La sanificazione con l’ozono, nuova frontiera per la battaglia contro il Covid-19
L’ozono è un ossidante molto potente, sterilizza gli spazi molto velocemente
(il covid19 può essere sterminato in 30 secondi con una concentrazione di ozono pari a 20 ppm, come indicato nel documento Isco3 , il Comitato Scientifico Internazionale sull’Ozonoterapia, che ha studiato anche la sanificazione ambientale , ma per alcuni virus bastano anche solo 4 secondi, come indicato da un parere del Ministero della Salute italiano al PROTOCOLLO N. 24482 DEL 31 LUGLIO 1996).
L’ozono (O3) che non lascia traccia o residuo chimico. Il suo elevato potere ossidante e la naturale tendenza a ritornare ossigeno (O2) lo rendono un prodotto con elevate potenzialità di impiego in molte applicazioni. In Italia è utilizzato già da diversi anni per la sanificazione di sale operatorie, per il trattamento di aria, di acqua (potabilizzazione e depurazione) e nei processi dell’industria alimentare.
La Fda – Food & drugs administration, l’Usda – U.S. Department of agricolture e l’Epa – Environmental protection agency hanno approvato l’ozono come agente antimicrobico “Gras”Generally Recognized As Safe, l’Usda ed il National organic program l’hanno approvato anche quale principio attivo per la sanitizzazione di superfici (plastiche e inox) a contatto diretto con alimenti senza necessità di risciacquo e con nessun residuo chimico.
Durante l’epidemia di SARS del 2003, la sterilizzazione con ozono è stata utilizzata con successo per purificare gli ambienti infetti dal micidiale Coronavirus, SARS-CoV-1, il virus che causa la malattia SARS.
IN CHE MODO LA STERILIZZAZIONE DELL’OZONO uccide i coronaviri?
I coronavirus sono classificati come “virus avvolti”, che sono in genere più sensibili alle “sfide fisico-chimiche”. In altre parole, a loro non piace essere esposti all’ozono.
L’ozono distrugge questo tipo di virus rompendo il guscio esterno nel nucleo, causando danni all’RNA virale. L’ozono può anche danneggiare il guscio esterno del virus in un processo chiamato ossidazione. Proprio per la sua considerevole capacità ossidante, è in grado, danneggiando membrane e pareti cellulari, di ripulire aria e acqua da muffe, lieviti, batteri, spore e virus. Per quanto riguarda i virus, nello specifico, parliamo di inattivazione. Questo significa che l’azione dell’ozono consisterebbe in un’ossidazione e conseguente inattivazione, dei recettori virali specifici utilizzati per la creazione del legame con la parete della cellula da invadere. In questo modo viene bloccato il meccanismo di riproduzione virale a livello della sua prima fase: l’invasione cellulare. Il virus non viene distrutto, ma reso inerme.
Dal 2001 la FDA (Food and Drug Administration), organismo dello United States Department of Health and Human Services, ha classificato l’ozono come GRAS (Generally Recognized As Safe), vale a dire sicuro per la salute umana, e ne ha liberalizzato l’impiego come agente antimicrobico nei processi produttivi degli alimenti.
L’ozono è caratterizzato da una elevata reattività, da un elevato potere ossidante e dal fatto di essere instabile a temperatura ambiente. La caratteristica predominante dell’ozono è che in condizioni atmosferiche standard è in fase gassosa, cosa che già ne favorisce l’utilizzo in numerose applicazioni in campo igenico-alimentare. A differenza dei disinfettanti classici, (ad esempio il cloro) che rilasciano residui inquinanti, l’ozono si decompone ad ossigeno e ciò potrebbe rappresentare un vantaggio sia per l’ambiente che per la salute evitando gli effetti collaterali.
Studio della Queen’s University December 9, 2011: New disinfection technique (ozono) could revolutionize hospital room cleaning ( Dick Zoutman, Michael Shannon, Arkady Mandel.
Effectiveness of a novel ozone-based system for the rapid high-level disinfection of health care spaces and surfaces. American Journal of Infection Control, 2011; 39 (10): 873 DOI: 10.1016/j.ajic.2011.01.012 ( scarica qui il pdf dello studio con i parametri ambientali)
Researchgate: Ozone Contribution in Food Industry in Japan: clicca qui
Il governo Australiano segue il protocollo ISCO3 che promuove la sanificazione: ma attenzione non va respirato! ( clicca qui)
Linee guida per l’Italia sanificazione ambientale ozono SSICA (Stazione Sperimentale per l’Industria delle conserve alimentari): clicca qui e scarica il pdf
2006: sanificazione OZONO ospedali in Cina e Malaysia: clicca qui
Gaston Memorial Hospital – Gastonia, North Carolina ( USA): THE CAROMONT HEALTH OZONE LAUNDRY SYSTEM : clicca qui
Concentrazione di ozono in relazione ai patogeni: clicca qui
Scotland 2017. Literature Review and Practice Recommendations: Existing and emerging technologies used for decontamination of the healthcare environment: Ozone : clicca qui
L’industria del Pollame tipicamente utilizza enormi quantità di acqua; con la ozonizzazione dell’acqua utilizzata è possibile riutilizzarla evitando pericoli di tipo sanitario, evitando la formazione di sottoprodotti del cloro come i Trialometani e garantendo notevoli risparmi. Ad esempio il pollame sia prima che dopo l’eviscerazione può essere lavato con una doccia di acqua ozonizzata sanificando completamente il prodotto ed aumentando la shelf life di alcuni giorni.
Si dice spesso che gli ospedali non sono il posto migliore dove stare se si è malati. nell’ambiente ospedaliero infatti prevalgono batteri aerobici predominanti, funghi, virus e potenziali organismi patogeni. Spesso questi germi e batteri vengono acquisiti negli ospedali dai pazienti. In Italia infatti siamo arrivati ad una media giornaliera di 156 decessi al giorno, mortalità causata dalle infezioni ospedaliere ( oltre 50.000 persone l’anno). Per quanto attenta sia la struttura nella disinfezione delle superfici, nuovi germi e batteri vengono introdotti quotidianamente, spesso evolvendosi oltre l’efficacia degli attuali antibiotici. Negli ospedali che utilizzano la sanificazione con l’ozono in India, per esempio, le morti per infezioni ospedaliere sono diminuite notevolmente.
L’aumento del fenomeno in Italia invece non conosce pause: dal 2.000 sono più che triplicate le morti ed è stato osservato in tutte le fasce d’età, ma in particolar modo per gli individui dai 75 anni in su. I tassi regionali, spiega nei suoi rapporti annuali Osservasalute, presentano un’alta variabilità geografica, con valori più elevati nel Centro e nel Nord e valori più bassi nelle regioni meridionali.
Ovviamente i dati italiani sono esplosi con il Codid19, non altrettanto invece per gli ospedali indiani, grazie sempre all’ozono! Ma si sa che i rapporti con L’India non sono idilliaci in ambito farmaceutico, da quando L’India ha deciso di inondare il mondo, specie l’Africa con gli stessi farmaci come quelli prodotti in Italia ma a prezzi fino a 100 volte più bassi.
Per altri studi ed analisi dei parametri ambientali rimandiamo all’articolo seguente.
Questi comunque i principali ospedali indiani che sanificano da anni con ozono:
Hospitals / Healthcare
Dr. Balabhai Nanavati Hospital
J Watumull Global Hospital
Saifee Hospital
Amla Cancer Hospital
Pushpagiri Heart Hospital
St. George Dental Hospital
Dr. Satish Bhalgat Dental
Apex Kidney Care Pvt. Ltd
Cipla Ltd
Kulkarni Hospital
Apex Pharma
Tulip Diagnostics Pvt..Ltd
Care – Amrutanjan
Ami Life sciences Pvt.Ltd
Perfect Industries Pvt. Ltd.
Military Hospital
Cteq Ltd.
Fonte di contaminanti dell’aria interna in ospedale
▪ Paziente.
▪ Il team chirurgico.
▪ Attrezzature.
▪ Infrastruttura.
