi in cucina delle stesse ed ovviamente un separatore e regolatore della quantità di fibre contenute negli estratti. Inoltre esistono degli estrattori specifici per il controllo delle fibre come appunto il Fiber Control di siquri.com.
Vediamo come e perchè gli estratti sono da consigliare proprio per la questione fibre.
Se avete un body builder in casa resterete sempre senza fibre nel vostro estrattore, inutile chiedere il perchè: i bodybuilders sono dei consumatori fanatici di fibre, non solo di estratti… In tutti gli altri casi grazie all’estrattore, avrete sempre a disposizione una grande produzione e riserva di fibre a disposizione per tutte le necessità di ogni momento del giorno e di ogni stagione.
I malintesi che notiamo più frequentemente si verificano su diversi piani: alcune volte si tratta di mancanza di cultura su questioni tecniche specifiche (per esempio si confondono i vari tipi di macchinari utilizzati, facendo di tutta l’erba un fascio, oppure si dimenticano od addirittura si ignorano gli effetti degli enzimi, non sapendo che l’estrattore (normalmente solo se sotto i 52 giri) è probabilmente il migliore e più potente dispositivo attivatore di enzimi. Oppure ancora si tratta la questione delle fibre in modo superficiale, non considerando per esempio che l’eccesso di fibre è inopportuno tanto quanto l’assenza di fibre. Altre volte i malintesi o l’ignoranza sono proprio su questioni di base e di cultura generale. Ma il peggiore dei nemici è sempre la solita “mente associativa” con i suoi numerosi tranelli, cui gran parte delle persone cadono inconsapevolmente. Eh si! Queste è davvero una delle più grandi disgrazie del genere umano in quanto effetto delle coscienze addormentate e distratte. E’ proprio la mente associativa infatti una delle cause degli errori fondamentali che portano l’uomo moderno a nutrirsi con il junk food, cibo spazzatura, senza rendersene conto. Se no come si farebbe a scambiare il preziosissimo cioccolato, “l’oro degli dei”, con quelle tavolette a base di zucchero (per non parlare di certe creme e nocciolate) che vendono nei supermercati e che tutti chiamano “cioccolata”, pur essendo praticamente priva di cioccolato? E che dire dei danni derivanti dallo scambiare il vino ed il pane con quegli alimenti chiamati come tali, pur essendone privi degli ingredienti essenziali (vedi il paragrafo “argomento secondo”) .

Nulla da stupirsi quindi se siamo arrivati addirittura a scambiare un frutto vivo con uno morto (e così anche un succo…), infatti li chiamiamo sempre tutti con lo stesso nome … Così sembra cosa normale considerare un frutto come se fosse la sommatoria dei suoi ingredienti intesi separatamente, mentre tutti dovrebbero sapere che assumere un limone è ben diverso che assumere l’acido citrico, anche se naturale ed anche se venisse assunto assieme a tutte quelle altre sostanze di cui è fatto un limone. Sarebbe come ascoltare un’orchestra oppure ascoltare tutti i singoli strumenti suonati da soli in successione…Le frequenze sonore con cui le nostre cellule entrano (o non entrano affatto) in coerenza sono totalmente diverse nei due casi.
Nello stesso modo tutti dovrebbero sapere che gli effetti del fruttosio ingerito con/nella la frutta sono molto diversi da quelli del fruttosio costruito in laboratorio (spesso correlato a danni al pancreas) ed anche lo stesso fruttosio “naturale” estratto dalla frutta, anche se naturale, presenta effetti diversi anche in relazione alla glicemia. Una cosa è mangiare fruttosio con/nella frutta, un’altra cosa è assumere o dolcificare con del fruttosio. La frutta è qualcosa di profondamente diverso, è un’orchestra completa che risuona con le cellule dell’organismo umano. I singoli ingredienti sono solo degli strumenti che suonano melodie completamente diverse.
