I campi elettromagnetici pulsati setti anche impropriamente “risonanza magnetica” (PEMF) di ultima generazione che utilizza tutte e quattro le onde della fisiologia umana, come la SANZA, può essere utilizzata come supporto alle terapie mediche prestate alle persone malate di cancro o leucemia.
Le ragioni dell’utilizzo delle PEMF (Pulsating Elecrto Magnetic Fields) ovvero dei CEMP (Campi Elettro Magnetici Pulsati) contro il cancro (per il momento in Italia solo in via complementare alle terapie tradizionali) sono molte. Tra le più evidenti:
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1. Riattivazione ed ottimizzazione del sistema immunitario (che ammazza le cellule cancerogene!) e del sistema linfatico
2. Ossigenazione delle cellule (L’aggressione del cancro sarebbe facilitata dalla diminuzione del consumo di ossigeno)
3. Contribuisce a bloccare la proliferazione delle cellule cancerogene, stimolando e supportando meccanismi di autoregolazione interni del corpo attivando processi cellulari e molecolari
4. Effetti positivi sull’umore (a seguito degli effetti sul sistema nervoso vegetativo)
5. Effetti sul riequilibrio dei cicli circadiani
6. Effetti sulla riduzione dell’azione dei parassiti e quindi dell’emissione delle loro dannosissime tossine
7. Probabilmente i CEMP costituiscono la migliore e la più efficace tecnica di riduzione dell’acidosi cellulare e quindi un’ accelerazione della disintossicazione dell’organismo (anche dell’intossicazione dovuta ai farmaci ed alla chemio)
8. Riduzione fino alla completa eliminazione del dolore ( e del gonfiore ed infiammazioni)
9. Effetti sulla regolazione della polarità di membrana (L’aggressione del cancro sarebbe facilitata, non solo dalla diminuzione del consumo di ossigeno ma soprattutto dalla diminuzione dei potenziali di membrana cellulare).
10. Aumentano la capacità di produzione di ATP per via dell’eccitazione degli elettroni (vedi i prossimi articoli sulla medicina mitocondriale, che è una delle discipline mediche più attuali)
11. Stimolano la produzione di DNA e RNA
12. Regolazione dell’anti-ossidazione con una maggiore circolazione degli elettroni disponibili
13. Accelerazione della biosintesi delle proteine grazie agli elettroni ed al trasferimento di energia
14. L’aumento dei trasporti e dell’assorbimento di calcio (quindi con funzione tampo dell’acidosi oltre che per le ossa, articolazioni e muscoli)
15. Maggiore elasticità dei tessuti cellulari con un aumento della produzione di collagene
16. La stimolazione del meccanismo di riparazione cellulare
17. La maggiore efficienza di rimozione tossica è possibile solo attraverso il ripristino ottimale dell’energia mitocondriale del corpo in modo che il mercurio, piombo, diossine e PCB possono essere escreti con successo dal corpo.(questo influisce anche sulle cure del cancro considerata la correlazione tra metalli pesanti e parassiti e tra questi ed il cancro)
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1. LA PEMF ovvero i CEMP MIGLIORANO LA FUNZIONE DEL SISTEMA IMMUNITARIO.
Ricordiamo che meno del 2% delle comunicazioni neuronali si svolge al livello sinaptico, tutto il resto avviene per via legante-recettore tramite peptidi e per via elettromagnetica.
L’interazione mente-corpo e’ continua e gestisce le modificazioni del comportamento degli organi interni.
In alcune espressioni patologiche l’azione dei meccanismi emozionali e’ indiretta: un evento che colpisce il cervello addominale inibendolo, portera’ a sviluppo di parassiti nell’area intestinale coinvolta, con conseguenti malattie della pelle, gonfiori, problemi articolari, ed altro.
Lo stesso evento portera’ anche a sviluppo di cellule tumorali nella stessa area, in quanto il sistema immunitario ne riduce il contrasto essendo dedicato ai parassiti.
I Cemp corrispondono anche ad ONDE SONORE. La frequenza di 835 Hz aiuta il sistema immunitario:
Dal minuto e 10 secondi fino al minuto e 25 secondi di questo filmato eseguito con microscopio in campo oscuro, si può notare il cambiamento dei leucociti o globuli bianchi, che rappresentano la principale difesa del sistema immunitario, dopo il trattamento con i CEMP ( differenza tra il prima ed il dopo il trattamento):
2. GRAZIE AI CEMP AUMENTA LA PRESSIONE PARZIALE DI OSSIGENO (per saperne di più sulla pressione parziale do ossigeno vedi su Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_delle_pressioni_parziali). Questa funzione è importante perchè le Cellule maligne possono proliferare IN CONDIZIONE di ASSENZA o CARENZA DI OSSIGENO!
3. Normalmente i campi elettromagnetici pulsanti non stimolano la “PROLIFERAZIONE CELLULARE DELLE CELLULE CANCEROGENE” (anzi la riducono…), in quanto il processo di sviluppo che avviene nelle cellule sane con i i campi elettromagnetici pulsanti è di tipo naturale, cioè normale e non ha niente a che fare, anzi è completamente diverso da quello che avviene nei processo di mitosi cancerogena. Diversi studi pubblicati in pubmed pur riconoscendo la validità dei trattamenti con i cemp, consigliano di verificare (aggiungiamo a livello personalizzato) quali frequenze ed intensità applicare affinchè si sortiscano gli effetti desiderati a seconda del tipo di tumori e degli organi interessati (es.: le basse intensità ed i cemp compromettono selettivamente la vitalità delle cellule del cancro al seno. Low intensity and frequency pulsed electromagnetic fields selectively impair breast cancer cell viability) .
Inoltre come pubblicato dalla rivista “Science Translational Medicine” e riportati dal notiziario europeo Cordis, un gruppo di ricercatori del Centro tedesco per la ricerca sul cancro di Heidelberg ha studiato a fondo questa debolezza delle cellule cancerogene: il Rilassamento delle cellule ferma la proliferazione del tumore.Le cellule nel cancro sono molto brave a proliferare, ma non sono molto abili nel dividersi nettamente in due nuove cellule.
4. I campi campi elettromagnetici pulsanti producono un evidente effetto positivo a livello di SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO con tutti gli annessi e conseguenti effetti sulla gestione della malattia (buon umore, equilibrio ormonale etc.) e stimola il rilascio di endorfine.
5. Riequilibrio dei CICLI CIRCADIANI (giorno-notte) e relativa correlazione con il cancro. ( clicca qui )
6. Ruolo dei PARASSITI e degli altri microrganismi patogeni. ( vedi anche il nostro articolo Molti li hanno pochi lo sanno: i nostri amati-odiati parassiti. )
A partire dai lavori sulle cure del cancro del Dr. Rife (vedi http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.6327.11 ) nella Sanza sono inclusi 12 anni di sviluppo e ricerca sulle frequenze dei parassiti, batteri, funghi etc….Il tema oggi è molto dibattuto sia per la rivalutazione di famosi scienziati, prima proscritti dalla scienza ortodossa ed ora assolutamente rivalutati (come spesso succede -ahimè!- postumi… Particolarmente significativo il caso di Antoine Pierre Jacques Béchamp (Bassing, 16 ottobre 1816 – Parigi, 15 aprile 1908) il famoso medico e chimico francese. Docente presso l’Università di Montpellier fu contemporaneo di Louis Pasteur … La medicina ufficiale adottò la teoria di Pasteur ed entrò nella mentalità comune il concetto della “distruzione dei microbi”, nonchè il concetto del “microbo come nemico”, mentalità oggi completamente rivista.
Già sul letto di morte Pasteur ha ammesso che aveva ragione il suo avversario, lo scienziato Bechamp… ed oggi anche l’organizzazione mondiale della sanità sta finalmente cambiando strategie a seguito del moltiplicarsi a livello globale dei casi di batteri resistenti agli antibiotici, dei vari batteri killer in sala operatoria, etc. (per non parlare delle problematiche simili inerenti l’agricoltura, la pesca e l’allevamento).
7. RIDUZIONE DELL’ACIDOSI e quindi un’ accelerazione della disintossicazione dell’organismo (anche dell’intossicazione dovuta ai farmaci).
Alcuni altri siti come wikipedia, così come dei produttori di farmaci (non ultimi i produttori di chemioterapici) o di alcuni istituti finanziati da Big Pharma dicono cose diverse, ma loro stessi attraverso i bugiardini dei farmaci da loro prodotti dichiarano la triste verità: i farmaci purtroppo hanno effetti collaterali, mentre queste nuove tecnologie oltre ad essere molto efficaci, non dichiarano effetti collaterali. E’ allora comprensibile che diano fastidio a chi ha interessi che possono essere messi in pericolo, anche se in realtà non ci dovrebbe essere ragione in quanto queste nuove tecnologie per il momento vengono riconosciute come terapie coadiuvanti (per esempio per la disintossificazione e per lenire gli effetti collaterali dei farmaci) e di supporto a quelle ufficiali e non come alternative.
8. Riduzione fino alla completa eliminazione del dolore (e del gonfiore ed infiammazioni). Nel Centro di Riabilitazione, di Terapia del Dolore dell’Istituto dei Tumori di Milano si ricorre frequentemente a questi metodi analgesici . La magnetoterapia (ed anche il laser) hanno una azione anti-infiammatoria e analgesica, riducono l’edema, favoriscono i processi riparativi e stimolano la circolazione. Trovano quindi indicazione per combattere il dolore post-operatorio, migliorare e prevenire l’indurimento dei tessuti dovuto alla radioterapia: risolvono le piaghe da decubito.
9. Effetti sulla regolazione della polarità di membrana. A tal proposito riportiamo un vecchio articolo del Prof. Nicolo Cinquemani, neurochirurgo ed ex-Primario di Traumatologia cranica all’Ospedale San Giovanni di Roma:
“Una cellula sana ha una prevalenza di cariche negative al suo interno con maggior numero di K+ rispetto agli ioni NA+ che prevalgono al suo esterno nel liquido interstiziale. Vi è una differenza di potenziale fino a – 90MV considerando O il potenziale del liquido interstiziale. Il potenziale di membrana nelle vecchie cellule scende fino a – 50MV. Nelle cellule degenerate scende fino – 15MV. Dati ancora più importanti sono quelli sulla concentrazione del K+ intracellulare rilevati da Moravek e Kishi che risalgono al 1932. All’interno delle cellule sane il potassio è di 290 mg%. Nel tessuto neoplastico in via di sviluppo è di 50 mg%. Nel tessuto neoplastico sviluppato è di 25 mg%. Nel tessuto neoplastico in fase terminale oscilla fra 5 mg% e O mg%.Il potenziale di membrana va di pari passo con la concentrazione dello ione K+ all’interno della cellula. Diminuendo il potassio all’interno della cellula diminuisce il potenziale di membrana perché diminuiscono le cariche negative. Quali potrebbero essere i motivi che favoriscono l’ingresso dei virus del cancro quando diminuisce il potenziale di membrana? Perché non tutti contraggono il cancro? Sulla faccia interna della membrana cellulare che è un isolante, un dielettro, sono poste le cariche negative. Sulla faccia esterna si trovano le cariche positive. L’insieme costituisce un campo elettrico. Il virus del cancro cerca di penetrare nelle cellule applicando il polo negativo del solenoide costituito dal suo DNA sulla membrana cellulare ma viene respinto dalle cariche negative che si trovano sulla faccia interna della membrana perché esse sono dello stesso segno negativo. Finché il campo elettrico è elevato il virus non può aderire alla membrana, di conseguenza non può entrare nella cellula. Quando il potenziale di membrana diminuisce o è annullato anche in una piccola parte della membrana, vi può aderire con la strana proboscide a carica negativa che gli permette di penetrare nel citoplasma della cellula.
Uno dei caposaldi dell’ipotesi virale sarebbe l’induzione elettrica sulle membrane cellulari.
Condizione favorevole alla adesione dei virus sul lato esterno della membrana, premessa indispensabile per l’ingresso all’interno della cellula, è la formazione temporanea di cariche elettriche positive sulla faccia interna della membrana. Questo fenomeno può essere dovuto a radiazioni ionizzanti. Per la sua natura isolante, la membrana può mantenere per breve tempo le cariche positive sulla sua faccia interna, anche quando è cessata l’azione del forte campo elettrico che ha provocato l’induzione. Quando esistono ancora le cariche positive sulla superficie interna si può verificare l’adesione della polarità negativa dei virus. Un ruolo importante contro il cancro sarebbe esercitato dalla vasopressina, l’ormone antidiuretico che impedisce la perdita di potassio nelle urine e favorisce la ricarica di ioni potassio nelle cellule mantenendo alto il potenziale di membrana. Molte sono le deduzioni che si possono fare sui potenziali di membrana. Se l’insorgenza dei casi di cancro è favorita dalla perdita di potassio e dall’aumento della diuresi, dovuta alla inibizione dell’ormone antidiuretico, si può ritenere che tutte le cause di inibizione della vasopressina, come i tranquillanti, gli anticoncezionali, molti diuretici ed altre sostanze che provocano la perdita di potassio, favoriscano l’insorgenza del cancro.
Un quesito da porre ai fisici di buona volontà è quello di stabilire quali siano le condizioni che possano variare temporaneamente il campo elettrico di membrana, determinando per induzione l’accumulo di cariche positive sulla sua faccia interna.
Un esempio può essere quello dello sfregamento sulla pelle di indumenti sintetici.
Altro esempio è quello delle radiazioni sprigionate dagli elettrodomestici, dai computers, dai radar, dai cavi dell’alta tensione.
L’azione cancerogena dovrebbe essere legata solo a quegli stimoli che possono determinare per induzione un accumulo di cariche positive sulla superficie interna della membrana.
Gli stimoli opposti che aumentano per induzione le cariche negative sulla faccia interna della membrana avrebbero invece un effetto benefico.
Qual è l’effetto di induzione della magnetoterapia sui potenziali di membrana? Se un potente stimolo fisico provoca un aumento delle cariche elettriche negative anche nel citoplasma, dovrebbe costituire un ostacolo all’ingresso del virus nel nucleo della cellula e, di conseguenza, all’aggancio magnetico al DNA della cellula. Il virus rimarrebbe così inattivo.”
ATTEGGIAMENTO DELLA MEDICINA CONVENZIONALE A PROPOSITO DEI CEMP.
Purtroppo in Italia una percentuale notevole di medici non conosce i CEMP, nonostante gli oltre 12.000 studi pubblicati in Pubmed (cerca PEMF pulsed electromagnetic fields), di cui oltre 2.000 in doppio cieco, le validazioni della FDA americana anche per la cura del cancro, nonostante la grande diffusione da decenni nei paesi confinanti l’Italia come per esempio Austria e Germania, nonostante i siti di importanti ospedali italiani che si vantano di utilizzare la tecnologia dei CEMP (come per esempio l’Ospedale Rizzoli di Bologna).
Ciò non spiega però l’avversione di alcuni settori della medicina verso I campi eletromagnetici pulsati, addirittura sconsigliati per il cancro?
E’ comprensibile. Direi anche per prudenza, come è giusto che sia, di fronte alla cose nuove (anche se a dire la verità i CEMP sono nuovi solo per l’Italia…!) .
Sicuramente contano anche alcune di quelle che sono le distorsioni base della medicina attuale e cioè ancora la mancanza di una mentalità di approccio personalizzato alle cure. Così si tende a generalizzare terapie e cause, con gli immancabili granchi che si prendono in questi casi. Soprattutto il fatto che ancora la nostra medicina ufficiale (…ma qual’è quella ufficiale nella babele odierna?) dimentica o mette in secondo piano le cause fondamentali delle malattie che sono non solo quelle fisiologiche, ma soprattutto quelle psichico-spirituali (va anche riconosciuto che negli USA la medicina funzionale che viene considerata dalla comunità scientifica internazionale come la medicina occidentale più evoluta – medicina ufficiale dunque! – evidenzia e considera ufficialmente le cause spirituali (spirituale= legato alla capacità d’amare) . Allora occorre sempre considerare e chiedersi, quando ci troviamo di fronte a certe posizioni convenzionali ed a certi medici, quale sia oggi veramente la medicina ufficiale?)
Comunque le nuove concezioni si stanno facendo strada rapidamente: siamo in un momento di transizione, la medicina quantistica è ancora poco insegnata nelle università e si sa che le cose nuove hanno bisogno di farsi strada da sole a suon di successi. Nel frattempo chi ha quote di mercato importanti usa tutti i mezzi per difendersele. Oggi vediamo tutti come diverse multinazionali mettano in secondo piano la dignità umana e l’interesse sociale ( vedi qui) ; ma siamo noi con i nostri stili di vita, le nostre scelte di consumo a permetterlo ed ad esserne responsabile.
Non dovrebbe essere permesso questo modo di ragionare quando c’è di mezzo la salute delle persone, ma purtroppo è proprio questo modo di pensare che oggi dobbiamo cambiare (e che per fortuna in molti stiamo cambiando!)
E’ anche vero che esistono alcune case produttrici di macchine di magnetoterapia ad essere loro stesse a sconsigliare la magnetoterapia in caso di tumori. Alcune preferiscono non inimicarsi la potente lobby farmaceutica, altre sono possedute dalle lobby stesse, che decideranno loro quando sarà il momento di lanciare sul mercato di massa questo o altri tipi di terapia ( fino a quando ogni uomo non deciderà di prendersi nelle proprie mani il proprio destino. Altre case sono consapevoli di utilizzare vecchie tecnologie, poco efficaci in certe condizioni e su certe malattie (per esempio la stragrande maggioranza utilizzano solo l’onda quadra, mentre oggi conosciamo almeno 4 tipi di onde nella fisiologia umana... ), altre infine non hanno mai eseguito studi in merito e nemmeno preferiscono occuparsene, per cui si allontanano da eventuali responsabilità dichiarandola come controindicazione.