Area interessata
▪ Ridurre / eliminare i contaminanti microbici.
▪ Mantenere un’ottima qualità dell’aria interna (IAQ).
▪ Sicurezza del paziente e dell’équipe chirurgica.
Applicazione di sterilizzazione del generatore di ozono negli ospedali
• Sterilizzazione in sala operatoria.
• Operazione Teatro Fumigazione.
• Disinfezione per l’intero ospedale tramite AHU Ozonation.
• Disinfezione per ICU e ICCU.
• Disinfezione per le stanze del medico.
• Celle frigorifere e obitorio.
• Disinfezione di piaghe da medicina e apparecchiature.
Vantaggi della sterilizzazione dell’ozono negli ospedali
▪ L’ozono è un ossidante molto potente, sterilizza gli spazi molto velocemente (il covid19 può essere sterminato in 30 secondi con una concentrazione di 20 ppm , come indicato nel documento Isco3 , il Comitato Scientifico Internazionale sull’ooznoteralia, che si è occupato anche della sanificazione ambientale (Carta di Madrid- clicca qui per scaricare il documento) ( clicca qui per scaricare il Razionale scientifico per la sterilizzazione ambienti) , ma per alcuni virus bastano anche solo 4 secondi).
▪ Tecnologia avanzata per fumigazione.
▪ Ideale per OT, ICU, centri di ricerca, laboratori, farmaceutica, biomedicale ecc.
▪ L’ozono viene generato sul sito e può essere on line.
▪ L’ozono viene generato dall’aria ambiente, usando l’elettricità.
▪ Dopo il trattamento, l’ozono residuo viene trasformato in ossigeno innocuo.
▪ Non tossico o nocivo per la generazione del prodotto.
▪ Facilità di retrofit in installazioni esistenti e nuove.
▪ Facile da usare.
Vantaggi dell’ozono utilizzato per il controllo delle infezioni aeree negli ospedali
• L’ozono è un ossidante molto potente, sterilizza gli spazi molto velocemente.
• Tecnologia avanzata per fumigazione.
• Ideale per OT, ICU, centri di ricerca, laboratori, farmaceutica, biomedicale ecc.
• L’ozono viene generato sul sito e può essere on line.
• L’ozono viene generato dall’aria ambiente, usando l’elettricità.
• Dopo il trattamento, l’ozono residuo viene trasformato in ossigeno innocuo.
• Non tossico o nocivo per la generazione del prodotto.
• Facilità di retrofit in installazioni esistenti e nuove.
• Di facile utilizzo.
Come l’ozono può ridurre il consumo di elettricità e raggiungere l’efficienza energetica negli ospedali:
Il sistema impiega “aria esterna / fresca” per diluire il composto organico volatile (COV) e ridurre l’anidride carbonica (CO2) entro limiti accettabili. Convenzionalmente l’aria fresca viene utilizzata per migliorare la qualità dell’aria interna (IAQ).
Caricare il profilo di aria fresca
»60% per raffreddare l’umidità … energia sprecata
»28% per raffreddare l’azoto … energia sprecata
»12% per raffreddare l’ossigeno… .. l’unico componente utile all’aria aperta
Soluzione per ridurre la “presa d’aria fresca”:
»Utilizzando l’iniezione controllata di ozono.
»L’ossidazione del COV viene eseguita dall’ozono e non dall’ossigeno dell’aria fresca.
»L’ozono è un agente ossidante più potente dell’ossigeno.
»In presenza di un ossidante più potente, l’ossidante meno potente non ha la possibilità di eseguire l’ossidazione, fino a quando non è più disponibile il primo.
»L’ossigeno dell’aria fresca viene preservato e non speso nell’esecuzione del compito di ossidazione del COV, che ora viene trasferito nell’ozono.
»L’ossigeno disponibile viene ora utilizzato interamente per mantenere la CO2.
»L’assunzione di aria fresca si riduce drasticamente. Pertanto, il fabbisogno di aria fresca scende a 5 cfm (cubic feet per minute) o meno a persona.
Hotels / Hospitality
The Grand Hyatt
JW Marriott
Inter Continental the Grand
The Gateway Hotel
Taj Safaris Hotel
Garnish Hotel
Laguna Anjuna Hotel
Bright land Holiday Village
Uppal’s Orchid Hotel
Rhythm Realty
LUX Maldives
Park Hyatt Hyderabad
Shangrila Hotel
ITC Windsor Manor
Hotel United 21Hospitals / Healthcare
Dr. Balabhai Nanavati Hospital
J Watumull Global Hospital
Saifee Hospital
Amla Cancer Hospital
Pushpagiri Heart Hospital
St. George Dental Hospital
Dr. Satish Bhalgat Dental
Apex Kidney Care Pvt. Ltd
Cipla Ltd
Kulkarni Hospital
Apex Pharma
Tulip Diagnostics Pvt..Ltd
Care – Amrutanjan
Ami Life sciences Pvt.Ltd
Perfect Industries Pvt. Ltd.
Military Hospital
Cteq Ltd.Bar & Restaurant
Copper Chimney
Da – Vinchi Spring Club
Center One Mall
The HUB
On Toes Restaurant
Rushi Bar
Green Hills Bungalows
Taxi Restaurant
Galleria Restaurant
Hi – Point Restaurant
Kareem Restaurant
Maldrine Chinese Restaurant
Little Angle
Saggar Sangam Resort
Hotel United 21Temples & Mosque
ISKCON Temple – Juhu
ISKCON – Girgaon
Gurudwara
Hajiali Darga
Swaminarayan Mandir
Ramkalidevi Trust
Builders & Developers / PMC
Sterling & Wilson Ltd.
Vascon Engineers Ltd.
Kamla Land Marks Properties Pvt. Ltd.
Unique Shanti Developers
Soham Builders Ltd.
DG Infrastructure Pvt.Ltd
Akash Developers
TDI Infrastructure Ltd
Bhoomi Infra Ltd
Wadhwa Developers
Vinayak Builders
K R G Construction
Maitreya Hotel & Resort
Exports ed aziende estere
Amarak Chemicals Fzc. – UAE
Development Resources – Fujairah
GKK Trading WLL – Bahrain
Mohm Al – Houti General Trading – Kuwait
Travancore Exports Inc – Kuwait
Business Communications LLC – Dubai
Salalah Methanol Company – Oman
Crown Foods Ltd – Kenya
Cream Bell – Uganda
Sameer Agriculture & Live Stock – Uganda
Hayel Saeed Anam & Co – Yemen
Incopek – Yemen
Indorama – Indonesia
SJPC Group PCAS – Canada
Globchem Group – Italy
Yemen Dairy & Juice Industries (SYC) – Yemen
Poko Bros Group – Nigeria
Radiantheat Water Pvt.Ltd – Maldives Saudi Pharmaceutical Ltd – Saudi Arabia
LUX Maldives
Niyama A Per Aquum Resort – Maldives
CTEQ Hospital – London – UK
Spinners & Spinners – Kenya
Cosmos Pharmaceuticals – Kenya
Alfaknite Textiles – Kenya
Pearl Dairy – Uganda
Om Finemart – Maldives
Berger Paints – UAECorporate / IT / Banks :
Deutsche Bank
State Bank of India – Corporate Office
Peninsula Facility Management Services.
Technova Imaging
Micro Infotech
ABB International
Indiabulls
Reebok India
Piramal House
Lotus IT ParkFactory / Industries
Cairn Energy India Pty Limited
Rolex Lanoline Products Pvt. Ltd.
ITC Ltd United Phosphorus Ltd
Vasant Labels Pvt. Ltd.
Unique UV & Lights Pvt. Ltd.
Ameya Logistics Pvt. Ltd.
Wasan Automotive
Tropica Nursery
Ducol Organics & Colors Pvt. Ltd.
Speciality Industrial Polymers & Coating Pvt. Ltd.
Grindwell Norton Ltd.
Global Energy Pvt. Ltd
Advance Cooling Systems Pvt. Ltd.
Aronic Health Care & Exports Pvt. Ltd.
Associated Engineers India
Supreme Weather Makers Pvt. Ltd.