Altra cosa che viene poco considerata dai medici (ma talvolta anche da alcuni utilizzatori degli estrattori) che parlano di estrattori senza conoscerli abbastanza, (normalmente perché non li usano: quando vi dicono qualcosa in proposito chiedete loro se li usano!) è che la gran parte degli estratti e delle ricette sono a base di verdura; la frutta viene utilizzata solo in quantità accessoria al fine di rendere ottimale il gusto dell’estratto. Ricordiamoci sempre che gran parte dei principi attivi che curano, sono proprio nelle verdure ed in molte radici!
Ma tornando ancora al concetto della differenza tra “frutto” e la “sommatoria dei suoi ingredienti”, non dobbiamo nemmeno dimenticare tutto il discorso legato ai vari fenotipi per cui un pomodoro ha effetti diversi, a seconda della varietà e dell’ambiente in cui viene coltivato (oltre che per la quantità ingerita e la modalità e qualità di lavorazione, manipolazione e cottura. Altre variabili importanti sono per esempio la purezza dell’acqua contenute nell’alimento ( aiuta sicuramente anche l’acqua che è stata utilizzata per l’irrigazione della coltura o per abbeverare l’animale) e molte altre variabili che determinano la sua qualità energetica e il suo contenuto di informazioni. (Ma a proposito di questo vi rimandiamo all’articolo L’energia invisible negli alimenti
Quello che ci manca soprattutto è il concetto di “frutto vivo” … pertanto nei prossimi articoli ci occuperemo in modo approfondito degli enzimi contenuti nell’alimento, della differenza tra enzimi disattivati o enzimi denaturati e soprattutto delle varie funzioni e modalità di attivazione. È una grande gioia sapere che metodi scientifici sono riusciti a dimostrare e a rivelare a sempre più persone la meravigliosa bellezza del creato e che tutti noi, se agiamo in maniera saggia, possiamo nutrirci della sconfinata bellezza e della salubrità della natura attraverso il cibo. Anche il premio Nobel per la fisica Erwin Schrödinger considera la luce memorizzata negli alimenti un decisivo fattore di ordine. Nel 2009 l’Università di Seul ha validato il “Primo Vascular System”: il quarto sistema vascolare del corpo umano, in cui sembra che scorrano i biofotoni…la Luce.
In altri articoli ci siamo già occupati delle fondamentali differenze tra centrifughe, estrattori, frullatori e spremiagrumi , (altri articoli li potete vedere in calce) ma non abbiamo trattato a fondo nè la questione delle fibre , nè quella degli enzimi, Tutti argomenti che meritano un adeguato approfondimento che iniziamo appunto con questo articolo.
Iniziamo dunque ed occupiamoci ora del capitolo fibre: come dicevamo l’estrattore è il principale dispositivo, uno dei mezzi più facili da usare ed efficaci, che permetta comodamente di separare e quindi di decidere la quantità e la qualità di fibre da assumere. In ambito medico e molto discussa la quantità ideale di fibre da assumere giornalmente. Noi consideriamo una razione giornaliera raccomandata di circa 20-35 g al giorno (con un rapporto 3/1 tra fibre insolubili e solubili in acqua). Per il bambino 5 g al giorno più 1 g moltiplicato per l’età.
Fiber: Daily recommendations for adults
Age 50 or younger | Age 51 or older | |
Men | 38 grams | 30 grams |
Women | 25 grams | 21 grams |
Appare chiaro che c’è una differenza uomo/donna e anche relativa all’età, essendo inferiore del 30% circa per la donna e del 20% dopo i 50 anni di età. Si potrebbe discutere su questi dati che sono soprattutto derivanti da studi epidemiologici e che non tengono conto dei diversi parametri somatici, della genetica, delle differenze razziali e in composizione del microbiota, ma sono senz’altro un buon punto di partenza su cui ragionare e poi “personalizzare”.
Questi sono solo dei valori di riferimento perché in realtà, come sempre, non esiste una dose uguale per tutti e non esiste nemmeno una dose uguale per tutti i giorni.
Cambiano a seconda dello stile di vita, dell’ambiente e a seconda del proprio microbiota (e microbioma) intestinale, argomento di cui ci occuperemo anch’esso nei prossimi articoli, legati alle funzioni enzimatiche. Oggi noi siamo coscienti del nostro microbiota, della immensa popolazione di flora batterica che popola i nostri visceri (e la pelle) e sappiamo anche come anche questi piccoli animalini che vivono dentro noi e con noi hanno bisogno di nutrirsi.