Dobbiamo purtroppo anche evidenziare che a fianco di una vasta categoria grandi medici e medici molto aggiornati, esiste anche una categoria, sepriamo sempre più minoritaria, di operatori sanitari all’oscuro di molte scoperte della scienza moderna. Altri medici non sono informati sugli studi scientifici pubblicati (nonostante siano assai numerosi!), altri non si aggiornano, altri si aggiornano solo attraverso pubblicazioni e congressi sponsorizzati dall’industria farmaceutica, che ha un comprensibile (da parte loro) interesse a mantenere lo “status quo” (è ben noto come e da chi vengano gestiti i circuiti di informazione/formazione: le “big pharma” hanno addirittura il monopolio su non poche università, sono spesso i principali finanziatori dei centri di ricerca e addirittura influenzano gli stati, quindi le legislazioni in materia sanitaria. Anche l’Italia in passato e purtroppo anche oggi, almeno da tutto ciò che si legge e si vede in televisione, non ne è certo esente da questo fenomeno!).
Oltre alla prudenza (in effetti la medicina quantistica si è DIFFUSA SOPRATTUTTO NEGLI ULTIMI 30 ANNI e molte delle conoscenze delle nuove scienze sono ancora confinate in ristretti circoli accademici e scientifici), bisogna però anche considerare che molta di questa materia è stata ed è tutt’ora OGGETTO DI BREVETTI SEGRETI E DELLA RICERCA A FINI MILITARI che rallenta la diffusione nella società civile di alcune conoscenze relative alle alte nanotecnologie.
Poi come in tutti i casi della vita sicuramente esiste chi se ne approfitta anche in questo mercato ed allora non stupiamoci se verremo ancora a sapere di macchinette non certificate, non autorizzate in Italia, o di altre con tecnologie obsolete. Queste macchinette non sono oggetto degli studi scientifici di cui sopra ed addirittura alcune vengono prodotte “nei sottoscala” oppure in Cina…tanto meno registrate in Europa e specie in Italia. Si tratta però di un fenomeno molto limitato e comunque correttamente questi tipi di macchina dichiarano loro stesse che sono controindicate per terapie impegnative come il cancro, quindi non costituiscono un problema per la salute delle persone.
Quello che è certo alla fine, è che la Sanità Italiana deve stringere i tempi: se le persone fossero contente del modo con cui la medicina convenzionale sta curando le malattie cronico degenerative, non ci sarebbe ragione per tutte queste persone di cercare vie alternative.
Ultima considerazione: il problema della crisi economica. Il problema dei problemi è che con tutto ciò che si investe nella sanità (il 70% circa del bilancio della Regione Veneto?) servono soluzioni nuove: efficaci, poco costose e senza effetti collaterali.
UN PO’ DI LETTERATURA SULL’ USO DEI PEMF (ovvero dei CEMP in italiano) IN ONCOLOGIA
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Altri articoli sul dispositivo Sanza e sugli e-CEMP:
Si chiama PST Terapia a Segnali Pulsanti, questa nuova (in Germania dal 1996) cura fisica indicata per artrosi, malattie reumatiche e lesioni traumatiche articolari, cervivalgie, dorsalgie, lombalgie, lombosciatalgie, tendinopatie, fratture ossee, alluce valgo, artrite reumatoide nonchè osteoporosi e casi in cui serva crescita del tessuto osseo (vedi odontoiatria) .
Dal 1996, in Germania (con oltre 300 centri attivi di PST e 60.000 persone curate con grande successo ) si impiega un metodo terapeutico collaudato con la Pulsierenden Signal Therapie (PST) atto a stimolare l’attività delle cellule cartilaginee. Un pattern di segnali brevettato fa scattare i processi rigenerativi e di autoriparazione nelle articolazioni e nei tessuti connettivi adiacenti (tendini e legamenti).
Il metodo, indolore e non invasivo, si basa su onde elettromagnetiche che stimolano i processi di mantenimento, riparazione e crescita a livello di cartilagine, tendini e legamenti.
La terapia offre una nuova possibilità di cura per i dolori articolari. Si sta diffondendo anche in Italia, dopo essere stata impiegata con successo su oltre 10.000 pazienti negli Stati Uniti e oltre 60.000 in Germania.
Che cos’é e come funziona
La PST è una metodica innovativa sviluppata in un arco di vent’anni di studi dal medico e biofisico americano, di origine tedesca, Richard Markoll ed è stata brevettata negli Stati Uniti. Come funziona? Scopriamolo insieme.
All’interno di ogni articolazione è presente un campo elettrico che mantiene il benessere delle cellule di cartilagine, tendini e legamenti, regolandone il metabolismo. Ebbene, in caso di artrosi o di altre patologie articolari, questo campo elettrico viene alterato. La conseguenza è che il benessere cellulare va in crisi…
In queste condizioni la PSI ripristina il campo elettrico fisiologico, stimolando i processi di mantenimento, riparazione e crescita a livello di cartilagine, tendini e legamenti. In che modo? Attraverso l’emissione di onde elettromagnetiche che fungono da “segnali pulsanti” in grado di ricreare “l’ambiente elettrico fisiologico”, con conseguente riduzione del dolore e miglioramento della mobilità dell’articolazione stessa.
La PSI è indicata nel trattamento di patologie di natura degenerativa (come l’artrosi), acuta o traumatica. È prevista almeno una seduta di un’ora al giorno per almeno nove giorni consecutivi. Per chi ha la possibilità di noleggiare questo tipo di dispositivo ed usarlo comodamente a casa, sono possibili cure più intensive con risultati più velocemente efficaci.
I meccanismi d’azione
La PST è una terapia non invasiva diretta a riprodurre i meccanismi di autoriparazione del nostro organismo a favore di cartilagine, tendini e legamenti da cui dipende il buon funzionamento delle articolazioni.
Le apparecchiature PSI emettono infatti onde elettromagnetiche in grado di somministrare all’articolazione gli stessi impulsi che riceverebbe se fosse nel suo atteggiamento fisiologico di movimento, riattivando i processi autoriparativi dell’organismo.
gli effetti sulla cartilagine
Presso l’istituto di Reumatologia dell’Università di Siena è stata condotta una ricerca per valutare gli effetti della PSI sul metabolismo e sulla struttura delle cellule della cartilagine (condrociti). In particolare, è stato dimostrato che la PSI:
– stimola la produzione dei proteoglicani, che sono tra i componenti della cartilagine stessa;
– ripristina la normale struttura fisiologica dei condrociti sofferenti.
La conseguenza dell’azione diretta sulla cartilagine è il cosiddetto “effetto coda”: questo è tipico delle terapie di fondo, in cui i benefici continuano oltre la fine del trattamento, con una progressione nel tempo. Infatti è stato dimostrato che l’effetto antalgico della PSI non solo si manifesta subito dopo l’inizio della terapia, ma grazie all’effetto coda migliora nel tempo.
I risultati clinici
In Germania è stato recentemente presentato uno studio su 20.000 pazienti per verificare l’effetto della PSI sul dolore nell’artrosi all’anca, ginocchio, colonna cervicale e lombare. I risultati mettono in evidenza che già dopo le 9 ore previste dal trattamento il 70- 80% dei pazienti ha avvertito una riduzione del dolore del 30%. Questo miglioramento è stato crescente nel tempo, tanto che a un anno dalla fine del ‘trattamento, senza che i pazienti avessero fatto altre terapie, il dolore si era ridotto progressivamente del 50-60%. La PST è stata introdotta in Italia nel 1997, quando è iniziata una verifica clinica, tuttora in atto, presso l’Ospedale Niguarda di Milano. Va però precisato che Niguarda non è un centro PSI aperto a tutti, ma un centro clinico che seleziona i pazienti per verifiche cliniche specifiche. A Niguarda in particolare sono state trattate patologie quali: artrosi dell’anca, ginocchio, mano, colpo di frusta, distorsione della caviglia, tendiniti, borsiti ed esiti di fratture ossee. In tutte queste patologie il 70-80% dei pazienti ha avuto benefici in termini di riduzione del dolore e miglioramento della mobilità articolare. Eccellenti risultati si sono ottenuti nell’artrosi del ginocchio e della mano, dove i miglioramenti sono stati progressivi e crescenti nel tempo. Nelle varie fasi di controllo, si sono infatti registrate riduzioni del dolore via via più significative dopo 9 ore, 6 settimane, 6 mesi e 12 mesi, senza altre terapie concomitanti.
Negli ultimi anni le performances ed i risultati sono ulteriormente migliorati grazie all’arrivo dei dispositivi di ultima generazione come la Sanza, in grado di operare con un’intensità di 10.000 microtesla e con tutte le 4 onde, in tutti gli intervalli di frequenza ed in tutte le intensità proprie della fisiologia umana.
Sanza è un dispositivo di ultima generazione che ha molta più efficacia dei macchinari finora conosciuti e lavora oltre che con i campi elettromagnetici pulsati, lavora su molti altri fronti come per esempio le microcorrenti ed i biofotoni, concentrando in un unico dispositivo diversi brevetti mondiali che ne fanno il dispositivo più evoluto attualmente esistente.
Oggi Sanza si può comodamente noleggiare ed utilizzare a casa propria a tutte le ore, specie per chi ha difficoltà a muoversi a causa di malattie importanti. In questo caso i costi vengono drasticamente ridotti rispetto ai canonici 100 euro a terapia che vengono spesi presso gli studi medici più affermati. In effetti questi dispositivi sarebbero da utilizzare più volte al giorno per poter essere efficaci in tempi più brevi!
Naturalmente il dispostivo è consigliato a tutti in quanto basifica l’organismo (i dolori sopra citati sono dovuti PRIMARIAMENTE ALLE CONDIZIONI DI ACIDOSI DELL’ORGANUISMO) ed è fondamentale per la prevenzione primaria: chi oggi non ha bisogno periodicamente di una “piccola messa in equilibrio” e di una bella ripulita e detossifIcazione degli organi? A partire dal sangue per finire al riequilibrio del sistema immunitario…. Insomma allunga la vita e migliora tangibilmente le condizioni, specie a chi ha dolori importanti. Per questo le persone anziane (ma anche GLI SPORTIVI per i quali è uno strumento professionale fondamentale…) tendono ad usarla per tutta la vita.
Il trattamento
– La PST prevede 1 seduta di 1 ora al giorno per 9 giorni consecutivi, con possibile esclusione del fine settimana.
– La terapia si effettua utilizzando speciali apparecchiature: il paziente si accomoda su poltrona o lettino appositamente preparato.
– L’articolazione da trattare viene posizionata in un manicotto a contenuto aereo;
– Il paziente può riamanere vestito normalmente.
– La PST viene prescritta dal medico dopo una attenta valutazione della patologia in atto.
Esistono sul mercato dispositivi di ultima generazione certificati in tutta Europa, come Sanza Basic, che è utilizzabile presso la propria abitazione senza prescrizione medica. La prescrizione medica è necessaria per godere della deducibilità fiscale.
Attenzione però che recenti studi hanno messo in crisi il vecchio luogo comune che mangiare latticini aiuti ad assorbire il calcio! (vedi qui)
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA
“LA SAPIENZA”
FACOLTÀ DI INGEGNERIA
CORSO DI INTERAZIONE BIOELETTROMAGNETICA
docente Prof. Guglielmo D’ Inzeo
RICOSTRUZIONE OSSEA
(Uso dei campi elettromagnetici in ortopedia)
<<L’energia magnetica è l’energia elementare da cui dipende tutta la vita dell’organismo.>>
Premio Nobel W. Heinsenberg
Pag. 1 (Nota01). Si è discusso per diversi anni sull’esistenza degli effetti non termici dei campi elettromagnetici alle microonde. Illustri scienziati, sostenevano che questi non potevano esistere, ma ormai diversi casi hanno contribuito al riconoscimento della consistenza di questi effetti ed al conseguente sviluppo della ricerca in questo campo
(Nota 02). Il sovietico A.S. Presman, si è espresso nel seguente modo: “Gli effetti dei campi E.M. non sono specifici ma globali, essi coinvolgono l’intero organismo intervenendo sui processi di regolazione, soprattutto attraverso il cervello ed in particolare attraverso le strutture della corteccia, dell’encefalo e dell’ipotalamo, che sono estremamente sensibili a questa forma di energia”.
(Nota 3). Forniremo una descrizione delle patologie in cui i CEMP (Campi ElettroMagnetici Pulsati) vengono usati più frequentemente. Verranno fornite statistiche, prospettive e relative conclusioni.
(Nota 4). Venti anni sono passati dalla prima frattura cronica non unita trattata con successo dallaColumbia University con campi elettromagnetici tempo variabili. Durante i vent’anni seguenti dall’introduzione dei CEMP (Campi ElettroMagnetici Pulsati) come metodi terapeutici, i meccanismi di azione cellulare, sub cellulare e della genetica sono stati definiti in modo più dettagliato. Ad esempio, appropriate configurazioni dei CEMP provocano effetti a livello cellulare in alcune patologie come le fratture non unite. Questo riflette cambiamenti della concentrazione di calcio cellulare, sintesi di matrici di tessuti extra cellulari e rivascolarizzazione.
Nota 5). Per verificare l’efficacia clinica della stimolazione E.M. nella ricostruzione delle ossa, sono stati effettuati studi in doppio cieco. Al giorno d’oggi le nuove prospettive sono orientate verso i disturbi del sistema muscoloscheletrico. Questo include osteonecrosi, osteoporosi, tendinite refrattaria,osteocondriti dissecanti e altri.
(Nota8 pag.13) I vantaggi di indurre una corrente elettrica per mezzo di un campo elettrico o magnetico sono essenzialmente quattro:
Nota9 Pag.17) Nel 1976 fu intrapreso un progetto per la NASA per esaminare gli effetti dei campi elettromagnetici sulla degradazione delle ossa, come effetto dovuto alla mancanza d’uso degli arti (Bassett, 1979). Omissis
Questo risultò corretto e i CEMP non solo prevenivano l’indebolimento delle ossa durante il periodo di inattività, ma erano capaci anche di ristabilire una massa ossea dopo che era stata persa.
(Nota10 Pag.18) I5I – La formazione e la distruzione delle ossa svolge un ruolo centrale in una gamma di problemi dentali che vanno dal riempimento della cavità dovuta all’estrazione, alle malattie parodontali. L’abilità dei Campi Elettro Magnetici Pulsati a controllare o modificare processi di osteogenesi e di rimozione delle ossa nei problemi di sistema scheletrico, sono stati estesi in ugual modo alla mandibola e alla mascella. I CEMP possono non solo migliorare le condizioni dell’osso dopo un’estrazione, ma possono controllare la formazione dell’osso nel vuoto lasciato dal dente. inoltre recenti studi su casi in cui i CEMP, sono stati usati in aggiunta all’applicazione di un apparecchio per aggiustare la posizione dei denti, hanno mostrato un’accelerazione dello spostamento dei denti del 300%. Queste osservazioni fatte su animali e sull’uomo, sono molto promettenti per un futuro uso dei CEMP come trattamento aggiuntivo alle normali pratiche odontoiatriche.
(Nota11. Pag.19) Negli ultimi anni sono stati fatti vari studi per cercare di capire la validità dei CEMP. Già nel 1979 la FDA ( Federal Drug Administration ) approvò i CEMP come sicuri ed efficaci nel trattare le non unioni e le pseudoartrosi congenite e non.
Il giudizio era basato su diversi studi clinici, nei quali la maggior parte dei pazienti era in condizioni critiche, ma ancora recuperabili. Il generico paziente aveva una frattura non unita da circa due anni, nonostante fosse stato sottoposto ad una serie di interventi chirurgici, e frequentemente era raccomandata l’amputazione.
I CEMP furono aggiunti, come prime modifiche al programma di trattamento classico solamente in un gruppo di pazienti che speravano nell’efficacia di questa nuova terapia.
Durante l’ultimo decennio, gli studi in doppio cieco sono diventati lo standard più affermato per giudicare gli effetti della maggior parte degli approcci terapeutici.
(Nota12. Pag.21) Tutto ciò mostra un andamento inverso nei due gruppi. In questo studio è stato dimostrato che la stimolazione con campi magnetici favorisce la guarigione di osteotomie nel ginocchio dell’uomo.
(Nota13. Pag.25) Attualmente circa 25000-35000 pazienti l’anno sono stati trattati con significativo livello di successo.
A livello clinico, l’efficacia di queste tecniche è stata ormai provata e ben controllata da studi in doppio cieco.
I risultati ottenuti sono uguali se non migliori di quelli ottenuti con le tecniche tradizionali. L’intervento mediante CEMP è inoltre meno rischioso, più comodo per il paziente e considerevolmente meno costoso.
Tabella 4
Patologie
Società
Dispositivi
Nonunioni
EBI,AME
EBI
Bioelectron
CEMP (90%)
Elettrodi DC impiantati (5%)
Elettrodi AC in sup. (5%)
Fusioni fallite
EBI
CEMP (90-100%)
Pseudoartrosi congenite
EBI
EBI
CEMP (70-80%)
Elettrodi DC (20-30%)
Fusione spinale recente
AME
EBI
CEMP (60%)
Elettrodi DC (40%)
Tabella 5
Patologie
Dispositivi
Osteonecrosi
CEMP
Osteoporosi
CEMP
Tendiniti refrattarie croniche
CEMP
Osteocondriti dissecanti
CEMP
Osteogenesi imperfette
CEMP
Perdita ossea in cavità orali
CEMP
Allora è più che legittimo chiedersi perché i CEMP vengono usati solo in casi estremi o come tecnica di supporto a quella chirurgica. La risposta cade dentro due categorie:
pensiero della comunità ortopedica;
scetticismo in una parte della comunità fisica.
Nello schema di figura 11 è illustrato il percorso seguito nell’evolversi dell’impiego delle tecniche elettriche ed elettromagnetiche.