Siddaganga Oil Extractions Pvt. Ltd
JSW – ISPAT Steel Limited
Craftsman Automation Pvt.Ltd
Due Speciality Chemicals .Pvt. Ltd
Western India Cashew Co. Pvt. Ltd.
Crescent Gems LLP
Tek Systems
Exsan International
MediLux Laboratories P. Ltd.
Value Max Systems Pvt. Ltd.
Perfect Industries Pvt. Ltd.
Good Treat
Express Fabricare
Cteq Ltd.
Garib Nawaj EnterprisesShipping Companies
Krasny Marine Services P. Ltd.
The Great Eastern Institute Of Maritime Studies
Swimming Pool
Bright land Holiday Village
Rani Mukherjee Bungalow
Brihan Mumbai Corporation (BMC)
Tanya Godrej Pent House
The Great Eastern Institute Of Maritime Studies
Mhatre Architects & Interior Designers
Green Field Weekend Bungalow
Global Energy Pvt.Ltd.
Uppal’s Orchid Hotel
Wilnomona
Theme Imagineering
Crystal Filters
USV Ltd
Bhoomi Infra Ltd
Bhai Jagtap
Reviara
United Phosphorous Ltd.
Water Purification Services
Lokko Sports Pvt. Ltd.
Saggar Sangam Resort
Vinayak Builders
Malabar Hill Club Ltd.
JW Marriott
Rockdale Enterprises Pvt. Ltd
K R G Construction
Maitreya Hotel & Resort
Stewarts H D Auto Electrical & Auto Air
Radisson Resort & Spa
Hotel United 21
Fibromialgia o sindrome fibromialgica, la cosiddetta «malattia invisibile» a causa della difficile diagnosi e delle sue caratteristiche complicate da individuare, colpisce in Italia circa TRE MILIONI DI PERSONE tra i 25 e i 55 anni di età, e devasta ,in particolar modo la popolazione femminile.
La definizione di FIBROMIALGIA è, dolore (algos) proveniente dai muscoli (myo) e dai tessuti fibrosi (fibro), come tendini e legamenti.
La SINDROME FIBROMIALGICA è una forma comune di dolore muscoloschelettrico diffuso che può colpire tutte le articolazioni , è può essere associato ad affaticamento, astenia, alterazioni dell’umore e problemi di insonnia.
La SINDROME FIBROMIALGICA è spesso associata ad altri disturbi, quali:
– Disturbi psichiatrici, come , la depressione e l’ansia
– Disturbi correlati allo stress, come il disturbo post-traumatico da stress.
Proprio in relazione alle correlazioni con lo stress oggi è possibile effettuare un nuovo protocollo terapeutico integrato dalla sinergica efficacia di FM 5 SENSORY e BIOMAG GIOIASIA.
In molti casi la causa è dovuta a parassitosi di trichinella: quando questi minuscoli nematodi si insediano in vaste colonie presso le fibre muscolari, ogni singolo movimento risulta di conseguenza assai doloroso.
Razione scientifico dell’utilizzo dei Cemp effettivi in pazienti con FIBROMIALGIA
– Riattivazione della vasomozione del MICROCIRCOLO con conseguenziale aumento dell’ OSSIGENAZIONE tessutale in genere e riduzione dei Fenomeni Trombotici sia venosi che arteriosi di frequente riscontro nei pazienti fibromialgici
– Modulazione dello STRESS OSSIDATIVO ( riduzione radicali liberi ed aumento difese antiossidanti)
Molti medici ed alcuni ospedali hanno già inserito a partire dal mese di aprile 2020 nei loro protocolli per la cura del coronavirus, il razionale TMR Vascular, ottenendo subito grandi risultati. Va detto che la tecnologia TMR non è nuova perchè già usata nella cura delle piaghe , specie del piede diabetico, ma questa notizia sul Covid19 , ormai confermata da sempre un maggiore numero di medici è veramente una bomba!
Noi a dir la verità sapevamo già molto dai cinesi di questo problema riguardante i microtrombi ed esattamente da una ricerca condotta dall’equipe di Ning Tang del Laboratorio del Tongji Hospital di Wuhan, su 183 pazienti con Sars-Cov2-19 in Cina, pubblicato su Journal of Thrombosis and Haemostasis già in febbraio: nell’11,5% dei soggetti che sono deceduti in quella popolazione si è osservato un aumento di un particolare parametro, il D-Dimero, rispetto a chi invece è sopravvissuto ( il dato del D-Dimero significa che c’è una trombosi in atto).
E comunque il 3 aprile anche il 24Ore aveva già pubblicato tra i primi in Italia un articolo sull’argomento (clicca qui)
Su base di studi autoptici fatti in Cina , Clexane, Ozonoterapia e TMR hanno un razionale per gli episodi di microtomboembolismo.
Il microcircolo e’ sempre la causa di tutto!
Questo articolo del Dr. Daniele Bartolini, sulle affermazioni del cardiologo Dr. Gianpaolo Palma, un cardiologo in trincea, ha fatto il giro del web, incontrando ovviamente il contrasto da parte del solito Dr. Burioni, come vedremo più avanti.
Il dr. Palma, con molta prudenza ma deciso , afferma di aver dimostrato la causa della letalità del coronavirus: “Solo al Beato Matteo ci sono 2 cardiologi che girano su 150 letti a fare ecocardio con enorme fatica e uno sono io. Fatica terribile!”
“Però, di quello che alcuni supponevano, ma non ne riuscivano a essere sicuri, ora noi abbiamo i primi dati: la gente va in rianimazione per tromboembolia venosa generalizzata, soprattutto polmonare!
Se così fosse, non servono a niente le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere, anzi prevenire queste tromboembolie. Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti muoiono 9 su 10. Perché il problema è cardiovascolare, non respiratorio! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!”
E perché si formano trombi? Perché l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto.”
Allora? “Quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo, era che non bisognava usare antinfiammatori. Ora in Italia si stanno usando antinfiammatori e antibiotici (come nelle influenze) e il numero dei ricoverati crolla”.
“Molti morti, anche di 40 anni, avevano una storia di febbre alta per 10-15 giorni non curata adeguatamente. Qui l’infiammazione ha distrutto tutto e preparato il terreno alla formazione dei trombi. Perché il problema principale non è il virus, ma la reazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra. Infatti nei nostri reparti COVID non sono mai entrati malati di artrite reumatoide! Perché sono in terapia cortisonica”. (ndr: il cortisone esercita controllo sui diversi mediatori dell´infiammazione e sulle cellule coinvolte nella risposta infiammatoria).
“Questo è il motivo principale per cui in Italia le ospedalizzazioni si riducono e sta diventando una malattia curabile a casa. Curandola bene a casa eviti non solo l’ospedalizzazione, ma anche il rischio trombotico”.
“Non era facile capirlo perché i segni della microembolia sono sfumati, anche all’ecocardio. Ma questo weekend ho confrontato i dati dei primi 50 pazienti tra chi respira male e chi no e la situazione è apparsa molto chiara”.
“Per me si potrebbe tornare a vita normale e riaprire le attività commerciali. Via la quarantena! Non subito. Ma il tempo di pubblicare questi dati. Il vaccino può arrivare con calma”.
“In America e altri stati che seguono la letteratura scientifica che invita a NON usare antinfiammatori è un disastro! Peggio che in Italia. E parliamo di farmaci vecchi e che costano pochi euro”.
La testimonianza del collega è confermata dai protocolli di alcuni altri ospedali: al Sacco danno Clexane a tutti, con D-dimero predittivo: più è alto, meno risponde il paziente. Al San Gerardo di Monza danno Clexane e cortisone, al Sant’Orsola di Bologna Clexane a tutti + protocollo condiviso con i medici di famiglia che prescrivono Plaquenil a pioggia su tutti i pazienti monosintomatici a domicilio.
Una precisazione sugli antinfiammatori:
la produzione di COX 2 è aumentata nei tessuti bersaglio virali da pazienti con infezione virale attiva e si è visto che la delezione (mutazione cromosomica) della COX2 riduce la mortalità , mentre la delezione della COX1 è associata al peggioramento dell’infezione.
