Questo documento non contiene una definizione di nutriente sebbene questa definizione possa essere ricostruita da considerazioni presenti all’interno del documento.
Presenteremo di seguito alcune riflessioni personali che ci auguriamo possano stimolare una lettura più meditativa del documento nuovi LARN.
Una prima riflessione deve essere fatta sul concetto di nutriente in relazione all’alimento che lo contiene. Sappiamo infatti che alcuni nutrienti sembrano perdere alcune caratteristiche o attributi nutritivi se isolati dall’alimento di provenienza. I processi di trasformazione, conservazione e cottura degli alimenti modificano in maniera importante il valore nutritivo degli alimenti.
Occorre quindi considerare i nutrienti non come elementi indipendenti dal substrato di provenienza ma come facenti parte di un sistema complesso “l’alimento”.
Fatta questa premessa passiamo ad esaminare quali attributi debba possedere un nutriente per potersi definire tale:
– POTERE ENERGETICO (Ovvero la capacità di apportare kilocalorie)
– CARENZE DOCUMENTATE (L’assenza dalla dieta del nutriente porta danni documentati per la salute)
– RUOLO METABOLICO FISIOLOGICO(Il nutriente è inserito in un processo biologico fisiologicamente presente nell’organismo umano con un ruolo plastico, regolatorio, co-fattoriale)
– RUOLO METABOLICO ECOSISTEMICO(Il nutriente svolge un ruolo costitutivo o regolatorio nei confronti del microbioma intestinale o modifica l’azione di sostanze tossiche su un processo metabolico fisiologico)
– RUOLO METABOLICO NUTRIGENOMICO (Il nutriente è in grado di modificare l’espressione di uno o più geni attivando quelli protettivi o limitando l’espressione di quelli potenzialmente dannosi)
– EFFETTI PROTETTIVI NEI CONFRONTI DI PATOLOGIE CRONICO-DEGENERATIVE (Si tratta di nutrienti appartenenti ad una delle classi sopra elencate che possono svolgere un ruolo positivo per la salute)
– INTOSSICANTE (Si tratta di una sostanza abitualmente consumata che non ha un ruolo metabolico fisiologico ma è in grado di produrre conseguenze negative per la salute. In alcuni casi possono essere presenti anche effetti positivi per la salute).
Verso un approccio ECOSISTEMICO della Nutrizione basata sull’evidenza
L’essere umano è in profondo rapporto con l’ambiente esterno e con il microbioma intestinale (anch’esso considerabile come ‘esterno’). Alcune sostanze presenti negli alimenti possono modificare gli scambi di materia o energia tra l’organismo umano e l’ambiente esterno/interno.
Questo le rende eleggibili come “nutrienti ecosistemici”.
E’ il caso delle fibre solubili come l’inulina presente nei carciofi e nella cicoria. I batteri della flora intestinale rompono le fibre di inulina producono acidi grassi a catena corta che nutrono gli enterociti e svolgono un ruolo regolatorio ecosistemico.
Massimo valore di nutriente ecosistemico ha l’acqua. Sappiamo infatti che oltre al ruolo di sostegno di ogni processo metabolico umano, l’acqua ha anche un importante ruolo di regolazione dei flussi di materia ed energia all’interno del microbioma intestinale.
Un altro esempio di nutrienti ecosistemici ci è dato dalle sostanze che aiutano a riparare i danni del DNA o che, chelando i metalli pesanti, possono proteggerci sostanze tossiche presenti nell’ambiente.
Verso un approccio NUTRIGENOMICO della Nutrizione basata sull’evidenza
I nuovi LARN introducono il concetto di sostanze bioattive specificando che si tratta di sostanze prive di un ruolo metabolico fisiologico ma che potrebbero esercitare un ruolo positivo per la salute.
Questo ruolo può essere semplicemente metabolico o anche nutrigenomico. Nel primo caso la sostanza può agire su un enzima o su una via metabolica attivandola o deprimendola.
Nel secondo caso la sostanza nutritiva agisce sull’espressione genica promuovendo la trascrizione proteica. Un esempio del secondo tipo viene dalla Vitamina D e dagli acidi grassi poli insaturi PUFA.
I tempi sono maturi per inserire il concetto di sostanza Nutrigenomicamente attiva nella definizione di nutriente.
INTOSSICANTE L’attributo di intossicante deve essere preso in considerazione perché alcune sostanze normalmente presenti nell’alimentazione umana posseggono anche o esclusivamente un’azione intossicante e attivatore di dipendenze.
E’ il caso dell’etanolo, che entra a pieno titolo tra i nutrienti in quanto fornisce energia. Ma si tratta di calorie “vuote” prive di vero valore nutritivo.
I nuovi LARN specificano che “è una molecola potenzialmente tossica per l’organismo d’elevata pericolosità sociale, che può causare, nel caso di abuso, importanti danni organici…etc”
Certe sostanze, come il Fluoro, accompagnano a dimostrati effetti positivi (sulla prevenzione delle carie) anche potenziali effetti dannosi per il sistema nervoso.
COMPOSTI BIOFUNZIONALI O PHYTOCHEMICALS O SOSTANZE BIOATTIVE
I nuovi Larn proporranno riflessioni su sostanze comunemente assunte con la dieta, con effetti positivi per la salute ma non considerati nutrienti in senso classico.
Forse sarebbe il caso di rivedere il concetto di nutriente spostando il senso della parola dalla quantità verso la qualità-
Leggiamo nel documento riassuntivo (versione pre-finale)
“Queste sostanze provengono da ortaggi, frutta legumi ed alcune bevande. Per queste sostanze non è ancora possibile indicare livelli di assunzione per la popolazione.”
Ci si limita a suggerire una dieta varia ed equilibrata.
Forse bisognerebbe riflettere più a fondo su questo argomento come si è fatto per gli zuccheri.
Si potrebbe indicare alcune fonti o alimenti da preferire.
E il caso delle brassicacee come broccoli, cavolfiori e biete, il cui effetto positivo per la salute è ormai chiaro e dimostrato.
Eppure qualcuno sorride al pensiero di un’ AI (Assunzione adeguata) per il broccolo.
Speriamo che la saggezza arrivi con il tempo.
LARN 2012
Sono stati presentati davanti ad una platea di 700 professionisti della nutrizione i nuovi LARN 2012 (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) nell’ambito del XXXVcongresso nazionale SINU.
Un lavoro che ha richiesto alla SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) ben 16 anni di lavori visto che la precedente edizione risale al 1996.
Era il secolo scorso, ed un secolo è passato anche nel progresso che hanno fatto le scienze legate alla nutrizione umana. Anche se viene mantenuta la sigla LARN cambia il significato della R. Il LARN per un nutriente non è più un singolo valore raccomandato (la precedente R) ma un insieme di riferimenti R) che prendono il nome di:
AR Fabbisogno medio
PRI Assunzione Raccomandata per la Popolazione
AI Assunzione Adeguata
RI Intervallo di riferimento per l’assunzione di macronutrienti
UL Livello massimo tollerabile di assunzione.
Compare anche un SDT che ha una grande importanza teorica. SDT significa Obbiettivo nutrizionale per la prevenzione e si riferisce al fatto che alcuni alimenti posseggono oltre al potere nutritivo anche la capacità, se assunti in quantità adeguate, di prevenire alcune patologie.
Disponibilità dei LARN 2012 Al congresso SINU è stato distribuito il documento di sintesi con numerose tabelle; Il documento sarà presto disponibile per i pubblico sul sito SINU. Bisogna precisare anche che il lavoro sui LARN non è ancora concluso.
LARN 2012 e raccomandazioni europee
E’ d’obbligo chiedersi se ha ancora senso redigere delle raccomandazioni per la popolazione italiana in presenza di analoghe e più vincolanti raccomandazioni europee.
Ovviamente nella redazione dei LARN 2012 sono state tenute in considerazione non solo le informazioni e raccomandazioni europee (EFSA etc.) ma anche quelle di grandi organizzazioni mondiali (FAO etc).
LARN 2012 e nutrigenomica Il passaggio da valore raccomandato a insieme di riferimenti rappresenta un grande progresso e fornisce ampi spunti per la riflessione sul rapporto cibo-salute.
Nel 1996 il cibo era soprattutto calorie mentre adesso si comincia a riflettere sulla possibilità (già ampiamente dimostrata dalla scienza) che il cibo sia soprattutto informazione e che quindi venga dato più risalto al potere nutritivo degli alimenti rispetto che al loro apporto energetico.
LARN e patologie
Bisogna sempre tenere ben presente che i LARN si riferiscono a popolazione ed individui SANI
Non tengono quindi conto di gruppi e singoli individui che, per predisposizione genetica, patologie o regime alimentare HANNO ESIGENZE PARTICOLARI.
Una patologia qualsiasi o una malnutrizione richiedono apporti completamente diversi che devono essere valutati per quel singolo soggetto.
LARN 2012 e Classi di Età
Purtroppo ogni società scientifica e singolo ricercatore classifica in maniera diversa i gruppi di età e questo porta a grandi difficoltà per chi volesse confrontare e analizzare i dati per trarne delle conclusioni.
LARN 2012 e Apporti energetici
Si è tenuto conto che i fabbisogni sono legati non solo all’età ma anche al tipo di attività fisica e\professione svolta. Per cui viene fornito un valore per il metabolismo basale ed uno per livello di attività fisica.
LARN 2012: vitamine
In questo campo mi aspettavo grandi novità ma sono stato smentito dai numeri.
B9
Viene riconosciuto il ruolo e l’importanza dei folati alzando i valori di riferimento a 400 microgrammi per la popolazione generale e 600 microgrammi in gravidanza .
B12
Alzati i valori per la popolazione generale da 2 a 2,4 microgrammi. 2.6 in gravidanza.
C
E’ prevalso un approccio prudenziale anche in quei casi in cui i valori indicati sono molto bassi e lontani da un potenziale rischio di eventi avversi. E’ il caso della vitamina C.
Si fornisce un AI di 40-130mg die che è molto vicino ai valori del 1996 e che tiene poco in considerazione il grande ruolo di questa sostanza per il mantenimento di un buono stato di salute.
D
Alzati di molto i valori per la Vit D dopo che oltre 12.000 ricerche ne hanno dimostrato anche il ruolo extra-scheletrico e preventivo.
L’ apporto adeguato (AI) viene fissato in 600 U.I per gli adulti, in gravidanza e allattamento e in 800 U.I, per gli anziani >75 anni.
Come detto in precedenza gli apporti adeguati non tengono presente fasce di pazienti a rischio di ipovitaminosi per particolari condizioni come (scarsa esposizione al sole, osteoporosi, patologie intestinali che possono ridurre l’assorbimento della vitamina).
Per questi gruppo l’apporto adeguato potrebbe essere molto più alto.
Per i valori massimi (UL) si è tenuto in considerazione la raccomandazione EFSA dello scorso agosto 4000 UI giorno per gli adulti.
K
Compare un valore di Assunzione raccomandata per la popolazione (PRI)per la vitamina K
Per gli adulti, maschi e femmine, sotto i 60 anni è 140 microgrammi poi sale a 170.
LARN 2012: minerali
Calcio
Numero tondo per il Ca il cui AI diventa 1g per maschi e femmine sotto i 60 anni e di 1200 poi.
Magnesio
250mg al giorno negli adulti. Non è stato stabilito un apporto maggiore in gravidanza nonostante sia oltremodo stabilito che il feto depaupera il pool di riserva materno di questo importante minerale. Speriamo che questo valore sia presto innalzato.
Ferro
L’apporto di ferro dipende molto dalle abitudini alimentari visto che il ferro più biodisponibile è quello EME presente in carne e derivati. La scarsa biodisponibilità del minerale rendono esposte ampie fasce di popolazione al rischio di carenze soprattutto in presenza di condizioni che possono limitarne l’assorbimento (patologie intestinali) o aumentarne il fabbisogno.
Per la popolazione adulta sana viene fissato un AI di 10mg per gli uomini e 18 per le donne fino a 60 anni. Poi si torna a 10mg.
Fluoro
Sfortunatamente compare il Fluoro con un livello di Assunzione raccomandata per la popolazione (PRI); 3 o 4 mg al giorno di una sostanza SENZA ALCUN POTERE NUTRITIVO e di cui si farebbe molto meglio a stare lontani visto i rischi di neuro-tossicità evidenziati da numerosi ricercatori. Sebbene il Fluoro abbia dimostrato di prevenire le carie e che sia addizionato alle acque da bere, è in atto una revisione del suo rischio reale per la salute umana.
Purtroppo anche l’EFSA lo inserisce tra i nutrienti negando così quel criterio di prudenza tanto sostenuto per sostanze NUTRITIVE come le vitamine idrosolubili.
LARN e Fibre
Attenzione alle fibre che devono essere presenti ed introdotte precocemente anche nella dieta del bambino, dopo lo svezzamento privilegiando cereali integrali, legumi, frutta e verdura.
Gli adulti dovrebbero consumare almeno 25 grammi al giorno di fibre alimentari anche in caso di apporti energetici sotto le 2000 Kcal die.
Questo richiede l’apporto di 400 –600 grammi di frutta e verdura al giorno. Quanti di noi lo fanno?
AI e RI sono stabiliti per le fibre anche in età evolutiva, dopo il primo anno di età.
Il valore adeguato nel bambino è di 8,4 grammi al giorno che richiede un significativo apporto di alimenti come cereali integrali, legumi, frutta e verdura.
LARN e Zuccheri semplici
Gli zuccheri semplici dovrebbero essere limitati a non più del 15% dell’apporto calorico totale. Viene specificato che quando gli zuccheri semplici contribuiscono per oltre il 25% all’apporto calorico questo costituisce un rischio per la salute.
Queste indicazioni implicano la forte limitazione di bevande arricchite di zucchero che ne contengono quantità molto alte come anche di merendine e altri alimenti ad altissimo contenuto di zucchero. Anche alimenti commercializzati come “salutari” ad esempio i cereali per la colazione arrivano a contenerne anche il 35% a fronte di pochi grammi di fibre.
I Larn sconsigliano l’uso del fruttosio come dolcificante come anche gli sciroppi di mais.
Il fruttosio ha dimostrato di contribuire allo sviluppo della sindrome metabolica e di aumentare il rischio di statosi epatica specialmente in chi aveva una dieta ricca di grassi.
LARN e lipidi
I grassi, demonizzati in passato da molte diete, dovrebbero contribuire al nostro apporto energetico per il 20-35% (RI per adulti) e per il 35-40% nei primi 3 anni di vita.
Un valore molto più basso ci espone a rischi per la salute.
I grassi non sono tutti uguali.
Adesso vengono distinti i grassi totali, dai saturi, PUFA totali, omega 6, Omega 3 e per ognuno vengono fissati valori di riferimento.
Compaiono gli acidi grassi trans il cui apporto deve essere il minore possibile.
Questi grassi derivano principalmente da processi industriali come l’idrogenazione per la produzione di margarine. Sono tuttavia presenti anche in molti altri alimenti non processati come il burro e la carne.
Anche gli acidi grassi sauri andrebbero limitati ad un apporto energetico sotto il 10% per proteggere la salute (SDT).
Gli omega 6 dovrebbero avere un RI del 4-8% mentre gli Omega 3 dello 0,5-2% dell’apporto energetico totale.
Per gli omega 3 si stabilisce un apporto adeguato di 250mg al giorno valido anche in gravidanza ed allattamento.
Si riconosce il ruolo del DHA per lo sviluppo del sistema nervoso infantile suggerendone un AI di 100mg al giorno per lattanti e bambini fino ai 3 anni. Anche in allattamento viene suggerito un RI per il DHA di 100 –200 mg anche se non viene fissato un AI.
Questi apporti di Omega 3 potrebbero essere soddisfatti con l’assunzione di 2-3 porzioni di pesce a settimana preferendo specie ricche di questi nutrienti come sardine e salmone.
Migliaia di studi clinici validati nella medicina ufficiale in un trentennio, e dei campi elettromagnetici pulsati (CEMP) di fatto non se ne sa nulla. I CEMP, confusi erroneamente con la antica e controversa magnetoterapia, trattano efficacemente almeno il 50% delle patologie ma sono
sconosciuti per quasi tutti i medici. L’università di medicina non tratta le onde, e le istituzioni classificano i dispositivi medici senza strumenti e indagini per accertare l’effettivo costo biologico. Non può essere solo l’effetto termico, il riscaldamento della cellula (come la ingannevole e defunta caloria). Il parametro di sicurezza apparente è quando un dispositivo non riscalda la cellula, ma di fatto esso può disorganizzare i legami molecolari di quest’ultima e danneggiare il DNA con costi biologici incalcolabili, come avviene per l’esposizione ai telefonini. Nella sezione italiana di Wikipedia i CEMP non esistono: bisogna andare su quella internazionale e digitare PEMF (Pulsed Electro Magnetic Field).
Il caos domina a spese dei pazienti: i medici non sanno, non vengono diffusi i parametri di efficacia del trattamento con i CEMP e le aziende prosperano con macchinette-gadget di scarsa efficacia perché non hanno solenoidi degni (applicatori insufficienti che sviluppano il campo elettromagnetico e si posizionano sulla parte del corpo da trattare), vendute a poco più di cento euro o affittate a 2-3 euro al giorno; in alternativa, vi sono industrie leader a livello mondiale che vendono benessere con potenze del tutto insufficienti e una sola forma d’onda anziché quattro (sinusoide, quadra, triangolare e a dente di sega).
Per non parlare del monumentale uso sintomatico fatto da alcune cliniche statunitensi, che promettono guarigioni in meno di un’ora con potenze da brivido (da 1 a 3 tesla) con le quali il sintomo del dolore al ginocchio scompare, ma l’organismo perde per diverso tempo il controllo motorio, e non solo. L’inferno è lastricato di buone intenzioni.
Vediamo perché sono importanti i CEMP e come vanno usati.
Tutte le patologie nascono a livello cellulare. Le cellule di una persona sana, con un buon sistema immunitario, hanno un potenziale di membrana ottimale pari a -90 milliVolt. Per poter funzionare la cellula ha bisogno di questa tensione leggermente negativa, e grazie ad essa mantiene la vita: espelle le tossine, ossigena la cellula, attiva il metabolismo assimilando le sostanze nutrienti attraverso i pori della cellula che si dilatano, produce l’energia per la nostra vita quotidiana, l’adenosina trifosfato, l’ATP, attraverso scambi ionici sodio-potassio, attivati sempre dalle cariche elettriche. Mantiene adeguato il sistema immunitario portando i “rifiuti” nella matrice extracellulare, che a sua volta li invia agli organi di depurazione chiamati emuntori (polmoni, reni, fegato).
A -40 milliVolt siamo già nel campo dei dolori e delle patologie croniche, e il sistema immunitario è fortemente deficitario; a -20 milliVolt, con le formazioni tumorali, siamo al capolinea.
Secondo il premio Nobel Alexis Carrel, le cellule sono il segreto della longevità e della salute. A 35 anni incomincia a calare il potenziale di membrana, fino al tracollo dei 60 anni. Però possiamo ricaricare costantemente la batteria e mantenere le prestazioni cellulari di un trentenne.
Come funziona in questo caso il Campo Elettro Magnetico Pulsato? Le onde magnetiche sono le trasportatrici dell’elettricità nella cellula e innalzano il potenziale di membrana attraverso uno stimolo di overpeak, cioé portano inizialmente la tensione a valori elevati per poi stabilizzarsi su quelli ottimali di -90 milliVolt.
Ci sono molti altri effetti rapidi se non immediati nella nostra fisiologia. Il metabolismo aumenta del 30%, per cui chi non può muoversi a parità di dieta dimagrisce. Il sangue diventa in una decina di secondi meno denso e viscoso, i globuli rossi bloccati in pile si liberano e si attivano, e quelli bianchi si mettono a caccia. La microcircolazione si accelera con la diffusione sistemica dell’ossigeno attraverso i capillari in tutto il corpo. Si attivano le proteine di risposta al dolore. L’energia riparte.
Il corpo umano funziona con frequenze da 0 a 30Hz, per cui ogni dispositivo deve tener conto di tali parametri, altrimenti si può eliminare il sintomo ma si crea un danno ben più grave e invisibile, che non conosciamo e che pagheremo.
Il sonno, la veglia, il movimento hanno frequenze specifiche. Se dobbiamo sciogliere una contrattura muscolare cronica, basta usare le frequenze del sonno profondo. Anche il muscolo si rilassa, è fisiologia e non fantascienza.
Chi ha problemi di sonno con i 2-4 Hertz si addormenta senza ipnoinducenti e benzodiazepine. L’adrenalina si destruttura e si diventa calmi, in pace col mondo.
I benefici sono infiniti. Il tessuto osseo si rigenera in tempi veloci, le fratture in meno di un terzo dei tempi fisiologici e i campioni dello sport lo sanno bene. Addirittura usano i CEMP per avere le cellule al 100% in modo tale da disporre del valore aggiunto che fa vincere senza doping, al meglio delle proprie condizioni.
Sulla ricostruzione ossea vi sono da oltre 30 anni i pregevoli studi di Basset e Fukuda, o di Yasuda, ed è fantastico vedere come i CEMP cambiano polarità alle estremità fratturate stimolando l’attrazione magnetica e la saldatura. La rigenerazione dell’osso, delle cartilagini: pensiamo a tutti i sofferenti di osteoporosi, ai crolli vertebrali, ai dolori discali, alle artrosi, tendiniti, cuffia dei rotatori, ecc. Ogni forma d’onda ha una funzione diversa: la sinusoide deve calmare, la quadra e a dente di sega attivare e rigenerare funzioni e tessuti.
I CEMP abbattono le infiammazioni, cicatrizzano le ferite, curano il piede diabetico. Quasi quattromila studi su Pubmed lo testimoniano. L’Istituto Rizzoli di Bologna ha messo i CEMP in home page per riconoscimento. Tra l’altro le poche macchine complete con le quattro forme d’onda e dotate di applicatori e potenze sufficienti a fronteggiare i dolori acuti, senza bisogno di cortisone o fans, sono accessibili a costi di medicina sociale in termini di noleggio, rimborsate dalle assicurazioni e dalle Casse sanitarie sotto la vetusta voce della magnetoterapia. Non sono invasive, non hanno effetti collaterali, costano poco, non si consumano e sono abbinabili con le migliori terapie mediche. Il dolore ad esempio, misurato con le scale della medicina, si abbatte dal 50 all’80% già con una prima terapia intensiva per ernie discali che potrebbero essere operate, e dopo un mese si rinuncia all’intervento.
Siamo solo all’inizio: se ora la medicina vorrà applicarsi, tutti questi studi validati vanno trasformati in protocolli clinici, in casi di successo, in prestazioni socio-sanitarie territoriali e domiciliari.
Con i CEMP gli anziani, se non hanno gravi danni biologici, recuperano l’equilibrio del passo, la vitalità e l’autosufficienza, abbattendo i dolori e soprattutto i danni dei troppi farmaci che un soggetto multi-patologia come l’anziano deve ingurgitare per sopravvivere nel dolore cronico.
Siamo agli inizi, ma già decine di milioni di persone nel mondo utilizzano i CEMP, speriamo in maniera sempre più appropriata grazie alla preparazione medica e di tutte le professioni sanitarie, e alle attrezzature ospedaliere generalmente poco attente ad acquisti che, per prodotti completi, partono da appena duemila euro.
Con i CEMP gli anziani, se non hanno gravi danni biologici, recuperano l’equilibrio del passo, la vitalità e l’autosufficienza, abbattendo i dolori e soprattutto i danni dei troppi farmaci che un soggetto multi-patologia come l’anziano deve ingurgitare per sopravvivere nel dolore cronico.