Quello che è certo è che sono moltissime oggi le persone che non devono assumere fibre o che le devono limitare della propria dieta a causa dei disturbi intestinali di cui soffrono che le fibre andrebbero a stimolare: questa è una prima categoria Molto numerosa di persone per la quale l’estrattore diventa uno strumento d’oro! Sono moltissime inoltre quelle persone che hanno bisogno che i principi attivi assunti con la frutta e la verdura vadano direttamente in circolo, nel giro di pochi minuti, funzione che solo l’estratto può assicurare così facilmente.. Le fibre infatti rallentano sia la quantità, sia la qualità, sia i tempi dell’assorbimento. Non si tratta solo di persone che usano l’estratto per curarsi, ma anche persone perfettamente sane come per esempio gli sportivi o le persone che desiderano aiutare determinate performances, oppure ancora recuperare velocemente dopo certi sforzi. In tutti questi casi l’utilizzatore dell’estrattore ridurrà al minimo le fibre contenute nell’estratto ed inoltre non utilizzerà le fibre separate. Ma nemmeno tutte con le persone che si nutrono correttamente, mangiando integrale, hanno bisogno di ulteriori fibre, oltre a quelle assunte nella normale dieta quotidiana.
CATEGORIE DI PERSONE CHE DEVONO LIMITARE IL CONSUMO DI FIBRE:
1. Le normali persone che si nutrono già correttamente. Per esempio chi mangia integrale, vegano corretto, vegetariano corretto, fruttariano, crudista, anche chi assume una dieta di tipo mediterranea (quella vera , non quella proposta dal ministero sella salute italiano, a base di cereali…!) ( su questo punto vi rimando alla posizione ben spiegata da Barry Sears, il grande esperto americano che riparte oggi all’inizio del terzo millennio ancora una volta dalla dieta Mediterranea. Tanto per intendersi, quella originale, quella di Ancel Keys, a base di pesce, alimenti ricchi di polifenoli come la verdura, la frutta, l’olio extra vergine e il vino rosso. La Zona mediterranea non è certo una variante della cosiddetta dieta mediterranea, quella caratterizzata da pasta, pane e cereali raffinati. Piuttosto si basa sulla potenza del cibo del Mediterraneo, ricco di elementi preziosi come i polifenoli e gli omega 3.
Ecco perché rappresenta l’evoluzione della vera dieta mediterranea, quella appunto studiata da Ancel Keys negli anni ‘50 del secolo scorso. Con la Zona mediterranea si raggiunge un elevato livello di qualità, di bilanciamento e di equilibrio, alla base della strategia per la salute, il dimagrimento e la lunga vita. Se ci si alimenta, seguendo la dieta mediterranea, ricca in frutta e vegetali di ogni genere, legumi e moderata i pesce e carne e cereali, si introducono molte fibre, che sicuramente comportano benefici per il nostro organismo. Ma attenzione queste fibre diventano dannose quando se ne assumono troppe, quindi è buona regola Non esagerare con le fibre ed assumere i principi attivi attraverso gli estratti di frutta e verdura con limitazione massima delle fibre.
2. Le persone con problematiche intestinali transitorie non gravi come lo sono (purtroppo) la maggior parte delle persone che non si alimentano correttamente. Le fibre come sappiamo e come vedremo hanno un sacco di funzioni importanti, abbassano i livelli di colesterolo ed aiutano a controllare i livelli di zucchero (glucosio) nel sangue. aiutano a raggiungere un peso corporeo ideale e salutare. aiutano a mantenere la salute intestinale in molto modi, tra i quali quelli di assorbire metalli pesanti e diverse tossine, di nutrire l’attività di molta flora intestinale, di aiutare la peristalsi e quindi di facilitare il movimento del cibo durante il transito intestinale. Ancora quella di aiutare a ripulire le pareti dell’intestino…L’immagine è un po’ quella di come se le fibre grattassero via “lo sporco” attaccato alle pareti intestinali… Il problema è che in caso di intestino già irritato, il “grattare” può causare ulteriore infiammazione. A questo punto è necessario quindi un aiuto con una dieta ricca di probiotici, a meno che non si preferisca assumere delle dosi opportune di probiotici puri (specialmente lactobacilli e bifidus). Nel frattempo l’ideale è una bella cura detossificatoria, Dove ancora una volta l’estratto assume un ruolo tattico fondamentale. (vedi per esempio le tante ricette detox).