Quindi i farmaci antinfiammatori tipo Brufen, Naproxene, Aspirina che inibiscono la COX1 oltre che la COX2, non andrebbero usati. Mentre Celecoxib, un inibitore selettivo della COX2, sembra dare buoni risultati (aspettiamo l’esito degli studi).
Invece questa analisi porta in evidenza la necessità di usare negli stadi più avanzati della malattia una eparina a basso peso molecolare ad alte dosi.(Clexane 8.000 UI/die). Raccogliamo dal Dr. Montanari l’invito a non usare MAI USARE L’EPARINA per più di un mese, perchè oltre questo tempo si rischia di ottenere l’effetto contrario, cioè un effetto trombotico anzichè antitrombotico.
Altre interessanti testimonianze di anatomo-patologi del “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo che ha eseguito 50 autopsie ed del “Sacco” di Milano 20 (quella italiana è la casistica più alta del mondo, i cinesi ne hanno fatte solo 3 e “minimally invasive”), sembrano confermare in pieno le informazioni sopra riportate.
>In poche parole, pare che l’exitus sia determinato da una DIC (Coagulazione Intravascolare Disseminata) innescata dal virus.
Quindi la polmonite interstiziale non c’entrerebbe nulla, sarebbe stato soltanto un abbaglio diagnostico: abbiamo raddoppiato i posti in rianimazione, con costi esorbitanti, probabilmente inutili. Anzi intubare il paziente è spesso controproducente.
“Col senno di poi, mi viene da ripensare a tutti quegli Rx Torace che commentavamo circa un mese fa: quelle immagini che venivano interpretate come polmonite interstiziale in realtà potrebbero essere del tutto coerenti con una DIC”.
“Sarà interessante adesso (una volta che tutte queste nuove informazioni venissero confermate) verificare se ci sarà la “volontà politica” di recepirle da parte delle Istituzioni”.
“Potrebbe significare uscire da questo casino in quattro e quattr’otto, togliendoci un sacco di rotture di c…. (mascherine, app di tracciamento, code ai negozi, ecc. ecc.)”.
Purtroppo ho qualche dubbio al riguardo …
Il cardiologo Dr. Giampaolo Palma
<
Qui finisce l’articolo del Dr. Daniele Bartolini, che ha dato origine ad una moltiplicazione di articoli nel web da parte di altri dottori ed ospedali.
Dal seguente articolo scritto da Cesare Sacchetti, abbiamo ulteriori precisazioni:
L’anomalia di morti registrata nel bergamasco non sarebbe stata la diretta conseguenza di una polmonite interstiziale, ma piuttosto il risultato di microtrombosi venose.
Dopo aver eseguito diverse autopsie su 50 cadaveri all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e altre 20 realizzate invece al Sacco di Milano, la comunità medico-scientifica sembra arrivata a questa conclusione che cambia completamente la narrazione che è stata fatta fino a questo momento.
Sostanzialmente, i pazienti che sono deceduti in seguito ad un’infezione di Covid-19, al netto già di altre gravi patologie precedenti, avrebbero sofferto le conseguenze delle prime diagnosi sbagliate.
Il coronavirus non attacca prima i polmoni , ma colpisce soprattutto i vasi sanguigni, impedendo il regolare afflusso del sangue.
Si tratterebbe quindi di una malattia infiammatoria vascolare sistemica.
E’ lo stesso dottor Palma a spiegare come il virus attacchi l’organismo di una persona.
“Signori, Covid-19 danneggia prima di tutto i vasi, l’apparato cardiovascolare, e solo dopo arriva ai polmoni! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!”
Se dunque il Covid colpisce prima di tutto i vasi e l’apparato circolatorio, la naturale deduzione che ne consegue è che sostanzialmente è praticamente inutile ventilare artificialmente il paziente, se non addirittura dannoso, dal momento che i polmoni non ricevono abbastanza sangue.
“Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti muoiono 9 pazienti su 10.”
I respiratori artificiali hanno peggiorato le cose
Il punto della ventilazione artificiale è semplicemente fondamentale. L’intera emergenza è stata provocata in un primo momento dal fatto che non c’erano abbastanza posti nelle terapie intensive dove venivano appunto usati i respiratori sui pazienti che manifestavano sintomi da Covid.
L’ordine di restare a casa impartito dall’intero sistema sanitario nazionale e dal governo PD-M5S derivava sostanzialmente da questo assunto per evitare altri nuovi contagi e il conseguente congestionamento delle terapie intensive.
Ma i respiratori artificiali non avrebbero affatto risolto il problema, al contrario lo avrebbero aggravato.
Conferme in questo senso stanno arrivando anche dagli Stati Uniti.
Il dottor Cameron Kyle-Sidell, medico presso il Maimonides Medical Center di New York, riporta che l’uso dei respiratori artificiali avrebbe portato ad un peggioramento delle condizioni dei pazienti affetti da Covid, risultando nel loro conseguente decesso nell’80% dei casi.
La ragione è dovuta al fatto che la pressione ventilatoria sui polmoni di un paziente che non ha una polmonite interstiziale, affaticherebbero il sistema respiratorio e porterebbero ad un suo rapido aggravamento.
Il dottor Kyle-Sidell arriva a delle conclusioni simili a quelle del dottor Palma, quando definisce il Covid-19 non come “una polmonite, ma come qualche tipo di malattia viralmente indotta”.
Ma l’infiammazione come si è già detto precedentemente non attacca i polmoni, ma piuttosto i vasi sanguigni ed è da questi che bisogna partire per una corretta diagnosi, come spiega il cardiologo.
“Perché l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto. Allora? Quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo, era che non bisognava usare antinfiammatori. Ora in Italia si usano antinfiammatori e antibiotici (come nelle influenze) e il numero dei ricoverati crolla.”
Le tromboembolie sono quindi dovute a delle infiammazioni che possono essere curate con dei farmaci piuttosto economici, ma (ndr) possono anche oggetto di facile e poco costosa prevenzione, oltre che cura, con dispositivi come la TMR VASCULAR ( Risonanza Magnetica Terapeutica ), che infatti alcuni ospedali hanno già adottato.
Soprattutto il punto fondamentale è quello che i ricoveri ospedalieri in questo caso sono praticamente inutili, se non controproducenti perchè si sottraggono posti letto a pazienti che avrebbero più bisogno di assistenza in ospedale.
E’ il caso delle persone decedute per infarto,
la cui mortalità è praticamente triplicata da quando è stata dichiarata l’emergenza Covid.
Ma la conclusione più sconvolgente tratta dal dottor Palma è questa:
“Perché il problema principale non è il virus, ma lareazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra. Infatti in tutti i reparti Covid non sono mai entrati malati di artrite reumatoide e ciò perché sono in terapia cortisonica.”
Il vero pericolo non verrebbe quindi dal Covid, quanto dall’infiammazione del sistema immunitario che porta alla distruzione cellulare.
Quanto sostenuto dal dottor Palma sembra essere stato già avallato anche da altri medici che sono giunti alle stesse conclusioni.
Ma allora a questo punto, se il problema di tutta questa emergenze sono state delle diagnosi e delle terapie sbagliate, la pericolosità del virus sostanzialmente svanisce.
L’intero apparato mediatico e il governo, con le sue varie e costose task-force, hanno immediatamente associato la causa delle morti al coronavirus, senza nemmeno sapere che cosa fosse realmente accaduto.
Si è veicolata l’idea che i corpi di quelle persone fossero affetti da una sorta di pestilenza e che era necessario cremarle quanto prima.
Se il Covid si può curare a casa con farmaci a bassissimo costo, è evidente che l’emergenza allo stato dell’arte non c’è.
La cura è stata già trovata. L’immunizzazione contro un virus che muta sarebbe completamente inutile,e potenzialmente dannosa.
Un altro aspetto che riguarda Bergamo è proprio quello dei vaccini.