Come si può vedere si sono subito sviluppati due percorsi, uno che, come deve essere, applica i risultati ormai ben noti, a livello clinico; e l’altro che si occupa di comprendere i meccanismi a livello cellulare e sub cellulare.
Ovviamente una volta chiariti questi aspetti si svilupperanno diverse ricerche anche al di fuori dell’ambito ortopedico; ricerche che sull’onda dell’entusiasmo saranno probabilmente aiutate da nuovi finanziamenti. Nella figura è anche evidenziato il concetto già illustrato di come la diffidenza rallenti l’evolversi di queste tecniche, andando ad incidere in entrambe le direzioni (clinica e della ricerca).
Si stima che tra qualche decennio, i CEMP saranno comunemente usati per trattare ulcere croniche della pelle, varie forme di neuropatie, diversi infortuni sui nervi e sulla spina dorsale, diabete, risposta immunitaria e disturbi al comportamento cerebrale e cardiaco.
Per concludere, è sempre più evidente, che alcuni fattori fisici e biologici determinano se un sistema vivente risponderà oppure no all’esposizione a campi E.M., e se così, la natura della risposta. Infatti sappiamo, che differenti parametri del campo producono diversi effetti in diversi biobersagli, con un grado di conoscenza tale che potrebbe uguagliare quello dei meccanismi di azione di alcuni ormoni ed agenti farmacologici.
Essendo ormai noto che, tutte le reazioni chimiche derivano da particolari interazioni carica-carica, e che quindi queste interazioni sono la causa primaria del comportamento dei sistemi viventi; si è portati a cercare in questa direzione le risposte che permetteranno in futuro di legittimare l’uso e di ampliare il campo di utilizzo clinico dei CEMP.
il Dr. xxx con un dispositivo emittente CEMP, da diversi anni produce un accrescimento osseo orale prima dell’implantologia, cura affezioni delle corde vocali e … cura pazienti affetti da diabete.
Si fa osservare come leggendo i brani di scienza ufficiale riportati, desunti dalla bibliografia proposta, si trovano effettivamente espressioni di una quantità sorprendente di campi clinici e “molte patologie, anche gravi,” risolte dalla tecnica comprovata da numerosi studi in doppio cieco, di stimolazione dei tessuti eseguita con i Campi Elettro Magnetici Pulsati.
Altri articoli sul dispositivo Sanza e sugli e-CEMP:
Ricetta vermifuga ed energizzante per bambini ed adulti
Mescolate dei semi di zucca e girasole assieme e friggeteli in una padella sul fuoco con un po’ di olio d’oliva e sale, mescolateli con un cucchiaio di legno mentre si riscaldano
i semi durante la cottura alla griglia, che dura dai 10 ai 15 minuti.
Per i bambini : prendere 1 cucchiaio da zuppa dei semi mescolati tutte le mattine ed attendere mezzora prima dei pasti.
Per gli adulti: prendere e cucchiai da zuppa dei semi tutte le mattine ed attendere mezzora prima dei pasti.
E’ molto importante masticare bene i semi prima di inghiottirli.
Il periodo minimo di trattamento previsto è per un ciclo lunare completo ( 28 giorni).
Con i parassiti bisogna aver pazienza: la lotta è lunga e spesso sono necessari anche 2-3 mesi prima di averla vinta.
Molti consigli a proposito di come trattare i parassiti sono contenuti nel libro “Amarsi nella pancia” di Pierre Pellizzari.
Ma forse uno dei dispositivi più interessanti che finora abbiamo incontrato quanto ad efficacia, è la famosa macchina Sanza, di cui una delle applicazioni in più notevole sviluppo riguarda proprio i parassiti. Si tratta probabilmente degli studi tra i più avanzati, quelli dell’equipe del Dr. PICHLER di Santerra, in collaborazione con importanti facoltà di medicina ed istituti di ricerca tedeschi, austriaci ed ungheresi.
Sembra proprio che i farmaci allopatici antiparassitosi siano efficaci solo sugli esemplari adulti, ma purtroppo solo limitatamente nei confronti delle larve.
Ecco perchè il Dr. Pichler si è concentrato su un metodo che risulti efficace non solo sui parassiti principlai, bensì che vada a ripulire tutto l’ambiente, dai simbionti a tutto ciò che è legato alle memorie di quel determinato bioma. Stiamo parlando di un biomaa livello microscopico, perché ognuno di noi, nel suo tratto intestinale possiede circa 1000 specie batteriche. Inoltre le ricerche ora si stanno estendo ai metaboliti dei batteri stessi ed a molte attività parassitarie collegate, finora rimaste sempre sconosciute od ignorate.
Partendo dalle ricerche storiche del dr. Rife e della Dr.ssa Clarck , l’equipe del Dr. Pichler ha ulteriormente implementato altri 12 anni di ricerche in materia ed ha messo a punto 8 chips, per ognuno dei quali sono state necessarie oltre 200.000 prove per mettere a punto le frequenze utilizzate:
chip# 1: Cardio: 18 + 82 le frequenze di base. Utilizzato per ottimizzare il sangue e fluidi corporei linfa garantendo la fornitura di tutte le cellule e il loro smaltimento dei rifiuti
chip# 2: Detox: 18 + 91 le frequenze di base frequenze. Serve a rafforzare gli organi di disintossicazione così come il sistema nervoso centrale e periferico
chip# 3: Immune: 18 frequenze di base + 119 frequenze. Utilizzate per migliorare le forze di difesa in caso di immunodeficienza, a seconda della stagione o la necessità
chip# 4: Infect: 18 + 99 di base frequenze frequenze. Utilizzate per supportare le applicazioni in caso di infiammazione causata da batteri o funghi.
chip# 5: Dental– 50 frequenze + 18 frequenze base. Serve a rafforzare la flora orale, per aiutare nei problemi della bocca, denti e mascella. A titolo di esempio: la malattia parodontale, Cure dentarie.
chip# 6: Urogenital – 91frequenze + 18 frequenze base. Usato per aiutare nei disturbi del sistema sessuale come ad esempio: fibromi, cisti, prostatite, disturbi mestruali, perdite vaginali.
chip# 7: Burn Out – 57 Frequenze + 18 frequenze base. Viene utilizzato per la sindrome di affaticamento, letargia, burn out.
chip# 8: Neuro. Questo chip è utilizzato in problemi neurologici quali: sclerosi multipla (MS), la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), malattia di Parkinson, la meningite.
Per altre informazioni sul dispositivo Sanza leggere:
In seguito ai cambiamenti climatici stiamo assistendo a uno spostamento delle aree di endemia di molte malattie infettive e al loro passaggio a nuovi ospiti, con un progressivo, parallelo aumento del rischio che nella popolazione umana si manifestino focolai ed epidemie a cui non siamo adeguatamente preparati.
E’ su questo fenomeno che richiamano l’attenzione Eric P. Hoberg, dell’Osservatorio di parassitologia del Dipartimento per l’agricoltura degli Stati Uniti, e Daniel R. Brooks, direttore del Laboratorio di parassitologia dell’Università del Nebraska a Lincoln, in un articolo pubblicato su un numero delle “Philosophical Transactions of the Royal Society B” interamente dedicato alle nuove emergenze infettive.
“Non ci sarà un’epidemia che spazzerà tutti dal pianeta, come nel romanzo Andromeda di Crichton – dice Brooks – ma tante epidemie localizzate che metteranno sotto pressione i nostri sistemi sanitari. E potrebbero non esserci abbastanza soldi per farvi fronte adeguatamente .”
Lo scenario che si prospetta è l’estensione a molte altre malattie infettive di quello che si è già realizzato per il West Nile Virus in Nord America, che non è più un problema di piccoli focolai acuti per gli esseri umani o gli animali selvatici, ma una realtà stabile: “Il West Nile Virus è qui per restarci, comunque”, spiega Brooks.
La sottovalutazione di questo processo di diffusione, osservano i ricercatori, è legato a un’idea ben consolidata, che però si è rivelata falsa. Nel corso del tempo, gli animali e gli agenti patogeni di una certa regione diventano sempre più adattati l’uno all’altro. Si pensava che ciò rendesse difficile l’emergere delle malattie in altre specie, dato che i patogeni devono aspettare che si verifichi una mutazione casuale per saltare su un nuovo ospite.
Ma negli ultimi decenni ci si è accorti che questi salti di specie avvengono più rapidamente del previsto. “Anche se un parassita può avere un rapporto molto speciale con un particolare ospite in un particolare luogo, ci sono altri ospiti che possono essere sensibili”, afferma Brooks.
Studi naturalistici indicano infatti che molti parassiti che oggi sono confinati a poche specie, in passato invece hanno infettato per milioni di anni molte più specie: evidentemente la loro capacità di tornare a infettarle non è andata persa nel tempo. Inoltre, i nuovi ospiti sono più suscettibili alle infezioni da parte di questi patogeni perché non hanno sviluppato una resistenza.
Per questo non basta trattare i casi umani di una malattia emergente e sviluppare un vaccino, ma bisogna anche conoscere la distribuzione geografica e il comportamento dei serbatoi non umani del patogeno. Solo così si potranno sviluppare strategie di salute pubblica in grado di abbassare il rischio di infezione, riducendo al minimo il contatto umano con gli animali infetti. Questa è la strategia che ha portato, per esempio, a una diminuzione dell’incidenza della malaria e della febbre gialla.
Diamo qui spazio alla descrizioni di alcuni processi in cui interviene Sanza nella sua importante attività di modulazione della fornitura dell’ossigeno cellulare ed extracellulare.
LA MATRICE EXTRACELLULARE: Le cellule, ciò che le unisce e ciò che dà forma al nostro corpo. Piattaforma logistica che permette i collegamenti e le comunicazioni. Base delle articolazioni. Reparti di rifornimento. Magazzino di detriti e depositi del materiale non più utile e dannoso. Spazi ove avviene l’infiammazione e si gioca la partita tra cellule immunitarie e cellule non gradite. Spazi logistici da cui prendono forma le malattie cronico degenerative ed i processi di invecchiamento.
…Astenia, cefalea, mancanza di concentrazione, etc.: solo quando la ridotta disponibilità di ossigeno diviene cronica, essa dà segni in qualche modo patognomonici (pallore, fragilità ungueale, crescita stentata dei capelli etc.)…
…Fenomeni di ischemia-riperfusione avvengono fisiologicamente, allorché parti più o meno estese del nostro corpo sono sottoposte a fasi di compressione-decompressione (es. passaggio da una prolungata posizione seduta alla stazione eretta), oppure in condizioni francamente patologiche, come nelle ischemie d’organo e nella cosiddetta apnea notturna…
La matrice extracellulare può essere definita come un complesso stabile ma dinamico di macromolecole disposto intorno alla maggior parte delle cellule dell’organismo a costituire un’ordinata intelaiatura tridimensionale. Se la cellula corrisponde agli spazi vuoti del sughero come osservò Robert Hooke con un classico paragone dal quale trasse l’origine stesso del termine di cellula come “piccola cella” – la matrice extracellulare è proprio il sughero.
Con l’enorme differenza che mentre il sughero è materia inerte, la matrice è sede di importanti fenomeni vitali.
Infatti, quando si afferma che gli organismi superiori sono costituiti da cellule, molto spesso ci si dimentica che tra queste esiste una matrice extracellulare, il cui peso secco è addirittura superiore a quello di tutte le corrispondenti cellule messe insieme.
La matrice extracellulare assume composizione diversa a seconda delle specie.
Per esempio, nelle piante, essa è composta principalmente di cellulosa mentre negli artropodi e nei funghi è costituita prevalentemente da chitina. Nell’uomo la matrice extracellulare deriva dal mesenchima, il connettivo embrionale non ancora differenziato che, in una fase molto precoce dello sviluppo, si dispone tra l’ectoderma e l’endoderma per dare origine, in seguito, ai tessuti trofoconnettivali (tessuto cartilagineo; tessuto osseo; tessuto adiposo; sangue ; tessuto linfoide) e muscolari. Taluni utilizzano il mesenchima come sinonimo di tessuto connettivo o, addirittura, di matrice, per sottolinearne, appunto, la specifica origine embrionale. A partire dalla fine dell’epoca embrionale, comunque, la matrice extracellulare assume una ben precisa struttura, assimilabile ad un colloide (=sostanza a metà tra il denso ed il liquido…), di norma non calcificato, nella cui fase acquosa sono disperse fibre (collagene, reticolari ed elastiche) e macromolecole di natura essenzialmente polisaccaridica (glicosamminoglicani) e proteica (proteoglicani e glicoproteine).
In generale, le fibre collagene costituiscono l’intelaiatura tridimensionale di supporto dell’intera matrice, quelle reticolari formano una trama più fine intorno ai piccoli vasi sanguigni o all’interno dello stroma degli organi, mentre quella elastiche, infine, conferiscono la proprietà meccanica della distensibilità.
I glicosamminoglicani, da soli o associati ad un core proteico – come proteoglicani riempiono gli spazi lasciati liberi dall’impalcatura fibrosa e, inglobando notevoli quantità di acqua, agiscono da efficaci “shock adsorber” (a questo complesso fortemente idrofilo corrisponde la cosiddetta “sostanza fondamentale” dell’istologia classica). Particolari glicoproteine, dette di “adesione”, consentono specifiche interazioni tra le diverse componenti della matrice extracellulare e tra queste e le cellule.
Inoltre, in corrispondenza del polo basale di alcune cellule specifiche, generalmente adibite a funzioni di rivestimento e di protezione, quali le cellule epiteliali e quelle endoteliali, la matrice assume un aspetto decisamente compatto adattandosi ad una funzione prevalentemente strutturale, di sostegno, costituendo le cosiddette membrane basali, ove predomina la componente proteica.
Infine, sono riconducibili a specializzazioni della matrice le strutture di adesione interposte fra cellule epiteliali adiacenti (giunzioni serrate o occludenti, giunzioni ancoranti e gap junction).
Secondo le più recenti acquisizioni della biologia cellulare e della biochimica, la matrice extracellulare, infatti, non svolge solo una funzione strutturale di sostegno, conferendo agli organi forma e consistenza, ma protegge anche le cellule dai traumatismi. Inoltre, grazie alla sua particolare natura di gel fortemente idratato, consente un flusso incessante di molecole (nutrienti, mediatori chimici, farmaci e sostanze di rifiuto) tra il compartimento ematico e quello cellulare, facilitando la comunicazione fra le cellule e, ove previsto, orientandone la migrazione in risposta a specifici stimoli lungo ben precise direzioni. In particolare, l’interazione tra le cellule e componenti specifiche della matrice genera una serie complessa di segnali implicati nella regolazione della crescita, della differenziazione, dell’adesione e della motilità cellulare.
Non sono, poi, da trascurare alcune specifiche funzioni quali, ad esempio, la lubrificazione delle superfici articolari o dei visceri nelle grandi cavità sierose (pleure, pericardio e peritoneo) e, soprattutto, la compartimentalizzazione dei tessuti grazie alle membrane basali.
Infine, la matrice extracellulare è la sede dove hanno luogo i processi reattivi, quali l’infiammazione e la risposta immunitaria, la riparazione delle ferite e l’accumulo di grasso e di altre sostanze nocive o non più utili.
Con l’avanzare degli anni, la matrice extracellulare, per effetto anche dello stress ossidativo, perde progressivamente la sua integrità morfo-funzionale.
Così gli scambi metabolici si rallentano, la comunicazione tra le cellule viene compromessa e i residui tossici delle attività cellulari si accumulano innescando un pericoloso circolo vizioso che accelera i segni dell’invecchiamento. La pelle che è l’organo più sensibile alle alterazioni della matrice extracellulare, diventa atrofica e sottile a causa della disidratazione. Le articolazioni, a causa della riduzione delle capacità lubrificanti della sostanza intercellulare, perdono progressivamente la loro funzionalità con frequente insorgenza di rigidità ed anchilosi.
Il processo di riparazione tissutale, data anche la difficoltà di comunicazione tra le cellule e i ridotti scambi metabolici, viene notevolmente rallentato con accumulo di sostanze lesive o non più utili. Le cellule risentono immediatamente delle alterazioni della matrice riducendo la loro capacità di assimilare i nutrienti ma anche di reagire all’azione dei farmaci ai normali dosaggi, con potenziali rischi da iperdosaggio.
In soggetti predisposti, inoltre, la perdita improvvisa o graduale delle proprietà biochimiche e funzionali della matrice facilita l’insorgenza o aggrava condizioni croniche e degenerative a carico di tutti gli organi.
Tra queste sono da segnalare i processi degenerativi cronici a carico delle articolazioni ma anche quelli conseguenti alla compromissione delle strutture di rivestimento delle grandi cavità corporee, che poggiano sulle membrane basali, quali i vasi sanguigni (con predisposizione all’aterosclerosi), le mucose respiratorie gastrointestinali e genitourinarie che diventano più sensibili all’azione di inquinanti esterni (con conseguente insorgenza di allergie, infezioni, fenomeni di autoimmunità).
Infine, il trasporto degli ormoni e dei neurotrasmettitori diviene inefficiente e la sensibilità cellulare ad essi si riduce, facilitando l’insorgenza dell’ipotiroidismo, del diabete mellito, ecc.
Appare evidente che qualsiasi forma di integrazione nutrizionale non può non tener conto delle singolari proprietà morfo-funzionali e biochimiche della matrice cellulare.
L’ossigeno è a ragione considerato – almeno negli organismi aerobi, che sono poi le forme di vita prevalenti sul nostro Pianeta – l’elemento vitale per eccellenza. Esso, infatti, accettando nel corso del metabolismo terminale gli equivalenti riducenti estratti dai vari nutrienti, consente di generare, attraverso la fosforilazione ossidativa, l’adenosintrifosfato, indispensabile per tutte le funzioni cellulari (metabolismo, accrescimento, riproduzione, movimento, etc.).