Daniele Romano
Giornalista scientifico sociologo e ricercatore ha collaborato nel team scientifico di ricerca diretto da Lucio Levorato sul tema degli e-cemp (Campi ElettroMagnetici Effettivi a 3D) con gli avveniristici dispositivi Biomag, Omunium e Sanza nel 2015 e nel 2016. Protagonisti eminenti personalità del mondo scientifico come il Prof. Maurizo Ceccarelli di Roma ( International Centre for Study and Research in Aesthetic and Physiological Medicine), oltre all’Università di Siena con il Dr. Emilio Battisti, che ha presentato alcuni studi nei Congressi Aspam ( MEDICI DI MEDICINA GENERALE) di Padova nell’ottobre 21016 (Tema Geriatria: Specialisti e MMG insieme per il paziente anziano. ) ed inoltre uno studio già pubbllicato e presentato a Bari sempre nell’ottobre 2016 al Congresso SIMFER (società italiana medicina fisica e riabilitativa). Daniele Romano si occupa da sempre della Sociologia dei consumi e dei comportamenti alimentari. Consulente tecnico delle associazioni di tutela dei principali prodotti italiani e presente come giornalista professionista con interventi e articoli sulla terza pagina culturale di molti quotidiani italiani nonché su riviste di settore. Naturopata, si è specializzato nel giornalismo scientifico, dirigendo testate mediche (Medical Network del Sumai e altre) occupandosi sempre di salute dalla parte della tutela biologica della persona. Collabora nel terzo settore, no-profit, cooperative sociali e Summit della Solidarietà ( Emergency, Filo d’Oro, Telethon ecc..).
ALTRI ARTICOLI SUI CAMPI ELETTROMAGNETICI EFFETTIVI (e-CEMP):
– 2 mele medie– 4 carote medie– 2 gambi di sedano– ½ cetriolo– 2 manciate di spinaci– 1 foglia di cavolo riccio o rosso– qualche scaglia di cioccolato fondente amaro(meglio se possibile aggiungere anche un’ albicocca disidratata o un paio di datteri e della vitamina C) ***Un succo abbondante in ferro, contenuto nel cavolo, cetriolo, spinaci, cioccolato e nella frutta secca. Ottimo contro l’ anemia, essendo il ferro essenziale per la produzione delle cellule sanguigne e per il trasporto dell’ossigeno (muscoli e cervello sani).
Il cavolo riccio non contiene colesterolo e grassi, poche calorie ma tante fibre e ferro, vitamina K e antiossidanti, oltre alla vitamina A e C e al calcio. La vitmina K é ottima perle ossa e l’osteoporosi, per le cellule del cervello, limitando i danni neuronali. Viene molto utilizzata nei trattamenti dell’Alzheimer.
Il cetriolo, altra verdura fantastica e contenente zolfo, aiuta l’organismo ad assimilare le proteine, purifica e detossifica gli intestini e la pelle, previene la formazioni di calcoli ai reni e alla vescica.
Preparazione
– Per togliere sostanze indesiderate un buon sistema è quello di utilizzare di bicarbonato. Un litro d’acqua e un cucchiaino di bicarbonato, dopo 5 minuti riduce nettamente le particelle dalla superficie degli ortaggi. Il bicarbonato ha aumentato l’efficacia del lavaggio in quanto ha eliminato residui di terra, cere, impurità e sporcizia, ovvero i centri di accumulo dei germi.
Quindi l’acqua con bicarbonato è efficace per l’igiene delle verdure. Evitare prodotti come l’amuchina ed il cloro se possibile, per evitare il grado di tossicità di questa sostanza ed anche la perdita di vitamine ed altri elementi importanti.
– Per aumentare la forza del bicarbonato potete aggiungerci 1 cucchiaino di argilla verde all’acqua dell’ammollo.
– Il bicarbonato non toglie i pesticidi, quindi conviene utilizzare frutta e verdura biologica, meglio ancora se micorrizata
Un tempo poteva avere un senso sbucciare la frutta. Oggi l’agricoltura moderna, alla ricerca di strategie sempre più sofisticate ed efficaci per massimizzare le rese, si avvale ormai abbondantemente di pesticidi ad azione sistemica, ovvero fitofarmaci che attraverso le foglie e le radici penetrano in tutta la pianta e anche all’interno della polpa del frutto, non limitandosi solamente alla sua parte esterna, come invece i Pesticidi di vecchia generazione (chiamati, eloquentemente, “di copertura” o “di contatto”).
– Una soluzione tecnica per rimuovere i pesticidi è un dispositivo disponibile da poco tempo sul mercato, che utilizza la cosiddetta “acqua attiva”, che degrada i pesticidi che si trovano sulle superficie delle piante e li trasforma in sostanze innocue.
– Prodotti consigliati per eliminare i pesticidi dall’organismo: (sistemi di disintossicazione naturale e per proteggere al meglio i meccanismi della sintesi proteica)
Silicio e Boro concentrato colloidaleIl complesso Silicio-Boro, concentrato e dinamizzato, svolge una funzione di nutrimento, protezione e di supporto energetico per il nostro sistema biologico e il nostro materiale genetico (DNA).
Zolfo S32 colloidale : permette di aumentare il potere disintossicante del fegato, e di trasformare e combattere i metalli pesanti e i radicali liberi, ivi compresi alcuni radioelementi pesanti ed i pesticidi. L’ S-32 è in grado di trasformare questi elementi pericolosi sottoforma di Solfuri che verranno eliminati attraverso la sudorazione e le urine.
Nano Zeolite liquida : fondata sulla chimica del plasma ad alta temperatura (nanotecnologia)
– E’ sempre opportuno sfregare energicamente sotto l’acqua la frutta e verdura : in questo caso si è più sicuri di poter eliminare davvero l’eventuale presenza di certi protozoi ( p.es. difesa dalla toxoplasmosi).
– Anche le foglie di insalata andrebbero sempre sfregate e lavate ad una ad una sotto l’acqua corrente.
– Rimuovete tutte le parti danneggiate o sbucciate dei prodotti ortofrutticoli, dove possono svilupparsi i batteri patogeni
– Consigliamo di togliere il torsolo dalla mela, perchè le eventuale tossine che dovessero essere presenti in una mela si depositano in quella zona (e purtroppo i pesticidi vengono molto utilizzati nella cultura delle mele…)
– Evitare di togliere le bucce , sia perché è proprio qui che viene contenuta la principale parte di enzimi ( una mela con buccia normalmente fornisce 1.200 orac, senza buccia solo 200! )
– Pulire le carote sotto l’acqua corrente utilizzando una spazzolina con setole naturali o una spugna naturale (lasciare la buccia)
eliminando anche le estremità.
– Se il sedano è stato coltivato in modo naturale , mantenere anche le foglie. I gambi di sedano vanno tagliati in parti piccole da circa 2-3 cm
Altre ricette salutistiche di succo con l’estrattore
Pubblicato il: 17/03/2016 sulla rivista Nexus a cura del Dr. Salvatore Simeone Chi è il Dr. Simeone
Negli ultimi 3 decenni varie campagne di informazione dei media, o i bollettini informativi nelle sale d’attesa dei medici o nelle farmacie, mettono insistentemente in guardia i pazienti/consumatori sui rischi conseguenti la riduzione della massa ossea delle donne in menopausa. Secondo tali campagne di informazione, la “guerra all’osteoporosi” andrebbe combattuta essenzialmente con i seguenti presidi:
a) terapia ormonale sostitutiva (TOS);
b) altri farmaci quali, ad esempio, a base di alendronato o difosfonati (ad es. Vantavo oppure Difosfonal) che andrebbero a ricostruire le ossa;
c) integratori di calcio;
d) aumento del consumo di latte e latticini.
In tal modo, una donna dovrebbe sentirsi al sicuro, anche perché – recitava l’ingannevole pubblicità – oltre a non dover temere l’osteoporosi, non dovrà temere neanche per i rischi legati alle malattie cardiovascolari, né un invecchiamento precoce. Sfortunatamente le cose non stavano così, e negli ultimi anni alcuni “Bollettini di informazione sui farmaci” da parte del Ministero della Salute ci hanno ripetutamente informato che la TOS (cito testualmente dal Bollettino del mese di dicembre 2003) “ha un rapporto rischio/beneficio sfavorevole nella prevenzione e cura dell’osteoporosi, e che inoltre aumenta sensibilmente il rischio di cancro al seno, all’endometrio e alle ovaie. Inoltre, aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, il rischio di infarto e di tromboembolie. Inoltre, ancora, aumenta il rischio di demenza negli anziani. Infine, è stato dimostrato che la TOS non influisce positivamente sulla qualità delle donne in menopausa”. Purtroppo, però, questa “cura” è stata somministrata per 30 anni a centinaia di milioni di donne, di cui moltissime si sono ammalate o sono decedute.
Qui in basso trovate una delle 3 pagine della comunicazione del Ministero della salute.
Nonostante questo, però, la TOS continua ad essere prescritta come se nulla fosse…
Ma passiamo, ora, a commentare dell’altro farmaco, l’Alendronato, e leggiamo alcuni stralci del “bugiardino” del farmaco “VANTAVO”, il più famoso tra i bifosfonati, facendone notare pericoli e contraddizioni:
Ecco i più raccapriccianti…
Dolore muscoloscheletrico“Molto comune: nei pazienti trattati con bisfosfonati sono stati riportati dolori ossei, articolari e/o muscolari, talvolta gravi” Fratture atipiche del femore“Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bisfosfonati per l’osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato a evidenze di diagnostica per immagini di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bisfosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. È stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture.”Vitamina D“Il contenuto di vitamina D in VANTAVO non è adatto a correggere la carenza di vitamina D.” Viene da chiedersi come sia possibile che il farmaco più prescritto nell’osteoporosi possa avere, oltre a tanti altri effetti collaterali, persino “dolori ossei, articolari e muscolari, anche gravi”, e soprattutto “fratture atipiche del femore”, per giunta bilaterali e che non guariscono nel tempo come di norma. Viene anche da chiedersi perché il contenuto di vitamina D nel farmaco non sia adatto a correggere la carenza di vitamina D… Un bel rebus, a pensarci bene!
Passiamo, infine, al calcio, sia come integratore che come alimento(latte e latticini in primis). Ebbene, gli integratori di calcio, in quanto allo stato inorganico, non solo sono inefficaci nella ricostruzione ossea, ma possono portare a deficienze di altri minerali, calcificazioni delle arterie e calcoli renali o biliari; inoltre, è provato che i latticini costituiscono una causa determinante della perdita di massa ossea: infatti, le nazioni con più elevato tasso di osteoporosi (Stati Uniti, Gran Bretagna, Olanda, Svezia, Danimarca, ecc.) sono le stesse nazioni in cui il consumo di latte, latticini e integratori di calcio è più elevato: basti pensare che solo negli Stati Uniti esistono oltre 20 milioni di persone affette da osteoporosi, nonostante l’abuso di integratori di calcio e consumo di latte e derivati… Se noi chiedessimo ad un gruppo di donne anziane affette da grave osteoporosi, finanche con fratture spontanee, se nella loro vita non abbiano spesso utilizzato l’acqua del rubinetto (notoriamente ricca di calcio) o non si siano costantemente nutrite con latte, stracchino, mozzarella, parmigiano e altri vari latticini, tutte quante risponderebbero affermativamente, e cioè che hanno sempre fatto uso di latte e latticini. È evidente, a questo punto, che il calcio non ha nulla a che fare con l’osteoporosi anzi, per rafforzare ancora di più questa consapevolezza, basti pensare che il vecchio motto “forte come un toro” riguarda un animale che si nutre esclusivamente di erba! Come se non bastasse, esistono anche ulteriori motivi per giudicare dannosi latticini ed integratori di calcio: innanzitutto, come già accennato, in entrambi i casi si tratta di calcio non bio-disponibile e che dunque si deposita nei connettivi provocando, a lungo andare, calcificazioni alle articolazioni, alle arterie, calcoli, cellulite e quant’altro. Inoltre, nell’ultimo decennio è stato dimostrato che l’eccesso di calcio rallenta significativamente la produzione di un ormone tiroideo, la tiroxina; in altri termini, l’eccesso di calcio, con il suo forte effetto anabolizzante, rallenta fortemente il metabolismo. E a chi si cerca di propinarlo? Proprio a quelle donne che già sono in un periodo della loro vita in cui il metabolismo diminuisce per conto suo e si tende più facilmente ad ingrassare!
E oltre a latticini e integratori, pure gli ormoni: una bella accoppiata, non c’è che dire!
ESTROGENI: LE RADICI DELL’INGANNO
Abbiamo, dunque, sconfessato le bugie delle case farmaceutiche, sia per quanto riguarda il discorso del calcio e del latte, sia che l’osteoporosi dipenda dalla carenza di ormoni estrogeni. Però, vale davvero la pena risalire alle radici di questo inganno, negli anni ’60-’70, quando le statistiche iniziarono a dimostrare la pericolosità di questi ormoni: basti pensare alla pubblicazione nel 1975 di uno studio apparso sul prestigioso New England Journal of Medicine che dimostrò come il rischio di cancro dell’utero aumentava di 6-7 volte nelle donne che assumevano estrogeni e, anzi, le donne che li avevano utilizzati per più di 7 anni erano 14 volte più a rischio di cancro rispetto a quelle che non li usavano. Nello stesso mese le cifre del California Cancer Registry confermavano le scoperte: fra le donne bianche sopra i 50 anni si era registrato tra il 1969 e il 1974 un incremento dell’80% del cancro dell’utero. A quel punto iniziò un calo drammatico nelle prescrizioni di ormoni in tutto il mondo e l’utilizzo degli estogeni diminuì in soli 2 anni del 30%.
LA MANIPOLAZIONE DEI DATI DA PARTE DELLE AZIENDE FARMACEUTICHE
Si doveva fare qualcosa per salvare un mercato così redditizio, così le aziende farmaceutiche, riconoscendo il loro errore nel prescrivere i soli estrogeni a donne con l’utero sano, tentarono di rimediare aggiungendo agli estrogeni un progesterone sintetico, sostenendo che in tal modo l’utero sarebbe stato protetto dagli effetti cancerogeni degli estrogeni: nacque così l’attuale terapia sostitutiva, sebbene non fossero stati condotti studi a lungo termine per provare la sicurezza dell’accoppiata estrogeni-progestinico. Però le donne continuavano a dubitare seriamente dell’uso di ormoni sintetici e così le aziende farmaceutiche furono costrette a trovare una strategia vincente per rendere allettanti gli ormoni e questa strategia fu rappresentata dall’osteoporosi, malattia che, all’epoca, quasi l’80% delle donne non aveva mai sentito nominare. In tal modo si cercò di convincere le donne che l’osteoporosi rappresentava una grave minaccia per la loro salute e se ne additò la menopausa quale causa principale; la pubblicità delle case farmaceutiche fu così forte che le donne furono convinte che il rischio di cancro fosse insignificante se paragonato ai benefici della terapia sostitutiva. Infine, per poter giustificare ancora di più l’osteoporosi quale malattia delle donne dovuta a carenza di estrogeni, i maschi furono intenzionalmente trascurati, benché non certamente immuni dall’osteoporosi stessa, ma semplicemente perché una loro implicazione nel problema avrebbe sconfessato la definizione (o bugia) di base dell’osteoporosi stessa, secondo cui la malattia sarebbe legata alla menopausa: se avessero considerato anche l’universo maschile, tutto il castello economico creato ad arte dalle case farmaceutiche a danno dell’universo femminile sarebbe crollato. Sfortunatamente per le donne, invece, la terapia sostitutiva ha preso piede, con tutti i rischi connessi poiché i fatti hanno dimostrato che tutto il protocollo terapeutico previsto è non solo inutile ma anche dannoso.
LA VERITÁ SULL’OSTEOPOROSI: L’ACIDOSI METABOLICA
A questo punto chi legge sarà curioso di sapere quali sono i motivi che provocano l’osteoporosi, visto che è dimostrato che non ha nulla a che vedere né con la menopausa, né con il calcio. L’origine dell’osteoporosi va fatta risalire all’acidosi metabolica: oggi va tanto di moda il concetto dell’alcalinità e tutti sanno che dobbiamo eliminare l’acidità dei tessuti (peccato che non basti bere acqua alcalina…).
Diamo, dunque, una spiegazione cercando di usare termini semplici e comprensibili per tutti:
il sangue degli esseri umani ha uno specifico pH (il pH è il parametro con cui si misura il grado di acidità o di basicità di una soluzione);
il pH va da 0 a 14: sotto 7 diremo che la soluzione è acida, sopra i 7 diremo che è alcalina o basica.
Il pH del sangue è circa 7.30-7.40, quindi leggermente alcalino e non può spostarsi da questi valori nel modo più assoluto, pena la morte istantanea (in medicina moderna la capacità di mantenere una condizione stabile si chiama omeostasi). Ma mettiamo che un soggetto in un giorno ingerisca un bolo alimentare molto acido (ad es., pasta al pomodoro + carne + insalata di pomodori + un dolce); questi alimenti verranno assimilati ed avendo appunto una valenza molto acida potrebbero, almeno in teoria, abbassare il pH del sangue: abbiamo però visto che ciò non è possibile perché il sangue deve avere sempre un pH di 7.30-7.40.
Ci chiediamo allora quali meccanismi di difesa intervengano nella salvaguardia dell’omeostasi sanguigna: ebbene, l’organismo è dotato di riserve di sali minerali, specie di sodio, che costituiscono la naturale riserva per tamponare l’eventuale eccesso di acidi, ed ecco spiegato il motivo per cui si crea l’osteoporosi!
Ma ammettiamo che quel soggetto fosse solito nutrirsi giornalmente con alimenti a forte valenza acida, in particolare abuso proteico, zucchero, dolci industriali e farine bianche: in tal caso, le riserve di sali prima o poi potrebbero rivelarsi insufficienti a tamponare l’acidità e allora cosa accade? Purtoppo accade che l’organismo sia costretto a procacciarsi le riserve anti-acide nell’unico posto rimasto: i sali delle ossa, ed ecco la comparsa dell’osteoporosi, la cui cura passa attraverso soluzioni più ecologiche e di stile di vita, senza che le donne continuino ad essere “carne da macello” per le case farmaceutiche.
(Salvatore Simeone è medico, specializzato in medicina biologica e integrata, agopuntore, esperto di fama mondiale in digiunoterapia. Fondatore del Centro medico e metodo Broussais che prevede cure biologiche per il sistema immunitario, per supportare le terapie oncologiche e detossificare l’organismo. Ideatore e coordinatore di vari progetti e impegnato nella costante ricerca di una ‘Nuova Medicina’, più umanistica, in grado di mettere al primo posto la salvaguardia della integrità della Persona.
Di seguito alcuni studi, interventi ed articoli sui CEMP ( Campi ElettroMagnetici Pulsati a 3D ovvero Campi ElettroMagnetici Ultradeboli ) eseguiti dal team di di ricerca coordinato da QantiQa nel corso del 2016. Il team è stato diretto e coordinato da Lucio Levorato ed ha eseguito comparazioni tra alcuni dispositivi tra cui gli avveniristici dispositivi Biomag, Omunium e Sanza. Protagonisti eminenti personalità del mondo scientifico come il Prof. Maurizo Ceccarelli di Roma ( International Centre for Study and Research in Aesthetic and Physiological Medicine), oltre all’Università di Siena con il Dr. Emilio Battisti, che ha presentato i suoi studi nei Congressi Aspam ( MEDICI DI MEDICINA GENERALE) di Padova nell’ottobre 21016 (Tema Geriatria: Specialisti e MMG insieme per il paziente anziano. ) ed inoltre uno studio già pubbllicato presentato a Bari sempre nell’ottobre 2016 al Congresso SIMFER ( società italiana medicina fisica e riabilitativa). Infine ulteriori considerazioni ed informazioni a proposito di osteoporosi da parte dell’Università di Roma La Sapienza e diversi altri studi riportati.
VALUTAZIONE DELLE RISPOSTE CLINICHE CON L’USO DI CAMPI MAGNETICI PULSATI NEL TRATTAMENTO EZIOPATOGENETICO DELLA “CELLULITE”
Maurizio Ceccarelli – Pumpo Alessandro
PREMESSA
I campi magnetici pulsati
Dai tempi antichi si ha una visione della vita legata, oltre agli elementi visibili, come l’acqua ed il cibo, a dei fattori, per così dire, invisibili, ma strettamente necessari, come l’energia. Oggi si concepisce l’energia come fonte di benessere, e la sua applicazione in campo biomedico sta dilagando esponenzialmente. Tra le varie forme di energia prese in questione, i CEMP, i Campi Elettromagnetici Pulsati, rappresentano un interessante punto di indagine; basti pensare che nella letteratura scientifica esistono circa 10,000 pubblicazioni riguardo la sua utilità e applicazione nella guarigione di stati patologici di diversa natura.
Cerchiamo, ora, di analizzare più dettagliatamente i CEMP: cosa sono? Quali sono i loro effetti fisiobiologici? Che differenza c’è tra i CEMP e la magnetoterapia statica?
I CEMP sono campi elettromagnetici pulsati che agiscono sulle cellule, principalmente a livello della membrana cellulare. La terapia con i CEMP consiste nel modulare la funzione di alcuni tipi di cellule mediante dei campi magnetici variabili, in grado di indurre correnti elettriche di bassa intensità (proprio per questo la tossicità dei CEMP è considerata nulla). Il meccanismo d’azione dei CEMP ruota intorno alla modificazione della tensione della membrana cellulare, che negli stati morbosi risulta alterata. Ad una tensione ridotta rispetto a quella fisiologica, la membrana cellulare non è in grado di aprire i propri pori, per cui intrappola gli scarti e le sostanze destinate alla secrezione nello spazio intracellulare; si gonfia a causa della ritenzione idrica, per cui le fibre nervose subiscono compressione provocando dolore. Di conseguenza, si determina un’alterazione dell’equilibrio ionico tra esterno ed interno della cellula e l’instaurarsi di uno stato flogistico. Alle malattie croniche, infatti, viene associato un valore di tensione di – 40 mV; al cancro, di – 20 mV. I CEMP vengono applicati proprio in questi casi, poiché funzionano da “batteria biologica”, ovvero ricaricano l’energia cellulare, determinando diversi effetti: ripristinano la normale distribuzione ionica nello spazio extra- e intracellulare; attivano i globuli bianchi; aumentano la produzione di ATP da parte dei mitocondri; potenziano la pompa sodio-potassio; aumentano il PH cellulare; migliorano l’ossigenazione cellulare; abbassano la viscosità ematica migliorando la circolazione; ripristinano il livello fisiologico di elettroporazione. In generale, i CEMP determinano diversi effetti terapeutici, tra cui l’azione analgesica, miorilassante, disintossicante, rigenerativa e curativa.
Grazie ai suoi molteplici benefici, i CEMP trovano impiego in diversi campi, sia nella prevenzione che nella cura di diverse patologie: ad esempio, vengono somministrati per la guarigione di ferite e fratture ossee, per alcune malattie degenerative, per i disturbi del metabolismo, per le problematiche circolatorie, ma anche per la prevenzione dello stress e per la rigenerazione cellulare. I tessuti che maggiormente rispondono alla corrente a biofrequenze sono i tessuti connettivi. Per questo motivo le applicazioni più frequenti riguardano le cure per le patologie osteoarticolari, come l’osteoporosi, le malattie reumatiche, ma anche per le patologie vascolari, come le flebopatie e le arteropatie; la terapia con i CEMP viene utilizzata anche per il trattamento di malattie dermatologiche, come le dermatiti atrofiche, la psoriasi, le piaghe mal granulanti e le piaghe da decubito. La nota azione cicatrizzante della terapia con CEMP viene sfruttata anche durante la fase post-chirurgica.
Il trattamento con i CEMP consiste in due applicazioni al giorno per otto minuti l’una. Le possibili controindicazioni sono limitate: bisogna evitare i CEMP durante la gravidanza, in presenza di pacemaker o se si soffre di epilessia. I CEMP non sono invece controindicati, ma necessitano dell’assistenza del medico, in caso di ipertiroidismo, febbre o alterazioni della pressione sanguigna. Sono stati evidenziati diversi effetti collaterali: quelli positivi includono l’azione ansiolitica, cenestesizzante e regolante il ritmo sonno-veglia. In alcuni pazienti, invece, è stata riscontrato l’accentuarsi della sintomatologia algica, che però si è affievolita con l’avanzare del trattamento con CEMP.
Ezipatogenesi della “cellulite”
Il termine comunemente usato di cellulite è termine, generico e improprio sul piano medico, che non indica il reale problema. Il consolidamento, però, di questa terminologia ci obbliga ad accettarlo, ma con i dovuti chiarimenti.
Questo termine viene, comunemente, utilizzato dalle nostre pazienti, per indicare un aumento di volume a livello della faccia supero esterna della coscia.