Uno studio scientifico del Pentagono ha riportato che
Se si vanno a vedere i numeri delle vaccinazioni svolte nel bergamasco, si vedrà che c’è
stata una massiccia immunizzazione dal novembre dello scorso anno proprio contro l’influenza e il meningococco.
Per onore della cronaca Roberto Burioni con un post ha tacciato i propri colleghi (sbagliando ospedale, forse non aveva poi approfondito così tanto la questione?) come autori della “solita bufala”, ma forse non è questa la persona più qualificata per valutare, viste le sue sfortunate affermazioni televisive dei primi di febbraio 2020: “In Italia siamo tranquilli. Il virus non c’è. È lecito preoccuparsi solo per l’influenza.”
Questa, sempre per la cronaca, la risposta del Dr. Palma a Burioni, dopo che Burioni ha fatto un post in cui boccia l’ ipotesi (ma la boccia senza entrare nel merito e confondendo il luogo di lavoro del medico che lavora a Salerno e non a Pavia:
“Io non mi permetto di discutere con i medici che vanno in televisione come Burioni. Ho ipotizzato questi interventi da medico che lavora sul campo da anni, oggi da direttore di un Centro Trombosi e Coagulazione accreditato con il Sistema Sanitario Nazionale. Giovedì pomeriggio, prima di fare il post, ho partecipato a una video-conferenza con i colleghi del Niguarda di Milano, in cui abbiamo analizzato i primi cinquanta reperti di biopsie dove emerge un tessuto polmonare pieno di coaguli – spiega il cardiologo – Ci sarebbe una formazione intravascolare disseminata innescata dal virus. Non è una certezza, ma un’ipotesi. Alcuni pazienti non vanno in ventilazione perché rispondono molto bene all’enoxaparina”.
Sui due chiosa anche il professor Maurizio Viecca, primario di Cardiologia dell’Ospedale Sacco di Milano: «Non si muore di polmonite, ma di trombosi!»
Il professor Maurizio Viecca: «Il mio protocollo a base di antiaggreganti funziona. Il ministro Speranza invii gli ispettori per validare la cura ed eviti che la burocrazia ci penalizzi»
Dopo aver affrontato il virus e studiato l’evoluzione della malattia nella fase più acuta, ha messo a punto una terapia a base di antiaggreganti e antinfiammatori già ribattezzato “protocollo Viecca”, che da oggi è sulle principali pubblicazioni scientifiche internazionali.
«Più di un mese fa osservai che questi pazienti passavano dalla fase del casco CPAP alla fase dell’intubazione nel giro di un’ora e mezza, e questo è impossibile solo con una polmonite perché non c’è nessun virus al mondo che può dare una polmonite che di colpo non risponde più al casco e neanche all’intubazione. Doveva esserci qualche altro meccanismo. Al che iniziai a guardare le cartelle cliniche di questi pazienti e scoprii che in alcuni casi c’era un esame del sangue che si chiama D-dimero che era particolarmente elevato. Quando si trova questo esame del sangue alterato nell’individuo, vuol dire che c’è una trombosi in atto. Allora parlai con l’anatomopatologa del Sacco, la dottoressa Nebuloni, la quale mi disse che aveva fatto trenta autopsie e in tutte aveva trovato l’embolia dei piccoli capillari polmonari».
«La gente – continua Viecca – normalmente non sa che quando si ha l’embolia di questi vasi piccoli, l’anticoagulante da solo non fa nulla. Noi cardiologi lo scoprimmo già 20 anni fa quando facevamo le prime angioplastiche durante l’infarto. Dove le coronarie alla fine erano aperte il trombo era sparito, ma il sangue non passava perché evidentemente questo trombo rompendosi in tanti pezzettini piccoli andava a chiudere tutti i capillari della coronaria. Quindi ho preso lo stesso protocollo, adattandolo alla situazione attuale, e ho stabilito alcuni parametri: quando iniziare la terapia e gli obiettivi da raggiungere. E poi abbiamo redatto più velocemente possibile un protocollo, approvato dal nostro comitato etico, cosiddetto compassionevole, perché lo Stato non paga il farmaco, ma di solito lo dà una casa farmaceutica. Io non volevo legarmi a nessuna casa farmaceutica, e allora ho deciso di pagarlo con la mia fondazione. Ho fatto applicare questo protocollo alla Pneumologia su cinque pazienti, alcuni giovani e altri anziani, e tutti hanno avuto risultati sorprendenti. È la prima volta che si trova qualcosa di nuovo e di efficace».
Il protocollo prevede la somministrazione di un antiaggregante «che è cento volte più potente dell’aspirina che si dà ai cardiopatici, l’antiaggregante per definizione». Ma via via che il farmaco finisce, «lo integriamo con aspirina e altri farmaci in modo da mantenere questa fluidità del sangue ed evitare che le piastrine si uniscano tra loro dando vita al cosiddetto trombo bianco, che è quello che chiude i capillari».
Beh, vedremo se ha ragione Burioni o se hanno ragione i vari cardiologi come Palma di Salerno, Cuccia di Brescia o Viecca di Milano o i cinesi.
Quello che in ogni caso serve, se c’è questa malattia infiammatoria vascolare sistemica, tanto vale approfondire quali sono le principali armi di difesa e i principali sistemi di cura che riguardano il sistema vascolare, oltre ovviamente ai farmaci, ai nutraceutici e più in generale alla nutrizione che possa rinforzare il sistema immunitario. L’infiammazione, lo stress ossidativo e la rigidità della vasomozione , poichè il corpo umano è costituito da 100.000 km di vasi.
Ecco spiegati così anche i risultati ottenuti con il razionale scientifico della TMR VASCULAR , all’ospedale di Melegnano, non solo per la sua capacità antinfiammatoria. Il microcircolo e’ sempre alla base/causa di tutto!
Se non si muore di corona virus, ci fanno morire loro!!!
EMICRANIA, CAPOGIRI, CONFUSIONE MENTALE, HERPES, FIATO CORTO, TACHICARDIA, INNALZAMENTO DELLA PRESSIONE ARTERIOSA, ABBASSAMENTO DELLE DIFESE IMMUNITARIE, IN CHI È COSTRETTO AD INDOSSARE OGNI GIORNO LA MASCHERINA “Indossare la mascherina è come tenere la testa dentro un sacchetto di plastica e respirare…” La mascherina limita l’entrata di ossigeno nei polmoni aumentando i livelli di CO₂ nel sangue. La carenza di ossigenazione può provocare numerosi problemi, soprattutto nei soggetti che la indossano per più di due ore al giorno, persino il cuore può risentirne. Inoltre indossare la mascherina ogni giorno e per ore consecutive può attivare la proliferazione di funghi attorno all’area naso/bocca. Ogni posto di lavoro con lavoranti con mascherina dovrebbero garantire un arco di tempo per ricambio d’ossigeno.
Soluzione:
TMR – Risonanza Magnetica Terapeutica- La vascular di Thereson
VASOMOZIONE =OSSIGENAZIONE
Consiglio della organizzazione mondiale della sanità sull’uso delle mascherine mediche
Le mascherine venete per bambini
Benché vengano consigliate come strumento efficace contro il contagio, sul sito della WHO leggiamo: Se non abbiamo problemi respiratori e se non abbiamo raffreddori o cose di questo tipo non necessitiamo di indossare mascherine mediche.
Sempre dal sito: le mascherine sono state sviluppate, per persone e/o operatori che devono lavorare o stare a stretto contatto per un lungo perido con potenziali malati. .
La questione che non viene considerata, sull’uso di queste protezioni, è che se usate male (ovvero se vengono usate per più volte) le mascherine diventano un vero e proprio ricettacolo di germi. .
Il gesto di andare a toccare queste mascherine, per magari sistemarcele meglio sul viso, diventa alla fine un veicolo di contagio vero e proprio; quindi come riportato sempre sul sito della WHO diventa controproducente per persone che sono sane indossare queste protezioni. .
La raccomandazione è dunque quella di usare le mascherine mediche solo se strettamente necessario; una volta usate vanno comunque gettate e non riutilizzate più volte.