Persino in forma radicalica, l’ossigeno gioca un ruolo determinante nei processi vitali, contribuendo, nelle specie più evolute, alla difesa contro microrganismi patogeni (virus e batteri).
E’ evidente che un’alterata biodisponibilità di questo prezioso elemento, specialmente se intensa e/o protratta nel tempo, avrà conseguenze deleterie sulle funzioni dell’intero organismo.
Nell’Uomo, in particolare, quando la pressione parziale di ossigeno (una misura della concentrazione del gas) scende, nel sangue arterioso, al di sotto del valore soglia di 60 mm Hg, i tessuti vanno incontro ad una condizione definita “ipossia”.
Responsabili di quest’ultima possonoessere una riduzione dell’ossigeno disponibile nell’aria inspirata (ipossia ipossica), un aumento dell’estrazione del gas da parte dei tessuti per rallentamento della velocità di circolo (ipossia stagnante), una riduzione della quantità totale di emoglobina circolante funzionalmente attiva (ipossia anemica) o, infine, un blocco, generalmente iatrogeno, della fosforilazione ossidativa (ipossia istotossica).
Qualunque sia la causa, l’ipossia si accompagna ad uno stato di sofferenza tissutale, spesso subdolo, in quanto difficilmente riconoscibile, data l’aspecificità della sintomatologia (astenia, cefalea, mancanza di concentrazione, etc.). Infatti, solo quando la ridotta disponibilità di ossigeno diviene cronica, essa dà segni in qualche modo patognomonici (pallore, fragilità ungueale, crescita stentata dei capelli etc.).
Fino alla metà degli anni ‘50 si riteneva che l’ipossia fosse l’unico evento indesiderato in qualche modo riconducile ad un alterato “metabolismo” dell’ossigeno.
L’ eccesso di Ossigeno.
In realtà, studi relativamente recenti hanno dimostrato che anche l’aumento della disponibilità dell’elemento – iperossia – può essere pericoloso, in quanto fa aumentare la probabilità di generare in maniera incontrollata specie chimiche altamente reattive, quali il radicale idrossile ed il perossido di idrogeno, di cui è ampiamente noto il potenziale istolesivo.
E’ ancora più recente la dimostrazione che fluttuazioni della pressione parziale di ossigeno – ossia abbassamenti del livello del gas nei tessuti seguiti da altrettanti innalzamenti – possono risultare pericolose almeno quanto l’ipossia o l’iperossia. Un fenomeno del genere, noto come ischemia-riperfusione, si verifica allorché il sangue affluisce copioso lungo un vaso in precedenza sede di un transitorio ostacolo – funzionale (es. spasmo con successiva dilatazione) o meccanico (es. trombosi con successiva lisi del coagulo) – alla circolazione.ù
Fenomeni di ischemia-riperfusione avvengono fisiologicamente, allorché parti più o meno estese del nostro corpo sono sottoposte a fasi di compressione-decompressione (es. passaggio da una prolungata posizione seduta alla stazione eretta), oppure in condizioni francamente patologiche, come nelle ischemie d’organo e nella cosiddetta apnea notturna, ovvero per effetto indesiderato di specifici trattamenti (es. trapianti d’organo, interventi di by-pass, etc.).
In tutti questi casi la transitoria ipossia provoca, attraverso un complesso meccanismo che vede implicati il calcio ed alcune proteasi, la conversione dell’enzima xantina deidrogenasi in xantina ossidasi. Quest’ultima, nel momento in cui la pressione parziale di ossigeno ritorna alla norma, utilizza il prezioso gas per produrre specie chimiche altamente reattive, quali il radicale idrossile e il perossido d’idrogeno, in definitiva responsabili delle lesioni tissutali da riperfusione.
Da questo punto di vista, il fenomeno della ischemia-riperfusione è uno dei fattori primari responsabili del cosiddetto stress ossidativo, con ciò intendendosi uno squilibrio fra la produzione e l’eliminazione di radicali liberi.
A tal proposito, evidenze sperimentali dimostrano che è possibile prevenire il danno da ischemia-riperfusione attraverso la pre-somministrazione di antiossidanti.
Appare chiaro da quanto sopra esposto che il mantenimento di un livello costante di ossigenazione tissutale – pur nei limiti della variabilità dettata dalla richiesta metabolica – è una condizione assolutamente indispensabile per una corretta funzionalità cellulare.
Di ciò bisogna tener conto quando si vuol correggere uno stato di ipossia. In questa condizione, infatti, una somministrazione di ossigeno al di sopra di quella effettivamente richiesta può provocare la trasformazione parziale delle molecole del gas in radicali liberi istolesivi. E’ ampiamente noto, al riguardo, il nesso di causalità effettiva tra iperossia e fibroplasia retrolenticolare nei neonati ipossici. Ciò perché l’ossigeno, gas vitale per eccellenza, può trasformarsi, in determinate condizioni, in un vero e proprio killer cellulare.
La postura e’ la posizione che assume il corpo e il suo orientamento nello spazio.
Tale regolazione e’ in continuo mutamento in quanto si adatta all’ambiente esterno e al suo mutare continuo.
La postura comporta una attivazione continua di diversi gruppi muscolari che sono attivati da aree del sistema nervoso centrale sia corticale che sotto corticale.
Le aree motorie che gestiscono i continui aggiustamenti della postura ricevono afferenze sensoriali quali (stimoli sensoriali visivi, vestibolari, somatosensoriali , trigeminali.
La postura quindi e’ la risultante dinamica di un sistema di controllo neuro sensoriale che informa ed attiva attraverso un sistema complesso di aree cerebrali radiazione talamo cortico cerebellare il sistema motore effettore della informazione sensoriale.
Gli adattamenti posturali sono quindi gestiti da esterocettori (cutanei), propriocettori (fusi neuromuscolari articolazioni) vestibolari, visivi.
Il sistema stomatognatico svolge un ruolo funzionale di regolazione attraverso la lingua, denti, mucosa orale, labbra, articolazione temporo mandibolare, i fusi neuro musolari dei muscoli masticatori; si attiva la via sensoriale e propriocettiva che arriva ai nuclei trigeminali e da qui si irradia verso la sostanza reticolare talamo cervelletto e corteccia.
E’ importante sottolineare che gran parte della informazione sensoriale e propriocettiva che arriva all’encefalo si riferisce a terminazioni cheprovengono dai fusi neuro muscolari e dai tessuti cutanei (circa il 70% e tali fibre hanno una velocita’ di conduzione di 130 m/s) e non dalle articolazioni (denti e atm- articolazione temporo-mandibolare) rimando alle aree somatotopiche della area sensoriale principale (s1) dove e’ chiaro che l’ area della atm e dei denti e’ circa 4 volte piu’ piccola dell’area sensoriale delle labbra, della lingua e dei muscoli masticatori.
L’arco brachiale da cui si forma la lingua e’ lo stesso da cui si formano i muscoli paravertebrali dei primi 3 segmenti cervicali e dei trapezi. Il legame propriocettivo e’ molto stretto proprio partendo da questa base neuroanatomica. Si parla quindi di sistema “cranio- cervico-mandibolare” termine per me inesatto e vetusto ma che viene accettato dai piu’.
Chiarisco meglio la mia idea : disturbi della atm e la malocclusione sono considerati i responsabili degli squilibri posturali e delle sintomatologie dolorose derivanti da malocclusione e disordini delle atm, ma e’ il muscolo e i tessuti parodontali e cutanei che con le loro terminazioni sensoriali e propriocettive modificano la postura .
E’ il conflitto neuro muscolare che da lo squilibrio posturale quindi osteo articolare.
Il muscolo modifica l’osso (la funzione modifica la morfologia), lo stimolo neuromotorio comanda il muscolo, l’informazione sensoriale condiziona la risposta motoria, il muscolo se attivato in modo corretto da terapie adeguate che ne inducano un riequilibrio.
L’evidenza clinica ottenuta conferma che con il riequilibrio muscolare si ottiene un miglioramento posturale e il miglioramento del sintomo, tanto da pensare che le sole strutture interessate da tale miglioramento siano i recettori muscolari, cutanei e mucosi tanto e’ rapido il riequilibrio.
Abbiamo sottoposto a rmn funzionale in finger taping un paziente, dopo pochi minuti dalla somministrazione della nostra terapia (n.d.r. che utilizza Sanza), le aree attivate per svolgere lo stesso movimento sono diminuite e il consumo di ossigeno in tali aree e’ diminuito.
Da piu’ parti si hanno conferme come il sistema trigeminale sia un importante regolatore del sistema posturale , quindi responsabile in caso di alterazioni di questo sistema, di disturbi posturali e di svariate sindromi dolorose.
Ho maturato la certezza che il sistema trigeminale non possa essere considerato come entita’ di regolazione allostatica a se’, ma correlato ad altri sistemi di regolazione in continuo adattamento funzionale con l’ ambiente.
Ho valutato come con l’uso di bite si modifica la postura nella sua globalita’, come con il riequilibrio indotto dai cemp (campi eletromagnetici pulsati) si ottiene una correlazione diretta tra ottimizzazione della risposta motoria dell’encefalo, un riequilibrio dimostrato con emg di superficie dei masseteri e temporali e una normalizzazione posturale globale: dalla scoliosi alle ernia del disco passando per le sindromi nevralgiche, le cefalee, le emicranie.
Dobbiamo rivalutare il ruolo del sistema sensoriale come input di regolazione o in caso di alterazioni del sistema di causa prima di eventi morbosi.
Ho valutato come riequilibrando (valutazione emg) i masseteri e temporali si modifichi il centri di pressione del piede, viceversa l’uso di ortesi incongrue plantari non adeguati modificano il quadro emg dei muscoli masticatori ed inducono dismetrie craniche.
Come con l’ uso di bite che inducono dismetria cranica si squilibra la baro podometria del piede (sistema plastico neurofunzionale).
Devo segnalare che ho pure riscontrato che l’ uso di psicofarmaci induce alterazioni emg dei mm. e baro podometrice plantari.
Collegamenti tra vari sistemi sensoriali ed il controllo allostatico della postura
Il nucleo mesencefalico del trigemino e’ un nucleo sensoriale con caratteristiche uniche.
Le sue cellule sono proto neuroni con caratteristiche di cellule gangliari (Kandel).
Questo nucleo ha quindi le caratteristiche di un ganglio sensoriale periferico.
Questi neuroni sono pseudo unipolari e inviano l’assone all’esterno del sistema nervoso centrale (via trigemino spinale e reticolo spinale) mentre le altre connessioni stabiliscono le vie associative ascendenti verso il talamo, cervelletto, nuclei vestibolari e corteccia (aree associative sensoriali e motorie).
Si capisce quindi come un’alterazione trigeminale induca sia a alterazioni posturali che psicoemozionale e turbe del carattere.
E’ risaputo che una stimolazione dolorosa del trigemino induce turbe uditive e dell’equilibrio (dimostrazione pratica di una diretta interconnessione tra sistema uditivo e vestibolare e trigeminale).
Buisseret nel 1990 inietto’ perossidasi come marker in un muscolo oculomotore al fine di studiare la diffusione della sostanza e quindi di capire le interconnessioni delle vie sensoriali e motorie nel snc (sistema nervoso centrale). Si trovarono tracce di perossidasi nel ganglio di Gasser, nel nucleo interolare, nella parte caudale del nucleo spinale del trigemino, nel nucleo paratrigeminale nel corno dorsale del midollo spinale del tratto c1-c2, connessioni tra nmt (trasmissione neuro muscolare) nucleo, spinale, nucleo vestibolare e il nucleo preposto dell’ipoglosso (questo nucleo e’ interconnesso coni nuclei oculomotori, nuclei vestibolari, cervelletto).
Come vedremo in seguito e’ uno dei relais di gestione della postura intesa come sommatoria di informazioni e di risposte motorie di adattamento.
Il nmt (trasmissione neuro muscolare) dopo terapia di riequilibrio con cemp (campi eletromagnetici pulsati) ( n.d.r. Sanza) ho ottenuto delle variazioni nelle prove di messa a fuoco.
Il nmt e’ connesso anche con il nucleo del IX, X, XII, III, IV, VI, nervo cranico. Si associano quindi stimoli visivi, somatosensoriali, viscerali, propriocettivi che controllano postura, controllo del movimento, lo sguardo e i movimenti oculari.
Difetti di convergenza oculari sono spesso associati a disarmonia delle arcate dentarie. Tale disarmonia accompagna anche difetti di visione binoculare.
Sono dimostrate, inoltre connessioni tra cervelletto tronco nucleo del tratto solitario con il corno post del midollo da c1 a c5 e con neuroni primari afferenti del trigemino.
Risulta che il sistema trigeminale sensoriale e propriocettivo agisce in stretta correlazione dinamica e plastica con il sistema vestibolare e oculomotore agendo quindi come regolatore della postura e del movimento .
E’ stato dimostrato come persone con lesioni del legamento crociato anteriore del ginocchio sn. abbiano una componente posturale del rachide cervicale in maggior estensione rispetto alla media delle persone sane.
La contrazione dello sterno cleidomastoideo induce una contrazione del massetere dello stesso lato da valutazioni emg.
Persone con lesioni del crociato anteriore a sinistra trovano l’attivita’ emg del massetere temporale ant. cervicali post. trapezio sup. e inf.
Abbiamo intuito che esiste una relazione diretta tra sistema somato sensoriale e postura quindi e’ indispensabile per una diagnostica attuale e scientificamente corretta e un valido trattamento terapeutico una collaborazione tra vari specialisti di diverse branche quali psicologi, optometristi, fisiatri, otorinolaringoiatri, logopedisti, odontoiatri e in fondo anch’io anche se non so dove mettermi, podologi, ergonomi posturali per il mantenimento della allostasi posturale, per arrivare ad una regolazione posturale g. ergomonomica posturale globale.
IL DOTTOR MORELLI, specialista in TRATTAMENTI CEMP CAMPI ELETTROMAGNETICI PULSATI
Lo speciale trattamento ideato dal dottor Morelli mediante particolari campi elettromagnetici pulsati emette un messaggio coerente compatibile con l’energia delle nostre cellule, agisce sulla causa che crea il disagio nell’organismo e ne favorisce un netto recupero.
Trova il suo miglior impiego in tutti i casi di squilibrio posturale ripristinando il riequilibrio di tutti i riflessi di dismetria. Il trattamento è utile a recuperare le situazioni di stress correlate e a favorire la ripresa del controllo neuromotorio sia a livello fisico che psichico. È efficace risoluzione nei casi di: lombalgia, sciatalgia, cervicalgia; efficace nel trattamento delle cefalee; esiti di fratture, artrosi, ernia discale, sindrome tunnel carpale, rachialgia, fibromialgia, scoliosi, artrite.
La metodologia non è invasiva, è indolore, è priva di effetti collaterali. I risultati sono duraturi.
CHI È IL DOTTOR MARCO MORELLI ?
Medico chirurgo, laureato alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Ferrara, Master in Ottimizzazione Neuro Psico Respiratoria, Neuro Psico Chinesi Terapia, Facoltà di Medina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Firenze. Specialista in Riequilibrio Neuro Motorio, Terapia EBS a campi pulsati.
Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1979, nella mia carriera professionale ho avuto esperienze nel campo della medicina generale, ortopedia, reumatologia ed odontoiatria. Sono sempre stato affascinato dalle capacità del nostro organismo di gestire il proprio equilibrio dinamico e ho maturato la convinzione che ogni malattia, sia, in prima istanza, il venir meno della capacità di gestire tale equilibrio energetico.
La vera terapia consiste nel dare l’informazione per ritrovare l’equilibrio biofisico perduto. Dal 2003 mi sono avvicinato agli studi biofisici presso l’Università di Firenze, trovando subito riscontri clinici a questa mia idea. Per la verità questa idea è vecchissima e già Marconi aveva intuito che un tessuto malato emetteva un campo elettromagnetico diverso da un tessuto sano.
F Popp alla fine degli anni 80 è andato oltre, dimostrando come il nostro DNA sia in correlazione continua con l’ambiente e l’ informazione avviene attraverso emissione di biofotoni, cioè energia.
”Le varie patologie si esprimono con sintomi diversi, ma sono ad una unica eziologica: l’alterazione energetica dell’organismo. L’ energia elettromagnetica è l’energia da cui dipende la vita dell’ organismo ” (W Heisemberg).
“….se si vuole realmente aiutare una persona che ha uno squilibrio posturale dovuto ad un trauma, è necessario lavorare sui suoi stati fisiologici profondi e allora la mente inizierà a cambiare.” (Bessel Van der Kolk )
Traumatic Stress: The Effects of Overwhelming Experience on Mind, Body, and Society
Bessel A. Van der Kolk, Alexander C. McFarlane, Lars Weis th
Guilford Press, 1996 – 596 pagine
Altri articoli sul dispositivo Sanza e gli e-CEMP:
Per informazioni su Corsi e presentazione del dispositivo Sanza ai medici, con la presenza dello staff tecnico dalla Germania, scrivi qui, a info@movimentosereno.it
Gli influssi esercitati dall’ambiente in cui viviamo rendono più difficile lo sviluppo di rapporti energetici favorevoli nelle cellule del nostro organismo e l’attuazione di importanti processi di rigenerazione. I moderni metodi terapeutici messi a disposizione dalla fisica combattono questo processo, sostenendo così l’organismo.
Sapendo che tutti i processi del nostro corpo si basano su interazioni elettromagnetiche, che le nostre cellule comunicano tra loro in questo modo e che le informazioni sono trasmesse all’interno del nostro organismo attraverso frequenze specifiche, è facile intuire che proprio con questi segnali siamo in grado di supportare le nostre funzioni corporee. Le cellule entrano in risonanza con i corrispondenti segnali naturali e si genera così l’energia cellulare. Ecco spiegato come funziona l’uomo, come fa a sentirsi in forza e in salute.