3. Le persone con gravi problematiche intestinali come malattie diverticolari, disbiosi importanti e molte altre malattie per cui il medico vieta assolutamente di ingerire fibre. Queste persone ma spesso anche quelle non abituate a nutrirsi con cibi integrali, appena assumono un po’ di frutta e di verdura notano dei sintomi molto fastidiosi, se non dolorosi, quali gonfiori alla pancia e non solo. È veramente da discutere se sia veramente il caso di escludere assolutamente l’uso di frutta e verdura, quando invece tutte queste persone avrebbero tranquillamente a disposizione tutti i principi attivi della frutta della verdura proprio attraverso gli estratti, da cui potrebbero agevolmente escludere ogni tipo di fibra. Prima abbiamo accennato al nostro microbiota intestinale. Bene, quando le fibre raggiungono questi miliardi di minuscoli batteri che lo compongono, essi non badano al tipo di legame, mangiano tutto…e così facendo producono CO2 (anidride carbonica, un gas) e anche metano (a seconda di quanti batteri buoni e quanti cattivi possediamo). Ecco spiegato perché molte persone, quando introducono fibre, accusano fastidi a non finire, tanto da rinunciare a frutta e verdura.
Facendo così ovviamente sbagliano, perché rinunciano a vitamine, minerali e sostanze antiossidanti veramente indispensabili al nostro organismo per mantenere (o acquisire) uno stato ottimale di salute. Vitamine e minerali agiscono da catalizzatori dei nostri processi enzimatici, quei processi che regolano la “costruzione” del nostro organismo, la sua crescita, il suo funzionamento, i processi riparativi e, quindi la vita. Gli antiossidanti agiscono da “disintossicatori” dai radicali liberi, proteggendo dall’invecchiamento cellulare e, di conseguenza, garantiscono un funzionamento ottimale di tutti i meccanismi cellulari: questo significa che l’organismo, solo in questo modo, può funzionare come una macchina ben oliata, senza intoppi e rendendo al massimo.
Per questo motivo, e rispettando la diversità genetica che rende ognuno di noi un qualcosa di unico, frutta e verdura devono essere assolutamente introdotte, in quantità sicuramente abbondanti (molti tra i più importanti esperti nutrizionali indicano circa un chilogrammo al giorno), mentre le fibre vanno sicuramente modulate, e, se del caso, aumentate con gradualità. A questo scopo, soprattutto per chi non è abituato a consumare quantità adeguate di vegetali, gli estrattori sono utilissimi, perché ci aiutano a introdurre elementi nutritivi preziosi (i veri nutrienti e non calorie vuote), modulando le fibre secondo le nostre esigenze e capacità di tolleranza.
4. Persone impegnati in cure di detossificazione, disintossicazione, digiuni, azioni dimagranti, cambiamenti di regimi dietetici. In tutti questi casi gli estratti costituiscono un aiuto fondamentale ed insostituibile. Oggi tutti i principali istituti specializzati nella detossificazione fanno largo uso di estratti, Così come nella cura di importante malattie come abbiamo già visto trattando per esempio dei malati terminali che utilizzano Cure a base di estratti come la famosa cura Gerson e molte altre ancora. Ovviamente questi tipi di interventi comportano, come è noto, l’assunzione di alcuni litri di estratti specifici, ogni giorno fino alla completa guarigione o compimento dell’obiettivo assunto.