Ricordate i camion che spargono cloro per la disinfezione delle strade durante i tempi del Covid19?
Ci mancava solo quello! Oltre a tutto il cloro che viene messo nell’acqua che esce dai rubinetti…
Ecco già rilevati i danni da parte dei famigerati trialometani, cioè sostanze come cloroformio, bromodiclorometano, dibromoclorometano e bromoformio, che si trovano nell’acqua di rubinetto e sono sottoprodotti dei sistemi per la disinfezione a base di cloro.
Sarebbero già responsabili del 5% dei casi di tumore alla vescica che si verifica in Europa. A sostenerlo uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives, coordinato dall’Institute for Global Health di Barcellona, che ha analizzato la presenza di questi composti nell’acqua potabile di 26 Paesi dell’Unione europea, mettendoli in relazione con l’incidenza di questo tumore, che è tra più frequenti. In Italia, ogni anno, si verificano circa 30 mila casi di tumore alla vescica. In base ai risultati di questa indagine, i trialometani rappresenterebbero un fattore di rischio per 6.500 casi ogni anno. Di questi, 2.900 potrebbero essere evitati se i Paesi rispettassero i limiti europei. Una ragione in più, allora, per purificare l’acqua che arriva nel rubinetto di casa.trialometani – sostanze come cloroformio, bromodiclorometano, dibromoclorometano e bromoformio, che si trovano nell’acqua di rubinetto e sono sottoprodotti dei sistemi per la disinfezione a base di cloro – sarebbero responsabili del 5% dei casi di tumore alla vescica che si verifica in Europa. A sostenerlo uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives, coordinato dall’Institute for Global Health di Barcellona, che ha analizzato la presenza di questi composti nell’acqua potabile di 26 Paesi dell’Unione europea, mettendoli in relazione con l’incidenza di questo tumore, che è tra più frequenti. In Italia, ogni anno, si verificano circa 30 mila casi di tumore alla vescica. In base ai risultati di questa indagine, i trialometani rappresenterebbero un fattore di rischio per 6.500 casi ogni anno. Di questi, 2.900 potrebbero essere evitati se i Paesi rispettassero i limiti europei. Una ragione in più, allora, per purificare l’acqua che arriva nel rubinetto di casa.
Si tratta di un grande classico della nostra tradizione culinaria, un piatto che risolve tante serate e che può essere ulteriormente impreziosito grazie all’utilizzo dell’acqua di mare.
Ingredienti
320 g di spaghetti
1 peperoncino
1 spicchio d’aglio
q.b. olio extravergine
q.b. acqua di mare
q.b. prezzemolo
Procedimento
Pulite lo spicchio d’aglio, togliendo la buccia esterna, quindi tagliatelo a metà ed eliminate l’anima centrale. Versatelo in una padella con alcuni cucchiai di olio extravergine e fatelo imbiondire a fiamma media.
Tritate al coltello il peperoncino fresco, eliminate i semi, ed unitelo in padella con l’aglio e l’olio. Cuocete per due minuti e poi togliete dal fuoco.
Cuocete in abbondante acqua di mare la pasta, scolatela al dente ed unitela al condimento in padella. Mantecate velocemente a fiamma viva unendo un mestolo di acqua di mare utilizzata per la cottura della pasta e fate asciugare.
Togliete dal fuoco, impiattate e completate con un po’ di prezzemolo tritato.
Un ingrediente inusuale ma unico, una materia prima disponibile in natura ma che necessita di una determinata lavorazione per divenire sicura, eliminando il rischio di contaminazioni. Un prodotto utile per decongelare, per lavare, per insaporire, cuocere e dar carattere a tanti, se non tutti, i piatti a base di pesce. Ma anche per sbollentare le verdure, condire le insalate e preparare marinate e salamoie con una marcia in più.
Avete mai usato l’Acqua d’Amare per cucinare, ed in quale tipo di ricetta?
Molti medici ed alcuni ospedali hanno già inserito a partire dal mese di aprile 2020 nei loro protocolli per la cura del coronavirus, il razionale Gioiasia Vascular, della Biomag 3D Therapy,
Pulsed magnetic therapy devices
Subito ottenuti grandi risultati. Va detto che la tecnologia Biomag 3D non è nuova perchè già usata nella cura delle piaghe , specie del piede diabetico, ma questa notizia sul Covid19 , ormai confermata da sempre un maggiore numero di medici ed ospedali è veramente una bomba!
Noi a dir la verità sapevamo già molto dai cinesi di questo problema riguardante i microtrombi come causa della morte per Covid19 ed esattamente da una ricerca condotta dall’equipe di Ning Tang del Laboratorio del Tongji Hospital di Wuhan, su 183 pazienti con Sars-Cov2-19 in Cina, pubblicato su Journal of Thrombosis and Haemostasis già in febbraio: nell’11,5% dei soggetti che sono deceduti in quella popolazione si è osservato un aumento di un particolare parametro, il D-Dimero, rispetto a chi invece è sopravvissuto ( il dato del D-Dimero significa che c’è una trombosi in atto).
E comunque il 3 aprile anche il 24Ore aveva già pubblicato tra i primi in Italia un articolo sull’argomento (clicca qui)
Su base di studi autoptici fatti in Cina , Clexane, Ozonoterapia e Gioiasia Biomag3D hanno un razionale per gli episodi di microtomboembolismo e vasomozione. Il microcircolo e’ sempre la causa di tutto!
Questo articolo del Dr. Daniele Bartolini, sulle affermazioni del cardiologo Dr. Gianpaolo Palma, un cardiologo in trincea, ha fatto il giro del web, incontrando ovviamente il contrasto da parte del solito Dr. Burioni, come vedremo più avanti.
Il dr. Palma, con molta prudenza ma deciso, afferma di aver dimostrato la causa della letalità del coronavirus: “Solo al Beato Matteo ci sono 2 cardiologi che girano su 150 letti a fare ecocardio con enorme fatica e uno sono io. Fatica terribile!”
“Però, di quello che alcuni supponevano, ma non ne riuscivano a essere sicuri, ora noi abbiamo i primi dati: la gente va in rianimazione per tromboembolia venosa generalizzata, soprattutto polmonare!
Se così fosse, non servono a niente le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere, anzi prevenire queste tromboembolie. Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti muoiono 9 su 10. Perché il problema è cardiovascolare, non respiratorio! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!”
“E perché si formano trombi? Perché l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto.”
Allora? “Quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo, era che non bisognava usare antinfiammatori. Ora in Italia si stanno usando antinfiammatori e antibiotici (come nelle influenze) e il numero dei ricoverati crolla”.
“Molti morti, anche di 40 anni, avevano una storia di febbre alta per 10-15 giorni non curata adeguatamente. Qui l’infiammazione ha distrutto tutto e preparato il terreno alla formazione dei trombi. Perché il problema principale non è il virus, ma la reazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra. Infatti nei nostri reparti COVID non sono mai entrati malati di artrite reumatoide! Perché sono in terapia cortisonica”. (ndr: il cortisone esercita controllo sui diversi mediatori dell´infiammazione e sulle cellule coinvolte nella risposta infiammatoria).
“Questo è il motivo principale per cui in Italia le ospedalizzazioni si riducono e sta diventando una malattia curabile a casa. Curandola bene a casa eviti non solo l’ospedalizzazione, ma anche il rischio trombotico”.
“Non era facile capirlo perché i segni della microembolia sono sfumati, anche all’ecocardio. Ma questo weekend ho confrontato i dati dei primi 50 pazienti tra chi respira male e chi no e la situazione è apparsa molto chiara”.
“Per me si potrebbe tornare a vita normale e riaprire le attività commerciali. Via la quarantena! Non subito. Ma il tempo di pubblicare questi dati. Il vaccino può arrivare con calma”.
“In America e altri stati che seguono la letteratura scientifica che invita a NON usare antinfiammatori è un disastro! Peggio che in Italia. E parliamo di farmaci vecchi e che costano pochi euro”.