L’osservazione complessiva è molto importante per la medicina bioenergetica. Il benessere fisico e psichico è il risultato di combinazioni terapeutiche applicate in modo mirato.
I continui progressi nell’ingegneria biomedica ci consentono di tradurre in pratica le conoscenze acquisite attraverso la ricerca.
Tra questi sviluppi rientrano anche i moderni segnali degli inviluppi sanza dei campi magneti pulsanti, di intensità più o meno
elevata e con conduzione del segnale regolata in modo specifico in base al tipo di problema.
Questa tecnica viene sfruttata per diversi disturbi della salute e ha influssi positivi sull’ossigenazione, sulla tensione della
membrana cellulare, sul metabolismo e sulla rigenerazione.
Con questa tecnica si possono sfruttare i campi elettromagnetici pulsati, la risonanza magnetica e la conduzione dei segnali modificata dagli inviluppi sanza; una soluzione che permette di lavorare in modo conforme agli studi.
Le biofrequenze, ovvero elettroterapia con frequenze selezionate, completano l’applicazione degli inviluppi sanza con particolare riferimento alla funzione del sistema immunitario.
La fototerapiatramite soft laser favorisce processi importanti dell’organismo. I fotoni producono l’energia indispensabile, per esempio, per la formazione dei legami chimici ATP che funge da “riserva energetica” per tutte le funzioni cellulari.
La combinazione di questi tre componenti della medicina bioenergetica (gli inviluppi sanza come moderna applicazione dei campi magnetici pulsanti, il soft laser come fototerapia e le biofrequenze come elettroterapia per la trasmissione di
informazioni) costituiscono la STAZIONE di TERAPIA SANZA, CHE combina tutte e tre le possibilità terapeutiche in un unico sistema. La stazione di terapia sanza serve alla profilassi e alla terapia per uso domestico, ambulatoriale e clinico, alla riabilitazione e allo sport. Se si osservano le raccomandazioni e le controindicazioni, l’uso di queste tecniche non ha effetti collaterali.
Il fatto di aver integrato diverse “filosofie della magnetoterapia” (MFT classica, terapia a risonanza magnetica e applicazione dei
segnali degli inviluppi sanza), la “terapia con biofrequenze” e la “terapia con biolaser” in un sistema trasportabile altamente prestazionale è una caratteristica unica di questa soluzione.
Desideriamo segnalare ai nostri lettori studi clinici molto interessanti, molti dei quali sono in corso presso cliniche universitarie austriache, dove questi dispositivi vengono usati correntemente da alcuni anni. ( Una abbondante bibliografia è disponibile nel libro di Fabio Petrossi “Terapia ambulatoriale e domiciliare con risonanza magnetica” ed. Italo Svevo Trieste, nel manuale per gli utenti Sanza scritto dalla Dottoressa Else Knaf nell’aprile 2013, nel libro dall’Istituto di medicina bioelettrica “Magnetic Cell Regeneration für Ärzte und Therapeuten” scritto da Dr. Franz-Josef Aichinger, Marcus Benz e Dr. Gisela Rauch-Petz e sul libro “Praxis der Magnetfeldtherapie” del Dr. Christian Thuile.
In Italia il dispositivo Sanza è ai suoi esordi nel 2012 e viene utilizzato come uno stimolatore che supporta ed aiuta le terapie mediche convenzionali. Le controindicazioni sono quelle classiche e generali: Pace-maker cardiaci o impianti elettronici, Epilessia, Gravidanza (per motivi etici, poiché non sono state effettuate sui feti), Febbre alta (superiore a 39 °C), Infezioni gravi e acute dovute a batteri e funghi (ospedale), Gravi anomalie del battito cardiaco e grave insufficienza cardiaca grado IV), Ipertiroidismo (se non tenuto sotto controllo con farmaci). SANZA non deve essere utilizzato su ferite della pelle! ( vedi il manuale di SANZA per delle informazioni più approfondite ).
Avvertenze generali per il sistema SANZA Che cos’è SANZA?
Sanza si basa sui meccanismi terapeutici della natura. Il sistema utilizza campi magnetici a basse frequenze per accelerare il metabolismo cellulare.
Gli elettrodi Zapper opzionali (corrente di biofrequenza) consentono di effettuare almeno 2 volte all’anno un trattamento di 4-6 settimane con una banda di frequenze tipica per aiutare a combattere virus, batteri, funghi e parassiti. Quali sono gli effetti di SANZA sull’organismo?
SANZA può favorire l’assorbimento di ossigeno da parte del sangue e la relativa fluidità, rafforzare la struttura ossea, attivare il metabolismo e rivitalizzare il sistema immunitario. In questo modo ci si sente in forma, sani e scattanti: insomma, con SANZA! i campi magnetici pulsanti possono stimolare dei meccanismi di autoriparazione e il corpo può essere così in grado di contrastare meglio gli attacchi dovuti all’ambiente, allo stress e all’odierna frenesia. I principali campi di impiego di SANZA derivano dal suo effetto regolativo. L’armonizzazione dei cicli di regolazione interni rappresenta il principio funzionale più importante di questo metodo di trattamento. Come funziona SANZA?
Il cuore del sistema SANZA è un generatore di campi magnetici controllato da microprocessore. Esso trasmette le frequenze, corrispondenti ai cicli rigenerativi naturali del corpo, sugli applicatori tappeto, cuscino, asta, ecc. Si forma così un campo magnetico pulsante a basse frequenze. Quali aspetti occorre considerare?
L’applicazione SANZA non si sostituisce alla diagnosi e alla terapia della medicina classica. Rispettare quindi in ogni caso le istruzioni del proprio medico, i consigli del consulente specializzato, rispettare i consigli della MEDHOTLINE offerti dal consulente specializzato. SANZA non deve essere utilizzato su ferite della pelle!
Ma diamo un’occhiata su che cosa succede all’estero dove il dispositivo viene utilizzato da molti anni e dove SANZA offre numerose possibilità di impiego per:
Aumentare il benessere generale grazie a un effetto armonico e rivitalizzante sul corpo
Aumentare le funzioni rigenerative e immunitarie
Disturbi ai dischi intervertebrali
Capsulite adesiva
Artrosi
Fibromialgia
Ulcere cutanee
Colpo della strega
Fratture di ossa
Operazioni (trattamento preventivo/terapia supplementare)
Osteoporosi
Sindrome premestruale (PMS)
Malattie reumatiche
Mal di schiena
Dolori
Si osservano risultati di sperimentazioni che hanno dimostrato in campo odontoiatrico fino al 20% di crescita di tessuto osseo. Si osservano inoltre notevoli miglioramenti di sintomi quali piorree, paradentosi etc. In altri studi sperimentali si osservano risultati quali addirittura un millimetro di crescita del tessuto nervoso ogni 10 giorni !
Coloro che ci hanno seguito negli ultimi anni sono stati progressivamente informati sulle varie scoperte in America, Europa, Russia e nell’estremo oriente della cosiddetta “Medicina Quantistica” . Siamo nel campo dei vari dispositivi diagnostici e terapeutici che utilizzano le biofrequenze, i biofotoni, le microcorenti e si osservano d i loro effetti su una miriade di sintomi.
Per esempio sui capillari e la microcircolazione sanguigna (vedi anche piaghe, scottature, piaghe del diabete, vene delle gambe, ulcere, malattie della pelle, suture di ferite e recupero veloce dei tessuti feriti etc. ) e sulla rivitalizzazione e ricrescita della struttura ossea (per esempio le anche e i femori degli anziani, ma anche i denti, etc.).
Ancora interessanti applicazioni sulle terapie del dolore, la detossificazione e la basificazione dell’organismo, oppure per rinforzare e rigenerare le cellule degli sportivi professionisti (il Dr. Pichler ha seguito con i suoi dispositivi diversi campioni medagliati alle ultime Olimpiadi di Pechino e vari campioni del mondo). Altri effetti sono stati riscontrati in disturbi tipo l’acufene (il tinnito alle orecchie) e nella detossificazione da metalli pesanti, da tossine e dai parassiti ed in molti altri disturbi.
Responsabile della messa a punto del dispositivo è il Dr. Christian Pichler ricercatore sulle biofrequenze fin dagli anni ’70 ed in stretta collaboratorazione clinica con tutte le università austriache (che applicano da anni i suoi protocolli ed utilizzano le sue macchine), l’università di Karlsruhe in Germania, l’università Semmelweiß di Budapest (con i testi scientifici del signor professor Dr. Karoly Bretz in collaborazione con ricercatori russi ed il prestigioso Yamamoto Institute ).
Sanza è un disposito medico prodotto medico high-tech prodotto dalla ditta tedesca Santerra, certificato in tutto il territorio della Comunità Europea (vedi certificati in calce), composto da diversi accessori in grado di combinare in modo velocizzato diverse terapie preziose con dei costi molto contenuti. Si tratta di una stazione di terapia che combina le seguenti forme di terapia:
1. MFT classica = segnali e frequenze impostabili liberamente,
2. ePST = particolarmente per le articolazioni,
3. MRT = Terapia a risonanza magnetica a bassa intensità, Terapia di regolazione
4. Hüllkurven = Campo di forze controllato, che con 2 generatori di frequenza,
5. Biofotoni = Raggio biolaser, fornisce subito energia al tessuto carente, che è utilizzata per la formazione di energia nella cellula (ATP) e avvia subito la fase di rigenerazione. Collegabile con Hüllkurven.
6. BFS = Microcorrente in una composizione particolare di frequenza, frequenze per depurazione del sangue, attivazione delle cellule immunitarie, frequenze di sistema. per l‘armonizzazione delle energie corporee.
Chi è interessato a provare gratuitamente i dispositivi che sono semplici da usare e tutti certificati per l’uso familiare può scrivere a info@movimentosereno.it e/o rivolgersi ai Punti Sereni per ulteriori informazioni. E’ una bella occasione per chi è interessato al funzionamento delle migliori macchine esistenti oggi al mondo in questo settore, per chi è interessato alle ultime scoperte sulle biofrequenze e a tutto ciò che serve sapere alle persone che vogliano utilizzare questo tipo di dispositivi certificati e/o vogliano impegnarsi nell’attività di diffusione di questi dispositivi presso il mondo medico, gli ospedali e/o nelle famiglie.
Ci teniamo a sottolineare quantunque che per ogni guarigione è fondamentale affrontare e comprendere il significato spirituale e psichico della malattia, in modo tale che chi utilizzi questi dispositivi non ne diventi dipendente ed attui uno stile di vita incurante, tanto poi demanda al dispositivo la soluzione di ogni disarmonia e la cura di qualsiasi sintomo, considerato che sostanzialmente si tratta di un potente rigeneratore cellulare.
L’obiettivo della macchina è quello di rigenerare le cellule.
UNA VOLTA RIGENERATE sono le cellule stesse, attraverso il loro innato meccanismo di autoguarigione, ad essere protagoniste dei processi di guarigione (e non la macchina!).
Quindi la macchina può essere utilizzata per qualsiasi cosa, perchè lavora solo sul processo di rigenerazione ed riequilibrio cellulare. Ma non è la macchina a guarire, bensì il corpo stesso che si autoguarisce, grazie ai processi che la macchina ha aiutato ad attivare.
Anche se non si dovesse arrivare alla guarigione completa della singola malattia (che come sai dipende sempre principalmente dai nostri pensieri, cioè dai processi che avvengono a livello spirituale) l’eliminazione dei parassiti e dei patogeni, la detossificazione e basificazione delle cellule, il riequilibrio del sistema immunitario, la riattivazione del microcircolo sono comunque molto utili all’organismo ed alla base di una serie di successivi processi a cascata (che però è il corpo a gestire, non la macchina!).
Riteniamo saggio quanto espresso a questo proposito da un medico che utilizza da molti anni questo tipo di stimolazione:
“Quando prescrivo al paziente una macchina così potente, consiglio e faccio in modo che se ne distacchi il prima possibile in modo che questo oggetto non diventi una nuovo fattore di dipendenza. Una volta superato il momento critico della malattia e del dolore, Occorre occuparsi piuttosto della propria crescita ed evoluzione personale in modo naturale e graduale.
Capisco l’utilizzo costante da parte di un adulto di questo dispositivo nel caso dei grandi campioni sportivi, ma ciò vale esclusivamente per motivi di natura economica (una carriera di una star prolungata di qualche stagione significa miliardi di euro sia per sè che per il team in cui gioca…!).
Per gli altri adulti consiglio di utilizzare il dispositivo come un aiuto momentaneo: quando nella vita inizia una salita dura, può servire una piccola spinta iniziale oppure nei momenti più duri. Sanza èm un’ottima assistenza nei periodi di grande difficoltà per dare una mano all’organismo, in speciali periodi transitori e/o di particolare stress (per esempio va bene per accelerare il recupero dopo un ricovero ospedaliero o anche per detossificarsi più velocemente dopo una cura farmacologica. Infine Quando entrano in gioco cause di tipo straordinario e/o impossibilità per cause di forza maggiore (periodi intensi di iperattività, stress prolungati e particolari e/o di viaggi durante i quali è impossibile accedere alle cure naturali, nutrirsi, muoversi, riposare correttamente.
Quanto sopra vale per gli adulti, mentre per gli anziani che quasi sempre si trovano in situazione di rigidità, specie i più anziani, sono molto più indulgente e consento l’uso della macchina anche permanentemente, osservando notevoli miglioramenti, anche nell’umore. Gli anziani presentano di norma tessuti usurati, per cui Sanza è ottima per riattivare il microcircolo, per aiutare l’invertimento dell’invecchiamento dei tessuti ed in particolare del sistema cardiovascolare. Ancora per aiutare a tenere pulito il sangue ed riattivare il sistema immunitario, ormai debilitato dall’età e dall’acidosi dovuta allo stile di vita squilibrato dei più. Una buona ripulita al sangue e al linfatico fanno sempre un gran bene e sono sempre molto salutari.
Ancora più utile ritengo la Sanza per quei bimbi, che incolpevoli si trovano a vivere in un ambiente devastante e dai forti condizionamenti. Per non parlare del tasso di inquinamento pazzesco (pensa che quelli che mangiano peggio in Italia sono i bimbi dell’asilo e delle alimentari nelle mense scolastiche!…). E sia chiaro che per inquinamento non intendiamo solo quello fisiologico: vivere in un ambiente familiare/scolastico dove non si viene allenati al perdono, ma alla competizione ed ad ogni tipo di condizionamento, specie quello dei mass media, è ben più inquinante.
Vivere in un ambiente stressante è un altro caso che mi spinge a consigliare un uso costante della macchina fino a quando non si riesce a togliere la fonte di stress : lo stress è la principale causa di acidosi del nostro organismo!
Infine serve un’ultima precisazione molto puntuale: attenzione, in realtà la macchina non cura nulla! Nessun tipo di malattia. Si limita a rigenerare le cellule attraverso un processo che le pone in risonanza con la loro corretta frequenza vitale: in realtà sono poi le cellule che fanno tutto (non la macchina!)… cioè è il corpo, così rivitalizzato, che attiva ed utilizza i naturali processi di autoguarigione. Insomma si guarisce da solo!
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Importante! Bere sempre molta acqua pura prima e dopo ogni terapia per agevolare l’espulsione delle tossine rimosse dalle cellule!
Questo è sito della Ditta produttrice Santerra: clicca qui.
VIDEO sugli effetti di Sanza sulla “PULIZIA E DETOSSIFICAZIONE DEL SANGUE” (Gli inviluppi sanza determinano lo scioglimento delle cosiddette “pile di monete” e con esso un miglioramento nell’ossigenazione e nella fluidità del sangue. Le biofrequenze stimolano l’attività e il movimento proprio dei globuli bianchi e di conseguenza anche le difese immunitarie dell’organismo).
Descrizione del contenuto del video: Prima parte con diagnosi in vitro del sangue (sotto il microscopio):
I globuli rossi (RBC) hanno una tensione inferiore alla membrana cellulare (che non è -90 mV, come dovrebbe essere nel caso di cellule sane e vitali!). Il sangue mostra in superficie troppo poca attività per legarsi all’ossigeno. I globuli bianchi (cellule immunitarie) sono immobili e non funzionano.
Seconda parte: Ora il sangue (sul vetrino) è stimolato con Biofrequenzstrom (Zapper) .
Già dopo dopo 5 secondi le cellule immunitarie (entrano in risonanza con le frequenze salutari inviati dal dispositivo e… ) cominciano a reagire e a muoversi (il movimento è vita!): ritornano a fare il loro lavoro diligente e far funzionare il sistema immunitario, così l’organismo torna a rendendoci appunto immuni dalle malattie.
Terza parte: In altre buste supplementari di sangue dopo circa 10 secondi torma ad esserci di nuovo tanto stress sulla superficie cellulare dei globuli rossi, che tornano a respingersi e a nuotare liberamente nel plasma. Poi il globulo rosso può trasportare più ossigeno. Un attacco delle cellule immunitarie – soldati bianchi (granulociti neutrofili) nei confronti di batteri: si ricostituisce da lì molto bene l’attività immunitaria. Dopo un breve tempo vediamo gli eritrociti dinamici.
Quarta parte Sperimentazione dal vivo: Ora le Biofrequenzstrom sono applicate direttamente sul volontario e possiamo vedere gli efetti nel sangue. Rispetto alla parte 1, non si vede più una sola aggregazione dei globuli rossi. La terapia Sanza è efficace sia in vitro e in vivo su globuli rossi e bianchi.
ALTRI ARTICOLI SUI CAMPI ELETTROMAGNETICI EFFETTIVI (e-CEMP):
Klinische Wirksamkeiten der Magnetfeldtherapie – eine Übersicht. Universitätsklinik für Physikalische Medizin und Rehabilitation – Wien PMID 10897384
Wolsko PM et al.: “Double-blind placebo-controlled trial of static magnets for the treatment of osteoarthritis of the knee: results of a pilot study”. Altern Ther Health Med (2004) 10:36-43. PMID 15055092.
