Lo studio su The Lancet pubblicato il 3 aprile 2019: correlazione tra dieta e incidenza di malattie

Un gruppo di scienziati medici – collegati fra di loro dal comune obiettivo di uno Studio denominato Global Burden of Diseases, Injuries and Risk Factors (GBD) 2017 [trad.: Il peso globale di malattie, traumi e fattori di rischio] – ha pubblicato recentemente sulla quotatissima rivista scientifica di medicina, The Lancet, i risultati di un enorme lavoro di raccolta dati che copre ben 195 Paesi nel periodo 1990-2017. 

Lo studio aveva l’obiettivo di dare una visione globale – quindi rappresentativa di tutte le parti del mondo – dell’importanza delle abitudini dietetiche per il loro potenziale impatto sull’incidenza di malattie e mortalità nei 195 Paesi considerati. Sono state individuate 15 abitudini, in base alla loro importanza trasversale per la corretta alimentazione, quindi necessarie in tutti i regimi alimentari.

Nelle 15 pagine della pubblicazione, che gli specialisti di settore devono leggere con attenzione entrando nel merito dei dati, emergono alcune notizie che invece tutti, specialisti e non, devono conoscere. Difatti tutti dobbiamo sapere e riflettere sulle 15 abitudini dell’alimentazione che hanno mostrato una significativa connessione per l’incidenza di morte e disabilità per malattie di cui soffre la nostra Società, tra cui malattie cardiovascolari, tumori e diabete di tipo 2.

Queste 15 abitudini delineano di fatto le “regole d’oro” da seguire, in tutti i Paesi del mondo, a prescindere dal tipo di alimentazione locale.

Quali sono le 15 abitudini giornaliere esaminate come fattore di rischio di morte o disabilità?

  1. SCARSO UTILIZZO DI FRUTTA; intervallo di assunzione ottimale: 200-300g al giorno
  2. SCARSO UTILIZZO DI VEGETALI; intervallo di assunzione ottimale: 290-430 g al giorno
  3. SCARSO UTILIZZO DI LEGUMI; intervallo di assunzione ottimale: 50-70 g/giorno
  4. SCARSO UTILIZZO DI FARINE E PRODOTTI INTEGRALI per qualsiasi tipo di preparazione (pane, pasta, dolci) e tipo di alimento (riso, cereali); intervallo di assunzione ottimale: 100-150 g al giorno
  5. SCARSO UTILIZZO DI SEMI E FRUTTA SECCA; intervallo di assunzione ottimale: 16-25 g al giorno
  6. SCARSO UTILIZZO DEL LATTE (includendo tutti i tipi di latte, escludendo tutte le derivazioni vegetali); intervallo di assunzione ottimale: 350-520 g al giorno
  7. ALTO UTILIZZO DI CARNE ROSSA (includendo manzo, maiale, agnello e capretto, escludendo pollame, pesce e uova); intervallo di assunzione ottimale: 18-27 g al giorno
  8. ALTO UTILIZZO DI CARNE PROCESSATA (carne affumicata, salata, essiccata, o aggiunta di conservanti); intervallo di assunzione ottimale: 0-4 g al giorno
  9. ALTO UTILIZZO DI BEVANDE ZUCCHERATE (bevande con anidride carbonica, soda, bevande energetiche, bevande alla frutta, escluso succhi di frutta o vegetali al 100%); intervallo di assunzione ottimale: non più di 50 g al giorno
  10. BASSO CONSUMO DI FIBRE (assunzione di alimenti contenenti fibre inclusi frutta, verdure, semi, legumi e tuberi); intervallo di assunzione ottimale: 19-28 g al giorno
  11. DIETA CON BASSA ASSUNZIONE DI CALCIO (assunzione di alimenti che contengono calcio, incluso latte, yogurt, e formaggi); intervallo di assunzione ottimale: 1-1.5 g al giorno
  12. DIETA A BASSO CONTENUTO DI OMEGA-3 (soprattutto EPA e DHA); intervallo di assunzione ottimale: 200-300 mg al giorno
  13. DIETA A BASSO CONTENUTO DI ACIDI GRASSI POLINSATURI (assunzione di omega-6 da tutte le fonti, soprattutto oli vegetali, incluso olio di soia, mais e girasole); intervallo di assunzione ottimale: 9-13 g al giorno
  14. ALTA ASSUNZIONE DI ACIDI GRASSI TRANS (da tutte le fonti, in particolare da oli parzialmente idrogenati e prodotti da animali ruminanti): non più dello 0-1% dell’energia totale proveniente dal cibo (teniamo conto che 1 g di grasso dà 9 calorie e il fabbisogno energetico varia con età e stato della persona tra 1600-2000 calorie)
  15. ALTA ASSUNZIONE DI SODIO (basata su escrezione urinaria di sodio nelle 24 ore); intervallo di assunzione ottimale: 1-5 g/giorno