5. I bambini durante lo svezzamento. Nel primo anno di vita i bambini sembra che non abbiano bisogno di fibra, per cui la frutta e la verdura dovrebbero essere utilizzate preferibilmente con gli estratti: secondo il noto pediatra Luciano Proietti l’eccesso di fibra nel primo anno di vita è causa di rallentamento della crescita, disturbi della digestione, coliche gassose, stitichezza paradossa, inappetenza.
Effetti fisici delle troppe fibre Quando si cambia dieta è meglio farlo gradualmente e con pazienza altrimenti è molto probabile che si presentino molti nuovi sintomi, o che alcuni vecchi disturbi possano aumentare. Per esempio i Crampi, perché l’organismo non è in grado di degradare le fibre in maniera propria. Quando si consumano troppe fibre i processi digestivi possono temporaneamente rallentare o addirittura fermarsi; il risultato saranno crampi intestinali e sensazioni di disagio, come quelle di una digestione che non finisce mai.
Diarrea. Idem quando si aumenta troppo rapidamente il consumo di fibre, l’organismo non avrà tempo sufficiente per adattarsi. Poiché uno dei maggiori benefici delle fibre deriva dal fatto che aumentano la velocità con cui il cibo si muove attraverso il tratto gastrointestinale, troppe fibre possono aumentare troppo questa velocità, con il risultato di generare diarrea. Le feci molli rappresentano un segno che il cibo non passa un tempo sufficiente nel tratto digestivo e un segnale che dovete rallentare con l’assunzione di fibre. Attenzione perché in questo caso si possono presentare situazioni di vero e proprio malassorbimento, cioè un potenziale pericolo per il funzionamento del nostro fisico. Quando invece mangiamo pasti bilanciati, garantiamo al nostro funzionamento la quantità di fibre necessaria, unite a tutti quei nutrienti che, anche se necessari, non sono così carichi di fibre. Ecco che a questo punto gli estratti diventano ottimali, senza caricare troppo di fibre. Pensiamo anche agli sportivi e a molte persone dinamiche che spesso si trovano nella necessità di dovere assorbire velocemente i principi attivi. Siccome il cibo richiede tempo per essere digerito, una eccessiva quantità di fibre potrebbe spingerlo avanti rapidamente prima che i nutrienti siano pronti per essere assorbiti, con la conseguenza che a parità di nutrienti e calorie ingerite, l’utilizzo a scopi energetici e “costruttivi” sarà nettamente inferiore e voi vi sentirete deboli, invece di goderne i vantaggi.
Come fare, in maniera semplice, a capire che state assumendo la quantità giusta di fibre? Basta guardare alle feci, che avranno corpo, transiteranno con facilità e che tenderanno a incollarsi fra di loro nella toilette dopo l’evacuazione.

Malassorbimento. In accordo a innumerevoli studi, molti dei quali sviluppati presso la Colorado State University, poiché le fibre si legano ad altri alimenti, potrebbero legarsi a nutrienti essenziali e eliminare quindi minerali e vitamine senza che l’organismo possa essere in grado di assorbirli. Introducendo troppe fibre con l’alimentazione o anche attraverso l’integrazione, si può quindi interferire su come l’intestino assorba certi minerali, in particolare calcio, magnesio, ferro e zinco, determinando malassorbimento. Per fortuna, quasi sempre, questo malassorbimento è minimo e non è fonte di preoccupazione.
Stipsi. Se si introducono troppe fibre senza contemporaneamente bere una quantità adeguata di acqua, si può generare stipsi (stitichezza). Il tratto digestivo richiede molti liquidi per trasportare il contenuto lungo tutto il percorso e, se non sono presenti in quantità adeguata, l’intestino non sarà in grado di lavorare in maniera propria, con il risultato di generare stipsi.
Gas Intestinale. Quando si introducono troppe fibre in breve tempo, si possono verificare molti sintomi spiacevoli come flatulenza e gonfiori determinati da aumento dei gas intestinali. Tutto ciò avviene quale reazione da parte del microbiota intestinale alla presenza di fibre. Per evitare questo effetto secondario l’unico sistema è quello di incrementare gradualmente il consumo di fibre, in modo che la flora batterica intestinale si possa adattare alle maggiori quantità presenti, da processare e utilizzare.