Reeser JC et al.: “Static magnetic fields neither prevent nor diminish symptoms and signs of delayed onset muscle soreness”. Arch Phys Med Rehabil (2005) 86:565-70. PMID 15759245.
Eccles NK: “A critical review of randomized controlled trials of static magnets for pain relief”. J Altern Complement Med (2005) 11:495-509. PMID 15992236.
VIDEO1: esempio di filmati presenti in youtube con microscopio in campo oscuro sugli effetti dei dispositivi cemp sul sangue.
VIDEO 2: altro esempio presenti in youtube di filmati con microscopio in campo oscuro sugli effetti dei dispositivi cemp sul microcircolo.
VIDEO 3: esempio di filmati presenti in youtube con microscopio in campo oscuro sui meccanismi di formazione endogena dei parassiti (vedi il ruolo e l’azione dei simbionti, già visibili nel video 1 e forma terminale primitiva ed energia primaria vitale degli esseri viventi) e su cui hanno effetto i cemp associati alle microcorrenti Sanza, attualmente comprese in 8 chips così suddivisi tra:
1. Sistema cardiocircolatorio e linfatico,
2. Dolore e disintossicazione organi emuntori,
3. Infezioni,
4. Infiammazioni,
5. Cavo orale, denti ed ossa,
6. Urogenitale,
7- Burn out (stress),
8. neurologico).
1. intensità (di emissione) energetica, flusso di energia emessa da una sorgente per unità di angolo solido, misurata in watt/steradiante;
2. intensità di emissione specifica o lambdica, flusso energetico emesso in un intervallo λ di lunghezza d’onda λ molto piccolo, riferito a tale intervallo, misurato in watt/steradiante∤metro;
3. intensità (di emissione)luminosa, flusso luminoso emesso da una sorgente per unità di angolo solido, misurato in candele;
4. intensità (di emissione)luminosa specifica o lambdica, intensità luminosa emessa in un intervallo di lunghezza d’onda molto piccolo, misurata in lumen/metro e riferita a tale intervallo.
Nel caso della propagazione di onde, elettromagnetiche o elastiche, l’intensità dell’onda, in un dato punto dello spazio, è l’energia trasportata dall’onda, che attraversa l’unità di area di una piccola superficie sulla quale vi è il punto considerato, nell’unità di tempo; si misura in W/m².
Nel caso di un’onda elettromagnetica, l’intensità dell’onda, come grandezza scalare, è data dal prodotto EH dell’intensità del campo elettrico E per l’intensità del campo magnetico H; come grandezza vettoriale è data dal vettore di Poynting P=E∧H diretto secondo la direzione della velocità di propagazione. Nel caso di un’onda elastica in un mezzo qualunque l’intensità dell’onda è data da I=mvcu² dove mv è la massa volumica del mezzo, c la velocità di propagazione, u la velocità di spostamento delle particelle vibranti.
Nel caso particolare di un’onda sonora in un fluido l’intensità dell’onda, detta anche intensità sonora, è data anche dal prodotto p ∤ u della pressione sonora p per la velocità di spostamento u.
Quali frequenze vediamo , udiamo, percepiamo con il tatto (calore)?
Noi possiamo udire, vedere e sentire il calore di parti diverse dello spettro e comunque solo di una piccola parte dello spettro.
LE ONDE LUMINOSE ( BIOFOTONI )
Ecco la parte delle onde visibili. Sono frequenze tra 430 e 750 THz (Terahertz)
… oppure ecco le stesse onde visibili la cui unità di misura in questo caso è il relazione alla lunghezza d’onda, invece che in Hertz, quindi con unità di misura in nm (nanometri).
(più è bassa la frequenza, più è lunga l’onda. Più è alta la frequenza più l’onda è corta).
LA LUNGHEZZA D’ONDA DEI VARI COLORI (misurati in micron):
La scala della misura delle frequenze di luce (dei colori).
Al crescere della frequenza, diminuisce la lunghezza d’onda. (più è bassa la frequenza, più è lunga l’onda. Più è alta la frequenza più l’onda è corta).
Ulteriore schema di chiarimento della corrispondenza tra frequenza e lunghezza d’onda.
In particolare per gli infrarossi :
Gli infrarossi vanno dai 0.78 micron fino a 1.000 microni di lunghezza d’onda.
Gli Infrarossi lontani o lunghi (far infrared) vanno da 3 a 55 microni.
Nei pannelli da riscaldamento si usano da 6 a 10 micron.
La lunghezza d’onda compresa tra 4 e 14 micron è una delle radiazioni infrarosse lunghe più benefiche in assoluto per gli organismi viventi, chiamate anche bio-infrarossi, che vengono assorbite dal corpo e che agiscono in maniera diretta sul benessere.
< 700 nm (0,7 µm) = luce visibile
> 1 mm = microonde
Un ulteriore sistema pratico, sviluppato nell’ambito dell’industria delle telecomunicazioni, suddivide in bande molto strette la regione del vicino infrarosso interessante per la trasmissione a mezzo fibra ottica.
Un micrometro, cioè 1 micron equivale a 1 000 nanometri (nm).
Nelle lunghezze d’onda adiacenti a quelle visibili fino ad un paio di micron i fenomeni associati sono essenzialmente assimilabili a quelli della luce, anche se la risposta dei materiali alla luce visibile non è per nulla indicativa di quella alla luce infrarossa.
(micron = micrometro o milionesimo di metro) (cioè millesimo di millimetro). (Ovvero: 1 µm = 1 × 10−6m. ) Un micrometro, cioè 1 micron equivale a 1 000 nanometri (nm).
Gli infrarossi vanno dai 0.78 micron fino a 1.000 microni.
Gli Infrarossi lontani o lunghi (far infrared) vanno da 3 a 55 microni.
Anche la radiazione termica è in gran parte non visibile:
Questo invece è lo spettro delle frequenze AUDIO:
La frequenze da 20 Hz a 20 Khz rappresentano tutta la gamma delle frequenze udibili dall’orecchio umano circa, ovviamente in base alla qualità dell’udito di un’individuo questa gamma può cambiare.
Approssimativamente:
20 hz – 500 hz Note di un basso- cassa di batteria (Basse)
500 hz – 2 khz Medie, voce parlata, chitarra ritmica (Medio-basse– Medie)
2 khz – 8 khz suoni vocali più squillanti (Medio-Alte, Alte)
8 Khz – 16 Khz suoni brillanti tipo i piatti più taglienti della batteria (Alte ed oltre)
Ecco un video in youtube dove potete testare il vostro udito (…io comincio a sentire dai 40 Hz in su)
Tabella dello spettro di frequenza audio
Nome
Range
Estensione (ottave)
Commenti
Frequenze subsoniche
1Hz-20Hz
4
Non sono udibili dall’orecchio umano. Sono generate per esempio dai terremoti o dai grossi organi a canne delle chiese.
Bassissime frequenze
20Hz-40Hz
1
è l’ottava più bassa udibile dall’orecchio. Cadono in questa zona le armoniche più basse della cassa della batteria e le note basse del pianoforte nonché il rumore di tuono e quello dell’aria condizionata.
Basse frequenze
40Hz-160Hz
2
Quasi tutte le basse frequenze della musica cadono in questa zona.
Frequenze medio-basse
160Hz-315Hz
1
Cade in questa zona il Do centrale del pianoforte (261Hz). Questa zona contiene molte delle informazioni del segnale sonoro che può essere pesantemente alterato con una sbagliata equalizzazione.
Frequenze medie
315Hz-2.5KHz
3
L’orecchio è sensibile a questa zona. Questa banda, se presa singolarmente, restituisce un suono di qualità simile a quella telefonica.
Frequenze medio-alte
2.5KHz-5KHz
1
In questa zona la curva isofonica [Curve isofoniche ] ha il suo picco maggiore dunque è la zona in cui l’orecchio è più sensibile. Equalizzare uno strumento in questa zona ne aumenta la presenza nel mix facendolo risultare di primo piano rispetto agli altri (vale anche il trucco opposto, se volete nascondere una voce stonata che proprio non potete eliminare perché il cantante è un raccomandato, levategli le frequenze a 3KHz e annegatela nel riverbero, diventerà una presenza lontana, quasi metafisica!).
Frequenze alte
5KHz-10KHz
1
è la zona che ci fa percepire la brillantezza anche perché contiene molte delle armoniche delle note generate nelle fasce precedenti. Il tasso di energia acustica contenuta in questa zona è molto basso. Troviamo in questa zona alcune consonanti come la ‘s’, la ‘t’ e la ‘c’.
Frequenze molto alte
10KHz-20KHz
1
Ancora meno energia acustica in questa zona. Sono presenti solo le armoniche più alte di alcuni strumenti. Tuttavia eliminando questa (per esempio con un equalizzatore) banda un mix, diventerebbe ‘opaco’.
DIFFERENZA CAMPO ELETTRICO-CAMPOELETTROMAGNETICO
Un campo elettrico è una regione di spazio dove si manifestano forze sulle cariche elettriche, dando possibilmente origine, se le cariche sono libere di muoversi, a correnti elettriche.
Un campo magnetico è una regione di spazio dove si manifestano forze sui dipoli magnetici e sulle correnti elettriche; anche il campo magnetico è in grado di generare correnti nei materiali conduttori, poiché determina in essi un campo elettrico indotto.
Le onde elettromagnetiche sono una forma di propagazione dell’energia nello spazio e, a differenza delle onde meccaniche (es. onde sonore) per le quali c’è bisogno di un mezzo, si possono propagare anche nel vuoto. Il campo elettrico (E) e il campo magnetico (H) oscillano perpendicolarmente alla direzione dell’onda e la velocità di propagazione dell’onda elettromagnetica è pari alla velocità della luce e cioè a 300.000 km/s. Ogni onda elettromagnetica è definita dalla sua frequenza che a sua volta rappresenta il numero delle oscillazioni compiute in un secondo dall’onda e si misura in cicli al secondo o Hertz (Hz) e maggiore è la frequenza di un’onda, maggiore è l’energia da essa trasportata.
L’insieme di tutte le possibili onde elettromagnetiche, al variare della frequenza, viene chiamato spettro elettromagnetico e in relazione alle frequenze esso può essere così suddiviso:
Disgiuntori:
Nelle camere da letto è consigliabile l’installazione di un disgiuntore di corrente.
Questo dispositivo disalimenta, annullando la tensione elettrica, tutte le apparecchiature o le prese collegate, quando non sono in funzione. Il potenziale elettrico viene ripristinato allorquando si infila la spina o si accende l’apparecchio. Viene, in questo modo, evitata la produzione di campi elettrici e magnetici quando gli apparecchi non sono in funzione. Per l’applicazione di questo tipo di protezione, la zona in questione deve possedere un’alimentazione propria.
In generale, è evidente, quindi, che sveglie elettriche, radiosveglie e qualsiasi altra apparecchiatura che necessita di un’alimentazione permanente non può essere presente in tali luoghi ed alla luce delle situazioni prospettate è importante, onde evitare di incorrere in errori banali, chiedere la consulenza di un esperto che realmente inquadri la situazione di inquinamento elettromagnetico e consigli le più idonee contromisure, garantendo, al tempo stesso, l’efficacia tecnico-economica delle soluzioni adottate.
Ricapitoliamo le principali frequenze che hanno effetto sul corpo umano:
Lo spettro può essere diviso ancora in due regioni a seconda che l’energia trasportata dalle onde elettromagnetiche sia o meno sufficiente a ionizzare gli atomi, cioè a strappar loro gli elettroni e quindi a rompere i legami atomici che tengono unite le molecole nelle cellule: – radiazioni ionizzanti IR – Le radiazioni ionizzanti possono alterare i legami chimici delle molecole organiche e coprono la parte dello spettro dalla luce ultravioletta ai raggi gamma ed hanno frequenze superiori ai 10 milioni di Hz (10 GHz) – radiazioni non ionizzanti NIR – Le radiazioni non ionizzanti comprendono le frequenze fino alla luce visibile e non possono alterare i legami chimici delle molecole organiche.
Quando si parla di inquinamento elettromagnetico ci si riferisce alle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti con frequenza inferiore a quella della luce infrarossa.
In relazione ai possibili effetti delle onde sugli organismi viventi, si possono suddividere le radiazioni non ionizzanti in due gruppi di frequenze:
Frequenze estremamente basse
ELF (Extremely Low Frequencies)
0 Hz– 300 Hz
Linee elettriche, elettrodomestici,etc.
Radiofrequenze
RF
300 Hz – 300 GHz
Cellulari, ripetitori radioTv, forni a microonde,etc
Ai questi due gruppi di frequenze sono associati diversi meccanismi di interazione con la materia vivente e diversi rischi potenziali per la salute umana e in particolare si può affermare che campi ad alta frequenza(RF) cedono energia ai tessuti sotto forma di riscaldamento mentre i campi a bassa frequenza (ELF) inducono invece delle correnti nel corpo umano.
La gamma delle onde radio è convenzionalmente suddivisa nelle seguenti bande:
Trasmissioni satellitari (onde submillimetriche o banda submillimetrica 300 GHz 3 THz) e radioamatoriali
LE SORGENTI DI CAMPI ELETTROMAGNETICI
Le principali sorgenti di campi elettromagnetici che interessano gli ambienti di vita possono essere suddivise in base alle frequenze a cui operano.
Generano campi a bassa frequenza:
– le linee di distribuzione della corrente elettrica ad alta, media e bassa tensione (elettrodotti);
– gli elettrodomestici e i dispositivi elettrici in genere.
Generano campi ad alta frequenza:
– gli impianti di telecomunicazione (impianti radiotelevisivi, stazioni radio-base, telefoni cellulari….);
– forni a microonde, apparati per saldatura e incollaggio a microonde, etc.
I campi elettromagnetici inoltre vengono inoltre usati sempre più frequentemente in medicina a scopo diagnostico o terapeutico quali ad esempio la risonanza magnetica nucleare, la radarterapia, la marconiterapia, la magnetoterapia, ecc…
Campo Elettromagnetico ad Alta Frequenza – AF
Campo Elettromagnetico a Bassa Frequenza – BF
Forni a microonde
Trazione elettrica Ferroviaria
Impianti di allarme edifici
Linee elettriche ad alta tensione
Impianti di allarme aeroporti
Trasformatori
Rilevatori di metalli
Quadri elettrici domestici
Trasmettitori radio televisivi
Scaldabagno elettrico
Onde lunghe e medie
Coperte elettriche
Onde corte
Elettrodomestici per la cucina
UKW; VHF – TV; UHF – TV
Apparecchi per il bricolage
Televisori
Televisori
Computer
Computer
Macchine industriali per riscaldamento
Macchine industriali per riscaldamento
Macchine industriali per saldatura
Macchine industriali per saldatura
Macchine industriali per indurimento
Macchine industriali per indurimento
Saldatura
Saldatura
Vulcanizzazione
Vulcanizzazione
Essiccamento dielettrico
Essiccamento dielettrico
Trasmettitori per CB
Produzione dell’alluminio
Telefoni cellulari (TACS GSM)
Elettrolisi del cloro
Radiotelefoni, Telefoni senza fili, Interfoni
Impianti radar
Apparecchi per magnetoterapia
Apparecchi per redioterapia
Apparecchi per Ipertermia
Apparecchi per Marconiterapia
LE SORGENTI DOMESTICHE DEI CAMPI ELF
Negli ambienti di vita e di lavoro, tutti gli apparecchi alimentati con l’energia elettrica sono sorgenti di campi elettrici e magnetici ELF.
Il campo elettrico è sempre presente negli ambienti domestici indipendentemente dal funzionamento degli elettrodomestici. Il campo magnetico invece si produce solamente quando gli apparecchi vengono messi in funzione ed in essi circola corrente.
A. Spina non allacciata; solo campo elettrico generato dalla presa sotto tensione.
B. Spina attaccata, ma interruttore spento; il campo elettrico si estende anche alla lampada.
C. Interruttore acceso; il passaggio di corrente necessaria all’accensione della lampadina genera il campo magnetico.
I campi generati dagli apparecchi domestici sono localizzati in vicinanza della sorgente e quindi interessano solitamente zone parziali del corpo. L’intensità dei campi è molto variabile a seconda del tipo di elettrodomestico, della sua potenza, della condizione di funzionamento.
Nelle due tabelle che seguono sono riportati rispettivamente i valori indicatividei campi elettrici e magnetici generati da alcuni elettrodomestici ed il valore del campo magnetico generato da alcuni elettrodomestici a diverse distanze dal corpo
Alcuni esempi di intensità di campo.
Oggetto della misura
Campo elettrico
Campo magnetico
Rasoio elettrico
30 V/m
100 m T
Spazzolino elettrico
50 V/m
90 m T
Frullatore
80 V/m
70 m T
Aspirapolvere (a 10 cm)
50 V/m
60 m T
Asciugacapelli in funzione
20 V/m
20 m T
Asciugacapelli collegato
80 V/m
20 m T
Macchina da scrivere
3 V/m
10 m T
Radio
100 V/m
8 m T
Tubo a fluorescenza
–
8 m T
Lavatrice (sui comandi)
100 V/m
5 m T
Ventilatore
1 V/m
1 m T
Ferro da stiro
60 V/m
4 m T
Lampadina (100 w a 10 cm)
60 V/m
3 m T
Fotocopiatrice in funzione
80 V/m
2 m T
Fotocopiatrice accesa
1 V/m
1 m T
Frigorifero (motore)
–
2 m T
Registratore (10 cm)
90 V/m
1.5 m T
Televisore (comandi)
120 V/m
1.1 m T
Giradischi
100 V/m
1 m T
Telefono
8 V/m
50 nT
Interruttore (10 cm)
50 V/m
30 nT
Spina (non funzionante)
60 V/m
–
Alcuni esempi di intensità di campo al variare della distanza ( valori in microtesla (µT) )
A ridosso
10 cm
20cm
30cm
Asciugacapelli
40÷100
40
5
1,5
Aspiratore
2÷235
20
7
3
Frullatore
50÷230
14
3,5
1,5
Ventilatore
30÷50
2,9
0,4
0,15
Lampada ad incandescenza
60
3,8
0,85
0,27
Radio registratore
0,3÷15
2
0,8
0,4
Coperta elettrica
0,4÷2,3
0,25
0,18
0,13
Televisore 14″
2÷7
2,5
1
0,5
Rasoio
50÷1300
20
5
1,7
Lavatrice
0,1÷27,5
12,6
10
7,2
Lavastoviglie
0,3÷3,4
0,2
0,11
0,1
Frigorifero
0,5÷1,7
1,5
1
0,25
CAMPI ELETTROMAGNETICI E SALUTE
Gli effetti biologici provocati da radiofrequenze e microonde vengono comunemente suddivisi in:
– effetti termici : imputabili alla trasformazione di energia e.m. in calore.