Detto aumento di volume può essere determinato da cause prettamente estetiche:
. Un cedimento del muscolo gluteo
. Una sporgenza ossea (testa del trocantere) in eccesso
O da cause d’interesse medico:
. Un eccesso di grasso localizzato
. Un’alterazione microcircolatoria del tessuto adiposo (PEFS)
Le cause estetiche richiedono un trattamento non medico di armonizzazione del corpo della paziente. Nell’ipotonia muscolare abbiamo la perdita di volume e di tonicità del muscolo gluteo. Questa porta a scivolamento della massa muscolare verso il basso, per azione della gravità, con compressione dei tessuti posteriori della coscia e spostamento degli stessi verso l’esterno.
Nell’accentuazione dell’habitus ginoide abbiamo una strutturalità ossea del bacino femminile che porta ad un prominenza esterna della testa del trocantere.
In ambedue i casi, armonizziamo il corpo della paziente con un incremento muscolare. Nel primo caso, a livello del muscolo gluteo. Nel secondo caso, a livello della porzione superiore del corpo (deltoidi e trapezio), per nascondere l’habitus ginoide. Anche se il termine ginoide ci dice che questa strutturalità è caratteristica della donna. Ma oggi, la variazione dei canoni estetici porta all’esaltazione delle strutturalità anatomiche delle modelle anglosassoni, caratterizzate da un habitus androide (mascolino).
Passando alla cellulite d’interesse medico, dobbiamo approfondire le caratteristiche fisiopatologiche del tessuto adiposo. Il volume adipocitario è anche funzione dei regolari scambi microcircolatori. Maggiore è il contatto tra l’adipocita e il capillare e più facile è il mantenimento di un giusto volume degli adipociti.
Gli scambi metabolici tra arterieole ed adipocita e tra adipocita e venule è regolato dall’Equilibrio di Sterling, che prevede una pressione idrostatica maggiore della pressione oncotica al versante arteriolare e una pressione idrostatica minore della pressione oncotica al versante venulare. Questo consente ai liquidi e ai metaboliti a loro associati di passare dall’arteriola alla cellula e dalla cellula alla venula.
L’alterazione del microcircolo del tessuto adiposo porta a un’alterazione cronica del tessuto adiposo che evolve nel tempo nella panniculopatia edemato-fibro-sclerotica. Questa patologia porta a una degenerazione del tessuto adiposo che evolve nel tempo dall’edema, alla risposta fibrotica, alla retrazione fibro-sclerotica.
Come detto, il rallentamento del circolo venulare, dovuto o a stasi della circolazione veno-linfatica degli arti inferiori o a compressione dei capillari per ipertrofia dell’adipocita, induce la formazione di edema. L’acqua, che ristagna nel tessuto, è ovviamente incomprimibile e determina delle variazioni meccaniche sulle cellule. La meccanotrasduzione ci chiarisce che, stimoli meccanici sulla cellula determinano variazioni biochimiche nella stessa.
Tutto questa avviene in conseguenza della particolare struttura della matrice. Nella matrice abbiamo una sostanza amorfa, formata dai proteoglicani, e delle fibre rigide, costituite prevalentemente da fibre collagene, queste fibre non solo libere, ma collegate, mediante particolari ponti proteici (caderine) al citoscheletro cellulare. Da ciò, ogni movimento delle fibre esterne induce un movimento del citoscheletro ed una variazione della biochimica cellulare (espressione recettoriale, apertura chiusura dei pori nucleari).
L’aumento dell’acqua nella matrice induce un allontanamento delle fibre collagene dalla cellula e, in conseguenza uno stiramento del citoscheletro. La letteratura scientifica (International Journal of Obesity, 2003, 27, 1178-1186) ci dice che la compressione del citoscheletro cellulare inibisce il metabolismo dell’adipocita, mentre lo stiramento (stretching) lo attiva. Da ciò, lo stato edematoso determina un’ipertrofia adipocitaria.
Questa ipertrofia è anomala perché il tessuto adiposo in quel distretto è scarsamente irrorato (alterazione del microcircolo) e, quindi, ipossico. L’adipocita si oppone a questo stato liberando citochine infiammatorie THF, IL-6). Abbiamo trovato l’eziopatogenesi della cellulite? L’infiammazione?
Dobbiamo fare un chiarimento, le citochine sono dei piccoli frammenti proteici che vengono liberati dalle cellule per effettuare un regolamento metabolico delle funzioni sia della stessa cellula (funzione autocrina), sia di cellule vicine (funzione paracrina) sia di cellule lontane (funzione endocrina).
La scoperta di nuove citochine in un particolare meccanismo biologico porta a nominarle con il riferimento al meccanismo studiato. Da ciò, le citochine infiammatorie sono citochine evidenziate nel processo infiammatorio, ma che stimolano l’infiammazione quando agiscono sui macrofagi. Diversa è la risposta quando agiscono su cellule differenti.
Per comprendere meglio, la biologia cellulare è sempre caratterizzata da uno stimolo (citochina) che agisce sulla cellula (recettore) e induce una risposta biologica. Questo meccanismo è sempre uguale, cambia la risposta a seconda del tipo di cellula stimolata.
Perciò, le citochine TNF e IL-6, liberate dall’adipocita, agiscono in maniera autocrina regolando il metabolismo dei grassi cellulari. Ma, se non abbiamo questa regolazione, vengono prodotte in quantità maggiore e possono interessare anche i macrofagi attraverso uno stimolo paracrino, inducendo infiammazione. Infine se la produzione aumenta, possono essere liberate nel circolo ematico, risposta endocrina, e raggiungere il fegato determinando la sindrome metabolica.
Chiarito questo meccanismo possiamo confermare che l’eziopatogenesi della “cellulite” è determinata da un’alterazione microcircolatoria, dovuta o a stasi del circolo veno-linfatico degli arti inferiori, o a compressione dei vasi capillari per ipertrofia dell’adipocita. In ambedue i casi abbiamo la formazione di edema e l’attivazione della progressione della patologia.
Questo ci permette di spiegare tutte le altre ipotesi eziopatogenetiche. Infatti l’edema da stasi, conseguente all’alterazione microcircolatoria, determina, per meccano trasduzione, l’ipertrofia adipocitaria; a questa consegue la liberazione di citochine che interessano anche i macrofagi, causando infiammazione; lo stato infiammatorio produce acidificazione della matrice con iperpolimerizzazione dei mucopolisaccaridi; nello stato infiammatorio, le metalloproteinasi attivate determinano proteolisi dei setti interlobulari, già danneggiati dalla compressione dell’edema. Tutto questo consegue al primum movens della stasi microcircolatoria e della formazione dell’edema.
Da tutto ciò, il trattamento eziopatogenetico della cellulite prevede, prima di tutto, il miglioramento del microcircolo e dell’edema.
MATERIALE E METODI
Sono state selezionate 10 pazienti di sesso femminile con età compresa tra i 19 e i 56 anni. Tutte le pazienti presentavano uno stato panniculopatico compreso tra il 1° e il 2° stadio.
Le pazienti sono state sottoposte ad un trattamento con Campi Magnetici Pulsati mediante l’uso della strumentazione l’applicatore Luminoso Biomag Set Lumina Clinic 3D insieme a 4 accessori Biomag Al 16- lum, che combinano luce polarizzata ai CEMP (Campi Elettromagnetici Pulsati). Con i seguenti parametri:
Potenza massima in Uscita: 16 mT – 160 Gauss
Potenza utilizzata nello studio: 12,8 mT – 128 Gauss X 4 applicatori Totali: 51,2 mT – 521 Gauss
Frequenza (Programma Cellulite): tra 50Hz ed 81 Hz
Sono stati eseguiti esami prima dell’inizio e alla fine del trattamento. Gli esami effettuati sono:
Valutazione fotografica
Valutazione ecografica del tessuto adiposo effettuata con sonda lineare da 7,5 MHz
Le pazienti hanno effettuato 10 sedute di 60 minuti ciascuna con cadenza bisettimanale. I manipoli di emissione sono stati posti a livello trocanterico e a livello della porzione interna del ginocchio.
Durante il trattamento le pazienti hanno mantenuto le loro abitudini alimentari e comportamentali, senza effettuare altri trattamenti.
Durante e dopo la seduta non si sono presentati disturbi o effetti collaterali oggettivi e soggettivi. Due pazienti hanno abbandonato il trattamento.
RISULTATI
In tutte le pazienti trattate si è riscontrato un miglioramento estetico ed una riduzione dello stato edematoso del tessuto adiposo.
Si riportano i risultati fotografici, ecografici ed impedenziometrici a conferma di quanto affermato.
Come esposto nelle generalità, i CEMP funzionano da “batteria biologica”, ovvero ricaricano l’energia cellulare, determinando diversi effetti: ripristinano la normale distribuzione ionica nello spazio extra- e intracellulare; attivano i globuli bianchi; aumentano la produzione di ATP da parte dei mitocondri; potenziano la pompa sodio-potassio; aumentano il PH cellulare; migliorano l’ossigenazione cellulare; abbassano la viscosità ematica migliorando la circolazione; ripristinano il livello fisiologico di elettroporazione.
Considerando, come esposto, che la Panniculopatia Edemato-Fibro-Sclerotica consegue ad un disturbo circolatorio venolinfatico e che il rallentamento del flusso porta ad una sofferenza cellulare a livello del microcircolo, l’applicazione dei CEMP, con il suo intervento sulla cellula, determina un miglioramento del quadro istopatologico e clinico.
In particolare, la stasi circolatoria porta ad ipossia ed ipercapnia, con sofferenza cellulare. La cellula endoteliale altera il suo equilibrio metabolico con alterazione dello stato energetico e delle pompe ioniche. Ne consegue una coartazione cellulare che fa variare i pori endoteliali con passaggio di liquidi ed edema interstiziale.
L’ipercapnia porta ad uno stato acidosico del connettivo con acidificazione dei tessuti e cambio di polarità a livello dei macrofagi. Questi passano allo stadio M1 e inducono una risposta infiammatoria che determina danno locale e peggioramento della microcircolazione. Il processo si auto potenzia e la patologia evolve verso una cronicizzazione.
L’applicazione dei CEMP, con i suoi effetti cellulari, migliora lo stato biologico degli endoteli, rafforzandoli e riducendo il passaggio di liquidi verso l’esterno. Inoltre, l’aumento del valore del pH contrasta i danni dovuti all’acidosi da ipercapnia e l’infiammazione.
Le risposte cliniche avute, sia a livello estetico, che ecografico ed impedienzometrico, confermano quanto esposto sul piano biologico permettendoci di affermare che l’uso dei CEMP, nel trattamento restituivo dell’insufficienza microcicolatoria che evolve nella PEFS, si presenta come un nuovo e valido ausilio terapeutico.
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EFFICACIA DI UN CAMPO MAGNETICO A BASSA FREQUENZA ED ALTA INTENSITA’ (BIOMAG) NEL TRATTAMENTO DEL DOLORE E NELLA RIABILITAZIONE DELLA GONOARTROSI.
Abstract inviato al Congresso SIMFER di Bari dal 23 al 26 ottobre 2016 a cura dle Dr. Emilio Battisti . CENTRO TAMMEF Sezione di Fisica Medica, Dipartimento di Fisica, Università degli Studi di Siena. Policlinico Santa Maria alle Scotte.
INTRODUZIONE
Gli effetti dei vari tipi di campi elettromagnetici pulsati a bassa frequenza (CEMP) che vengono impiegati in sede clinica dipendono, com’è noto, dai rispettivi codici (frequenza, intensità, forma d’onda). Inoltre, anche quando si opera con un campo lungamente sperimentato, non si può mai contare che il relativo codice risponda ad una scelta ottimale, essendo sempre presumibile che altri campi possano produrre benefici equivalenti o migliori (1). Lo scopo del presente studio è quello di valutare l’efficacia del sistema BIOMAG nel trattamento dell’artrosi del ginocchio. In particolare, vogliamo accertare se gli effetti di un campo pilotato da un segnale variabile pulsato a bassa frequenza ed alta intensità, siano confrontabili con quelli ottenuti mediante un campo con frequenza di 100 Hz e forma d’onda sinusoidale ed un campo variabile con segnale generato da un brano musicale (TAMMEF) (2), entrambi a bassa intensità.
MATERIALI E METODI
Sono stati reclutati 40 soggetti, di età compresa tra i 59 e i 76 anni, affetti da artrosi primitiva del ginocchio, che sono stati divisi casualmente in quattro gruppi: A=10 pazienti sottoposti a sistema BIOMAG, B=10 pazienti sottoposti a ELF, C=10 pazienti sottoposti a sistema TAMMEF, D=10 pazienti sottoposti a campo simulato. Il gruppo D è stato introdotto per l’eventualità di un effetto placebo non trascurabile. La diagnosi di artrosi del ginocchio è stata eseguita seguendo i criteri clinici e radiologici dell’American College of Rheumatology (3). Tutti i soggetti sono stati sottoposti ad un ciclo di 15 sedute giornaliere di 30 minuti ciascuna, con l’applicazione dei magneti a contatto del ginocchio; inoltre, tutti i pazienti avevano sospeso ogni farmaco analgesico-antiinfiammatorio almeno 15 giorni prima dell’inizio del ciclo di magnetoterapia. L’esame clinico si è avvalso dell’indice di gravità algo-funzionale di Lequesne, un questionario validato e specifico per l’artrosi del ginocchio. L’esame clinico veniva effettuato al momento dell’arruolamento nello studio, dopo 7 giorni di terapia, al termine del ciclo e ad un successivo controllo dopo ulteriori 30 giorni.
RISULTATI
Tutti i pazienti dei gruppi A, B e C hanno completato il ciclo terapeutico, senza che si siano verificati effetti collaterali locali o sistemici degni di nota tali da richiedere la sospensione del suddetto trattamento. Per quanto concerne l’efficacia della terapia, si sottolinea che nessun paziente, arruolato nei gruppi A, B e C, ha dovuto ricorrere all’assunzione di farmaci analgesico-antiflogistici durante il ciclo di applicazioni e che tutti hanno presentato un significativo miglioramento sia del dolore soggettivo, sia della limitazione funzionale distrettuale. Nel gruppo BIOMAG, il dolore soggettivo si è ridotto progressivamente, in tutti i soggetti esaminati, già dopo la prima settimana di terapia. Nel gruppo ELF, il dolore soggettivo ha seguito un andamento sovrapponibile a quello del gruppo TAMMEF, con una regressione completa in 7 pazienti e si è ridotto significativamente nei restanti 3 pazienti. Per quanto concerne la valutazione della funzionalità articolare, è stato evidenziato, a partire dalla prima settimana di terapia (quindi in modo concomitante con il miglioramento della sintomatologia dolorosa) un parziale significativo recupero della motilità in tutti i pazienti esaminati. Nettamente diverso è stato l’andamento della patologia articolare nel gruppo D. Infatti al termine del trattamento e al controllo clinico dopo un mese, i pazienti non hanno evidenziato alcun miglioramento della sintomatologia dolorosa e della funzionalità articolare.
CONCLUSIONI
Tutti i pazienti sottoposti a trattamento con BIOMAG, ELF o TAMMEF hanno completato il ciclo terapeutico ed hanno manifestato un significativo miglioramento del quadro clinico ed il ripristino di una buona funzionalità articolare. Gli effetti dei CEMP messi a confronto sono risultati sovrapponibili, in tutti i soggetti si è presentato un cosiddetto “effetto coda”, protraendosi l’azione antalgica anche dopo la sospensione delle applicazioni. La mancanza di efficacia riscontrata nei pazienti del gruppo D, avvalora gli effetti terapeutici dei campi elettromagnetici adottati. E’ parso degno di nota il fatto che tutti i pazienti del gruppo A, sottoposti alle applicazioni con il sistema ad alta intensità BIOMAG, hanno presentato risposte più evidenti e più rapide. I nostri risultati confermano l’efficacia terapeutica e la tollerabilità dei CEMP a bassa frequenza e confortano l’ipotesi che gli effetti clinici-terapeutici di campi magnetici aventi parametri mutevoli nel tempo (frequenza, intensità, forma d’onda) possono dare risposte più rapide ed efficaci e per questo motivo si aprono nuove prospettive di studio per una più approfondita ricerca sui meccanismi di azione e di possibilità terapeutiche dei CEMP.
BIBLIOGRAFIA
1. Macrì MA, Di Luzio S. Biological effects of electromagnetic fields. Int J Immunopathol Pharmacol 2002;15:95-105.
Lo studio è pubblicato su EDIZIONI MINERVA MEDICA
OSTEOPOROSI: esistono cure effettive ed affermate, riconosciute dalla scienza, dato che vengono applicate da anni, come quelle per gli astronauti.
Già dal 1976 gli astronauti recuperano la demineralizzazione ossea dovuta all’assenza di gravità con i Campi Elettro Magnetici Pulsati (CEMP).
Dapprima questo tipo di cure si applicavano solo al rientro sulla terra degli astronauti, in seguito sono state installati dispositivi CEMP direttamente nelle navicelle spaziali, che grazie al campo elettromagnetico pulsato avviluppante evitano di fare percepire alla struttura ossea l’assenza di gravità, proprio come se l’astronauta sia esattamente sulla terra.
Ma come possiamo vedere negli studi che pubblichiamo in calce, le possibilità di ricostruzione di tendini, muscoli ed ossa ad opera dei cemp, erano già state ampiamente documentate fin dalla scoperta di Bassett della piezoelettricità del tessuto osseo (Bassett CA, Schink-Ascani M, Lewis SM (September 1989). “Effects of Pulsed Electromagnetic Fields on Steinberg Ratings of Femoral Head Osteonecrosis”. Columbia Presbyterian Medical Center, Bassett CA, Pawluk RJ, Pilla AA; Pawluk; Pilla (1974). “Acceleration of fracture repair by electromagnetic fields. A surgically noninvasive method”. Ann N Y Acad Sci. 238: 242–62. Bibcode:1974 NYASA.238..242B. doi:10.1111/j.1749-6632.1974.tb26794.x. PMID 4548330. Bassett CA, Pawluk RJ, Pilla AA; Pawluk; Pilla (1974). “Augmentation of Bone Repair by Inductively Coupled Electromagnetic Fields”. Science. 184 (4136): 575–7. Bibcode:1974Sci…184..575B. doi:10.1126/science.184.4136.575. PMID 4821958. Bassett CA, Pilla AA, Pawluk RJ; Pilla; Pawluk (1977). “A non-operative salvage of surgically-resistant pseudarthroses and non-unions by pulsing electromagnetic fields. A preliminary report”. Clin Orthop. 124 (124): 128–43. doi:10.1097/00003086-197705000-00017. PMID 598067. Bassett CA, Mitchell SN, Norton L, Pilla A; Mitchell; Norton; Pilla (1978). “Repair of non-unions by pulsing electromagnetic fields”. Acta Orthop Belg. 44 (5): 706–24. PMID 380258 Bassett CA. Fundamental and practical aspects of therapeutic uses of pulsed electromagnetic fields (PEMFs) Crit Rev Biomed Eng. 1989;17:451–529. Bassett CA, Becker RO. Generation of electric potentials by bone in response to mechanical stress. Science. 1962;137:1063–4).
Altri studiosi come Fukuda e Yasuda (Fukuda E, Yasuda I. On the piezoelectric effect of bone. J Phys Soc Jpn. 1957;10:1158) hanno ulteriormente verificato come l’effetto sia simile per quanto attiene al collagene ed in realtà per le strutture proteiche in genere. I campi elettromagnetici pulsati effettivi E-CEMP (cioè con ben determinate e precise frequenze, forme d’onda, intensità, tempi di somministrazione e modalità di erogazione, per esempio, un doppio campo elettromagnetico somministrato in parallelo, uno vettore per l’ “informazione” e l’altro per l’ “energia”, ovvero uno in risonanza con il campo elettromagnetico cardiovascolare o del cuore, correlato all’ ECG, e l’altro in risonanza con il campo elettromagnetico del cervello, correlato all’EEG. Ancora: correlati al ciclo circadiano e quindi alla simpaticotonia – cioè la prevalenza funzionale del sistema nervoso ortosimpatico – ed alla vagotonia – cioè la prevalenza del sistema nervoso parasimpatico-) hanno un tipico caratteristico effetto sulle lesioni dei tessuti che è quello di determinare la rimozione del potenziale di lesione e il conseguente riequilibrio dei potenziali elettrici di membrana.
Anche le cellule dell’osso fratturato così come le altre cellule utilizzano gli stessi meccanismi riparativi, che sono gli stessi del recupero della perdita di massa e densità ossea con l’osteoporosi (cambia solo la tensione di superficie della membrana che tende a –110 millivolt per le cellule neuronali e -130 millivolt per le cellule del cuore. Mentre per le altre cellule le normai condizioni fisiologiche di tensione superficiale di membrana variano tra i -70 ed i -90 millivolt. Stiamo parlando della differenza di potenziale elettrico tra l’interno e l’esterno della cellula, detto anche “potenziale elettrico transmembranario”).
Il meccanismo biofisico è assai semplice da comprendere, perchè in caso di trauma cellulare di qualsiasi tipo (dalle botte alle ferite, dall’intossicazione alla carenza di ossigeno) abbiamo come effetto del trauma stesso una diminuzione della differenza di potenziale di membrana. In poche parole si verifica una inversione della pompa sodio-potassio di modo che il valore della carica elettrica così introdotta diventa positivo, tale da determinare una diminuzione del potenziale di membrana che tende a diventare progressivamente positivo passando per esempio da – 90 millivolt a -40 millivolt (=cellula infiammata) o anche a -20 millivolt. Si osserva anche che i processi oncologici per esempio si verificano in intervalli di potenziale tra -25 e -15 millivolt.
Conseguenza di questo fenomeno è la depolarizzazione dei biopolimeri interstiziali (essenzialmente di collagene) e soprattutto riduzione dell’attività enzimatica!
Il CEMP viene in soccorso al tessuto guidando (o sarebbe più giusto dire “caricando”) il potenziale di membrana e riportarlo in omeostasi (=in equilibrio) grazie all’effetto ionizzante (a cui consegue un aumento della permeabilità selettiva delle cellule).
Tale effetto può essere osservato in questo spettacolare filmato eseguito con microscopio in campo oscuro:
Ovviamente molti campioni dello sport a partire dalle squadre di calcio ai campioni di motociclismo (vedi le reiterate dichiarazioni della famosa Clinica Mobile del Dr. Costa sul prezioso uso dei CEMP) o di sci, utilizzano i CEMP oltre che per ossigenare e preparare i tessuti muscolari allo sforzo, così come per il recupero dell’acidosi dopo lo sforzo, tutte le volte che devono recuperare da un infortunio, soprattutto per ridurre drasticamente i tempi di riparazione delle fratture ossee. Sempre un maggior numero di odontoiatri utilizzano i CEMP sia per la detossificazione e chelazione nelle normali attività preparatorie per la rimozione dell’ amalgama dentario, sia per operare con il paziente posto sopra un materasso con programmi CEMP rilassanti, sia per trattare il dolore post anestesia, ma soprattutto per accelerare i tempi di ricrescita dell’osso prima di impiantare le nuove strutture dentali in caso di tessuti ossei molto compromessi.
Osteoporosi
Il trattamento di ossa danneggiate con aiuto della magnetoterapia pulsata risale alla metà del 20° secolo, anche se gli effetti terapeutici specifici non sono stati completamente spiegati. Pertanto, il team di ricerca (Yang Wei et al., 2008) si è focalizzato sui meccanismi delle cellule (MC3T3-E1) che influenzano la formazione e lo sviluppo delle ossa (osteogenesi). >> i risultati dello studio può trovarli qui >>
L’interferenza della perdita della massa ossea con il campo magnetico elettropulsato (8 Hz, 2,4 mT) e i meccanismi ad esso associati sono stati oggetto di uno studio clinico (Jing et al., 2011). In questo lavoro è stata esaminata la possibilità dell’uso della magnetoterapia pulsata per il trattamento dell’osteopenia. >> i risultati dello studio può trovarli qui >> i
Studi come questi e centinaia di altri pubblicati su Pub Med, la banca dati della medicina ufficiale validata, dimostrano che in pochi mesi è possibile una ricostruzione effettiva della densità ossea, ovviamente misurabile con la MOC. Viene anche evidenziato che nei casi di processi degenerativi molto avanzati, se nel tempo si abbandona la terapia dei Cemp, siccome la degenerazione dell’osso non può non dipendere anche da una disfunzione metabolica, dopo pochi mesi si ripresenta il problema. Logicamente i CEMP non possono autoprodurre principi attivi come la Vitamina C, fondamentale per la produzione di collagene. I CEMP possono distribuirla, farla funzionare ed entrare nelle cellule, possono accellerarne ed assicurane i processi metabolici inerenti, ma non possono certo “crearla” dal nulla. Essa deve essere pertanto introdotta da una corretta dieta od integrata. Il vantaggio dei CEMP è che ristabilisce una buona assimilazione cellulare. Il resto è consegnato ad un ceooretto stile di vita, che i CEMP sicuramente facilitano, specie a livello di una sana prevenzione. .