Il triste podio tra le 15 abitudini come causa di morte viene diviso tra: 1) dieta alta in sodio; 2) dieta bassa in farine integrali; 3) dieta bassa in frutta, e come causa di malattie troviamo sempre le prime due con posti scambiati fra di loro. Sono altrettanto riconosciute fondamentali le abitudini di consumare frutta secca e semi, verdure e omega-3. Ma ovviamente tutte le abitudini sono parimenti importanti nell’indirizzare il miglioramento globale, per uno stato di salute più favorevole (Figura 3 dell’articolo).

Casi di mortalità e impatto sulle malattie nel Mondo

La nostra Italia risulta con una favorevole correlazione tra bassa incidenza di morte/malattie relativa alle abitudini sopra descritte, trovandosi nella penultima fascia per frequenza di morte e nell’ultima fascia per frequenza di malattie, ovvero: 105-142 morti e meno di 2339 eventi di malattia ogni 100mila abitanti che hanno come causa determinante gli errori delle suddette abitudini. L’incidenza delle abitudini alimentari nello stato di salute della popolazione raggiunge i massimi livelli in altri Paesi, come Russia e Cina, ma anche Egitto e Libia, superando come causa di morte 397 casi e come causa di malattie 8740 casi ogni 100mila abitanti. Ci sono ragioni socio-economiche di cui si deve tenere conto, ma in generale questa situazione viene considerata come il fallimento evidente delle politiche riguardanti la salute pubblica, a livello mondiale, Paese più Paese meno.

L’assunzione dei grassi e l’importanza della lipidomica

Per la nostra visione lipidomica è abbastanza rilevante osservare che 4 su 15 cause riguardano i nostri amati grassi: le diete basse in omega-3, in polinsaturi, alte in acidi grassi trans o con scarsa frutta secca e semi. I grassi saturi non vengono neanche menzionati, confermando che il nostro interesse deve rivolgersi principalmente agli acidi grassi che DOBBIAMO prendere dagli alimenti, ovvero alle fonti di acidi grassi essenziali OMEGA-6 ed OMEGA-3. Ne assumiamo a sufficienza e raggiungono i tessuti nei quali hanno funzioni vitali?

A questo interrogativo risponde la lipidomica di membrana cellulare, che diviene l’analisi più direttamente collegata alle abitudini alimentari, per riscontrare errori e correggerli in tempo, effettuando una vera prevenzione attiva. E’ per questo che l’analisi deve essere eseguita con metodologie esenti dalle imprecisioni manuali, ovvero con procedure robotiche specializzate a separare la membrana cellulare, individuando anche la cellula del globulo rosso maturo come reporter ottimale della condizione personalizzata.

I dati di questa pubblicazione rappresentano un monito della scienza per la società, spingendo tutti i Paesi e le loro politiche ad applicare il progresso scientifico per incrementare realmente il benessere globale, vincendo la sfida di migliorare la salute di tutti, nessuno escluso.

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