– effetti non termici : costituiti da alterazioni biologiche in assenza di effetti termici apprezzabili.
Gli effetti dei campi elettromagnetici a diverse frequenze
Le radiazioni non ionizzanti (NIR) appartengono a quella parte dello spettro elettromagnetico in cui l’energia fotonica è troppo bassa per rompere i legami atomici e comprendono la radiazione ultravioletta (UV), la luce visibile, la radiazione infrarossa, i campi a radiofrequenze e microonde, i campi a frequenza estremamente bassa (ELF) ed i campi elettrici e magnetici statici.
In particolare, soprattutto con riferimento ai possibili effetti biologici e quindi agli studi effettuati, si distinguono i campi a radiofrequenza e vengono distinti in tre categorie: a) a frequenza estremamente bassa (50-60 Hz, quelli associati agli elettrodotti) b) ad alta frequenza (generalmente sui 300 MHz)
c) campi a radiofrequenza emessi dai sistemi di telefonia mobile (da poco meno di 1 GHz e oltre).
Campi a radio frequenza RF a frequenza superiore ad 1 MHz: sono facilmente assorbiti e l’assorbimento diminuisce all’aumentare della frequenza. Esposizioni intense e prolungate nel tempo possono essere molto gravi, soprattutto per organi poco vascolarizzati. Alcuni studi indicherebbero, per campi troppo bassi per causare riscaldamento, danni quali cancro e perdita di memoria. La profondità di penetrazione dei campi RF nei tessuti dipende dalla frequenza e diminuisce a quelle più alte.
Campi RF a frequenza inferiore ad 1 MHz: inducono più che altro cariche e correnti elettriche che possono creare stimoli nei nervi e nei muscoli.
Campi elettrici e magnetici ad ELF: agiscono sui sistemi biologici producendo l’induzione di cariche e correnti.
Campi elettrici: in genere il corpo umano presenta una buona schermatura rispetto ad un campo elettrico esterno, intensità molto elevate possono determinare vibrazioni di peli cutanei.
Campi magnetici: penetrano facilmente nel corpo umano senza attenuarsi dando luogo alla circolazione di correnti elettriche molto intense.
Campi elettrici e magnetici quasi statici: alle basse frequenze le dimensioni degli oggetti coinvolti e le reciproche distanze sono molto piccole rispetto alle lunghezze d’onda, per cui campo elettrico e campo magnetico si comportano come grandezze indipendenti tra loro, quindi la trattazione è equivalente a quella dei campi statici.
Campi elettrici e magnetici statici: non penetrano nel corpo, sono facilmente schermabili, possono determinare vibrazione dei peli cutanei. Non sembrano essere nocivi per la salute se non per le scariche elettriche in presenza di forti campi. Ad alte intensità si manifestano alterazioni del flusso del sangue e modificazioni dei normali impulsi nervosi.
Distanze minime da sorgenti CEM ad alta frequenza.
Sorgente di radiazioni
Potenza
Distanza raccomandata
Trasmettitore TV banda IV/V
100 KW
45 m
Trasmettitore radiofonico a onde ultracorte
500 W
9.5 m
Stazione centrale rete D (digitale)
8 canali a 50 W
4.76 m
Antenna radiorientabile 13 GHz
0.5 W
1.78 m
Stazione radiofonica rete C (analogica)
23 canali a 8 W
1.78 m
Forno a microonde
600 W
0.25 m
Telefoni cellulari
FREQUENZA
POTENZA MASSIMA
DISTANZA MINIMA
450 MHz analogico
Fino a 0.5 w
Fino a 1 w
Fino a 5 w
Fino a 20 w
Nessuna distanza
Circa 4 cm
Circa 20 cm
Circa 40 cm
900 MHz analogico
Fino a 0.5 w
Fino a 1 w
Fino a 5 w
Fino a 20 w
Nessuna distanza
Circa 5 cm
Circa 25 cm
Circa 50 cm
900 MHz digitale (GSM)
Fino a 2 w
Fino a 4 w
Fino a 8 w
Fino a 20 w
Nessuna distanza
Circa 3 cm
Circa 3 cm
Circa 8 cm
1800 MHz digitale (DCS 1800)
Fino a 1 w
Fino a 2 w
Fino a 8 w
Fino a 20 w
Nessuna distanza
Circa 3 cm
Circa 7 cm
Circa 12 cm
Prodotto o impianto
Elettronico
Disturbi alla salute indotti o incrementati
Rimedi
Coperte elettriche
Disturbi del sonno, emicranie, fobie, disturbi delle funzioni cardiache, depressione, irritabilità, rischi per il feto o per la partoriente
Utilizzare la coperta per scaldare il letto e staccare poi la spina al momento di coricarsi
Lampade ad incandescenza
Cefalee, rischio di tumore al cervello, disturbi alla vista, difficoltà di concentrazioni, astenia, irritabilità, impotenza
Distanza minima consigliata 1.5 m. Non utilizzare per quanto possibile, lmpade ad incandescenza
Forni a microonde
Carenze visive, immunodeficienza, rischi per la gestante ed il feto, rischio di neoplasie
Distanza minima dall’apparecchio in funzione: 2 metri
Radiosveglia elettrica
Problemi di insonnia, alterazione del ritmo cardiaco, rischio di neoplasie cerebrali, cefalee mattutine
Distanza minima 1.5 metri. Utilizzare sveglia a batteria
Linee ad alta, media, bassa tensione
Insonnia, mal di testa, irritabilità, rischi per la gestante ed il feto, fobie, rischi di tumori solidi e liquidi, alterazione del ritmo cardiaco, depressione, formicolii
E’ necessario un rilevamento specifico per determinare i possibili rischi, e i rimedi conseguenti
Televisori
Cefalea, ansia, disturbi visivi
Distanza minima: 2 m
Telefoni cellulari, walkie-talkie, telefoni senza fili
Possibili lesioni cerebrali, disturbi visivi, cateratta, alterazioni metaboliche e comportamentali
Mantenere la distanza più grande possibile dall’antenna, telefonate brevi
Computer, macchine da scrivere elettriche
Cefalee, problemi gastrici, rischio per le gestanti e il feto, neoplasie gastroenteriche, difficoltà di concentrazione, depressione, alterazioni ormonali, allergie, disturbi visivi
Distanza il più possibile elevata, osservare pause orarie, usare schermi a bassa emissione
Materasso ad riscaldabile
Insonnia, mal di testa, tremore, alterazione delle funzioni cardiache, irascibilità, astenia, depressione, fobie
Riscaldare il materasso prima di coricarsi e poi staccare la spina
Macchine da cucina, ferri da stiro, macchina da cucire
Disturbi del sistema nervoso, alterazioni cardiache, disturbi intestinali, vertigine, fobie e depressione
Utilizzare apparecchiature dotate di messa a terra, fare molte pause e al termine dell’utilizzo staccare la spina
Lampade alogene
Rischi di leucemie e tumori cerebrali, immunodeficienze, disturbi alla vista
Ansia, cefalee mattutine, insonnia, fobie, depressione, alterazioni del ritmo cardiaco
Distanza minima. Amche dal cavo di corrente 1.5 m
Trasformatori ad alta tensione, cavi elettrici sottorranei salvavita
Insonnia, mal di testa, disturbi del sistema nervoso, formicolii, disturbi cardiaci, astenia disturbi comportamentali, difficoltà di concentrazione
E’ necessario un rilevamento specifico per determinare i possibili rischi e i rimedi conseguenti
Babyphon
Distanza minima 2 metri, limitare l’uso di questi apparecchi
Lampade da scrivania o comodino
Cefalee, disturbi nervosi, difficoltà di concentrazione
Utilizzare solo lampade dotate di messa a terra
Le frequenze ELF ( EXTREMELY LOW FREQUENCIES) (= Le Onde lunghissime).
In questo intervallo come già detto sono comprese onde radio che si propagano anche nell’acqua fino a una profondità che va dai 10 ai 40 metri, in funzione della frequenza e della salinità dell’acqua. Per questo motivo le onde VLF sono utilizzate per comunicare con i sottomarini vicini alla superficie, mentre per battelli situati a profondità maggiori si impiegano le ELF (Extremely low frequency), onde radio ancora più lunghe e con frequenza compresa tra 3 e 30 Hz, cui corrispondono lunghezze d’onda tra i 100 000 e i 10 000 km.
ELF sono anche le Frequenze di 50 e 60 Hz che vengono anche utilizzate dalle reti elettriche, ma quello che è dannoso come abbiamo visto è principalmente la tensione.
I principali sistemi elettrici usati nel mondo, in relazione alla distribuzione di bassa tensione sono due, con le seguenti principali caratteristiche:
110-120 V, con frequenza 60 Hz (in generale nell’America del Nord e Centrale, e in Giappone dell’ovest)
220-240 V, con frequenza 50 Hz (in generale nel resto del mondo, con alcune eccezioni)
Direttamente al di sotto delle linee i campi sono molto più intensi.
Le linee ad altissima tensione (tra i 220 e i 380 kV) sono dalle centrali elettriche fino alle stazioni ricevitrici alle porte delle città o dei distretti di distribuzione. Qui enormi autotrasformatori (con potenze che vanno dai 100 ai 400 MVA) riducono la tensione secondo le esigenze della distribuzione primaria, con tensioni che possono essere di 150, 132 o 60 kV; attraverso elettrodotti aerei o in cavo (con isolamento a olio o in gomma etilenpropilenica EPR) l’energia elettrica giunge negli impianti di trasformazione AT/MT (alta tensione / media tensione), denominati cabine primarie, dove, con trasformatori di potenza compresa tra i 10 e i 60 MVA, viene ulteriormente abbassata a una tensione che, a seconda dei distributori, può variare tra gli 8,4 kV (come nella rete di Roma) e i 20 kV, per essere immessa poi nella rete elettrica a media tensione. L’elettricità prosegue su elettrodotti minori su tralicci e pali in aree di campagna, oppure in cavi isolati nel sottosuolo urbano, fino alle sottostazioni di media tensione (cabine secondarie). Nelle cabine secondarie di media tensione (MT) altri trasformatori (con potenze comprese tra 50 e 1.000 kVA) riducono la tensione al valore finale di consegna all’utente, in Italia 400 V trifase. Da questo punto fino al contatore dell’utente si può parlare di consegna di energia elettrica, la quale avviene utilizzando cavi isolati e, più raramente e nel caso di località rurali, su linee aeree su palo. La distribuzione dell’energia elettrica prosegue all’interno degli edifici/aziende attraverso gli impianti elettrici privati degli utenti finali per alimentare i vari carichi.L’induzione magnetica al livello del suolo può arrivare fino a diversi microtesla.
I livelli di campo elettrico al di sotto degli elettrodotti possono raggiungere i 10 kV/m. Comunque i campi (sia elettrici sia magnetici) decadono con la distanza dalla linea. A distanze comprese tra 50 e 100 metri le intensità dei campi sono normalmente al livello di quelle che si incontrano lontano dalle linee ad alta tensione. Inoltre, le pareti dell’abitazione riducono sostanzialmente i livelli del campo elettrico rispetto a quelli che si incontrano in aree analoghe, all’esterno delle case. Apparati elettrici in casa Le massime intensità di campo elettrico a potenza industriale si trovano solitamente al di sotto di linee ad alta tensione. Invece, i più intensi campi magnetici a frequenza industriale si trovano nelle immediate vicinanze di motori ed altri dispositivi elettrici, nonché in apparati specialistici come i tomografi a risonanza magnetica utilizzati nella diagnostica per immagini.
In conseguenza della legge di Ohm, la corrente circolante attraverso l’impedenza rappresentata dal corpo è direttamente proporzionale alla tensione applicata. Poiché gli effetti termici e biologici sono determinati essenzialmente dall’intensità di corrente, si ha che latensione elettrica non è un indice diretto della pericolosità dell’elettricità. Una sorgente di tensione elevata ma con limitata riserva di carica oppure impedenza elevata può non costituire un pericolo. È il caso delle scosse elettriche subite a volte scendendo da un’automobile quando l’aria è secca, in cui la tensione creatasi può raggiungere decine di migliaia di volt.
Soglie di pericolosità del campo elettrico
Gli effetti fisiologici del passaggio di una corrente elettrica a frequenza industriale attraverso il corpo umano sono generalmente classificati in base ai seguenti intervalli:
inferiore a 0,5 mA (soglia di percezione): non si ha alcun danno o percezione dolorosa per tempi indefiniti
fino a 10 mA (limite di rilascio): non si hanno effetti pericolosi oltre alla percezione dolorosa, ed è possibile rilasciare la muscolatura;
10-50 mA: non si è in grado di rilasciare i muscoli contratti dalla corrente (tetanizzazione) e la pericolosità della scarica è in funzione del tempo di applicazione;
>50 mA: intensità pericolosa per qualunque durata temporale.
In corrente continua i predetti valori vanno corretti rispettivamente a: 2, 40 e 500 mA.
Sebbene la pericolosità di uno shock elettrico sia definita dall’intensità della corrente elettrica, ai fini pratici si preferisce definire soglie di tensione di rischio. In base alla norma tecnica IEC 60479-1 la soglia di tensione minima considerata pericolosa è di 120 V incorrente continua e 50 V in corrente alternata.
Per tensioni minori, in base alla legge di Ohm, l’impedenza del corpo umano normalmente non permette il passaggio di una intensità di corrente pericolosa.
Per confronto la distribuzione dell’energia elettrica per uso domestico avviene a tensioni di 220-230 V AC in Italia, Europa e altre parti del mondo, ed a 120 V negli Stati Uniti, in Giappone e altre nazioni, ben al di sopra quindi della soglia di pericolosità trattandosi di corrente alternata.
Le Frequenza ELF ( EXTREMELY LOW FREQUENCIES) e l’ENERGIA ELETTRODEBOLE
« Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo »
(The Butterfly Effect, 2004)
Alla base dello schema/tabella sulle frequenze abbiamo visto anche particolari frequenze radio e frequenze usate per il trasporto dell’energia elettrica.
A questa categoria appartengono infine le FREQUENZE FISIOLOGICHE della vita su questo pianeta, a partire dalla frequenza Schumann di 7.83 hertz (circa 8 Hz), la frequenza a cui vibra la Terra.
Anche queste appartengono alla categoria delle VLF (very low frequencies), ma qui entriamo in un mondo diverso, quello della elettrobiologia.
Le frequenze del cervello. Gli 8 Hz rappresentano lo status biologico del nostro dormiveglia. Dunque è un’ottima frequenza per il rilassamento e dunque anche per la detossificazione a ritmo naturale.
Il cervello durante le 24 ore vibra in un intervallo di frequenze tra 1 e 30 Hz.
Puharich in un suo testo definì gli 8 hertz come “la differenza della velocità di fase tra la velocità delle orbite del protone contro quelle dell’elettrone”, sta di fatto che gli 8 Hz possiedono la “stranezza” di poter oltrepassare sia un blocco elettromagnetico di vuoto (gabbia di Faraday) sia un’impenetrabile campo Meisner di un superconduttore. In parole povere, durante una moltitudine di esperimenti, si è scoperto che gli 8 hertz sono in grado di penetrare qualsiasi barriera fisica o energetica, svelando una loro natura di “vettore multidimensionale” non soggetta alla materia del nostro spazio-tempo.
Il corpo umano è composto da circa 100.000 miliardi di cellule, ognuna con propri intervalli di frequenza, quindi quello che si misura è sempre il risultato di un insieme. Cioè più che la frequenza del singolo strumento, quello che conta veramente è la frequenza dell’orchestra, ovvero delle varie orchestre che vibrano in sincronia tra loro. (Ogni organo del corpo emette un proprio CEM di intensità e frequenza diversa a seconda del tipo di organo ma tutti questi CEM sono sincronizzati dal campo del Cuore).
Inoltre avendo la creatura umana un’origine divina, non ancora scientemente esplorata dalla cosiddetta scienza umana che dipende dal livello di evoluzione di un determinato tempo storico, il corpo umano stesso
Il campo elettromagnetico del cuore
Il CUORE umano (ed animale) genera il più ampio Campo ElettroMagnetico del corpo ed ha un proprio cervello separato dagli altri, ma interattivo con essi!
Lo stesso ricercatore Dr.J.Andrew Armour, ha stabilito che il cuore è un organo sensoriale e di un sofisticatocentro di codifica ed elaborazione delle informazioni, con un vasto sistema nervoso intrinseco sufficientemente sofisticato da qualificarsi come un “cervello cuore”. Nel suo libro Neurocardiology, afferma che i nervi che dal cuore arrivano al cervello portano informazioni relative ad ormoni, sostanze chimiche, frequenza, pressione, dolore e sensazioni e riescono a regolare diversi segnali nervosi che dal cervello tornano verso il cuore o vengono inviati ad altri organi.