Per cui è consigliabile per questo tipo di stati gravi, vedi per esempio nei casi di anziani immobilizzati, un uso permanente dei Cemp magari notturno con l’accessorio posto sotto il materasso per curarlo senza limitarlo e senza effetti collaterali di alcun genere.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA – “LA SAPIENZA” – FACOLTÀ DI INGEGNERIA
CORSO DI INTERAZIONE BIOELETTROMAGNETICA docente Prof. Guglielmo D’ Inzeo
RICOSTRUZIONE OSSEA (Uso dei campi elettromagnetici in ortopedia)
<<L’energia magnetica è l’energia elementare da cui dipende tutta la vita dell’organismo.>> Premio Nobel W. Heinsenberg
Si è discusso per diversi anni sull’esistenza degli effetti non termici dei campi elettromagnetici alle microonde. Illustri scienziati, sostenevano che questi non potevano esistere, ma ormai diversi casi hanno contribuito al riconoscimento della consistenza di questi effetti ed al conseguente sviluppo della ricerca in questo campo.
Rileviamo in questa sede solo alcuni passaggi assai rilevanti dello studio:
… Il sovietico A.S. Presman, si è espresso nel seguente modo: “Gli effetti dei campi E.M. non sono specifici ma globali, essi coinvolgono l’intero organismo intervenendo sui processi di regolazione, soprattutto attraverso il cervello ed in particolare attraverso le strutture della corteccia, dell’encefalo e dell’ipotalamo, che sono estremamente sensibili a questa forma di energia“…. Forniremo una descrizione delle patologie in cui i CEMP (Campi ElettroMagnetici Pulsati) vengono usati più frequentemente. Verranno fornite statistiche, prospettive e relative conclusioni. … Venti anni sono passati dalla prima frattura cronica non unita trattata con successo dalla Columbia University con campi elettromagnetici tempo variabili. Durante i vent’anni seguenti dall’introduzione dei CEMP (Campi ElettroMagnetici Pulsati) come metodi terapeutici, i meccanismi di azione cellulare, sub cellulare e della genetica sono stati definiti in modo più dettagliato. Ad esempio, appropriate configurazioni dei CEMP provocano effetti a livello cellulare in alcune patologie come le fratture non unite. Questo riflette cambiamenti della concentrazione di calcio cellulare, sintesi di matrici di tessuti extra cellulari e rivascolarizzazione…. Per verificare l’efficacia clinica della stimolazione E.M. nella ricostruzione delle ossa, sono stati effettuati studi in doppio cieco. Al giorno d’oggi le nuove prospettive sono orientate verso i disturbi del sistema muscoloscheletrico. Questoinclude osteonecrosi, osteoporosi, tendiniterefrattaria, osteocondriti dissecanti e altri… (pag.13) I vantaggi di indurre una corrente elettrica per mezzo di un campo elettrico o magnetico sono essenzialmente quattro…. Pag.17) Nel 1976 fu intrapreso un progetto per la NASA per esaminare gli effetti dei campi elettromagnetici sulla degradazione delle ossa, come effetto dovuto alla mancanza d’uso degli arti (Bassett, 1979)…. Questo risultò corretto e i CEMP non soloprevenivano l’indebolimento delle ossa durante il periodo di inattività, ma erano capaci anchedi ristabilire una massa ossea dopo che era stata persa. … Pag.18) I5I – La formazione e la distruzione delle ossa svolge un ruolo centrale in una gamma di problemi dentali che vanno dal riempimento della cavità dovuta all’estrazione, alle malattie parodontali. L’abilità dei Campi Elettro Magnetici Pulsati a controllare o modificare processi di osteogenesi e di rimozione delle ossa nei problemi di sistema scheletrico, sono stati estesi in ugual modo alla mandibola e alla mascella. I CEMP possono non solo migliorare le condizioni dell’osso dopo un’estrazione, ma possono controllare la formazione dell’osso nel vuoto lasciato dal dente. inoltre recenti studi su casi in cui i CEMP, sono stati usati in aggiunta all’applicazione di un apparecchio per aggiustare la posizione dei denti, hanno mostrato un’accelerazione dello spostamento dei denti del 300%.Queste osservazioni fatte su animali e sull’uomo, sono molto promettenti per un futuro uso dei CEMP come trattamento aggiuntivo alle normali pratiche odontoiatriche…. Pag.19) Negli ultimi anni sono stati fatti vari studi per cercare di capire la validità dei CEMP. Già nel 1979 la FDA ( Federal Drug Administration ) approvò i CEMP come sicuri ed efficaci nel trattare le non unioni e le pseudoartrosi congenite e non…. Il giudizio era basato su diversi studi clinici, nei quali la maggior parte dei pazienti era in condizioni critiche, ma ancora recuperabili. Il generico paziente aveva una frattura non unita da circa due anni, nonostante fosse stato sottoposto ad una serie di interventi chirurgici, e frequentemente era raccomandata l’amputazione…. I CEMP furono aggiunti, come prime modifiche al programma di trattamento classico solamente in un gruppo di pazienti che speravano nell’efficacia di questa nuova terapia…. Durante l’ultimo decennio, gli studi in doppio cieco sono diventati lo standard più affermato per giudicare gli effetti della maggior parte degli approcci terapeutici…. Pag.21) Tutto ciò mostra un andamento inverso nei due gruppi. In questo studio è stato dimostrato che la stimolazione con campi magnetici favorisce la guarigione di osteotomie nel ginocchio dell’uomo…. Pag.25) Attualmente circa 25000-35000 pazienti l’anno sono stati trattati con significativo livello di successo…. A livello clinico, l’efficacia di queste tecniche è stata ormai provata e ben controllata da studi in doppio cieco.
I risultati ottenuti sono uguali se non migliori di quelli ottenuti con le tecniche tradizionali. L’intervento mediante CEMP è inoltre meno rischioso, più comodoper il paziente e considerevolmente meno costoso.
Tabella 5
Patologie
Dispositivi (migliori riscontrati)
Osteonecrosi
CEMP
Osteoporosi
CEMP
Tendiniti refrattarie croniche
CEMP
Osteocondriti dissecanti
CEMP
Osteogenesi imperfette
CEMP
Perdita ossea in cavità orali
CEMP
Allora è più che legittimo chiedersi perché i CEMP vengono usati solo in casi estremi o come tecnica di supporto a quella chirurgica. La risposta cade dentro due categorie:
pensiero della comunità ortopedica;
scetticismo in una parte della comunità fisica.
Nello schema di figura 11 è illustrato il percorso seguito nell’evolversi dell’impiego delle tecniche elettriche ed elettromagnetiche. Come si può vedere si sono subito sviluppati due percorsi, uno che, come deve essere, applica i risultati ormai ben noti, a livello clinico; e l’altro che si occupa di comprendere i meccanismi a livello cellulare e sub cellulare. Ovviamente una volta chiariti questi aspetti si svilupperanno diverse ricerche anche al di fuori dell’ambito ortopedico; ricerche che sull’onda dell’entusiasmo saranno probabilmente aiutate da nuovi finanziamenti. Nella figura è anche evidenziato il concetto già illustrato di come la diffidenza rallenti l’evolversi di queste tecniche, andando ad incidere in entrambe le direzioni (clinica e della ricerca). Si stima che tra qualche decennio, i CEMP saranno comunemente usati per trattare ulcere croniche della pelle, varie forme di neuropatie, diversi infortuni sui nervi e sulla spina dorsale, diabete, risposta immunitaria e disturbi al comportamento cerebrale e cardiaco. Per concludere, è sempre più evidente, che alcuni fattori fisici e biologici determinano se un sistema vivente risponderà oppure no all’esposizione a campi E.M., e se così, la natura della risposta. Infatti sappiamo, che differenti parametri del campo producono diversi effetti in diversi biobersagli, con un grado di conoscenza tale che potrebbe uguagliare quello dei meccanismi di azione di alcuni ormoni ed agenti farmacologici. Essendo ormai noto che, tutte le reazioni chimiche derivano da particolari interazioni carica-carica, e che quindi queste interazioni sono la causa primaria del comportamento dei sistemi viventi; si è portati a cercare in questa direzione le risposte che permetteranno in futuro di legittimare l’uso e di ampliare il campo di utilizzo clinico dei CEMP.
Osteoporosi
Il trattamento di ossa danneggiate con aiuto della magnetoterapia pulsata risale alla metà del 20° secolo, anche se gli effetti terapeutici specifici non sono stati completamente spiegati. Pertanto, il team di ricerca (Yang Wei et al., 2008) si è focalizzato sui meccanismi delle cellule (MC3T3-E1) che influenzano la formazione e lo sviluppo delle ossa (osteogenesi). >> i risultati dello studio può trovarli qui >>
L’interferenza della perdita della massa ossea con il campo magnetico elettropulsato (8 Hz, 2,4 mT) e i meccanismi ad esso associati sono stati oggetto di uno studio clinico (Jing et al., 2011). In questo lavoro è stata esaminata la possibilità dell’uso della magnetoterapia pulsata per il trattamento dell’osteopenia. >> i risultati dello studio può trovarli qui >>
Fratture
La magnetoterapia pulsata a bassa frequenza come supporto alla guarigione delle fratture delle osse lunghe è stata testata su 58 pazienti da un team di ricerca (Hong-fei et al., 2013) che ha pubblicato i risultati sulla rivista scientifica BMC Disturbi Muscoloscheletrici. >> i risultati dello studio può trovarli qui >>
L’azione della magnetoterapia pulsata a bassa frequenza sulla stimolazione della crescita ossea, è stata testata su 77 pazienti con fratture del collo del femore, da un gruppo di ricerca comprendente rappresentanti delle due principali università italiane (Faldini et al., 2010). >> i risultati dello studio può trovarli qui >>
Un sostegno adeguato alla guarigione delle fratture dell’avambraccio e’ stato l’oggetto di uno studio randomizzato, controllato con placebo (Cheing et al., 2005), pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Medicina Riabilitativa. Il gruppo di ricerca ha cercato di determinare il trattamento più efficace utilzzando del ghiaccio e la magnetoterapia pulsata. >> i risultati dello studio può trovarli qui >>
E’ evidente a tutti come studiando i brani di scienza ufficiale riportati, si trovino una quantità ingente di campi clinici risolti dai CEMP , tecnica comprovata da numerosi studi in doppio cieco, di stimolazione dei tessuti eseguita con i Campi Elettro Magnetici Pulsati.
Dati del fenomeno osteoporosi.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha posto l’osteoporosi come emergenza sanitaria dei prossimi anni, quando nella sola Italia la popolazione sarà per il 40 per cento di over sessantacinquenni (2050). Già oggi quasi un milione di italiane si fratturano (femore, vertebre, polso, caviglia, gomito) ogni anno a causa della fragilità ossea. Mentre sono cinque milioni le persone che soffrono di osteoporosi. Il 22,8 per cento sono donne di età superiore ai 40 anni. Ma la percentuale aumenta progressivamente, e drammaticamente, con l’età: 45,7 per cento tra i 70 e i 79 anni, secondo la Federazione nazionale dell’ osteoporosi (Fedios). Oltre 200 milioni sono le persone colpite da questa patologia in tutto il mondo. I dati sono dell’International Osteoporosis Foundation (Iof) e della Medical Women’s International Association (Mwia),
Una donna con fragilità ossea non può sollevare una busta della spesa, non può prendersi cura di sé, non può lavorare.
Oltre i 50 anni una donna su tre è affetta da osteoporosi. Con gli anni, e in particolar modo dopo la menopausa quando si registrano nella donna bassi livelli di estrogeni, le ossa perdono calcio e fosforo e diventano talmente fragili da amplificare un microtrauma in una frattura. Quando si arriva alle fratture la situazione è critica, osteoporosi severa è causa di invalidità e morte. Secondo i dati Aifa solo il 24% delle donne fratturate o ad alto rischio segue una terapia, e di queste, circa la metà interrompe le cure. Questo significa che ogni 100 donne che devono prendere i farmaci solo 12 lo fanno. Ci sono le cure, il pubblico non le conosce e solo il 12% fa quelle tradizionali.
Altri articoli su Osteoporosi e sui dispositivi e-CEMP:
“Io credo che i parassiti rappresentino il problema di salute più trascurato nella storia dell’uomo.Sono conscio dell’audacia di questa affermazione ma questa si appoggia a 20 anni di esperienza e a 20 000 casi di pazienti visitati”. Dr. Ross Anderson, CANADA
“Hai una grande possibilità di essere anche tu una vittima inconsapevole dell’epidemia di parassiti che interessa milioni di americani.Quest’ epidemia non conosce nè confini di territorio, nè di economia nè di sesso. Si tratta piuttosto di un’epidemia muta della quale la maggior parte dei dottori in questo Paese non ha preso coscienza”. Ann Louis Gittleman, specialista dell’alimentazione, autore del libro Indovina chi viene a cena.
Secondo le stime di studi medici attuali, nel corpo dell’85% della popolazione adulta dell’Occidente abita almeno un parassita! Più che in Africa.
Una persona può ospitare fino a 100 tipi diversi di parassiti dentro di sè, da quelli di grandezza microscopica fino ad arrivare ai vermi di alcuni metri di lunghezza. I parassiti non si trovano solo nell’intestino, come si pensa, ma in qualsiasi altra parte dell’organismo: nei polmoni, nel fegato, nei muscoli, nell’esofago, nel cervello, nel sangue, nella pelle e persino negli occhi!
Le cause
La parassitosi è un fenomeno in preoccupante incremento sia nel campo dell’agricoltura che nel corpo umano, specie nei bambini (i quali altro non riflettono che le situazioni in cui vivono i genitori, visto che uno dei ruoli spirituali dei bimbi è proprio quello di fare da specchio a noi adulti).
Ciò ci invita a riflettere su quanto tale fenomeno sia connesso, a livello spirituale, alle molte idee parassite che noi stessi sviluppiamo (pensiamo al nostro personale grande parassita che ci succhia l’energia vitale…), al nostro stile di vita sempre più incline a “perdere tempo” (invece che a “spenderlo” o a “dedicarlo”).
Pensiamo ancora alla grande varietà di “attività dislocate” con cui riempiamo le nostre giornate: certo, non intendiamo solo quelle del tipo “oggi sono stato tutto il giorno davanti alla tv”, o “ho trascorso un sacco di tempo in facebook e anche oggi non ho combinato nulla!”; per non parlare di tutte le attività “via mail” fino a tutte le attività virtuali stile “second life”.
Ci riferiamo piuttosto ad attività molto più fini con cui ci creiamo alibi per non vedere tutta la distruzione che avviene attorno a noi e cui diamo il nostro fattivo e prezioso contributo (se no perchè acquisteremmo tutti i giorni il cibo spazzatura dei supermercati?).
La buona notizia è che oramai da giorni, mesi o anni ben 5 milioni di italiani hanno smesso di entrare nei supermercati (praticando in modo attivo la “Nuova Economia”, di cui spesso parliamo qui, nel sito di Movimento Sereno).
Insomma oggi sono in pochi ad essere svegli: non riflettiamo, non percepiamo, non ci connettiamo, non preghiamo, non meditiamo.
Altri studi recentemente pubblicati si sono spinti ancora più lontano per quanto attiene l’ analisi del “problema parassiti”; avanzano chiaramente l’ipotesi che anche l’Alzheimer sia un sintomo della manifestazione di parassiti fisici che passano dall’intestino alla testa (quando il sistema immunitario comincia ad indebolirsi definitivamente come per appunto nel caso degli anziani. Altri arrivano ad ipotizzare ed a fare connessioni con strani parassiti della mente, di tipo inter-dimensionale. Come è apparso nella dotta pubblicazione Lancet, sembra che “un nuovo caso di demenza nasce ogni sette secondi, e il numero di persone affette da demenza è destinato a raddoppiare ogni 20 anni”.
Secondo questi studiosi, grazie a numerosi test effettuati su questo tema, pare che il morbo di Alzheimer (come pur altre forme di malattie degenerative) siano dovute anche alla presenza di parassiti in aree cerebrali. Secondo Francesco Castrica, ad esempio: “i test eseguiti fino ad oggi hanno messo in evidenza il peso notevole dei danni causati dai parassiti nel 100% dei pazienti con declino rapido, ma anche la loro assenza in quelli con andamento lento. Mi riferisco in particolare agli SLA. Presto, in stretta collaborazione con la Società Scientifica neocostituita SIPNB, attiveremo una campagna di controlli su pazienti SLA di entrambe le tipologie, nonché cognitivi di varia natura, psichiatrici, sclerosi multiple e Parkinson. La mia grande speranza è che si possa effettivamente riscontrare una aderenza elevata fra danni clinici, andamenti di progressione della patologia e presenza di parassiti in un numero significativo di casi. Per quanto riguarda questi ultimi, i nostri test evidenziano la presenza di spirochete, echinococco, strongiloide, toxoplasma e giardia. Questa aderenza nei casi di Alzheimer è già stata dimostrata. Se questi dati saranno confermati, si apre finalmente una porta per rallentare in modo significativo la progressione della SLA, Alzheimer, etc. con terapie accessibili. In altri termini: fermo restando nella massima parte dei casi l’origine della patologia legata a somatizzazione di eventi secondo gli schemi già illustrati in questo sito, una pesante aggravante dei processi distruttivi potrebbe essere imputabile ai parassiti penetrati in aree cerebrali a causa dell’apertura della barriera emato-encefalica conseguente all’attivazione neuronale. Tutti i pazienti controllati con andamento rapido, hanno pesanti invasioni parassitarie nel digerente. I primi dati relativi a pazienti psichiatrici evidenziano la stessa situazione di cui sopra.”
Il famoso dott. Rona Zoltan, di origine ungherese ma residente a Toronto, presidente dell’Associazione di Medicina Olistica del Canada, così scrive su Internet:” I casi delle malattie riconducibili ai parassiti nell’America del Nord crescono a colpo d’occhio in seguito all’aumento degli spostamenti internazionali, all’inquinamento delle provviste di bevande e cibi, all’uso eccessivo di medicine, mercurio e antibiotici acquistati con richiesta medica.
La lunga lista di Tenie, Anchilostomasi e parassiti monocellulari è molto più diffusa nella popolazione del Nord America di quanto facciano credere alle persone i medici specialisti tradizionali. I parassiti si trovano soprattutto nei prodotti provenienti da produzioni massicce di carne di maiale (pancetta, prosciutto, hot dog, salumi, bistecche di maiale ecc.) Ma anche la carne di pollo, di manzo, di agnello e persino il pesce possono essere infetti.
Questa non è proprio una bella notizia per coloro che fanno grande consumo di carne. Uno dei libri più popolari che trattano il tema dei parassiti (Indovina chi viene a cena) scrive: La tenia del maiale (Taenia solium) può essere contratta dalle persone che consumano carne di maiale non cotta e infetta, come per esempio prosciutto e salsicce. La larva si sviluppa nei muscoli dell’uomo poi si trasferisce in altri tessuti e organi del sistema nervoso centrale fino ad approdare nel tratto superiore dell’intestino tenue. La tenia da maiale può causare problemi molto gravi all’organismo umano, quando le larve non ancora mature si introducono nei muscoli, nel cuore, negli occhi o nel cervello.
Come è noto i farmaci sono efficaci solo con i parassiti adulti, ma non ci risultano farmaci efficaci contro le larve. Ecco una ragione per cui dopo qualche mese da una cura con i farmaci, spesso i bambini tornano ad essere invasi…
Osservando le fotografie dei vari vermi anche di grande misura e soppesando la possibilità di un’infezione, nella testa di ogni persona viene spontaneo chiedersi come possano vivere delle bestie così al nostro interno senza che ce ne accorgiamo. ”La risposta è semplice, scrive il Dott. Anderson. Lo scopo del parassita è proprio quello di non farsi scorgere. Un parassita intelligente vive in modo tale che non si possa percepire la sua presenza, altrimenti lo eliminerebbero. Se pensi che i parassiti siano stupidi ti sbagli di grosso… A modo loro sono intelligenti perchè sono capaci di sopravvivere e moltiplicarsi, il quale, naturalmente, è lo scopo di ogni essere vivente in questo pianeta. Insomma come può esistere un parassita nel tuo organismo senza che te ne accorga? Finchè l’interesse della cosa è sapere se sei capace di riconoscere i segnali del tuo corpo, allora sarà facile stabilire la presenza dei parassiti, però se accetti come normale il fatto che hai poca energia, che sei spesso malato, hai dei dolori e dei brufoli, spesso hai raffreddore e influenza e soffri di stitichezza (e la lista è infinita) allora non saprai mai se ci sono parassiti dentro di te o no.
l Dr. Thomas J. Brooks scrive nel suo libro dal titolo Elementi di Parassitologia medica : ”Le tenie appartengono ai parassiti più vecchi che abbiano mai infettato l’uomo. Il fatto è che alcune specie si sono così adattate a vivere all’interno del corpo umano, che l’ospite non presenta nessun sintomo.
Il metodo tradizionale per diagnosticare la tenia è l’esame delle feci.
Il problema è che questo esame non è affidabile. Infatti la presenza di parassiti sviluppati nell’intestino viene stabilita dalla presenza delle loro uova nel campione di feci: il problema è che queste possono essere visibili (al microscopio) solo se la tenia ha deposto le uova in quel momento, altrimenti non si possono vedere. I medici consigliano ai pazienti di portare ad esaminare le feci raccolte in tre diversi momenti, ma purtroppo a volte neanche questo è affidabile del tutto. Una femmina di tenia produce circa 10-25 mila uova nel periodo di deposizione. Il verme rotondo che si vede nella foto, che può crescere fino a 40 cm, è capace di rilasciare 200 mila uova al giorno. I vermi più lunghi si possono prendere dal pesce, e in questo caso si parla di tenia da pesce. La misura di un esemplare sviluppato può raggiungere i 10 metri ed è capace di produrre fino a 1 milione di uova.
Segnali spia della presenza di parassiti nell’organismo.
Stitichezza. Alcuni parassiti, grazie alla loro forma o alla loro misura sono capaci di ostruire gli intestini, rendendo così più difficile e meno frequente l’evacuazione.
Diarrea. Alcuni parassiti producono e rilasciano nell’organismo umano una sostanza (prostaglandine) che rende acquose le feci ( forse non è un caso che nell’America del Nord le medicine senza ricetta più richieste nelle farmacie siano i lassativi e gli antidiarroici).
Aria in corpo e coliche. Ci sono parassiti che vivono nella parte superiore dell’intestino tenue provocando un’infiammazione che crea aria in corpo e gonfiore. Il consumo di alcuni tipi di verdure come per esempio i fagioli può intensificare questo gonfiore. Se qualcuno avverte un gonfiore frequente e duraturo, questo è il segnale più certo della presenza di un intruso.
Sindrome dell’intestino irritabile. I parassiti possono irritare le pareti interne dell’intestino infiammandole e quindi impedendo l’assorbimento delle sostanze nutrienti e specialmente dei grassi che così appaiono nelle feci.
Dolori muscolari e delle articolazioni. I parassiti girovagano nell’organismo e sono capaci di insediarsi nei muscoli e nelle articolazioni. Quando ciò avviene si forma il dolore che spesso i dottori considerano come infiammazione delle articolazioni (artrite).
Anemia. Ci sono dei parassiti che sono capaci di aggrapparsi alle pareti interne dell’intestino e da questo traggono nutrimento. Se ce ne sono molti,-e questo avviene spesso per la loro proliferazione-, possono provocare una perdita di sangue all’ospite portandolo addirittura a mancanza di ferro o anemia.
Allergie. I parassiti irritano e talvolta lacerano la parete protettiva interna dell’intestino, dal quale di conseguenza vengono rilasciate delle molecole indigeribili. Così entra in azione il sistema immunitario che comincia a produrre più eosinophilte e che a sua volta crea un’infiammazione di alcuni tessuti provocando reazioni allergiche.
Problemi di pelle. I parassiti possono provocare orticarie, pustole, eczema e altri disturbi della pelle di natura allergica. Possono verificarsi anche tumori, ferite e alterazioni pericolose.