La testimonianza del collega è confermata dai protocolli di alcuni altri ospedali: al Sacco danno Clexane a tutti, con D-dimero predittivo: più è alto, meno risponde il paziente. Al San Gerardo di Monza danno Clexane e cortisone, al Sant’Orsola di Bologna Clexane a tutti + protocollo condiviso con i medici di famiglia che prescrivono Plaquenil a pioggia su tutti i pazienti monosintomatici a domicilio.
Una precisazione sugli antinfiammatori:
la produzione di COX 2 è aumentata nei tessuti bersaglio virali da pazienti con infezione virale attiva e si è visto che la delezione (mutazione cromosomica) della COX2 riduce la mortalità , mentre la delezione della COX1 è associata al peggioramento dell’infezione.
Quindi i farmaci antinfiammatori tipo Brufen, Naproxene, Aspirina che inibiscono la COX1 oltre che la COX2, non andrebbero usati. Mentre Celecoxib, un inibitore selettivo della COX2, sembra dare buoni risultati (aspettiamo l’esito degli studi).
Invece questa analisi porta in evidenza la necessità di usare negli stadi più avanzati della malattia una eparina a basso peso molecolare ad alte dosi.(Clexane 8.000 UI/die). Raccogliamo dal Dr. Montanari l’invito a non usare MAI USARE L’EPARINA per più di un mese, perchè oltre questo tempo si rischia di ottenere l’effetto contrario, cioè un effetto trombotico anzichè antitrombotico.
Altre interessanti testimonianze di anatomo-patologi del “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo che ha eseguito 50 autopsie ed del “Sacco” di Milano 20 (quella italiana è la casistica più alta del mondo, i cinesi ne hanno fatte solo 3 e “minimally invasive”), sembrano confermare in pieno le informazioni sopra riportate.
In poche parole, pare che l’exitus sia determinato da una DIC (Coagulazione Intravascolare Disseminata) innescata dal virus.
Quindi la polmonite interstiziale non c’entrerebbe nulla, sarebbe stato soltanto un abbaglio diagnostico: abbiamo raddoppiato i posti in rianimazione, con costi esorbitanti, probabilmente inutili. Anzi intubare il paziente è spesso controproducente.
“Col senno di poi, mi viene da ripensare a tutti quegli Rx Torace che commentavamo circa un mese fa: quelle immagini che venivano interpretate come polmonite interstiziale in realtà potrebbero essere del tutto coerenti con una DIC”.
“Sarà interessante adesso (una volta che tutte queste nuove informazioni venissero confermate) verificare se ci sarà la “volontà politica” di recepirle da parte delle Istituzioni”.
“Potrebbe significare uscire da questo casino in quattro e quattr’otto, togliendoci un sacco di rotture di c…. (mascherine, app di tracciamento, code ai negozi, ecc. ecc.)”.
Il cardiologo Dr. Giampaolo Palma
Qui finisce l’articolo del Dr. Daniele Bartolini, ma subito a seguito di questo, il web è stato inondato di alter affermazioni simili da parte di altri ospedali e diversi dottori. Quello che segue per esempio è scritto da Cesare Sacchetti:
L’anomalia di morti registrata nel bergamasco non sarebbe stata la diretta conseguenza di una polmonite interstiziale, ma piuttosto il risultato di microtrombosi venose.
Dopo aver eseguito diverse autopsie su 50 cadaveri all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e altre 20 realizzate invece al Sacco di Milano, la comunità medico-scientifica sembra arrivata a questa conclusione che cambia completamente la narrazione che è stata fatta fino a questo momento.
Sostanzialmente, i pazienti che sono deceduti in seguito ad un’infezione di Covid-19, al netto già di altre gravi patologie precedenti, avrebbero sofferto le conseguenze delle prime diagnosi sbagliate.
Il coronavirus non attacca prima i polmoni , ma colpisce soprattutto i vasi sanguigni, impedendo il regolare afflusso del sangue.
Si tratterebbe quindi di una malattia infiammatoria vascolare sistemica.
E’ lo stesso dottor Palma a spiegare come il virus attacchi l’organismo di una persona.
“Signori, Covid-19 danneggia prima di tutto i vasi, l’apparato cardiovascolare, e solo dopo arriva ai polmoni! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!”
Se dunque il Covid colpisce prima di tutto i vasi e l’apparato circolatorio, la naturale deduzione che ne consegue è che sostanzialmente è praticamente inutile ventilare artificialmente il paziente, se non addirittura dannoso, dal momento che i polmoni non ricevono abbastanza sangue.
“Se ventili un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti muoiono 9 pazienti su 10.”
I respiratori artificiali hanno peggiorato le cose
Il punto della ventilazione artificiale è semplicemente fondamentale. L’intera emergenza è stata provocata in un primo momento dal fatto che non c’erano abbastanza posti nelle terapie intensive dove venivano appunto usati i respiratori sui pazienti che manifestavano sintomi da Covid.
L’ordine di restare a casa impartito dall’intero sistema sanitario nazionale e dal governo PD-M5S derivava sostanzialmente da questo assunto per evitare altri nuovi contagi e il conseguente congestionamento delle terapie intensive.
Ma i respiratori artificiali non avrebbero affatto risolto il problema, al contrario lo avrebbero aggravato.
Conferme in questo senso stanno arrivando anche dagli Stati Uniti.
Il dottor Cameron Kyle-Sidell, medico presso il Maimonides Medical Center di New York, riporta che l’uso dei respiratori artificiali avrebbe portato ad un peggioramento delle condizioni dei pazienti affetti da Covid, risultando nel loro conseguente decesso nell’80% dei casi.
La ragione è dovuta al fatto che la pressione ventilatoria sui polmoni di un paziente che non ha una polmonite interstiziale, affaticherebbero il sistema respiratorio e porterebbero ad un suo rapido aggravamento.
Il dottor Kyle-Sidell arriva a delle conclusioni simili a quelle del dottor Palma, quando definisce il Covid-19 non come “una polmonite, ma come qualche tipo di malattia viralmente indotta”.
Ma l’infiammazione come si è già detto precedentemente non attacca i polmoni, ma piuttosto i vasi sanguigni ed è da questi che bisogna partire per una corretta diagnosi, come spiega il cardiologo.
“Perché l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto. Allora? Quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo, era che non bisognava usare antinfiammatori. Ora in Italia si usano antinfiammatori e antibiotici (come nelle influenze) e il numero dei ricoverati crolla.”
Le tromboembolie sono quindi dovute a delle infiammazioni che possono essere curate con dei farmaci piuttosto economici, ma (ndr) possono anche oggetto di facile e poco costosa prevenzione, oltre che cura, con dispositivi come la Gioiasia Biomag 3D o come la TMR VASCULAR ( Risonanza Magnetica Terapeutica ), che infatti alcuni ospedali hanno già adottato.
Soprattutto il punto fondamentale è quello che i ricoveri ospedalieri in questo caso sono praticamente inutili, se non controproducenti perchè si sottraggono posti letto a pazienti che avrebbero più bisogno di assistenza in ospedale.
Ma la conclusione più sconvolgente tratta dal dottor Palma è questa:
“Perché il problema principale non è il virus, ma lareazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra. Infatti in tutti i reparti Covid non sono mai entrati malati di artrite reumatoide e ciò perché sono in terapia cortisonica.”
Il vero pericolo non verrebbe quindi dal Covid, quanto dall’infiammazione del sistema immunitario che porta alla distruzione cellulare.
Quanto sostenuto dal dottor Palma sembra essere stato già avallato anche da altri medici che sono giunti alle stesse conclusioni.
Ma allora a questo punto, se il problema di tutta questa emergenze sono state delle diagnosi e delle terapie sbagliate, la pericolosità del virus sostanzialmente svanisce.
L’intero apparato mediatico e il governo, con le sue varie e costose task-force, hanno immediatamente associato la causa delle morti al coronavirus, senza nemmeno sapere che cosa fosse realmente accaduto.
Si è veicolata l’idea che i corpi di quelle persone fossero affetti da una sorta di pestilenza e che era necessario cremarle quanto prima.