Quando viene concepito un bambino, il Cuore umano inizia a battere prima che il cervello si sia formato e ciò sembra un “paradosso”, ma non e’ cosi perché il cuore ha un piccolo e proprio “cervello” formato da circa 40.000 cellule nervose, e da esso viene emanato il più ampio CEM (Campo ElettroMagnetico) del corpo.
Il Campo Elettrico del Cuore, che viene misurato dall’elettrocardiogramma (EGC) è all’incirca 60 volte più grande in ampiezza di quello generato dalle onde cerebrali, dei due emisferi cerebrali (cervello nella testa), registrate da un elettroencefalogramma (EEG).
La componente Magnetica del campo del cuore, è all’incirca 5000 volte più potente di quella prodotta dal cervello, non è impedita dai tessuti e può essere misurata anche a distanza dal corpo con uno Strumento a Superconduzione di Interferenze Quantiche (SQUID), basato su magnetometri.
La dimensione del CEM Toroidale varia da un minimo di 2,5 ed un massimo di 3m, con asse verticale centrato nel cuore. La sua forma Toroidale, e’ la forma spesso considerata la più unica e primaria dell’Uni-Verso. Questo campo Toroidale contiene un suo doppio (come una matriosca), più piccolo e sullo stesso asse verticale, questo perché esso e’ “duale” come le energie della ManifestAzione, le forze E+ ed E- ovvero Yin e Yang, e con esse interagisce ad ogni istante.
Questo CEM, generato dai cromosomi contenuti nelle cellule nervose di questo piccolo cervello del cuore, permea ogni cellula dell’organismo e può agire come un segnale sincronizzatore per tutto il corpo in maniera analoga all’In-Form-Azione portata dalle onde a radiofrequenza delle Radiotrasmittenti, TV ecc., un’inciso e’ da questo campo che si sincronizzano le cellule del muscolo cardiaco per far battere il cuore alla frequenza utile alla perfetta salute, salvo quando vi sono distonie particolari nelle parti dell’organismo inter-relazionate con il cuore (sangue, ghiandole, intestino, ecc.).
Ormai e’ stato sperimentato e dimostrato che questa energia (CEM Toroidale) non solo è trasmessa internamente al cervello di sopra nella testa e al di sotto a quello enterico nell’intestino, ma è anche recepibile inconsciamente o consciamente, dagli altri soggetti che si trovano nel suo raggio di azione-comunicazione che e’ di massimo 3 m di diametro. (Gli animali lo recepiscono anche da più lontano.)
Tesla scoprì l’onda scalare elettrica, che può inviare elettricità senza cavi attraverso l’aria e contemporaneamente caricarsi con l’energia libera. Anche questa è la ragione principale del perchè poi si soppresse lo studio delle onde scalari, perchè avrebbe causato una rivoluzione energetica, e siccome era più veloce della luce, non si poteva permettere che esistesse. Ci sono cose che sono più veloci della luce, molte cose, tra le quali, l’onda scalare. La gran scoperta del professor Meyl, circa vent’anni fa, fu che non esiste solo l’onda scalare elettrica che Tesla scoprì e dimostrò, ma esiste anche l’onda scalare magnetica che si diffonde nella direzione dell’orientamento del campo magnetico. E questa è quella che ha rilevanza a livello biologico, quella che utilizziamo nel nostro corpo. Tutta la comunicazione tra le cellule avviene con essa. Quello che realmente succede è che le cellule comunicano e proporzionano informazioni ed energia.
La scienza oggi dice anche che non riusciamo a vedere oltre il 96% della materia… dice anche che oltre il 90% del DNA UMANO è DNA SPAZZATURA… ma sembra che il Dna vibri anche con frequenze tipiche di onde scalari, un tipo di onda non ancora validata dalla scienza ufficiale, perchè non risponde alle equazioni di Maxwell. Perciò la scienza accademica ne nega l’esistenza, anche se la teoria di Einstein-Cartan predisse già nel 1913 i campi di torsione statici. Questi campi combaciano con quelli che lo scienziato russo Nikolai Kozirev (1908-1983) ritenne di aver scoperto più o meno negli stessi anni in cui il geniale Nikola Tesla compiva i suoi esperimenti su campi elettromagnetici opposti tra loro.
Comunque viene dignità scientifica viene data ai solitoni: poiché lunghezza e frequenza sono dipendenti, la fisica dei solitoni si colloca nell’ambito della fisica non lineare e dell’ottica non lineare. Due onde solitoniche che si incontrano non si sommano in un’unica onda, ma danno luogo a una variazione di fase, non del modulo. Quindi, non si compongono come forze e vettori, e a proposito si parla di onde scalari o onde longitudinali.
L’ingegnere statunitense Thomas Bearden sostiene che l’onda fondamentale nell’onda elettromagnetica è scalare. L’onda scalare è l’onda che rimane quando due campi opposti elettromagnetici interferiscono, annullando, come negli esperimenti di Tesla, la componente elettrica e quella magnetica. Il risultato è un’onda longitudinale che vibra nella stessa direzione in cui viaggia.
E’ stato anche dimostrato che i tessuti viventi emettono ed assorbono radiazioni elettromagnetiche a frequenze o lunghezze d’onda precise; la frequenza in cui si registra il massimo assorbimento di radiazione da parte del DNA corrisponde ad una lunghezza d’onda di 65 nanometri (1 nanometro = 1 miliardesimo di metro) ( e che è il valore preciso della 42esima ottava sopra la frequenza di 256,54 cicli al secondo). Quindi il DO 256Hz, multiplo degli 8hz prima citato (e pilastro sonico di base), è la frequenza di replicazione del DNA.
Anche la fisica nucleare ne dà prova: Louis De Broglie (1924) ed altri fisici dimostrarono che le particelle elementari della materia, elettroni, protoni e neutroni, sono tutte caratterizzate da oscillazioni ad altissima frequenza. La frequenza del protone è di 2,26876 x 10 alla 23esima potenza, valore che corrisponde quasi esattamente al SOL della 69esima scala sopra il DO3=256.
Il fisico Joel Sternheim ha dimostrato che le particelle elementari sono organizzate secondo un ordine che è strettamente in armonia con la scala musicale, ma questo vale solo per la scala basata sul DO3=256, non per quella del LA3=440 (la differenza fra queste due accordature è poco meno di ¼ di tono e quindi superiore alle differenze che separano le frequenze del DNA, del protone e dell’elettrone dai corrispondenti valori della scala a temperamento equabile, ed anche della differenza tra quest’ultima e la scala di Keplero).
Come se non bastasse, le leggi di Keplero ci hanno introdotti al fatto che l’arrangiamento planetario del nostro sistema solare segue una scala di sintonia di Do 256Hz.
I 256Hz sono anche un’ottava all’interno del frattale triangolare di Sierpinsky, il modello “causale” auto-organizzato usato come griglia di ogni molecola di gas in una mole d’aria (1000 reazioni molecolari); permettendo al fenomeno della risonanza armonica del suono di emergere.
Se, infine, consideriamo la dinamica e la propagazione del suono secondo il “belcanto”, accade che il cantante quale organismo vivente è “accordato” coerentemente con il DNA di tutte le cellule. Le frequenze riscontrate da Louis de Broglie per le particelle subatomiche sono anch’esse coinvolte nel processo, tanto nel cantante quanto nell’aria attraverso la quale il suono si diffonde.
Quanto sopradescritto è stato utile per chiarire la collocazione scientifica del diapason a 432Hz; per chiarirne ulteriormente la fase musicale possiamo aggiungere che esso è il risultato logaritmico della somma multipla sopratonica degli 8Hz: infatti, salendo di 5 ottave, arriviamo ad un DO di 256hz, scala in cui il “LA” ha una frequenza di 432Hz e non di 440Hz.
Suonando il DO a 256hz, per il principio delle armoniche (secondo cui a un suono prodotto si aggiungono multipli e sottomultipli delle frequenze), anche i DO delle altre ottave cominceranno a vibrare per “simpatia”, facendo risuonare naturalmente la frequenza di 8Hz. Ecco perché il corista a 432 oscillazioni al secondo è definito “diapason scientifico”.
E’ evidente che sia il nostro cuore, che il nostro cervello sono degli apparati di sintonizzazione straordinari. Le informazioni non s’immagazzinano nel nostro cervello e forse nemmeno nel nostro cuore. Il nostro cervello ed il nostro cuore sono ‘un interfaccia’ che crea una connessione con una dimensione più elevata. Il nostro cervello crea un campo elettromagnetico che fa si che tutte le cellule del nostro corpo risuonino. Ogni struttura del DNA rinforza questo campo. Noi esseri umani abbiamo una coscienza collettiva ed una memoria collettiva.
Un’altra forma d’onda o meglio di energia che ancora non è ufficialmente definita e validata è l’energia elettrodebole.
Molte delle forze che sperimenti ogni giorno, come la forza che il pavimento esercita sui tuoi piedi, sono dovute alle interazioni elettromagnetiche nella materia, che si oppongono allo spostamento degli atomi dalla loro posizione di equilibrio in un materiale.
E’ necessario avere ben chiaro in mente che la carica elettrica (positiva/negativa) e il magnetismo (nord/sud) sono diverse facce di una stessa interazione, l’elettromagnetismo. Oggetti con cariche opposte, per esempio un protone e un elettrone, si attirano, mentre particelle con la stessa carica di respingono.
La particella mediatrice dell’interazione elettromagnetica è il FOTONE . In base alla loro energia, i fotoni sono distinti in raggi gamma, luce, microonde, onde radio, etc.
L’interazione elettromagnetica è mediata dai fotoni. I fotoni possono venire emessi o assorbiti da qualsiasi particella carica. La massa dei fotoni è zero. Nel vuoto, la loro velocità è sempre c = 300.000.000 m/s.
Ci sono 6 tipi di quark e 6 tipi di leptoni (ritenuto per lungo tempo privo di massa, nel 1998 presso l’osservatorio Super-Kamiokande situato in Giappone è stato mostrato che il neutrino ha massa piccolissima, da 100 000 a 1 milione di volte inferiore a quella dell’elettrone). Ma tutta la materia stabile dell’universo è composta dai 2 tipi meno massivi di quark (up e down) e dal leptone carico meno massivo (elettrone): perché?
Tutta colpa dell’interazione debole: è responsabile del fatto che tutti i quark e tutti i leptoni di massa maggiore decadono per produrre quark più leggeri ed elettroni. Una particella che decade sparisce, e al suo posto appaiono due o più particelle. La somma delle masse delle particelle prodotte è sempre inferiore alla massa della particella di partenza. Questo è il motivo per cui la materia stabile che ci circonda contiene solo elettroni e i quark più leggeri (up e down).
Nel Modello Standard, è stato possibile creare una teoria dell’interazione elettrodebole, che unifica l’interazione debole e quella elettromagnetica.
Le cariche deboli sono strettamente collegate alle cariche elettromagnetiche, anche se sembrano tanto più piccole. In realtà non lo sono, se le confrontiamo con attenzione: guarda la tabella sul rapporto tra le forze: a piccolissima distanza (10-18 metri) l’intensità dell’interazione debole è comparabile a quella dell’interazione elettromagnetica. Certo, a una distanza 30 volte superiore (che è molto più piccola della separazione media tra i quark in un protone o neutrone) l’intensità dell’interazione debole è molto minore dell’altra.
L’interazione debole e quella elettromagnetica a prima vista sembrano avere intensità molto diverse, ma in realtà sono approssimativamente uguali: la loro differenza è dovuta alla grande differenza tra le masse di W e Z, i mediatori della forza debole, che sono pesanti, e il fotone, mediatore della forza elettromagnetica, che ha massa nulla. Questo perché il potenziale dell’interazione diminuisce in maniera proporzionale a: dove m è la massa e r la distanza.
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Sullo stessa tema dell’energia elettrodebole vedi anche:
Bere mezzo litro d’acqua (magari di quella buona!) nella mezz’ora precedente il trattamento con gli e-cemp o addirittura un intero litro nell’ora precedente il trattamento, aiuta ed aumenta di molto l’efficacia del trattamento. Non solo perchè bere acqua aiuta il drenaggio e l’espulsione delle tossine rimosse dai tessuti grazie agli e-cemp, ma soprattutto perchè l’acqua svolge un’importante funzione di attivazione degli eccimeri.
L’eccimero è una molecola che deriva da atomi o da altre molecole che si legano tra di loro allorchè almeno una di esse sia stata prima attivata da fotoni. Quando l’eccimero, riemettendo a sua volta il fotone, torna allo stato primitivo, i due partner atomici o molecolari , che si erano collegati, si respingono e decadono ad un livello energetico più basso, corrispondente al loro stato primitivo di monomeri.
L’ applicazione delle tecnologie relativa all’acqua nei dispositivi CEMP è fondamentale perchè il corpo umano è costituito per il 99% da molecole d’acqua.
Le trasmissioni delle informazioni (=campi elettromagnetici) intra ed extracellulari nel corpo umano utilizzano vari e complessi pathways (tipologie di percorso), tra le quali specifiche tipologie di campi elettromagnetici (vedi “energia elettrodebole”). Queste si possono trasmettere solamente in substrato acqueo.
La qualità dell’acqua del corpo umano riveste un ruolo fondamentale, ruolo messo in risalto in particolare dalle neuroscienze e da tutte le discipline di biochimica avanzata. Ampia letteratura scientifica dimostra che la qualità e la velocità dell’informazione dipende dalla qualità del substrato acqueo. Circa l’ 80% del peso e volume del corpo umano è “acqua”, un tipo d’acqua molto speciale. Ma quel che conta nella relazioni cellulari sono il numero delle molecole. Il 99% delle molecole di cui è composto il corpo umano sono molecole d’acqua.
Le molecole di acqua assumono funzioni di attivazione degli eccimeri e, come noto, l’acqua rappresenta il 70-80% del peso corporeo del nostro organismo ( ed il 99% in quantità delle molecole di cui è composto il nostro organismo).
I cluster dell’acqua, allorchè vengono sollecitati dall’energia elettromagnetica, attiverebbero gli eccimeri, che nel loro stato attivato, determinano un effetto a cascata, con una emissione di valanghe di fotoni. Queste caratteristiche rendono importante l’assunzione di acqua in buona quantità prima di ogni trattamento con i cemp ( campi elettro magnetici pulsati) allo scopo di migliorare la propagazione del segnale durante e dopo l’esposizione al trattamento stesso.
La quantità Ideale è sempre personalizzata sulle esigenze dell’organismo; di norma si indica mezzo litro della mezz’ora prima del trattamento, meglio sarebbe addirittura 1 l nell’ora precedente il trattamento.
EQUILIBRIO OMEOSTATICO DELLE CELLULE E DNA
La materia è costituita da massa M ed energia E. La Fisica Relativistica e Quantistica hanno dimostrato che M ed E rappresentano la stessa realtà.
La notissima formula di Einstein (E=mc2) è un primo significativo esempio di ciò.
E’ stato inoltre dimostrato che il DNA regola sia l’omeostasi biochimica (tramite la produzione di proteine) sia l’omeostasi elettromagnetica (tramite l’emissione di biofotoni).
Queste due omeostasi interagiscono fra di loro: regolarne una porta alla regolazione automatica dell’altra.
Poiché energia e massa si equivalgono lo stato di salute dell’Organismo (regolazione dell’omeostasi) può essere raggiunto anche solamente con la somministrazione di energia o di biofotoni. Questi vengono somministrati tramite eccimeri (fiale di fisiologica caricate di energia oppure utilizzando i trattamenti con gli e-cemp).
foto Kirlian di una foglia
L’acqua può caricarsi di energia elettromagnetica grazie alla propria struttura a “clusters” (antenne cave che si creano spontaneamente per la polarità elettrica delle molecole di acqua).
Le misure di emissione biofotonica dell’acqua (fotografia di Kirlian, cristalli di Emoto, camere di risonanza di Serrano, metodo Ojas (che contrariamente alle cristallizzazioni di Masaru Emoto, utilizza un metodo standardizzato e non arbitrario,) danno una prova sperimentale del fatto che l’acqua si carica: emette energia perché questa è stata precedentemente assorbita.
analisi dei cristalli d’acqua prima del trattamento
L’energia, secondo le ipotesi della biofisica più recenti, è solo il vettore di una realtà sottile onnipervasiva, non misurabile con gli strumenti elettromagnetici o atomici di cui la scienza si serve attualmente. Questa realtà più sottile è legata all’Informazione. Informazione significa “dare forma”, cioè dare ordine. Ogni forma di energia naturale si manifesta secondo rigorosi modelli di ordine. In breve per semplificare, possiamo dire che l’Informazione si manifesta con caratteristiche frequenziali specifiche legate a vibrazioni sia sottili che dense, che lasceranno “impronte” specifiche a seconda che si tratti di un rimedio o piuttosto di uno specifico fiore di Bach. La medicina dei quanti, oggi in grande sviluppo per le sue tecniche non invasive e prive di controindicazioni, considera gli organismi dal punto di vista biofisico, cioè come un flusso di codici informazionali, un genoma sottile che veicola energia. Questo flusso di informazione a sua volta si lega con tutti i processi biochimici. Se partiamo da queste premesse sarà possibile ma non semplice, comprendere come un campo energetico ordinato e coerente possa modificare l’assetto quantistico del binomio forma-informazione cosi’ come il comportamento molecolare di un aggregato cristallino ( cluster) potra’ un giorno essere studiato e classificato a seconda del suo ordine intrinseco.
analisi dei cristalli d’acqua dopo un trattamento di ionizzazione
Quelle che seguono sono come le precedenti, altre immagini che documentano queste differenze energetiche dell’acqua secondo il metodo Ojas:
analisi dei cristalli d’acqua dopo un trattamento di ionizzazione ed energizzazione
Altri articoli sul dispositivo Sanza e gli e-CEMP:
Leggi altri nostri articoli relativi ai CEMP qui di seguito :
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