Granuloma. I granulomi sono dei noduli tumorali che circondano larve di parassiti morte. Nella maggior parte dei casi si formano nell’intestino, ma si possono formare anche nei polmoni, nel fegato nel peritoneo e nell’utero.
Nervosismo. Le sostanze tossiche provenienti dagli escrementi dei parassiti possono irritare il sistema nervoso centrale. L’irritabilità e il nervosismo spesso sono causati dai parassiti insediati nell’organismo ( Dopo la fine di una cura di pulizia a base di erbe molti affermano che i rispettivi compagni e parenti sono diventati molto più carini e pazienti.”La tenia più famosa degli ultimi anni, – scrive Gittleman- è stata quella della defunta cantante di opera Maria Callas, la quale ha combattuto con dei seri problemi di pelle e di peso.Dopo averle diagnosticato e subito eliminato la tenia, il suo peso è diminuito, la pelle è guarita e anche la sua condotta capricciosa si è calmata.”)
Disturbi del sonno. Risvegli frequenti di notte, spesso fra le ore 2 e le ore 3, quando il fegato è impegnato ad eliminare dall’organismo le sostanze tossiche rilasciate dai parassiti. Un altro motivo può essere il prurito anale, il quale spesso è dovuto al fatto ache alcuni parassiti hanno l’abitudine di deporre le uova di notte all’esterno dell’ano. Questo movimento provoca il prurito. ( Il Dott.John Matheson dice: „I parassiti dell’ano, che spesso vivono nella parte inferiore dell’intestino, spesso escono per deporre le uova nell’ano e da qui deriva il „ famoso prurito del sedere”.Grattandosi, poi, le uova si spargono su tutto il letto, i movimenti delle lenzuola le portano nell’aria e così vanno a finire di nuovo nel corpo dell’uomo dove si riproducono.” C’è una cosa più disgustosa di questa al mondo?).
Digrignare i denti.Negli adulti e soprattutto nei bambini che dormono infettati da parassiti si nota il digrignare dei denti.
Stanchezza cronica. Fra i sintomi della stanchezza cronica ci sono spossatezza, disturbi di carattere influenzale, svogliatezza, mancanza di concentrazione e cattiva memoria. I parassiti possono provocare questi problemi fisici e mentali per il fatto che sottraggono all’organismo le sostanze nutrienti, senza le quali non riesce a funzionare in maniera appropriata.
Problemi del sistema immunitario. I parassiti diminuiscono l’efficacia del sistema immunitario in quanto impediscono la separazione dell’immonuglobulina A (IgA).La loro presenza tiene in continuo funzionamento il sistema di difesa, il quale a lungo termine si esaurisce per la continua preparazione. Di conseguenza l’organismo non ha più la protezione contro batteri e virus.
Oltre a questi ci sono anche altri segnali spia o conseguenze dei parassiti: aumento di peso, eccessivo appetito, dimagrimento, sapore in bocca e alito cattivi, dolore intorno all’ombelico, battito accelerato del cuore, vista appannata soprattutto nel piegarsi e nell’alzarsi, prurito al naso o agli orecchi, salivazione notturna, diabete, asma, epilessia, brufoli, emicrania, e anche le due cause di morte principalii, malattie del cuore e cancro.
La maggior parte degli specialisti è molto cauto e parla solo di una possibile relazione tra le malattie di massa e i parassiti. Ma ci sono anche dei dottori come il Dott. Hulda Clark, Ph.D, autore del libro Rimedio per tutti i tipi di cancro, il quale dimostra come tutti i tipi di cancro siano causati da un parassita (fasciolopsis buskii). Se il paziente viene liberato da questo, i tumori scompaiono. (Certo, subito ci chiediamo come sia possibile che ancora non abbiano scoperto la terapia se davvero si deve soltanto risalire a cause così semplici per guarire dal cancro. Vale la pena comunque riflettere sul fatto che un’operazione o una chemioterapia rappresentano una grande motivazione per un dottore o un ospedale, dal momento che costano decine di migliaia di dollari, se paragonati ai trattamenti di pulizia a base di erbe che costano al massimo duecento dollari. Con quale si può guadagnare di più? Se domani trovassero il rimedio per una qualsiasi malattia di massa, una parte dell’economia crollerebbe, milioni di dipendenti del sistema sanitario perderebbero il lavoro. Una faccia interessante della medaglia, no??
Le uova e le larve dei parassiti giungono al nostro corpo attraverso alimenti infetti, frutta e verdura non lavata. Ma esiste un’altra forma di trasmissione: attraverso gli animali domestici che vivono con noi. Nella maggior parte di questi ultimi, infatti, si nasconde un parassita, le cui larve e uova vanno a finire nell’ambiente attraverso gli escrementi dell’animale. Da lì si attaccano al pelo del cane o del gatto dal quale poi passano all’uomo o in maniera diretta (carezze, abbracci, baci) o indiretta (attraverso l’aria). Tutto questo è particolarmente pericoloso per i bambini piccoli che amano i loro amici a quattro zampe, per le donne incinte e per i malati che a priori hanno un sistema di difesa indebolito.
Il latte umano uccide i parassiti Giardia lamblia generando prodotti tossici lipolitici. Clicca qui per leggere la pubblicazione in pubmed: Reiner DS, CS Wang, Gillin FD. ABSTRACT: Questo studio supporta le nostre precedenti ipotesi che il normale latte umano uccida i trofozoiti in vitro della Giardia lamblia e che questo eccidio sia dovuto al rilascio di acidi grassi liberi (FFA) dai trigliceridi del latte, grazie alle azioni della lipasi del latte umano sulla stimolazione dei sali biliari (BSL) . L’ uccisione delle G. lamblia è stata generata preincubando il normale latte umano con colato di sodio, che attiva le BSL. Inoltre, abbiamo provato ad uccidere G. lamblia sia con frazioni di latte scremato (contenente BSL) che di crema di latte (panna) (contenenti principalmente trigliceridi) . Abbiamo misurato la tossicità dei FFA e dei prodotti di lipolisi verso le G. lamblia. I FFAs cis-insaturi (LD50 meno di 12 microM), tre dei quattro monogliceridi, e quattro dei cinque lysophosphatidylcholines ed erano tossici per i parassiti (DL50 inferiore a 100 microM). Al contrario, i parassiti non sono stati danneggiati dai digliceridi corrispondenti, o fosfatidilcolina, trioleina o glicerolo. QUINDI, i prodotti della idrolisi dei lipidi nel normale tratto digestivo sono tossici per i parassiti G. lamblia. Abbiamo anche dimostrato che l’albumina e sali biliari coniugati, che si legano ai FFA, parzialmente proteggono i trofozoiti dall’essere uccisi dall’acido oleico.
In questo studio recente, sono indicati dei rimedi efficaci contro la Giardia. Tra cui la Pippali rasayana. E’ possibile un approccio del tutto naturale per l’eradicazione dei parassti?
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12777159 Anche diversi importanti laboratori iniziano ora ad occuparsi di importanti parassiti ( finora quasi ignorati…): I parassiti Aspergilliosis e Trichomonas I DRG Labs (eminenti laboratori americani) ora stanno ulteriormente reportando sui parassiti Aspergilliosis e Trichomonas nelle loro GPP Pathogen Plus Profiles. Si tratta di un’altra eccellente aggiunta clinica a quelle già segnalate nel loro sito su lieviti / funghi / parassiti. L’Aspergilliosi è la seconda causa di malattie fungine opportunistiche invasive ed è una complicanza nota nei pazienti con deficit immunitario. L’Aspergilliosi può produrre micotossine genotossiche e citotossiche, come la gliotossina. A. fumigatus è la causa più frequente di infezioni fungine invasive nei soggetti immunodepressi, che comprendono i pazienti sottoposti a terapia immunosoppressiva per i disturbi autoimmuni. Il Trichomonas è una malattia molto comune a trasmissione sessuale (STD) che è causata dall’ infezione con un protozoo parassita chiamato Trichomonas vaginalis. Anche se i sintomi della malattia variano, la maggior parte delle donne e degli uomini che hanno il parassita non se ne accorgono (…all’inizio).
ESEMPIO DI REPORT GPP (Pathogen Plus Profiles)
Informazioni sulle specifiche metodologie utilizzate per i tests: * 350 IFM indica una POSITIVITA’ e corrisponde a 100 cellule per batteri e tossine. Sui parassiti e funghi indica un’infezione attiva, in fase morfologica indeterminata. Questo test identifica i fattori di virulenza del batterio H. pylori . Questi geni di virulenza aiutano a determinare la patogenicità del batterio H. pylori.
Ci sono due fattori di virulenza principali associate alla patogenicità: CagA e VacA. Le proteine CagA inducono cambiamenti morfologici alle cellule epiteliali gastriche. Numerosi studi hanno dimostrato che i ceppi che contengono CagA sono associati a più gravi malattie soprattutto a ulcera peptica, adenocarcinoma gastrico, lesioni precancerose e malattie extradigestive. Il batterio H. pylori produce anche una citotossina, VacA, che anch’essa è stata associata a malattie più gravi come in ulcera peptica e adenocarcinoma gastrico. Quando sia CagA che VacA sono presenti in quantità importanti , vengono anche prodotte elevate quantità di citotossine con conseguenti malattie più gravi.
Dacie R. Bridge e D. Scott Merrell – polimorfismo nel Helicobacter pylori CagA e VacA tossine e la malattia – Dipartimento di Micro e Immunologia; F. Edward Hébert School of Medicine; Bethesda, MD USA microbi intestinali 4: 2, 101-117; Marzo / Aprile 2013 Sicheng Wen e Steven F. Moss – Helicobacter pylori fattori di virulenza in carcinogenesi gastrica – Dept Med, Div di Gastroenterologia, Rhode Island Hospital e Brown University, Providence, RI, USA – Cancer Lett. 2009 Settembre 8; 282 (1) Rui M. Ferreira, et al. – Un nuovo metodo per la genotipizzazione del pylori vacA . Regione Intermedia Helicobacter. Diretto Percorso gastrico biopsia campioni Molecolari ed Immunologici. Università di Porto, Porto, Portugala – Journal of Microbiology Clin p. 3983-3989 Dicembre 2012 Volume 50 # 12 Liviu A. Sicinschi, et al. – Genotipizzazione non invasiva di Helicobacter pylori cagA, vacA, e hopQ da asintomatica bambini – Div Gastro, Dept. di Medicina, Vanderbilt University School of Medicine – Helicobacter. 2012 Aprile; 17 (2): 96-106 Il Risultato positivo per l’antigene H. pylori (IgA) indica un’infezione attiva quando i livelli sono> 180 ng / ml. Il Risultato negativo indica l’assenza di infezione o lo spargimento da una infezione superata con un livello segnalato < 180 ng/ml.
Dalla nostra esperienza con Sanza e visite TLM ( per info chiedere in tutti i Punti Sereni). I parassiti e funghi presenti nel digerente ed altre aree del corpo umano, rappresentano un problema molto sottovalutato dalla medicina. Oppure quando vengono scoperti vengono combattuti con ignoranza del loro numero, delle loro specie, delle loro quantità, della loro ubicazione. Inoltre l’attivazione di batteri,virus e funghi è sempre combattuta come deleteria, senza analizzare la situazione del paziente ed il ruolo che detti microbi stanno svolgendo, spesso protettivo verso l’organismo. I funghi riducono l’assorbimento di nutrienti in modo selettivo contribuendo ad obesità, astenie, cefalee,gonfiori, etc. I parassiti danneggiano articolazioni, organi interni, aree cerebrali. Alcuni meccanismi patologici sono del tutto trascurati, vedi ad esempio la presenza di parassiti nell’apparato digerente ed organi interni e di molte aree cerebrali in correlazione con malattie neurodegenerative di ogni tipo. I parassiti sono attivatori primari delle intolleranze alimentari, di patologie cutanee, respiratorie ed altre.
I vermi e i protozoi sono considerati parassiti intestinali e spesso sono assai dannosi per l’ospite.
Parassiti Cisticerchi nel cervello di un uomo (trovato durante un operazione). Quando i parassiti non influenzano direttamente e non minacciano la vita, indeboliscono e rendendo più complessa la difesa da virus,batteri e malattie. Vivono all’interno dell’individuo, cibandosi del suo sangue, dei succhi dei tessuti e della carne. Secondo gli ultimi studi, quasi tutte le malattie più complesse, dall’epatite al cancro, nel 90 per cento dei casi sono correlate a parassiti. Sono dati ufficiali dei più autoritari centri di parassitologia d’Israele, Inghilterra e Giappone.
Non sempre sono portatori di una malattia clinicamente riscontrabile, anzi talvolta possono restare nell’organismo senza far danni visibili, competendo con le cellule umane per accaparrarsi il nutrimento ed emettendo rifiuti tossici che si possono riversare nel sangue intossicandolo. In alcuni casi migrano dall’intestino ad altri organi colonizzandoli, riducendone o annientandone la funzionalità. Una volta insediati, i parassiti iniziano il proprio ciclo vitale e la riproduzione causando una vera e propria inarrestabile invasione dall’interno, se il sistema immunitario non è in grado di tenerli a bada.
( A tal proposito ricordiamo il nostro vecchio adagio, ormai tra i più cari in Movimento Sereno : Smettiamola di Avere paura! Basta stressarci nello stare attenti a tutte le cose pericolose di cui sentiamo parlare! Quello che invece è molto più importante è occuparci della nostra forza! Siamo continuamente invasi da tante forme di parassiti (ma anche veleni, inquinamenti, sporcizie, tossine… perfino tumori, anche importanti e gravi ( ! )… e di cui la gran parte delle volte nemmeno ci accorgiamo. L’importante è avere un sistema immunitario che funzioni! L’importante è mantenere l’equilibrio, non solo quello acido-basico! Per vedere i nostri articoli in materia, cerca nel nostro sito le parole “equilibrio acido-basico”, “basificazione”, “disintossicazione”, “sistema immunitario”, ” detossificazione” , “intestino”)
Non si conosce la reale diffusione dell’invasione parassitaria sulla popolazione umana, ma pubblicazioni degli ultimi anni mostrano l’incremento della presenza di parassiti in coincidenza dei flussi migratori dai Paesi orientali verso le Americhe e dall’Africa verso l’Europa.
Le nostre ricerche durate anni dimostrano quanto importante e diffuso sia il problema, orami presente in ben oltre l’80% della popolazione, a livelli più o meno eclatanti.
Il principale meccanismo che consente ai parassiti di permanere nell’organismo umano è legato all’abbassamento delle difese immunitarie dovuto principalmente a somatizzazione di traumi, in particolare sul cervello addominale, oltre a situazioni di eccessivo stress (ahi, le relazioni! Durante il giorno cerchiamo di unire e non di dividere!) o di altre patologie già in atto.
I parassiti non si limitano a risiedere nell’area sistemica, ma possono trasferirsi anche nelle aree cerebro-spinali, quando la barriera emato-encefalica è aperta in determinati punti, in funzione di danni locali o per dilatazione dovuta ad alta temperatura del corpo. Le nostre ricerche hanno evidenziato la presenza di parassiti in aree cerebrali in concomitanza di malattie neurodegenerative, malattie psichiatriche ed ictus. Una notevole quantità di pubblicazioni ascrive ai parassiti in aree cerebrali buona parte dei danni del cognitivo, fino ad arrivare a dichiarare l’Alzheimer una spirochetosi. La nostra esperienza con le visite TLM evidenzia la diffusione del problema anche in altre patologie, quali SLA, Sclerosi Multipla, Parkinson, Schizofrenia, Epilessia, etc.
I parassiti sono presenti nel 93% dei casi nelle aree cerebrali correlate con l’Alzheimer. L’infezione inizia molto tempo prima della manifestazione dei sintomi, anche anni o decenni.
La proteina β-Amiloide ed i processi infiammatori sono legati ai parassiti.
Il livello del quoziente di intelligenza (IQ) medio in un Paese è inversamente proporzionale al livello di presenza di parassiti.
E’ importante porre l’attenzione sopratutto sulla differente risposta alle terapie dei pazienti in funzione della presenza o meno di parassiti.
Parassiti e psichiatrici
Correlazione fra parassiti e Schizofrenia. Infezione prenatale e rischio di Schizofrenia. Correlazione fra parassiti e personalità. Correlazione fra parassiti e suicidi. Parassiti e suicidi negli schizofrenici:
Parassiti e problemi motori Sclerosi Multipla: attenuazione dell’infiammazione per attivazione dei Th2. Sclerosi Laterale Amiotrofica: danni alle aree cerebrali coinvolte.
Alcuni medici e la società scientifica che se ne occupa stanno sviluppando un dispositivo medico che ci auguriamo un giorno possa essere sul mercato facilmente a disposizione di ogni medico, proprio atto alla distruzione di parassiti endofagi annidati nei tessuti del corpo umano, sia in aree sistemiche che cerebrali.
parassiti trovati nel cuore di una donna morta a 45 anni
Questo strumento nasce per sopperire alla difficoltà dei farmaci di oltrepassare la barriera emato-encefalica, garantendo la distruzione di parassiti anche nei tessuti cerebrali in modo indolore, atossico e senza la produzione di alcun tipo di effetto collaterale, consentendo pertanto la somministrazione anche a bambini.
Questo strumento lavorerà in sinergia con il Bio-Explorer a cui viene demandato il compito di individuare le tipologie di parassiti rilevati e le zone di invasione.
Il dispositivo sfrutta l’emissione di onde elettromagnetiche con livelli molto bassi, somministrate al paziente sui terminatori delle Reti di Bong-Han che raggiungono le aree cerebrali interessate. Le sequenze di frequenze emesse creano danni al DNA del parassita, permettendone la distruzione e superando in tal modo le difficoltà che il sistema immunitario (microglia) incontra, a causa dei rivestimenti di glicoproteine o altre protezioni messe in atto per neutralizzarlo.
Sempre sfruttando le capacità diagnostiche del Bio-Explorer è possibile determinare l’efficacia della terapia, con appositi tests al termine del trattamento.
I punti su cui viene applicato l’elettrodo che somministra al paziente i segnali, sono situati sulle punte delle dita delle mani e dei piedi, molto facilmente utilizzabili per il posizionamento degli elettrodi. Per garantire la massima sicurezza verso il paziente il dispositivo opera alimentato da comuni batterie a bassa tensione e completamente isolato dalla rete elettrica del luogo in cui opera.
Particolare attenzione è stata posta nel realizzare il supporto di fissaggio al paziente degli elettrodi allo scopo di evitare fastidi e dolori dovuti al contatto prolungato.
Pancreas mutilato da parassiti
Per motivi pratici durante la somministrazione dei cicli il paziente deve rimanere seduto o sdraiato in posizione comoda. Durante il trattamento non si avverte alcun tipo di fastidio.
Il trattamento deve essere ripetuto diverse volte fino a completa eliminazione della serie dei parassiti individuati in precedenza. La ripetizione è necessaria anche per permettere la distruzione delle larve nel frattempo diventate individui adulti.
Per quanto concerne la riattivazione del sistema immunitario, è necessario disattivare tutti i gruppi di neuroni rimasti attivati in conseguenza della somatizzazione di uno o più conflitti non risolti, in quanto molti di essi emettono sostanze (neurotrasmettitori, neuro peptidi, ormoni) con azione inibitrice sulle cellule del sistema immunitario. Questa operazione è realizzabile con le procedure di verifica di efficienza terapeutica proprie del Bio-Explorer, in ciascuna delle aree cerebrali o sistemiche interessate. La disattivazione è efficace in oltre il 95% dei casi.
Alcuni sintomi di presenza di parassiti:
– Stanchezza, affaticamento, esaurimento senza altre cause apparenti.
– Fatica ad addormentarsi, insonnia, continui risvegli senza altre cause apparenti.
– Frequenti intossicazioni alimentari, cattiva digestione e stomaco gonfio dopo mangiato.
– Fame, anche dopo i pasti.
– “Diarrea del viaggiatore” , ovviamente una forma di diarrea che può insorgere durante o subito dopo un viaggio in un paese (ristorante) con condizioni igienico-sanitarie insufficienti.
– Dermatiti, irritazioni della pelle, eruzioni cutanee inspiegabili, orticaria, acne rosacea o eczema, macchie sul viso soprattutto negli anziani.
– Muscoli e articolazioni doloranti.
– Anemia da deficit di ferro.
– Costipazione inspiegabile, diarrea, gas o altri sintomi da sindrome dell’intestino irritabile.
– Digrignare i denti durante il sonno (Bruxismo).
Da dove arrivano i parassiti?
Dall’esterno: carne e pesce poco cotti oppure andati a male, frutta e verdura non ben lavate. Da contatto con fluidi corporei. Dagli animali domestici con cui vivi o quelli che hai intorno. I parassiti sono inevitabili, ma se il nostro intestino è forte grazie al sistema immunitario che risiede in esso e alla flora batterica allora non avranno modo di prevalere.
Discorso ben diverso invece per quelli di provenienza endogena. Sarà molto interessante seguire questo video eseguito con Microscopio in campo oscuro sulla loro formazione endogena:
Seguiranno presto altri articoli di approfondimento sugli argomenti sopra evidenziati.
Il diabete mellito, chiamato anche diabete zuccherino o tipo II, è un disturbo cronico del metabolismo, soprattutto dei carboidrati, ma anche dei grassi e delle proteine.
Tale malattia compare quando le cellule del corpo umano diventano incapaci di assimilare lo zucchero della dieta alimentare, all’inizio in virtù di un eccesso di stimoli nella produzione dell’ormone insulina da parte del pancreas e, in seguito, in funzione di un deficit dell’insulina circolante. L’insulina è necessaria per convertire alimenti in energia. Dovuto all’eccesso di carboidrati nell’alimentazione, il pancreas può arrivare ad un totale colasso, smettendo di produrre tale importante ormone. Il fegato trasforma carboidrati, proteine e grassi in glicogeno che, stimolato dall’adrenalina prodotta dalle ghiandole surrenali, è convertito in zucchero. Quando i livelli di zucchero circolante nel sangue non sono correttamente controllati dall’insulina, si instaura il diabete mellito o zuccherino. L’insulina è un ormone proteico segregato nel pancreas dalle isole di Langerhans. E’ indispensabile all’adeguato metabolismo dei carboidrati e per il trasporto dello zucchero dal torrente sanguigno fino ai muscoli, dove è immagazzinato nelle cellule o trasformato in energia. Oltre a tutto ciò, controlla il grado di assorbimento del glucosio e determina il suo livello nel sangue.
E’ una malattia che ha origine negli eccessi della tavola, cioè, è una delle “malattie della prosperità”. Quattro diabetici su cinque soffrono di obesità e 90% dei diabetici di tipo II sono obesi. Circa l’85% di tutti i diabetici di tipo II sono sovrappeso al momento della diagnosi. L’eccesso di peso può costituire una minaccia di complicanze, ma il dimagrimento può bloccare il processo patologico, essendo un importante e potente medicinale.
Il diabete è, in essenza, una malattia della nutrizione ed è direttamente legato alla cultura e alla dieta, in particolare dell’uomo occidentale civilizzato, dovuta soprattutto all’alto consumo di zucchero e di cereali raffinati, ma anche delle bevande alcoliche, che sono idrati di carbono industrialmente concentrati. L’abuso di proteine e grassi nella dieta che nel processo metabolico possono trasformarsi in zucchero, è anche un fattore causale della malattia. L’aumento esagerato del consumo di zucchero e derivati ha avuto inizio nel XIX secolo, in Europa, con la costruzione di raffinerie di zucchero da parte di Napoleone. Un studio condotto circa il 1817 in Inghilterra ha dimostrato che ogni inglese consumava mediamente 4 Kg di zucchero in un anno. Oggi, in Brasile, il consumo medio per capita arriva a circa 75 Kg in un anno. Negli Stati Uniti tale consumo supera i 120 Kg in un anno per capita, dovuto soprattutto all’uso diffuso ed inconseguente dei distributori automatici di bibite, biscotti e dolci in generale. Una ricerca condotta di recente negli Stati Uniti ha mostrato che i giovani 12enni bevono tre lattine al giorno di bibite dolci gassate e uno su otto arriva a consumare otto lattine al dì. Vale la pena registrare il nocivo abuso nell’addizione di zucchero in quantità esagerate negli alimenti industrialmente processati e, inoltre, il più grande crimine di tutti, che è l’aggiunta di zucchero nei cibi destinati ai lattanti, promuovendo già dalla nascita tale pericoloso vizio.