Se il Covid si può curare a casa con farmaci a bassissimo costo, è evidente che l’emergenza allo stato dell’arte non c’è.
La cura è stata già trovata. L’immunizzazione contro un virus che muta sarebbe completamente inutile,e potenzialmente dannosa.
Un altro aspetto che riguarda Bergamo è proprio quello dei vaccini.
Per onore della cronaca Roberto Burioni con un post ha tacciato i propri colleghi (sbagliando ospedale, forse non aveva poi approfondito così tanto la questione?) come autori della “solita bufala”, ma forse non è questa la persona più qualificata per valutare, viste le sue sfortunate affermazioni televisive dei primi di febbraio 2020: “In Italia siamo tranquilli. Il virus non c’è. È lecito preoccuparsi solo per l’influenza.”
Questa, sempre per la cronaca, la risposta del Dr. Palma a Burioni, dopo che Burioni ha fatto un post in cui boccia l’ ipotesi (ma la boccia senza entrare nel merito e confondendo il luogo di lavoro del medico che lavora a Salerno e non a Pavia:
“Io non mi permetto di discutere con i medici che vanno in televisione come Burioni. Ho ipotizzato questi interventi da medico che lavora sul campo da anni, oggi da direttore di un Centro Trombosi e Coagulazione accreditato con il Sistema Sanitario Nazionale. Giovedì pomeriggio, prima di fare il post, ho partecipato a una video-conferenza con i colleghi del Niguarda di Milano, in cui abbiamo analizzato i primi cinquanta reperti di biopsie dove emerge un tessuto polmonare pieno di coaguli – spiega il cardiologo – Ci sarebbe una formazione intravascolare disseminata innescata dal virus. Non è una certezza, ma un’ipotesi. Alcuni pazienti non vanno in ventilazione perché rispondono molto bene all’enoxaparina”.
Sui due chiosa anche il professor Maurizio Viecca, primario di Cardiologia dell’Ospedale Sacco di Milano: «Non si muore di polmonite, ma di trombosi!»
Il professor Maurizio Viecca: «Il mio protocollo a base di antiaggreganti funziona. Il ministro Speranza invii gli
ispettori per validare la cura ed eviti che la burocrazia ci penalizzi»
Dopo aver affrontato il virus e studiato l’evoluzione della malattia nella fase più acuta, ha messo a punto una terapia a base di antiaggreganti e antinfiammatori già ribattezzato “protocollo Viecca”, che da oggi è sulle principali pubblicazioni scientifiche internazionali.
«Più di un mese fa osservai che questi pazienti passavano dalla fase del casco CPAP alla fase dell’intubazione nel giro di un’ora e mezza, e questo è impossibile solo con una polmonite perché non c’è nessun virus al mondo che può dare una polmonite che di colpo non risponde più al casco e neanche all’intubazione. Doveva esserci qualche altro meccanismo. Al che iniziai a guardare le cartelle cliniche di questi pazienti e scoprii che in alcuni casi c’era un esame del sangue che si chiama D-dimero che era particolarmente elevato. Quando si trova questo esame del sangue alterato nell’individuo, vuol dire che c’è una trombosi in atto. Allora parlai con l’anatomopatologa del Sacco, la dottoressa Nebuloni, la quale mi disse che aveva fatto trenta autopsie e in tutte aveva trovato l’embolia dei piccoli capillari polmonari».
«La gente – continua Viecca – normalmente non sa che quando si ha l’embolia di questi vasi piccoli, l’anticoagulante da solo non fa nulla. Noi cardiologi lo scoprimmo già 20 anni fa quando facevamo le prime angioplastiche durante l’infarto. Dove le coronarie alla fine erano aperte il trombo era sparito, ma il sangue non passava perché evidentemente questo trombo rompendosi in tanti pezzettini piccoli andava a chiudere tutti i capillari della coronaria. Quindiho preso lo stesso protocollo, adattandolo alla situazione attuale, e ho stabilito alcuni parametri: quando iniziare la terapia e gli obiettivi da raggiungere. E poi abbiamo redatto più velocemente possibile un protocollo, approvato dal nostro comitato etico, cosiddetto compassionevole, perché lo Stato non paga il farmaco, ma di solito lo dà una casa farmaceutica. Io non volevo legarmi a nessuna casa farmaceutica, e allora ho deciso di pagarlo con la mia fondazione. Ho fatto applicare questo protocollo alla Pneumologia su cinque pazienti, alcuni giovani e altri anziani, e tutti hanno avuto risultati sorprendenti. È la prima volta che si trova qualcosa di nuovo e di efficace».
Il protocollo prevede la somministrazione di un antiaggregante «che è cento volte più potente dell’aspirina che si dà ai cardiopatici, l’antiaggregante per definizione». Ma via via che il farmaco finisce, «lo integriamo con aspirina e altri farmaci in modo da mantenere questa fluidità del sangue ed evitare che le piastrine si uniscano tra loro dando vita al cosiddetto trombo bianco, che è quello che chiude i capillari».
Beh, vedremo se ha ragione Burioni o se hanno ragione i vari cardiologi come Palma di Salerno, Cuccia di Brescia o Viecca di Milano o i cinesi.
Quello che in ogni caso serve, se c’è questa malattia infiammatoria vascolare sistemica, tanto vale approfondire quali sono le principali armi di difesa e i principali sistemi di cura che riguardano il sistema vascolare, oltre ovviamente ai farmaci, ai nutraceutici e più in generale alla nutrizione che possa rinforzare il sistema immunitario. L’infiammazione, lo stress ossidativo e la rigidità della vasomozione , poichè il corpo umano è costituito da 100.000 km
– Riattivazione della vasomozione e del MICROCIRCOLO con conseguenziale aumento dell’ OSSIGENAZIONE tissutale in genere ( ed in particolare dell’endotelio) e riduzione dei Fenomeni Trombotici sia venosi che arteriosi di frequente riscontro nei pazienti COVID-19.
Questo processo di riattivazione NON è NECESSARIO se si è attuato un programma di prevenzione con TMR Vascular, all’inizio per 20 giorni consecutivi (32 minuti 2 volte /die) e quindi successivamente per 20 giorni/mese , solo qualora non si attui uno stile di vita sano e sia necessaria una continua azione suppletiva per disinfiammare i tessuti vascolari. Oppure qualora si sia costretti a vivere in ambienti eccessivamente inquinati e quindi inquinanti. Testimoniato dalla pubblicazione di numerosi studi scientifici, è certo infatti , che lo scarico tossicologico che invade il nostro organismo non è più sopportabile dai nostri sistemi endogeni e dalla loro capacità di mantenersi puliti, poiché noi funzioniamo bene quando siamo mantenuti puliti.
il carico di tossine oggi è all’inizio di un processo degenerativo che ci indebolisce dal punto di vista immunologico e ci predispone attraverso l’infiammazione a tutte le malattie degenerative che conosciamo della nostra epoca. Sono l’incubo della nostra quotidianità, ma attenzione perché quella debolezza immunologica ci espone anche alle problematiche che tutti abbiamo visto in questi tempi relative al coronavirus. Abbiamo sentito tutti che le persone più esposte, quelle che hanno pagato un debito più alto, erano quelle che avevano delle malattie infiammatorie pregresse.
– Modulazione dello STRESS OSSIDATIVO ( riduzione radicali liberi ed aumento difese antiossidanti)
– Stimolazione alla riparazione e rigenerazione Tessutale ( incremento fibroblasti,cellule endoteliali e cellule staminali tessutali )
A proposito del Covid-19 abbiamo verificato l’effetto mortale delle tromboembolie ed abbiamo verificato che non servono a niente le rianimazioni e le intubazioni se prima innanzitutto non si sciolgono, anzi si prevengono queste stesse tromboembolie. Se si ventila un polmone dove il sangue non arriva, non serve! Infatti morivano 9 su 10. Perché il problema è cardiovascolare, non respiratorio! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!
E perché si formano trombi? Perché l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto al mondo medico.
Terapia Ospedaliera/ Domicilare consigliata :
2 sedute giornaliere ( mattina e sera) per almeno 1-3 mesi
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