Blocco Intestinale. Il blocco intestinale rappresenta l’effetto collaterale peggiore che potrebbe capitare come conseguenza del consumo di troppe fibre. Avviene solo nel caso di un eccessivo consumo di fibre accompagnato da troppo poca acqua o liquidi. Questo, in genere, si verifica in associazione alla presenza di patologia infiammatoria cronica che può provocare restringimenti del lume o ad aree di ipertono come nella malattia diverticolare severa, ma può anche essere solo una conseguenza del sovraccarico che diventa un vero e proprio tappo al passaggio di altro cibo. Può essere una condizione severa, che mette a rischio la salute e che può richiedere un intervento chirurgico per risolverla.
Per evitare questi effetti secondari è importante aumentare la quantità di fibre assunte gradualmente, aumentando contemporaneamente la quantità di liquidi assunti. Una buona regola potrebbe essere un bicchiere colmo di acqua (circa 200 grammi) ogni 7 chili di peso, aumentati in caso di attività che comportino aumento della sudorazione e, certamente, d’estate.
Interazioni con nutrienti e farmaci. Alimentarsi con troppe fibre potrebbe interferire con l’assorbimento di alcuni nutrienti o farmaci. In accordo con il Linus Pauling Institute, negli Stati Uniti, l’aumento di fibre cereali potrebbe ridurre l’assorbimento di zinco, ferro, calcio e magnesio; questo malassorbimento potrebbe peraltro essere dovuto alla presenza di fitati, che si trovano sempre nelle fibre cereali, e non provocato in realtà primariamente dalle fibre. Inoltre, sempre questa istituzione raccomanda di assumere eventuali farmaci almeno una o due ore prima o dopo i supplementi di fibre, in quanto certi tipo potrebbero interferire con l’assorbimento di farmaci di uso comune quali il paracetamolo, o antibiotici come amoxicillina e tetracicline.
Come minimizzare gli effetti indesiderati di un incremento di fibre nella vostra dieta? Per ridurre drasticamente le probabilità di soffrire di disturbi allo stomaco o all’intestino, è bene aumentare gradualmente il consumo di fibre, utilizzandone ogni giorno un po’ di più fino ad andare a regime nel corso di due – tre settimane. Quando si mangiano più fibre è importante ricordare di bere assieme una gran quantità di acqua ( e ricordiamoci sempre che la migliore acqua è quella contenuta nella frutta e verdura, dunque negli estratti, specie di verdura), per aiutarne la progressione attraverso l’apparato digerente. Sbucciare frutta e vegetali può pure contribuire a ridurre la fibra totale che viene introdotta, ma nelle “bucce” spesso sono contenute la maggior parte delle sostanze che sono di beneficio alla salute. Più facile è con i farmaci: basta evitarli…e comunque evitare di assumere fibre in grande quantità in prossimità del momento di assunzione dei medicamenti necessari. Ma ci sono anche altri strumenti che ci possono aiutare. Da medico mi sento spesso dire “la frutta non mi piace”, “le verdure mi gonfiano per cui non le mangio”, “fin da bambino non ho mai mangiato verdure”, e così via. Come fare a rieducare (intanto pensiamo bene alla parola educazione e a quello che insegniamo ai nostri figli anche in tema di alimentazione) a assumere una quantità di fibre adeguata, iniziando la nostra vita anche al piacere di sapori per noi nuovi provenienti dalla natura. Sicuramente possiamo implementare il contenuto scarso di fibre dei nostri pranzi e delle nostre cene con spuntini a base di centrifughe o di estratti. L’estrattore, più che mai, si presta a questo scopo, in quanto preserva il massimo dei nutrienti preziosi presenti nella nostra frutta e nei vegetali, contemporaneamente riducendo, parzialmente il tenore di fibre e aiutandoci quindi in questo nuovo percorso, evitandoci spiacevoli conseguenze che potrebbero derivare da un brusco aumento.