Il diabete è una malattia degenerativa nella quale il pancreas smette di produrre insulina a sufficienza o di forma efficace, dovuta soprattutto all’eccesso di carboidrati e all’abbondanza di proteine e grassi nell’alimentazione. Tutto ciò porta ad un sovraccarico del pancreas che deve costantemente produrre e liberare l’insulina per mantenere i livelli di zucchero. Tale sovraccarico può portare all’esaurimento e al fallimento di quest’organo. Fattori ereditati aumentano la predisposizione al diabete, ma non sono determinanti. I dati attuali dimostrano che il moderno stile di vita, caratterizzato da una dieta alimentare inadeguata e dalla vita sedentaria, può essere decisivo alla trasformazione o meno di questi fattori genetici in malattia. La storia di questa malattia non è recente nel mondo, ma la sua incidenza è aumentata molto negli ultimi 50 anni. Raddoppia ogni 25 anni, secondo i dati dell’OMS: ci sono oggi 150 milioni di diabetici al mondo e secondo i calcoli di quell’organizzazione questi saranno 300 milioni nel 2025. E’ una terribile e incontrollabile epidemia, con delle conseguenze molto pesanti per gli ammalati.
Ci sono due tipi di diabete mellito: il tipo I, che interessa soprattutto i giovani ed è insulino-dipendente, e il tipo II, più frequente, che interessa oggi circa 12 milioni di nordamericani e non è insulino-dipendente. Entrambi i tipi di diabete sono un importantissimo fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.
Qui puoi trovare una infografica riassuntiva sul diabete in Italia e in Veneto
ALIMENTAZIONE PER IL DIABETE : COSA EVITARE
Fino al 1880 i cereali erano consumati quasi sempre nella loro forma integrale. Con la Rivoluzione Industriale e l’avvento del mulino d’acciaio, c’è stata la popolarizzazione del consumo di cereali raffinati, che sovrastimolano il pancreas a produrre insulina. Lo zucchero raffinato è un costituente dietetico che non possiede alcun valore nutrizionale e ha un valore puramente calorico.
Promuove la demineralizzazione dei tessuti organici, distruggendo soprattutto i denti e le ossa, può generare la carie e l’osteoporosi, oltre a causare l’obesità e le malattie cardiovascolari, che sono le principali cause di morte per malattia dell’uomo occidentale civilizzato.
In Islanda, il diabete era molto raro fino agli anni 30, ed è diventato comune dopo vent’anni di occidentalizzazione della dieta alimentare, cioè, dopo l’introduzione dei carboidrati industrializzati. L’incidenza del diabete si è ridotta drasticamente durante il periodo delle due grandi guerre, dovuto al razionamentocompulsorio del consumo di zucchero, ed è tornata a presentare lo stesso quadro clinico dopo la guerra, con il ristabilimento dei livelli di consumo. Un altro buon esempio dell’importanza dell’alimentazione e delle abitudini di vita nella genesi del diabete tipo II, è ciò che è successo negli anni a Nauru, un’isola del Pacifico. Fino a poco tempo fa il diabete di tipo II era totalmente sconosciuto tra gli abitanti dell’isola, che mangiavano come dieta base patate e banane. A partire dalla scoperta di una miniera di fosfati, che ha iniziato ad essere intensamente esplorata, gli abitanti hanno conosciuto la ricchezza materiale e hanno cominciato ad adottare uno stile di vita sedentario e una “dieta occidentale”, con un alto consumo di carboidrati raffinati e di grassi.
Secondo uno studio effettuato dall’OMS, nei giorni attuali circa la metà della popolazione urbana di Nauru tra i 30 e 74 anni di età è afflitta di diabete. Tutte le evidenze indicano che più di una predisposizione genetica, la dieta alimentare e lo “stile di vita occidentale” sono i fattori eziologici determinanti del diabete mellito. Soltanto un drastico cambiamento nelle abitudini di vita può impedire l’avanzamento di tale malattia, riducendo così la necessità dell’insulina sintetica e dei medicinali ipoglicemizzanti.
Crisi frequenti di ipoglicemia sono stati di allerta di una condizione prediabetica. Il pancreas, intensamente stimolato, può produrre insulina in eccesso, essendo la causa dell’ipoglicemia. Evitare la ipoglicemia può essere la chiave per prevenire lo scatenamento di un quadro di diabete. La dieta alimentare è l’elemento chiave nell’insorgenza, nel peggioramento e nella cronicizzazione della malattia, ma può anche essere determinante nel controllo e, soprattutto, nella prevenzione di tale malattia. Per un ammalato di diabete è molto più importante l’alimentazione adeguata che non la neutralizzazione dello zucchero prodotto dall’organismo.
ALIMENTAZIONE PER IL DIABETE : COSA PREFERIRE
Alcuni alimenti e piante medicinali svolgono un’azione importante nel controllo della malattia. I principali alimenti medicinali per il diabete sono i bulbi della cipolla e dell’aglio, con distacco speciale alle cipolle che contengono un elemento prezioso che è la glucochinina, che nell’organismo umano svolge un’azione simile all’insulina.
La cipolla agisce come un vero ormone vegetale, ad effetto intensamente ipoglicemizzante, durevole e senza alcuna tossicità. La cipolla dev’essere consumata abbondantemente dai diabetici, in tutti i modi possibili: cruda (soprattutto il succo), cotta, arrosto o grigliata. Non dovrebbe essere utilizzata fritta o soffritta. Il succo estratto di una cipolla grande con succo di limone, nella stessa quantità del succo di cipolla, quando bevuto quotidianamente, al mattino, può essere molto efficace come ipoglicemizzante. Ma attenzione, tale succo non dovrebbe essere ingerito a digiuno.
Il broccolo è importante fonte di cromo mineralee può fare molto per regolare lo zucchero circolante nel torrente sanguigno, riducendo la necessità di insulina o dei medicinali ipoglicemizzanti.
Sono inoltre alimenti ricchi di cromo: tutti i cereali, soprattutto l’orzo, le noci, i funghi e il lievito di birra.
Quattro tipi di condimenti casalinghi possiedono la capacità di triplicare l’attività dell’insulina naturale dell’organismo: la cannella, i chiodi di garofano, la foglia di alloro e lo zafferano. Di questi, il più potente è la cannella, in polvere o in bastoncini.
Sono condimenti che devono essere utilizzati quotidianamente.
Le leguminose fresche, soprattutto i fagioli verdi, hanno anche un grande potere nella riduzione significativa dello zucchero circolante nel sangue, oltre a ridurre il colesterolo e i trigliceridi, utile alla prevenzione degli infarti ed ictus. Si deve usare una tazza di fagioli crudi al giorno, metà a pranzo e metà a cena.
E’ importante il consumo adeguato di alimenti con un alto contenuto di vitamine E, C, del complesso B ed il betacarotene (provitamina A). Il germe di grano e l’uso frequente del centrifugato di verdura consedano, cicoria, lattuga, rucola ecc. sono consigliati.
Il carciofo, mangiato o negli infusi, nelle capsule o tinture, possiede un’azione ipoglicemizzante.
Le olive nere sono indicate per la stessa ragione e si deve avere la cura di eliminare il sale raffinato.
Due raccomandazioni importanti per quanto riguarda il consumo quotidiano di frutta da parte dei diabetici:
la prima è non prendere il succo di frutta spremuta, ma piuttosto mangiare il frutto completamente o al massimo tra i succhi, solo l’estratto, ma solo se prodotto con estrattori coreani, che a tuttoggi ci risultano essere gli unici che attivano gli enzimi. Gli estratti comunque normalmente sono soprattutto a base di verdure.
La seconda è non consumare diversi frutti, uguali o differenti, nello stesso momento. Il consumo dev’essere unitario e l’ideale è ad ogni due ore. Il fruttosio concentrato può anche elevare la glicemia.
La papaya dev’essere usata in piccole quantità e l’avocado, consumato nelle insalate, come per esempio nell’insalata russa (senza uova), guacamole ecc.
L’avocado miscelato allo zucchero o ai dolci in generale è soltanto utilizzato in Brasile.
E’ anche consigliato l’uso di acqua di cocco verde, della mela rossa e della pesca fresca; l’anguria in piccole quantità, ma non come succo.
L’uva e la banana devono essere evitate in funzione della loro maggiore concentrazione di carboidrati.
Alcune piante medicinali sono importanti nel trattamento del diabete come il carciofo, la spacca-pietra e l’eucalipto (in decotti).
Un programma adeguato di esercizi di fisioterapia è di vitale importanza nel trattamento: promuove una maggiore sensibilità all’insulina, riduce il colesterolo totale ed i trigliceridi ed aumenta i livelli del colesterolo HDL.
Può inoltre stimolare di molto la circolazione periferica ed ausiliare nella perdita di peso da parte degli obesi. Il programma dev’essere adattato alla capacità fisica particolare dell’individuo ammalato. L’inadeguata circolazione sanguigna periferica e la conseguente ossigenazione cellulare impropria,…
…come anche i danni ai nervi periferici sono fattori chiave nell’insorgenza delle ulcere e piaghe nei pazienti diabetici.
Dovuto all’accentuata acidità organica in questi ammalati, possono diventare di difficile cicatrizzazione.
L’inadeguatezza del trattamento dei diabetici può portare a gravi complicanze: nella fase acuta può sopraggiungere un’acidosi metabolica, che può evolvere in un quadro di coma diabetico, con un reale pericolo di morte. Nella fase cronica, possono presentarsi tre serie complicanze, aggravando molto la qualità della vita del paziente ed aumentando di molto la sua sofferenza. La prima complicanza è la critica retinopatia diabetica, oggi la principale causa di cecità negli Stati Uniti. La seconda è la molto scomoda neuropatia diabetica, che comporta seri danni ai nervi periferici,…
…con sgradevoli sensazioni di intorpidimento e dolore, soprattutto ai membri inferiori. La terza e pericolosa complicanza è la nefropatia diabetica, frequente causa di indicazione all’emodialisi ed anche la più ripetuta causa di decessi dei pazienti diabetici.
[Le informazioni non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni e alle indicazioni dei professionisti della salute che hanno in cura il lettore. Questi consigli non costituiscono in alcun modo una prescrizione medica, consultare sempre un medico competente prima di iniziare qualsiasi nuovo programma alimentare e di stile di vita.]
L’obiettivo delle nostre monografie è di fare un sunto essenziale delle conoscenze attuali, integrando le conoscenze della medicina scientifica Occidentale più avanzata, con l’utilizzo della nutraceutica (principi attivi naturali con effetti salutari). Inoltre fare il punto sulle ultime scoperte della ricerca medico biofisica, che cercano di integrare le cause fisiologiche con quelle psichico-spirituali. La soluzione, la redenzione, dai nostri mali, può avvenire riconoscendo e risolvendo i nostri impedimenti emozionali, ma anche ricostruendo la visione stessa dell’esistenza utile a correggere stati d’animo, comportamenti e atteggiamenti disfunzionali, causa di sofferenza e malattie.
E’ lecito permettere che lo status quo rimanga indiscusso mentre facciamo fatica, vediamo i nostri cari soffrire inutilmente o rischiamo di ammalarci personalmente?
C’è chi si oppone con violenza e chi subisce con rassegnazione.
La nostra indifferenza (pigrizia o iperattività sempre di corsa) è una forma di accettazione o più sottilmente una forma di opposizione?
È giunto il tempo di riconoscere ed accettare. Di accettare con serenità.
Per affrontare con consapevolezza in modo di facilitare l’assunzione del controllo della propria vita, della propria salute.
Ed aumentare la qualità della nostra interdipendenza.
È tempo di coraggio.
TERMINI CORRELATI
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BACKGROUND
La disfunzione erettile (ED), talvolta chiamata impotenza, è la ripetuta inabilità ad avere o mantenere un’erezione stabile sufficiente per il rapporto sessuale. L’impotenza può anche essere usata per descrivere altri problemi che interferiscono con il rapporto sessuale e la riproduzione, come la carenza del desiderio sessuale e problemi di eiaculazione e orgasmo.
Le stime suggeriscono che tra 15 e 30 milioni (20/40%) di americani soffrono di ED. ci sono approssimativamente 26 nuovi casi ogni anno di ED negli Stati Uniti ogni 1000 di popolazione nei maschi tra i 40 e i 69 anni di età. Più di 150 milioni di uomini nel mondo soffrono di ED.
anche se l’ED è più frequente negli uomini più anziani di 65 anni, si può verificare ad ogni età. Un episodio occasionale di disfunzione erettile succede alla maggior parte degli uomini ed è normale. Come gli uomini invecchiano, è anche normale affrontare cambiamenti nella funzione erettile. L’erezione può essere lenta a svilupparsi, può non essere così rigida o può richiedere maggiori stimolazioni dirette per essere ottenuta. Gli uomini possono anche notare che l’orgasmo è meno intenso, il volume di eiaculato è ridotto, e tra le erezioni aumenta il tempo di recupero.
EREZIONE: Il pene (organo sessuale maschile) contiene due camere chiamate corpi cavernosi, che mantengono la lunghezza del pene. I corpi cavernosi sono circondati da una membrana, chiamata tonaca albuginea. Il tessuto spugnoso contiene muscolatura liscia, tessuto fibroso, spazi, vene ed arterie. L’uretra, che è il canale dell’urina e dell’eiaculato, corre lungo la parte inferiore dei corpi cavernosi. L’erezione inizia con stimolazioni sensoriali o mentali (o tocco o immagini), o entrambe. Gli impulsi dal cervello o dai nervi locali causano il rilassamento dei muscoli dei corpi cavernosi, facendo espandere il pene. La tonaca albuginea ad intrappolare il sangue nei corpi cavernosi, in tal modo da sostenere l’erezione. Quando i muscoli del pene si contraggono per bloccare l’afflusso di sangue ed aprono i canali per la fuoriuscita, l’erezione si inverte.
FATTORI DI RISCHIO
FATTORI DI RISCHIO E CAUSE
SCELTE DELLO STILE DI VITA: Le scelte dello stile di vita che contribuiscono alle malattie cardiache e ai problemi vascolari alzano anche il rischio di disfunzione erettile. Dal momento che l’erezione dipende da un corretto flusso ematico nel pene, malattie cardiache e problemi vascolari (vasi sanguigni) che inibiscono il flusso ematico possono contribuire alla disfunzione erettile (ED). Il fumo, essere sovrappeso, mangiare cibi non sani (come una dieta ricca di grassi), ed evitare l’esercizio fisico sono associati all’aumento dei sintomi di ED.
FUMO: Il fumo è forse il fattore di rischio più significativo per lo sviluppo di ED. Fumare sigarette può rapidamente produrre un aumento temporaneo della pressione sanguigna (BP), riducendo il flusso ematico in diverse aree del corpo incluso il pene. Quando i vasi sanguigni nell’area delle pelvi e dell’inguine sono ristretti, questo contribuise a ridurre il flusso ematico nel pene. Più si fuma, più possibilità ci sono di sviluppare la disfunzione erettile, specialmente negli uomini over 50. gli uomini che fumani più di 20 sigarette al giorno hanno un rischio di ED più alto del 60%, confrontati agli uomini che non hanno mai fumato. Fra gli uomini che non hanno mai fumato, il 12% ha avuto problemi di erezione.
MALATTIE E DISTURBI FISICI: Malattie croniche (a lungo termine) dei polmoni, del fagato, dei reni, del cuore, dei nervi, delle arterie o delle vene sono fattori di rischio per sviluppare l’ED. Disturbi del sistema endocrino, in particolare il diabete, possono contribuire all’ED. Anche l’ingrandimento della ghiandola prostatica, come con l’iperplasia prostatica benigna (BPH), può provocare sintomi di ED ponendo pressione ai vasi sanguigni che riempono il pene per determinare l’erezione. Anche una condizione chiamata aterosclerosi, o accumulo di placche depositate nelle arterie, può impedire alla quantità di sangue necessaria a mantenere l’erezione di entrare nel pene. In alcuni uomini, la disfunzione erettile può essere causata da un basso livello dell’ormone testosterone. In alcuni casi, l’ED può essere uno dei primi segni di un problema medico sottostante, una malattia fisica per circa il 70% dei casi di ED.
DIABETE: l’ED si verifica più spesso nelle persone con diabete. Il diabete può causare una condizione chiamata neuropatia, che è un danno dei nervi di tutto il corpo, incluso il pene. I nervi danneggiati non possono comunicare correttamente con il cervello. Perciò anche se si verifica la stimolazione sessuale, i nervi danneggiati impediscono che l’informazione sia trasmessa al pene, e quello non diventa eretto. In aggiunta, uno scarso controllo della glicemia può inibire la produzione di ossido nitrico. Una carenza di ossido nitrico può impedire alla pressione sanguigna nei corpi cavernosi di alzarsi abbastanza per bloccare le vene del pene, permettendo al sangue di fluire fuori dal pene invece di rimanere intrappolato per l’erezione. Anche i vasi sanguigni possono diventare stretti o induriti (aterosclerosi) da condizioni che accompagnano spesso il diabete, come la malattia delle coronarie (CAD). Quando si verifica aterosclerosi nelle arterie che irrorano il pene o l’area delle pelvi, la funzione sessuale può essere interrotta.
Fino al 60-80% degli uomini con diabete sviluppano l’ED, comparati al 22-25% degli uomini senza diabete. L’ED si sviluppa più frequentemente dopo i 65 anni, ma negli uomini con il diabete, tende a verificarsi 10-15 anni prima, in media. Gli uomini con diabete possono fare esperienza dell’ED già all’età di 30 anni. Più le persone hanno vissuto con il diabete, e più non è stato controllato, più probabilmente svilupperanno l’ED.
MALATTIA VASCOLARE: L’aterosclerosi (irrigidimento e restrizione delle arterie) e l’ipertensione (pressione alta) causano la riduzione del flusso ematico in tutto il corpo e possono portare alla ED. i problemi vascolari durante un’erezione sono associati all’età e agli accounts per il 50-60% delle ED negli uomini over 60. i fattori di rischio per l’aterosclerosi comprendono il fumo, il diabete, la pressione alta, ed il colesterolo alto. Sviluppare l’ED può essere un indicatore per il rischio della malattia delle coronarie (CHD).
CHIRURGIA O TRAUMA: Il danno ai nervi che controllano l’erezione possono causare disfunzione erettile. Può risultare da una lesione dell’area pelvica o del midollo spinale. Anche l’intervento chirurgico per trattare il tumore alla vescica, al retto e alla prostata può provocare disfunzione erettile a causa del possibile danno ai nervi sensitivi e ai vasi sanguigni dell’area.
CONDIZIONI NEUROLOGICHE: Lesioni del cervello o del midollo spinale come la paraplegia (la parte bassa del corpo è paralizzata), la quadriplagia (paralisi di entrambi gli arti) e l’ictus (carenza di flusso ematico e ossigeno nel cervello che causa danno ai nervi e ai vasi sanguigni) possono causare impotenza quando interrompono il trasferimento dell’impulso nervoso dal cervello al pene causando ED. Anche altri disturbi nervosi, come la sclerosi multipla (MS, una malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso), il morbo di Parkinson (una malattie degenerativa del sistema nervoso che causa un tremolio incontrollabile) e la malattia di Alzheimer (un disturbo mentale caratterizzato da demenza) possono dare come conseguenza l’ED.
DISTURBI ORMONALI: I disturbi ormonali spiegano meno del 5% dei casi di ED. La carenza di testosterone (ormone maschile), che si verifica raramente, può dare come risultato la perdita della libido (desiderio sessuale) e la perdita dell’erezione. Un eccesso dell’ormone prolattina, causato da un tumore della ghiandola pituitaria, può ridurre i livelli di testosterone e causare l’ED. Lo squilibrio ormonale può anche essere il risultato di malattie renali o epatiche, cuasando l’ED.
MALATTIA DI PEYRONIE: La malattia di Peyronie è una condizione infiammatoria rara che causa cicatrizzazione del tessuto erettile; le normali cellule cutanee sono sostituite da tessuto cicatriziale. Le cicatrici provocando una curvatura del pene che può interferire con la funzione sessuale, causare erezione dolorosa, ed anche bloccare il flusso ematico.
INSUFFICIENZA VENOSA: Se i nervi e i muscoli del pene non possono impedire la fuoriuscita del sangue dal pene durante l’eccitazione sessuale, non si può mantenere l’erezione. L’insufficienza venosa può essere il risultato di una lesione, una malattia o un danno alle vene del pene e può causare l’ED.
CONDIZIONI PSICOLOGICHE: Anche le condizioni psicologiche, come l’ansia da prestazione, lo stress, il senso di colpa, la preoccupazione, l’ansia o la depressione possono contribuire alla perdita dell’impulso sessuale (libido) e possono dare come risultato l’ED. Circa il 10-20% dei casi di ED possono essere influenzate da condizioni psicologiche. Se una persona sperimenta la perdita dell’erezione durante un rapporto sessuale, potrebbe preoccuparsi se succederà di nuovo. Questo può apportare ansia associata alla performance e può portare all’ED durante il sesso.
MEDICINALI: Circa il 25% di tutti i casi di ED sono dovuti agli effetti collaterali dei medicinali. Diversi tipi di farmaci possono causare l’ED interferendo con gli impulsi nervosi o con il flusso ematico del pene. Questi includono gli antidepressivi come l’amitriptilina (Elavil®), la fluoxetina (Prozac®), la paroxetina (Paxil®) e la sertralina (Zoloft®); gli stimolanti come le anfetamine miste (Adderall®) e la cocaina; gli antistaminci come la difenedramina (Benadryl®) e la fexofinadina (Allegra®); i medicinali che trattano la pressione sanguigna alta come il propranololo (Inderal®) e la clonidina (Catapres®), farmaci per il cuore come la digossina (Lanoxin®); i farmaci antiulcera come la cimetidina (Tagamet®); medicine per il dolore come gli oppiacei (metadone, codeina, morfina, ossicodone); e i farmaci per il tumore alla prostata come il finasteride (Proscar®). Anche i tranquillizzanti come il diazepam (Valium®) e l’alprazolam (Xanax®) e i farmaci che aiutano il sonno come il temazepam (Restoril®) e il zolpidem (Ambien®) possono causare l’ED.
ABUSO DI SOSTANZE: Anche l’uso pesante o cronico (a lungo termine) di alcol, marijuana, eroina, cocaina, metanfetamine, o altre droghe possono causare l’ED e ridurre l’impulso sessuale.
SEGNI E SINTOMI
I sintomi associati alla disfunzione erettile (ED) comprendono l’inabilità occasionale di ottenere una piena erezione, l’inabilità a mantenere l’erezione per tutta la durata del rapporto sessuale, e la completa inabilità di raggiungere l’erezione. Anche la carenza di erezioni mattutine sono viste insieme alla riduzione dell’impulso sessuale (libido).
DIAGNOSI
E’ normale sperimentare l’ED occasionalmente. Ma se l’ED dura più a lungo di due mesi o se è un problema ricorrente, i dottori raccomandano un esame fisico. Anche se l’ED potrebbe essere visto come un problema personale o imbarazzante, è importante per il paziente cercare un trattamento, che è efficace in molti casi.
STORIA ED ESAMINAZIONE FISICA: Una storia medica include la frequenza e la durata dei sintomi, la presenza o meno dell’erezione mattutina, e la qualità della relazione con il partner sessuale. L’inizio improvviso della disfunzione erettile (ED) associata ad una normale erezione mattutina comporta un ED causato da un problema psicologico, come i disturbi d’ansia.
ESAMINAZIONE PSICOLOGICA: L’esaminazione psicologica, usando un’intervista e un questionario, rivela i fattori psicologici. Anche il partner sessuale dell’uomo deve essere intervistato per determinare le aspettative e le percezioni durante il rapporto sessuale. Sono incluse le domande circa il come e quando la condizione si sviluppa, ogni farmaco assunto, ed ogni altra condizione fisica o malattia. Anche il dottore del paziente vorrà discutere sui recenti cambiamenti fisici ed emotivi.
La storia medica può rivelare che il disturbo è dovuto a malattie croniche come l’aterosclerosi (indurimento delle arterie), ipertensione (pressione sanguigna alta) o diabete. E’ importante anche un resoconto di tutti i medicinali, compresi quelli da banco (OTC), i farmaci con ricetta medica, e gli integratori alimentari.