Ma tenete presente anche una cosa: Se riscontrate la presenza di gonfiore, borborigmi (gorgoglii) o disturbi di stomaco dopo aver mangiato, non date subito la colpa alle fibre: potreste essere carenti di enzimi. Ancora una volta è l’estrattore che ci soccorre, soprattutto quelli di nuova generazione che non superano i 52 giri al minuto e che come tali garantiscono l’attivazione degli enzimi, come non riescono a fare altrettanto gli elettrodomestici a rotazione superiore.
Non possiamo non ricordare una battuta che faceva spesso il famoso medico Max Gerson, antesignano dell’uso degli estrattori nella cura di importanti malattie, a quel tempo valutate come terminali (stiamo parlando degli anni ’40 e ’50 del secolo scorso) a chi gli chiedeva la differenza tra l’assunzione degli estratti e l’assunzione di frutta e verdura tal quali: ” Gli estratti sono “medicine, un concentrato di principi attivi ” che vanno assunti fuori dai pasti (ndr qualche minuto prima). Frutta e verdura sono “cibo” e come tali vanno assunte durante i pasti”. Con gli estratti i principi attivi entrano nel circolo sanguigno nel giro di pochi minuti. Con la frutta e verdura tal quale invece l’assunzione dei principi attivi viene rallentata dalle fibre e dagli altri cibi ingeriti. Provate per esempio con il sedano, ottimo rimedio anche per contrastare gli effetti del grande caldo. Potrete facilmente constatare che, consumato intero, richiederà un lungo processo digestivo allontanandone così nel tempo i benefici, mentre bevuto in succo sarà un efficacissimo e velocissimo anti-calore.Inoltre con l’estrattore abbiamo il fenomeno dell’attivazione degli enzimi, grazie al movimento lento in torsione, di tipo toroidale, della coclea senza fine dell’estrattore. (interessante scaricare questo libro e leggere alle pagg.6-7 le modalità con cui il Congresso degli Stati Uniti ha bocciato la cura Gerson per il cancro (per soli 4 voti, nonostante lo strapotere delle lobbies farmaceutiche). Scarica qui il pdf _La Terapia Gerson
Infatti, queste proteine, sono necessarie per frammentare i nutrienti contenuti nel cibo in particelle sempre più piccole, fino a renderle adatte all’assorbimento. Questi enzimi digestivi sono presenti nella bocca, stomaco e intestino. Enzimi chiamati amilasi convertono gli alimenti ricchi in amido in zucchero, le proteasi ottengono aminoacidi dalle proteine e le lipasi degradano i grassi che poi vengono assorbiti nel piccolo intestino. Le fibre sono composte di molecole che resistono alla digestione e pertanto passano attraverso il sistema digestivo senza venire degradate dagli enzimi. Abbiamo già visto come le fibre possano essere di due tipi: quelle solubili e quelle insolubili. Gran parte degli alimenti ne contiene entrambi i tipi. Le fibre solubili si dissolvono in acqua e formano una specie di gelatina nel tratto digestivo, Le fibre insolubili, d’altro canto, non si dissolvono in acqua ma, piuttosto, sono una specie di spazzini che spingono i residui di cibo fuori dal corpo, come fossero delle foglie morte. Le fibre solubili è più facile si facciano sentire a livello del sistema digestivo in quanto vengono fermentate dai batteri presenti nell’intestino con conseguente formazione di gas.
D’altro canto, alimenti come fagioli e lenticchie contengono oligosaccaridi che derivano da fibre insolubili. Questi oligosaccaridi come il raffinosio e lo steachiosio sono a loro volta fermentati dai batteri intestinali con conseguente produzione di gas e borborigmi (brontolii di pancia).
Per sapere di più:
- Fiber: Start Roughing It! Harvard School of Public Health. http://www.hsph.harvard.edu/nutritionsource/fiber.html
- Tsang, Gloria, R.D. Fiber 101: Soluble Fiber vs Insoluble Fiber http://www.healthcastle.com/fiber-solubleinsoluble.shtml
- Fiber. UWSP University Health Service. http://wellness.uwsp.edu/MedInfo/Handouts/LAs/Fiber.pdf
Articolo scritto dal Prof. Alfredo Saggioro e da Lucio Levorato
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