Il dottore cercherà i segni di ipogonadismo (carenza della produzione degli ormoni maschili), come la ginecomastia (aumento della taglia del seno) o la perdita dei peli ascellari e pubici. L’esaminazione dei genitali comprende la valutazione della grandezza e della consistenza dei testicoli. Il pene deve essere esaminato per qualsiasi fibrosi (tessuto fibroso) indicativo della malattia di Peyronie, una condizione infiammatoria causata dalla formazione di tessuto fibroso nel pene.
ULTRASUONI A SCANSIONE FRONTE-RETRO: Gli ultrasuoni a scansione fronte-retro sono usati per valutare il flusso ematico, l’insufficienza venosa, segni di aterosclerosi (indurimento delle arterie), e fibrosi o calcificazione nel tessuto erettile. L’erezione viene indotta dall’iniezione di prostaglandine (alprostadil o Caverject®/Edex®), uno stimolatore simil-ormonale dell’erezione prodotto dal corpo. Gli ultrasuoni sono poi usati per vedere la dilatazione vascolare e misurare la pressione sanguigna del pene (che può anche essere misurata con una specifica fascia). Le misurazioni vengono comparate con quelle prese quando il pene è flaccido.
ESAMINAZIONE DELLA PROSTATA: Una prostata ingrandita, che può essere individuata con l’esaminazione digitale rettale (DRE), può interferire con il flusso sanguigno e gli impulsi nervosi nel pene, portando all’ED.
FUNZIONE DEL NERVO DEL PENE: Nel test del riflesso bulbocavernoso, la testa del pene (glande) viene schiacciata mentre si osserva la contrazione dello sfintere anale esterno. Questo viene visto o sentito durante un esaminazione rettale digitale. Questo test è usato per determinare se c’è una sufficiente sensibilità nervosa nel pene.
TUMESCENZA PENIENA NOTTURNA (NPT): E’ normale per un uomo avere cinque o sei erezioni durante il sonno, specialmente durante il movimento rapido degli occhi (REM). Queste erezioni si verificano ogni 90 minuti circa e durano per circa 30 minuti. La loro assenza può indicare un problema della funzione dei nervi o dell’apporto di sangue nel pene. L’NPT si determina usando un misuratore a scatto, che consiste nell’avvolgere tre bende di plastica di varia forza intorno al pene (fatto in un laboratorio del sonno). La funzione erettile è valutata in base a quali bende si rompono. Il misuratore dello sforzo consiste nel localizzare speciali bende elastiche alla base e alla punta del pene. Queste bende si allungano durante l’erezione e registrano i cambiamenti della circonferenza.
BIOTESIOMETRIA PENIANA: Questo test usa le vibrazioni elettromagnetiche per valutare la sensibilità e la funzione nervosa nel pene. Una percezione ridotta della vibrazione può indicare un danno nervoso nell’area pelvica, che può portare a ED.
CAVERNOSOMETRIA E CAVERNOSOGRAFIA DINAMICA (DICC) : Il DICC è una procedura che comporta quattro fasi per valutare la funzione dell flusso ematico e della pressione nel pene. Del fluido viene pompato nel pene ad un tasso predeterminato. Misurando il tasso nel quale il fluido deve essere pompato per ottenere un’erezione rigida, i dottori possono determinare l’entità dell’insufficienza venosa. Inoltre, viene iniettata una tintura nell’arteria del pene che si pensa sia stata danneggiata e viene presa ai raggi-x. Il test stima l’integrità del sistema circolatorio arterioso e venoso nel pene durante l’erezione. Il DICC è invasivo, poiché prevede che due aghi rimangano nel pene per l’infusione salina e per registrare la pressione. Prima dell’iniezione si fa l’anestesia locale e l’iniezione intracavernosa (nel pene) di un farmaco vasoattivo. I farmaci vasoattivi, come la fentolamina (Regitine®), vausa l’erezione dilatando i vasi sanguigni nel tessuto erettile. Normalmente, queste iniezioni producono un’erezione che dura circa 20 minuti. Il DICC è principalmente riservato alle persone che considerano la possibilità della legatura delle vene (legatura chirurgica) con o senza il bypass dell’arteria.
ARTERIOGRAFIA: Questo test viene fatto alle persone che sono candidati ad una ricostruzione vascolare chirurgica (ricostruzione dei vasi sanguigni).
ESAMI DEL SANGUE: Gli esami del sangue possono indicare condizioni che possono interferire con la normale funzione erettile. Questi test misurano l’anemia (livelli bassi di eritrociti), il colesterolo (colesterolo totale, lipoproteine a bassa densità o LDL, e trigliceridi), la glicemia, funzione epatica, renale e prostatica e la funzione tiroidea (regola la produzione degli ormoni sessuali). Anche i livelli ormonali (testosterone e prolattina) vengono controllati, un eccesso di prolattina (iperprolattinemia) può abbassare i livelli di testosterone, che può ridurre la libido (impulso sessuale).
COMPLICAZIONI
Possono esistere problemi psicologici insieme all’ED, come la depressione, lo stress, e l’ansia. Il PTSD, o disturbo post stress traumatico, è un tipo di ansia che si verifica nelle persone dopo un evento traumatico come un abuso sessuale, un’aggressione fisica, aver assistito ad un decesso, la morte inaspettata di una persona cara, o disastri naturali. Il PTSD può contribuire all’ED.
Poiché la performance sessuale è spesso gran parte dell’autostima di un uomo, sperimentare la disfunzione erettile (ED) può essere devastante non solo per la vita sessuale di un uomo, ma anche per il suo atteggiamento emotivo. L’ED può far si che l’uomo si senta inadeguato nel suo ruolo sessuale con il suo compagno. Gli uomini che soffrono di ED tendono ad isolarsi dalle loro relazioni e ritirarsi dai loro partner. Gli effetti psicologici dell’ED possono invadere ogni aspetto della vita di un uomo, dalla sua relazione con il partner, alle sue interazioni sociali, alle sue prestazioni lavorative. Perciò, è importante per un uomo che soffre di ED sentirsi a suo agio nel discutere della sua condizione con il partner, e con il suo dottore, al fine di scoprire la strategia terapeutica che può meglio aiutare a vincere la sua condizione.
TRATTAMENTO
Esiste una larga varietà di opzioni per trattare la disfunzione erettile (ED). I trattamenti comprendono il counseling psicologico, medicinali, dispositivi meccanici e la chirurgia. La causa e l’entità dell’ED sono fattori importanti per determinare il miglior trattamento o la migliore combinazione di trattamenti per la persona. Se l’ED è il risultato di una condizione medica, il costo del trattamento può essere coperto dall’assicurazione sanitaria.
COUNSELING PSICOLOGICO: Il counseling psicologico può aiutare nel caso che l’ED sia causato da stress, ansia o depressione. Anche l’ED può causare queste questioni. La persona e i suoi familiari devono essere istruiti a visitare un terapista sessuale, uno psicologo o uno psichiatra con esperienza nel trattamento di problemi sessuali. Un terapista qualificato lavora con la coppia per ridurre la tensione, migliorare la comunicazione sessuale, e creare delle aspettative realistiche sul sesso, ognuno dei quali può migliorare i sintomi dell’ED. Inoltre il terapista aiuta il paziente a lavorare su delle questioni come un abuso sessuale durante l’infanzia. La terapia psicologica può essere efficace insieme al trattamento medico e chirurgico. Ciò nonostante, i trattamenti medici e chirurgici possono non aiutare i pazienti con ED che soffre per cause psicologiche.
MEDICINALI ORALI: I medicinali orali disponibili per trattare l’ED comprendono il sildenafil (Viagra®), il tadalafil (Cialis®) e il vardenafil (Levitra®). L’U.S. Food and Drug Administration (FDA) ha approvato il Viagra® nel 1988, ed è diventato il primo medicinale orale in commercio per l’ED. Da allora, il Levitra® e il Cialis® sono stati approvati, provvedendo ad un maggior numero di opzioni per la terapia orale. Questi farmaci sono chimicamente conosciuti come inibitori della fosfodiesterasi 5 (PDE-5). Loro aumentano gli effetti dell’ossido nitrico, un messaggero chimico che rilassa la muscolatura liscia nel pene. Questo aumenta la quantità del flusso ematico nel pene e permette l’erezione in risposta all’eccitazione e alla stimolazione sessuale. Questi farmaci non determinano automaticamente l’erezione. Invece permettono che si verifiche l’erezione in seguito all’eccitazione e alla stimolazione fisica e psicologica. Molti uomini riscontrano dei miglioramenti nella funzione erettile dopo aver assunto questi farmaci indipendentemente dalla causa della loro impotenza.
In genere, questi farmaci sono assorbiti e metabolizzati velocemente dal corpo e solitamente vengono assunti da 30 minuti ad un’ora prima del rapporto sessuale. E’ stato riportato in esperimenti clinici che il Cialis® rimane nel corpo più a lungo degli altri. Promuove l’erezione in 30 minuti ed aumenta l’abilità a raggiungere l’erezione per più di 36 ore.
I comuni effetti collaterali degli inibitori della fosfodiesterasi comprendono cefalea, arrossamento in volto e al collo, indigestione e congestione nasale. Il Cialis® può causare dolore muscolare e mal di schiena, che solitamente spariscono da soli entro 48 ore.
I farmaci prescritti per il trattamento della disfunzione erettile possono causare effetti collaterali significativi quando sono mischiati ad altri farmaci per il cuore chiamati nitrati, inclusa la nitroglicerina (Nitrostat®, Nitro-Bid®), l’isosorbide mononitrato (Imdur®), e l’isosorbide dinitrato (Isordil®). I nitrati sono spesso prescritti per ridurre il dolore al petto, la dilatazione dei vasi sanguigni, e la pressione sanguigna bassa. Poichè anche i farmaci per l’ED riducono la pressione, la combinazione di questi due tipi di farmaci può causare una pericolosa caduta della pressione sanguigna. Gli esperti non raccomandano di assumere il sildenafil (Viagra®), il vardenafil (Levitra®) o il tadalafil (Cialis®) se si usano i nitrati. Se una persona ha la malattia delle coronarie (CHD) o ha avuto un infarto cardiaco negli ultimi mesi, deve essere certo di consultare un dottore prima di assumere uno qualsiasi di questi farmaci per la disfunzione erettile. Inoltre questi farmaci non vanno usati con gli alfa bloccanti.
PROSTAGLANDINA E1 (ALPROSTADIL): Due trattamenti coinvolgono l’uso di un farmaco chiamato alprostadil (Muse®, Caverject®, Edex®). L’alprostadil è la versione sintetica dell’ormone prostaglandina E1. Questo ormone aiuta a rilassare il tessuto muscolare liscio nel pene (corpo cavernoso), che aumenta il flusso ematico necessario all’erezione. Ci sono due modi di usare l’alprostadil, inclusa la terapia dell’iniezione con ago e la terapia intrauretrale (dentro l’uretra). Con l’iniezione con ago, viene usato un ago per iniettare l’alprostadil (Caverject®, Edex®) alla base o al lato del pene, realizzato in uno studio medico o in ospedale. Generalmente questo provoca l’erezione in 5-20 minuti e dura per circa un’ora. Poiché l’iniezione va direttamente nei cilindri spugnosi che si riempiono di sangue, l’alprostadil è un trattamento efficace per molti uomini. E poiché gli aghi utilizzati sono molto sottili, il dolore nel sito dell’iniezione è generalmente minore. Altri effetti collaterali comprendono sanguinamento dall’iniezione, erezione prolungata, e formazione di tessuto fibrosi nel sito dell’iniezione. Non deve essere usato per più di tre volte a settimana, e devono passare almeno 24 ore (un giorno) tra una dose e l’altra. Il costo dell’iniezione può essere ingente. L’iniezione di alprostadil con altri farmaci prescritti (inclusa la papaverina e la fentolamina) può essere meno costoso ed un’opzione più efficace. Esiste il rischio di infezione nel sito dell’iniezione, specialmente negli individui immunocompromessi come quelli con il virus dell’immunodeficienza umana (HIV). I dottori raccomandano di essere prudenti per proteggere le persone che usano il Caverject e i loro partner sessuali, dal momento che il sangue che esce dopo dal sito dell’iniezione potrebbe essere un veicolo di malattie sessualmente trasmissibili come l’HIV o l’epatite.
Il sistema uretrale medicato per erezione (MUSE) è una terapia intrauretrale (dentro l’uretra o aprendo il pene) auto-somministrata. Comporta l’uso di un applicatore monouso per inserire una piccolissima supposta, grande come la metà di un chicco di riso, nella punta del pene. La supposta, posta a circa due pollici nell’uretra, viene assorbita dal tessuto erettile nel pene, aumentando il flusso ematico e causando l’erezione. Anche se non sono coinvolti gli aghi, questo metodo può risultare doloroso e fastidioso. Gli effetti collaterali comprendono dolore, piccolo sanguinamento nell’uretra, vertigini, e formazione di tessuto fibroso. Inoltre, si può verificare sanguinamento durante l’uso di questo farmaco, quindi bisogna stare attenti usando il MUSE per proteggere se stessi e il proprio partner sessuale.
TERAPIA DEL RIPRISTINO ORMONALE: Per il piccolo numero di uomini che hanno carenza di testosterone, la terapia del ripristino del testosterone potrebbe essere un’opzione. Mentre si è stabilito piuttosto bene che il testosterone gioca un ruolo nella libido (impulso sessuale), il suo ruolo nell’ED rimane incerto. L’ED si verifica negli uomini con livelli di testosterone normali o leggermente bassi, perciò non si può decretare che il testosterone è il modulatore principale della funzione erettile. Ciò nonostante, fra gli uomini a cui è stato diagnosticato ipogonadismo, una condizione caratterizzata da livelli bassi di testosterone anomali, l’erezione migliora dopo il ripristino ormonale. Per questi uomini con ED, si raccomanda la terapia del testosterone per ristabilire la funzione erettile.
La terapia del ripristino del testosterone è stata anche raccomanda come approccio di seconda scelta per il trattamento dell’ED quando i medicinali prescritti da soli non hanno avuto effetto e quando è stato escluso il tumore alla prostata. Ciò nonostante, il testosterone può incrementare la crescita del tumore alla prostata e non viene usato nelle persone con malattia/ingrandimento della prostata (iperplasia prostatica benigna o BPH).
YOHIMBINA: La yohimbina deriva dalla corteccia dell’albero Pausinystalia yohimbe. La yohimbina cloridrato è una forma standardizzata di yohimbina che è disponibile come farmaco su ricetta negli Stati Uniti, e alcuni studi hanno riportato la sua efficacia nel trattamento dell’impotenza nei maschi. La yohimbina cloridrato (HCL) è stata usata anche per il trattamento degli effetti collaterali sessuali causati da alcuni antidepressivi (inibitori selettivi del reuptake di serotonina), per il disturbo iposessuale (basso desiderio sessuale) delle donne, come l’agente che incrementa la pressione sanguigna, e per la xerostomia (bocca asciutta dovuto alla carenza di saliva). La yohimbina HCL migliora l’erezione nel 10-20% degli uomini. Stimola il sistema nervoso parasimpatico, che è legato all’erezione, e può incrementare la libido (desiderio sessuale). E’ necessario assumere il farmaco per sei otto settimane prima di determinare se funzionerà o no. La yohimina HCL ha un effetto stimolante e gli effetti collaterali comprendono l’elevato battito cardiaco e l’elevata pressione sanguigna, modeste vertigini, nervosismo ed irritabilità.
DISPOSITIVO VACUUM: Questo trattamento comporta l’uso di un vacuum esterno ed una o più bende elastiche (anelli di tensione). Per iniziare, un tubo cavo di plastica viene posto sul pene. Questo tubo è disponibile attraverso la prescrizione o in vari rivenditori. Poi viene usata una pompa manuale per creare il vuoto nel tubo che tira sangue nel pene. Una volta ottenuta un’erezione adeguata (solitamente 1-3 minuti), si fa scivolare sulla base del pene un anello di tensione per mantenere l’erezione. Il dispositivo vacuum viene poi rimosso. L’erezione in genere dura abbastanza a lungo per far sì che la coppia possa avere un rapporto sessuale. L’anello può essere lasciato sul posto per 25-30 minuti. L’anello di tensione viene rimosso dopo il rapporto sessuale.
CHIRURGIA VASCOLARE: Questo trattamento in genere è riservato agli uomini il cui flusso ematico è stato bloccato da una lesione al pene o nell’area pelvica. La chirurgia può essere anche usata per correggere la disfunzione erettile causata da un ostruzione vascolare come l’aterosclerosi (indurimento delle arterie) o i tumori. L’obiettivo di questo trattamento è di correggere l’ostruzione del flusso sanguigno al pene in modo che l’erezione si possa verificare naturalmente; ciò nonostante, il successo a lungo termine di questo intervento chirurgico non è chiaro. Le complicazioni sono minime e includono dolore/gonfiore addominale o allo scroto e occasionalmente un temporaneo addormentamento della superficie della punta del pene. Per le prime sei settimane dopo l’operazione si raccomanda astinenza dalle attività sessuali che coinvolgono il pene.
IMPIANTO PENIENO: Questo trattamento consiste nell’impiantare chirurgicamente un dispositivo ai due lati del pene, permettendo che l’erezione si verifichi quanto spesso e quando si desidera. Questi impianti consistono o in un dispositivo gonfiabile o in due bastoncini semi rigidi fatti in silicone o in poliuretano. Questo trattamento spesso è costoso e in genere non è raccomando prima che siano stati considerati o provati altri metodi. Gli impianti penieni sono anche usati talvolta per trattare la malattia di Peyronie, un disturbo che causa erezione curvata e dolente. Così come in ogni intervento chirurgico, ci sono dei rischi di complicazioni come un’infezione. La maggior parte degli uomini tornano a casa dopo 24 ore dall’intervento. Anche se i nuovi design degli impianti penieni sono molto affidabili e possono durare tutta la vita, possono malfunzionare. Per esempio, in alcuni dispositivi semi rigidi, le parti interne si possono rompere nel tempo, portando ad un malfunzionamento della protesi. Nei dispositivi gonfiabili, il fluido può fuoriuscire e possono rompersi le valvole o la pompa. E’ necessaria la chirurgia per riparare o ricollocare l’impianto. Gli impianti penieni solitamente non interferiscono con la minzione, l’impulso sessuale, l’orgasmo o l’eiaculazione.
Una considerazione da fare prima di impiantare il dispositivo nel pene è che l’impianto causa l’erezione, ma non aumenta il desiderio sessuale o le sensazioni. Un impianto penieno sarà più corto rispetto alla naturale erezione. Alcuni partner sentono che il piacere sessuale diminuisce a causa della mancanza di un coinvolgimento nel creare l’erezione. Questo intervento è permanente. Se l’impianto viene rimosso, il paziente non sarà più in grado di avere un’erezione. Ci può essere una riduzione della sensibilità nella testa del pene. In alcuni uomini, questo migliora quando assumono anche gli inibitori della fosfodiesterasi tipo 5, come il sildenafil (Viagra®), il tadalafil (Cialis®) e il vardenafil (Levitra®).
ULTIME NOVITA’ SUL TRATTAMENTO DAL CAMPO DELLA RICERCA MEDICA BIOFISICA
Particolare successo lo stiamo notando nell’utilizzazione di diverse nuove tecnologie biofisiche (Sanza, Biomag, Starqi, Taopatch, solo per citare le principali e le più efficaci finora riscontrate). Caratteristiche fondamentali sono che questi trattamenti non sono ti tipo invasivo, non inducono alcun dolore, anzi al contrario inducono piacere o quantomeno sollievo immediato e soprattutto presentano il grosso vantaggio di non avere controindicazioni ed effetti collaterali. Non utilizzano farmaci di alcun tipo e considerano anche le cause relative alla sfera psichica. Quando il paziente lo consente anche le cause relative alla sfera spirituale (Il termine “spiritual” viene inteso come capacità di dare e ricevere amore). Vengono raccolti una gran mole di dati invidiabili, stiamo sperimentando tecnologie che sembrano miracolose per poi constatare che il vero miracolo è in realtà il nostro corpo e la nostra mente, capace di farci ammalare, ma al tempo stesso di fare guarire altrettanto velocemente. Cosa può fare il nostro corpo? Tutto! Non ci sono limiti! Abbiamo dentro di noi tutto quello che serve. Il miracolo della vita ci ha dato innumerevoli capacità inespresse e questo tipo di medicina che non è del futuro, ma che ora è già da almeno un decennio la medicina del presente, saprà sbrogliare anche la matassa di queste incredibili capacità.
Questi dispositivi hanno qualche merito in più pur essendo sempre di impostazione allopatica, cioè che intervengono dall’esterno e sono rivolti al sintomo anziché alla causa:
1. Innanzitutto cominciano ad intervenire in parte anche sulle cause, almeno su quelle generali, perchè a livello fisiologico agiscono sulla riattivazione dei mitocondri cellulari, sulla riattivazione del sistema immunitario e del microcircolo sanguigno. Dimostrano una forte azione disintossicante dallo stress ossidativo, dai radicali liberi e da vari tipi di tossine e soprattutto ossigenano le cellule, Dato che l’ipossia (carenza di ossigeno a livello cellulare) è una delle principali cause infiammatorie.
2. Permettono un’azione personalizzata, essendo possibile adeguare il trattamento alle variabili personali della persona da trattare.
3. Moltiplicano la capacità di distribuzione ed assorbimento dei principi attivi somministrati al paziente (farmaci, principi attivi naturali o ambedue a seconda della cultura del medico)
4. Consapevolizzano il paziente sulle qualità curative dell’acqua e lo aiutano nella sua capacità di assunzione di questo prezioso liquido.
5. Modulano il funzionamento di alcuni importanti neurotrasmettitori introducendo il paziente ad affrontare tematiche quali il proprio atteggiamento e considerazione verso i disturbi e le loro cause più profonde. In poche parole aiuta a divenire più consapevoli delle cause più difficili da individuare per la nostra cultura attuale, perché legate al proprio modo di pensare (responsabile dell’attivazione o riduzione di molti neurotrasmettitori). Attraverso questo tipo di processi la persona comincia a porre attenzione a fattori importanti che aiutano ad individuare non solo le cause ultime, ma anche una consapevolezza che porta sia ala comprensione della malattia sia a raggiungere una saggezza che aiuta Ad evolversi e ad affrontare meglio anche altri aspetti della vita. Questa saggezza aiuta a vivere in gratitudine ed ha di innescare il processo di guarigione che va ben oltre quello della singola malattia di cui ci si sta occupando.
Per quanto riguarda la disfunzione erettile, particolare risalto ci sentiamo di dare ad uno strumento che sta solo ora entrando in Italia, ma di notevole successo nei paesi di lingua tedesca. Si tratta dello StarQi, il quale ha assunto il suo payoff (slogan commerciale) principale “sex up your life”, proprio per questa ragione. Questo strumento a bassissimo costo ha ingegnerizzato ed ottimizzato alcune soluzioni proprie della medicina cinese tradizionale in relazione al trattamento dell’energia, con il sistema informativo utilizzato dal nostro organismo, studiato dalla biofisica e scoperto dalla medicina occidentale.
Sull’utilizzo di questo strumento, estremamente facile da usare, sono comunque previsti corsi in tutta Italia, per integrare le conoscenze sulla medicina tradizionale cinese, sia per chi ne avesse bisogno sia anche per chi fosse solamente interessato per motivi culturali alla medicina cinese.
Corsi StarQi in Italia
Per richiedere la data e la zona del prossimo corso Starqi scrivi a info@movimentosereno.it.
I Corsi StarQi riguardano la correlazione tra i principi scoperti dalla moderna Ricerca Biofisica (su cui esistono oramai migliaia di studi in doppio cieco pubblicati) con quelli della Medicina Cinese Tradizionale e vengono svolti con cadenza mensile presso la nostra sede di Capriccio di Vigonza (Pd). Per le altre sedi vedi il calendario o richiedi alla nostra segreteria per organizzare corsi in altre zone d’Italia.
Master universitari e Corsi di alto livello con percorsi di following up riservati ai medici vengono tenuti sulle tecniche di Medicina Integrata in materia Nutrizionale e Nutraceutica sull’uso e l’ottimizzazione degli eCEMP (Campi ElettroMagnetici Pulsati effettivi) e Taopatch, nei campi di medicina generale, medicina estetica, medicina sportiva, medicina odontoiatrica, medicina geriatrica (con crediti ECM).
TERAPIE INTEGRATIVE
EVIDENZE SCIENTIFICHE NON CHIARE O CONFLITTUALI:
AGOPRESSIONE, SHIATSU: I risultati degli studi preliminari suggeriscono un beneficio dell’agopressione vaginale/ massaggio pelvico nel trattamento delle disfunzioni sessuali. Sono necessari ulteriori studi.
Con un corretto esercizio, l’agopressione sembra essere sicura se auto-somministrata o se somministrata da un terapista esperto. Non sono state riportate complicazioni gravi a lungo termine, secondo i dati scientifici. Sono stati riportati casi di lesione del nervo della mano e di herpes zoster dopo un massaggio shiatsu. L’agopressione troppo forte può provocare contusioni.
AGOPUNTURA: La pratica dell’agopuntura è cominciata in Cina 5000 anni fa. Oggi è largamente usata in tutto il mondo ed è uno dei principali pilastri della medicina cinese. Consiste nell’inserimento di aghi in varie parti del corpo per aiutare a muovere il “chi” o energia. Un paio di studi clinici hanno suggerito che l’agopuntura può aiutare le persone che soffrono di disfunzione erettile (ED). I risultati hanno trovato che l’agopuntura può essere un’opzione terapeutica efficace per i due terzi per i pazienti con ED causata da fattori psicologici incluso stress, ansia e depressione.
Gli aghi devono essere sterili onde evitare la trasmissione delle malattie. Evitare con malattia valvolare cardiaca, condizioni mediche di origine ignota, o infezioni. L’agopuntura non deve essere applicata sul petto nei pazienti con malattie polmonari o in qualsiasi area che può contare sul tono muscolare per fornire stabilità. Evitare l’uso nei bambini, nei ragazzi giovani, o nei pazienti con la fobia degli aghi. Usare cautamente con disturbi di sanguinamento, disturbi neurologici, disturbi convulsivi o diabete. Usare cautamente negli anziani o nei pazienti medicalmente compromessi. Usare cautamente nei pazienti che guideranno o lavoreranno con macchinari pesanti dopo l’agopuntura. Evitare in gravidanza.
ARGININA: La L-arginina, o arginina, è considerato un amminoacido parzialmente essenziale, poiché anche se è normalmente sintetizzato in quantità sufficienti dal corpo, a volte è necessaria l’integrazione. Recenti studi hanno trovato che gli uomini con basso livello di nitrato (una causa della disfunzione erettile) nel loro sangue o nelle loro urine possono trovare utile l’integrazione di arginina per la gestione della disfunzione erettile. Un’esperimento clinico randomizzato e controllato ha riportato dei miglioramenti nei pazienti con ED che usavano una combinazione di l-arginina, glutammato e yohimbina idroclorato. In particolare, la yohimbina idroclorato è una terapia farmacologica approvata dall’U.S. Food and Drug Administration (FDA) per l’ED, e gli effetti provocati dalla sola arginina in questa combinazione terapeutica è difficile da determinare. Non sono chiare quali dosi di arginina sono sicure o efficaci nel trattare questa condizione, e non sono state fatte comparazioni con altri agenti usati per l’ED. Sono necessari studi più ampi e di alta qualità.
La L-arginina solitamente è sicura nel dosaggio raccomandato, anche se sono state viste interazioni con i farmaci, specialmente con i farmaci che abbassano la pressione sanguigna. Evitare in caso di allergia all’arginina, o con una storia di ictus, o malattia epatica o renale. Evitare in gravidanza o durante l’allattamento. Usare con cautela se si assumono farmaci anticoagulanti (come il warfarin o Coumadin®) e farmaci per la pressione o erbe o integratori con effetti simili. Deve essere monitorato il livello di potassio ematico. La L-arginina può peggiorare i sintomi della malattia delle cellule falciformi. E’ consigliata cautela nei pazienti che assumono farmaci con ricetta per il controllo della glicemia.
CHIODO DI GAROFANO: Una piccola quantità di ricerche sugli umani ha riportato che una combinazione di creme con chiodo di garofano ed altre erbe può essere d’aiuto nel trattamento dell’eiaculazione precoce. Ciò nonostante, sono necessari studi ben strutturati sugli effetti del solo chiodo di garofano prima che si possano fare conclusioni.
Evitare in caso di allergia al balsamo del Perù, al chiodo di garofano, all’eugenolo, o ad alcuni prodotti con liquirizia o tabacco (sigarette ai fiori di garofano). Evitare con problemi di sanguinamento o nei pazienti pediatrici. Evitare l’uso dell’olio al chiodo di garofano non diluito sulla pelle. Usare cautamente con disturbi convulsivi e disfunzione epatica o renale. Evitare in gravidanza o durante l’allattamento.
COENZIMA Q10: C’è una recente evidenza che supporta l’uso del CoQ10 per aumentare il conteggio spermatico e la motilità nei pazienti con astenozoospermia idiopatica. Sono necessari studi migliori prima che si possa fare una conclusione.
Non è stata documentata nessuna allergia associata all’integrazione di coenzima Q10 nela letteratura disponibile, anche se raramente è stato riportato irritazione e prurito. Arrestare l’eso due settimane prima una procedura chirurgica/dentale/diagnostica con rischio di sanguinamento e non usare immediatamente dopo queste procedure. Usare con cautela con una storia di trombi, diabete, pressione sanguigna alta, infarto cardiaco, o ictus, o con farmaci anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici (come l’aspirina, il warfarin), o farmaci per la pressione sanguigna, la glicemia, il colesterolo o la tiroide. Evitare in gravidanza o durante l’allattamento.
COLEO: Il coleo (Coleus forskolin) è stato usato nella medicina tradizionale dell’Asia per più di 2000 anni. Un componente del coleo, chiamato forskolin, è stato studiato negli esseri umani in aggiunta alla prostaglandina E1, un farmaco comunemente usato nella disfunzione erettile. Sono stati visti effetti positivi con il forskolin e le prostaglandine quando le prostaglandine da sole non funzionavano per la disfunzione erettile.
Si consiglia cautela quando si prendono gli integratori di coleo, dal momento che sono possibili controindicazioni comprese le interazioni con i farmaci con le medicine che abbassano la pressione sanguigna. Il coleo non dovrebbe essere usato in gravidanza o durante l’allattamento, a meno che il dottore consigli altrimenti.
CORDYCEPS: Il Cordiceps sinensis, è un fungo trovato principalmente in Cina, Nepal e Tibet. Al momento non ci sono sufficienti evidenze scientifiche disponibili riguardo all’uso del Cordiceps sinensis per le disfunzioni sessuali. Sono necessarie ricerche cliniche di alta qualità in quest’area.
Evitare in caso di allergia o ipersensibilità al coleo, alla muffa o ai funghi. Usare cautamente con diabete, problemi alla prostata, disturbi di sanguinamento, o se si assumono medicinali anticoagulanti, medicinali immunosoppressori, o in caso di terapia di ripristino ormonale o contraccettivi orali. Evitare con cancro di tipo mielogeno. Evitare in gravidanza o durante l’allattamento.
DHEA (DEIDROEPIANDROSTERONE): Il DHEA è un ormone endogeno (prodotto nel corpo umano) secreto dal surrene. Il DHEA serve come precursore degli ormoni sessuali maschili (androgeni) e femminili (estrogeni). I livelli di DHEA nel corpo cominciano a diminuire all’età di 30 anni. Anche se alcuni studi riportano benefici positivi nella disfunzione erettile e nella funzione sessuale quando si usa il DHEA sia negli uomini che nelle donne, sono necessarie migliori ricerche prima che si possa fare una chiare conclusione. Evidenze preliminari suggeriscono che il DHEA può offrire alcuni benefici per aumentare la libido nelle donne in pre-menopausa. Sono richiesti esperimenti ben strutturati prima che se ne possa fare una raccomandazione.
Si consiglia cautela quando si assumono integratori di DHEA, dal momento che sono possibili diverse effetti collaterali inclusa l’interazione con i farmaci.
EPHEDRA: Recenti piccoli studi suggeriscono che l’ephedra può aumentare l’eccitazione sessuale nelle donne. Sono necessarie ulteriori ricerche ben strutturate per confermare questi risultati.
‘U.S. Food and Drug Administration (FDA) ha raccolto più di 800 report di tossicità grave, incluse più di 22 morti dall’uso di ephedra e/o prodotti che contenevano ephedra. Evitare l’uso nei soggetti più piccoli di 18 anni. Evitare l’uso per periodi prolungati (più lunghi di sette giorni) a causa del rischio di abuso o tossicità. Interrompere l’uso almeno una settimana prima di procedure chirurgiche o diagnostiche importanti. Usare cautamente con malattie cardiovascolari, inclusa la patologia strutturale cardiaca, aritmia, malattia coronarica, pressione sanguigna alta, malattie cerebrovascolari e con una storia di ictus o attacco ischemico transitorio. Usare con cautela in caso di depressione, disturbi d’ansia, anoressia/bulimia, una storia di ideazione di suicidio, insonnia, tremolio, ritenzione urinaria, ingrandimento della prostata, diabete, malattia renale, glaucoma, malattia della tiroide, e ulcera peptica. Usare con cautela in caso si uso di inibitori della monoamino ossidasi (MAOI) o stimolanti. Evitare in gravidanza o durante l’allattamento.
GINKGO: Il ginkgo (Ginkgo bilboa) è stao usato in medicina per migliaia di anni, ed è una delle erbe più vendute negli Stati Uniti. Il ginkgo è comunemente usato per la riduzione del flusso ematico. È stato riportato che il ginkgo in alcuni modelli umani e animale avesse proprietà di rilassamento vascolare (vasi sanguigni), che possono agire sul tessuto del corpo cavernoso del pene ed aumentare il flusso ematico del pene nei pazienti con ED. e’ stato inoltre riportato che il ginkgo è efficace nel trattamento della riduzione della libido indotta dagli antidepressivi e della disfunzione erettile.
Il ginkgo può aumentare le possibilità di emorragia nei pazienti sensibili, come quelli che assumono farmaci anticoagulanti come il warfarin (Coumadin®). Evitare in caso di allergia o ipersensibilità ai membri della famiglia delle Ginkgoaceae. Se si è allergici alla buccia del mango, al sommacco velenoso, all’edera velenosa, alla rovere velenosa, o agli anacardi, dopo è possibile anche l’allergia al ginkgo. Il ginkgo deve essere interrotto due o tre settimane prima di una procedura chirurgica. Usare con cautela in caso di crisi o nei bambini. I semi di ginkgo sono pericolosi e vanno evitati. In caso di allergia al ginkgo si può verificare irritazione cutanea e prurito. Non usare il ginkgo in dosi integrative in gravidanza e durante l’allattamento.
GINSENG:Il ginseng asiatico, o Panax ginseng, è stato usato per più di 2000 anni nella medicina cinese per vari problemi di salute. Le evidenze preliminari indicano che il ginseng può essere efficace nel migliorare i segni e i sintomi della disfunzione erettile (ED). Recenti studi suggeriscono che applicare una combinazione di erbe contenenti il Panax ginseng sul pene può aiutare a trattare l’eiaculazione precoce. Ciò nonostante, poiché il ginseng è stato testato con altre erbe, il suo effetto individuale sulle funzioni sessuali e sulla libido non è chiaro. Recenti studi inoltre suggeriscono che un prodotto contenente il Panax ginseng, L-arginina, Ginkgo bilboa, damiana e multivitaminici/minerali può migliorare l’eccitazione sessuale nelle donne con una riduzione dell’impulso sessuale e nelle donne in menopausa. Sono necessari studi con il Panax ginseng da solo prima che si possano fare conclusioni certe.
Evitare il ginseng con allergia nota alle piante della famiglia delle Araliaceae. Sono stati riportati gravi casi di irritazioni cutanee rischiosi per la vita, probabilmente causati dai contaminanti nelle formulazioni di ginseng.
HORNY GOAT WEED (erbaccia secca di capra): L’horny goat weed è stato tradizionalmente usato per aumentare la fertilità. Recenti studi suggeriscono che l’horny goat weed può essere di beneficio per la disfunzione erettile nei pazienti con insufficienza renale. Sono necessari maggiori studi in quest’area.
Evitare in caso di allergia/ipersensibilità all’horny goat weed (Epidemium grandiflorum), ai suoi costituenti, o alle relative piante della famiglia delle Berberidaceae. Usare cautamente con tachiaritmia, ridotta pressione sanguigna, frequenti epistassi, disturbi muscoloscheletrici, disturbo bipolare, disturbi della funzione immunitaria, disturbi dell’omocisteina, ipotiroidismo e malattie cardiovascolari. Usare cautamente se si assumono anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici, anti-ipertensivi (pressione sanguigna), antidepressivi (MAOIs), interluchine, o farmaci per abbassare il colesterolo. Evitare in caso di condizioni di sensibilità ormonale, o se si assumono estrogeni o contraccettivi orali. Secondo la medicina tradizionale cinese (TCM), evitare nei pazienti con “fuoco da carenza di yin”(persone con troppo yang o calore, mascolinità e attività, in base alla filosofia cinese). Evitare in gravidanza e durante l’allattamento.
IPNOTERAPIA, IPNOSI: C’è un’evidenza inconcludente dalla ricerca preliminare sull’uso dell’ipnoterapia per la disfunzione erettile. Sono necessari ulteriori studi prima che si possa fare una conclusione certa.
Usare cautamente in caso di malattie mentali come la psicosi/schizofrenia, depressione maniacale, disturbo delle personalità multiple e disturbo dissociativo. Usare cautamente con disturbi convulsivi.
L-CARNITINA: La L-carnitina, carnitina, o acetil-L-carnitina, è un amminoacido. Ci sono alte concentrazioni di carnitina nel tessuto muscolare. Gli studi preliminari suggeriscono che l’aggiunta di acetil-L-carnitina (in combinazione con la proprionil-L-carnitina, un’altra forma di carnitina), ha aiutato il sildenafil (Viagra®) a funzionare meglio nei pazienti con disfunzione erettile (ED). Ciò nonostante, vanno fatti esperimenti più rigorosi.
Si consiglia cautela quando si assumono integratori di L-carnitina, poiché sono possibili effetti collaterali tra cui le interazioni con i farmaci. Evitare in caso di allergia o ipersensibilità nota alla carnitina. Usare cautamente con malattia vascolare periferica, ipertensione, cirrosi epatica indotta da alcol, e diabete. Usare cautamente negli neonati sotto peso e nei soggetti in emodialisi. Usare cautamente in caso si assumono anticoagulanti, betabloccanti, o bloccanti dei canali del calcio. Evitare in gravidanza o durante l’allattamento.
MACA: La maca (Lepidium meyenii) è una pianta che è stata coltivata come una radice commestibile per almeno 2000 anni. Si può trovare quella selvatica in Perù, Bolivia, Paraguay, e Argentina, ma è stata principalmente coltivata negli altopiani delle Ande peruviane. Tradizionalmente in Perù, la maca è stata usata come afrodisiaco maschile per incrementare il desiderio sessuale. La maca può migliorare il desiderio sessuale nei maschi sani indipendentemente dai cambiamenti d’umore, o del testosterone sierico, e i livelli di estradiolo. Sono necessari studi di più alta qualità in quest’area, sia nei maschi che nelle femmine.
Evitare in caso di allergia/ipersensibilità alla maca, ogni suo costituente, o agli altri membri della famiglia delle Brassicaceae, in precedenza Cruciferae (broccoli, cavolini di Bruxelles, cavolo e cavolfiore). Usare cautamente con la terapia anticoagulante, ipertensione, cancro sensibile agli ormoni, come il cancro al seno, o cancro alla prostata, o se si usano contraccettivi orali o stimolanti. Evitare in gravidanza e durante l’allattamento.
MUIRA PUAMA: La muira puama (Ptychopetalum olacoides) è stata storicamente usata per aumentare la libido e come trattamento per la disfunzione erettile dalle persone native del Brasile. Sono necessari esperimenti ben strutturati sulla muira puama, così come i dati sulla sua sicurezza. Inoltre sono necessari ulteriori studi riguardo all’uso della muira puama per le disfunzioni sessuali nelle femmine.
Usare con cautela in caso di terapia con farmaci steroidei, condizioni sensibili agli ormoni(cancro al seno, endometriosi, cancro all’ovario, cancro alla prostata), pressione sanguigna alta, o malattia cardiaca. Usare cautamente in caso di assunzione di medicinali che agiscono nel sistema nervoso centrale (CNS). Evitare in caso di allergia/ipersensibilità alla muira puama (Ptychopetalum olacoides), a qualsiasi suo costituente o ai relativi membri della famiglia delle Olacaeae. Evitare in gravidanza e durante l’allattamento.
MELAGRANA: E’ stato studiato il succo di melagrana nel trattamento della disfunzione erettile lieve o moderata. I recenti studi non sono chiari, e sono necessari ulteriori studi per fare conclusioni definitive.
Evitare in caso di allergia o ipersensibilità alla melagrana. Evitare in caso di diarrea o pressione sanguigna alta o bassa. Evitare di assumere la buccia di melagrana con olio o grassi per trattare i parassiti. Le radici/gambo della corteccia di melograno vanno usati solo sotto la supervisione di un dottore qualificato. Usare cautamente con danno o malattia epatica. L’integrazione di melagrana può non essere sicura in gravidanza quando viene assunta oralmente. La corteccia, la radice e la buccia del frutto possono causare mestruazioni e contrazioni uterine. Evitare durante l’allattamento a causa della carenza di dati scientifici.
PSICOTERAPIA: La psicoterapia individuale, di coppia o di gruppo può risultare utile agli uomini con disfunzione erettile. Ciò nonostante, possono essere necessari medicinali su ricetta per alleviare i sintomi.
La psicoterapia non può sempre correggere le condizioni mentali o emotive. Sono necessari a volta farmaci psichiatrici. In alcuni casi i sintomi possono peggiorare se non vengono correttamente assunti i farmaci. Non tutti i terapisti sono qualificati a lavorare con tutti i problemi. Usare con cautela in caso di malattia mentale grave o con alcune condizioni mediche perché alcune forme di psicoterapia possono accrescere forti sensazioni ed espressioni emotive.
PICNOGENOLO: Il picnogenolo è il nome commerciale brevettato di un estratto acquoso della corteccia del pino marittimo francese (Pinus pinaster ssp. Atlantica), che cresce nel litorale sud-occidentale francese. Il picnogenolo ha effetti protettivi sui vasi sanguigni. Il picnogenolo, in combinazione con la L-arginina, può produrre un miglioramento nella funzione sessuale negli uomini con disfunzione erettile (ED). Non si conoscono quali sono gli effetti che i singoli componenti possono direttamente avere su questa condizioni. Sono necessarie maggiori ricerche.
Si consiglia cautela quando si assume il picnogenolo, dal momento che può incrementare i cambiamenti del sanguinamento negli individui sensibili, come quelli che prendono gli anticoagulanti come il warfarin (Coumadin®). Evitare in caso di allergia/ipersensibilità al picnogenolo, ai suoi componenti, o ai membri della famiglia delle Pinaceae. Evitare in gravidanza o durante l’allattamento.
YOGA: Lo yoga è un antico sistema di rilassamento, esercizio e guarigione che ha origine nella filosofia indiana. Ci sono recenti evidenze che supportano l’uso dello yoga nel trattamento dell’eiaculazione ritardata nei maschi. Sono necessari esperimenti più ampi e ben strutturati e controllati per valutare gli effetti dello yoga sulla salute sessuale.
In genere lo yoga è considerato sicuro negli individui sani quando viene praticato correttamente. Evitare alcune pose invertite con malattia del disco della colonna vertebrale, arterie del collo fragili o aterosclerotiche, pressione estremamente alta o estremamente bassa, glaucoma, distacco della retina, problemi alle orecchie, osteoporosi grave, spondilolisi cervicale, o se si è a rischio di trombi. Alcune tecniche yoga di respirazione vanno evitate in caso di malattie cardiache o polmonari. Usare con cautela in caso di storia di malattia psicotica. Le tecniche di yoga sono considerate sicure durante la gravidanza e l’allattamento quando sono praticate sotto la guida di un istruttore esperto. Ciò nonostante, posizioni che possono fare pressione sull’utero, come la torsione addominale. Devono essere evitate in gravidanza.
ESTRATTO DELLA CORTECCIA DELLO YOHIMBE: La yohimbina cloridrato è un farmaco su ricetta che in molti esperimenti ha efficacemente trattato la disfunzione erettile. Inoltre è stato suggerito che la yohimbina cloridrato possa trattare gli effetti collaterali sessuali degli antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI). Ciò nonostante, anche se la yohimbina è presenta nell’estratto di corteccia dello yohimbe, i livelli sono variabili e spesso molto bassi. La yohimbina è stata inoltre proposta per incrementare la libido nelle donne. Sono necessari maggiori studi in quest’area prima che si possa fare una conclusione.
La yohimbina in genere è ben tollerata nelle dosi raccomandate. Ciò nonostante, sono stati riportati molti effetti collaterali con la yohimbina cloridrato e si dovrebbe applicare anche alla corteccia di yohimbe. Evitare in caso di allergia allo yohimbe, qualsiasi suo componente, o i prodotti che contengono yohimbina. Usare cautamente con l’ulcera peptica, malattia renale, pressione sanguigna alta, malattia cardiaca o se si assumono farmaci che agiscono sulla glicemia. Evitare con l’ipertrofia prostatica benigna (prostata ingrandita), ansia, depressione maniacale, disturbi dello stress, disturbi dello stress post-traumatici, disturbo bipolare o schizofrenia. Evitare l’uso nei bambini e nelle donne in gravidanza o durante l’allattamento.
EVIDENZE SCIENTIFICHE CHIARAMENTE NEGATIVE:
VELLUTO DI CERVO: Il velluto di cervo ha la reputazione di afrodisiaco che può migliorare l’energia sessuale fortificando potenzialmente ed equilibrando il corpo e ristabilire complessivamente l’energia. Tradizionalmente, si pensa che la punta e la porzione più alta delle corna abbiano il miglior valore medicinale. Il primo esperimento umano pubblicato per investigare su queste affermazioni non hanno raccolto effetti statisticamente significativi nella funzione sessuale negli uomini di mezza età. Ciò nonostante, gli autori hanno riportato che questi risultati riflettevano gli effetti nella media; hanno accennato al fatto che alcuni partecipanti hanno riportato dei benefici, anche se i responsi positivi non erano consistenti. In aggiunta, la qualità del prodotti con velluto di cervo possono variare considerabilmente. Sono necessarie ulteriori ricerche per determinare gli effetti del velluto di cervo sulla funzione sessuale, sulla libido, e sulla disfunzione erettile.
Usare cautamente nei pazienti per i quali è controindicato un effetto androgenico. Ciò nonostante, non è stato visto che il velluto di cervo cambi i livelli ormonali maschili o il comportamento sessuale. Usare cautamente nei pazienti per i quali è controindicato l’integrazione di estradiolo e/o progesterone. Usare cautamente nei pazienti che assumono agenti epatotossici. Usare cautamente nei pazienti che assumono agenti che provocano un miglioramento sessuale. Usare cautamente nei pazienti che assumono agenti che migliorano l’energia o rafforzano i muscoli. Evitare in gravidanza e durante l’allattamento.
PREVENZIONE
Un modo semplice per migliorare la disfunzione sessuale è quella di cambiare lo stile di vita. Per alcuni uomini, adottare uno stile di vita più sano come smettere di fumare, esercitarsi regolarmente, e/o ridurre lo stress potrebbe essere tutto ciò di cui si ha bisogno per trovare sollievo. Per altri, adottare questi cambiamenti nello stile di vita in aggiunta ad altri trattamenti, come i medicinali o la chirurgia, può funzionare ulteriormente. Alcuni trucchi per prevenire i sintomi dell’ED comprendono limitare o evitare l’uso di alcol ed altre droghe (marijuana, cocaina), smettere di fumare, esercitarsi regolarmente (almeno 30 minuti al giorno), ridurre lo stress, dormire sufficientemente (otto ore a notte), trattare l’ansia e la depressione (attraverso il counseling e i medicinali), ed incontrare un dottore per checkup regolari e test di screening medici.
Anche se può non essere semplice parlarne, l’ED è una condizione trattabile e va discussa con un medico.
[Le informazioni non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni e alle indicazioni dei professionisti della salute che hanno in cura il lettore. Questi consigli non costituiscono in alcun modo una prescrizione medica, consultare sempre un medico competente prima di iniziare qualsiasi nuovo programma alimentare e di stile di vita.]
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