– 2 mele medie– 4 carote medie– 2 gambi di sedano– ½ cetriolo– 2 manciate di spinaci– 1 foglia di cavolo riccio o rosso– qualche scaglia di cioccolato fondente amaro(meglio se possibile aggiungere anche un’ albicocca disidratata o un paio di datteri e della vitamina C) ***Un succo abbondante in ferro, contenuto nel cavolo, cetriolo, spinaci, cioccolato e nella frutta secca. Ottimo contro l’ anemia, essendo il ferro essenziale per la produzione delle cellule sanguigne e per il trasporto dell’ossigeno (muscoli e cervello sani).
Il cavolo riccio non contiene colesterolo e grassi, poche calorie ma tante fibre e ferro, vitamina K e antiossidanti, oltre alla vitamina A e C e al calcio. La vitmina K é ottima perle ossa e l’osteoporosi, per le cellule del cervello, limitando i danni neuronali. Viene molto utilizzata nei trattamenti dell’Alzheimer.
Il cetriolo, altra verdura fantastica e contenente zolfo, aiuta l’organismo ad assimilare le proteine, purifica e detossifica gli intestini e la pelle, previene la formazioni di calcoli ai reni e alla vescica.
Preparazione
– Per togliere sostanze indesiderate un buon sistema è quello di utilizzare di bicarbonato. Un litro d’acqua e un cucchiaino di bicarbonato, dopo 5 minuti riduce nettamente le particelle dalla superficie degli ortaggi. Il bicarbonato ha aumentato l’efficacia del lavaggio in quanto ha eliminato residui di terra, cere, impurità e sporcizia, ovvero i centri di accumulo dei germi.
Quindi l’acqua con bicarbonato è efficace per l’igiene delle verdure. Evitare prodotti come l’amuchina ed il cloro se possibile, per evitare il grado di tossicità di questa sostanza ed anche la perdita di vitamine ed altri elementi importanti.
– Per aumentare la forza del bicarbonato potete aggiungerci 1 cucchiaino di argilla verde all’acqua dell’ammollo.
– Il bicarbonato non toglie i pesticidi, quindi conviene utilizzare frutta e verdura biologica, meglio ancora se micorrizata
Un tempo poteva avere un senso sbucciare la frutta. Oggi l’agricoltura moderna, alla ricerca di strategie sempre più sofisticate ed efficaci per massimizzare le rese, si avvale ormai abbondantemente di pesticidi ad azione sistemica, ovvero fitofarmaci che attraverso le foglie e le radici penetrano in tutta la pianta e anche all’interno della polpa del frutto, non limitandosi solamente alla sua parte esterna, come invece i Pesticidi di vecchia generazione (chiamati, eloquentemente, “di copertura” o “di contatto”).
– Una soluzione tecnica per rimuovere i pesticidi è un dispositivo disponibile da poco tempo sul mercato, che utilizza la cosiddetta “acqua attiva”, che degrada i pesticidi che si trovano sulle superficie delle piante e li trasforma in sostanze innocue.
– Prodotti consigliati per eliminare i pesticidi dall’organismo: (sistemi di disintossicazione naturale e per proteggere al meglio i meccanismi della sintesi proteica)
Silicio e Boro concentrato colloidaleIl complesso Silicio-Boro, concentrato e dinamizzato, svolge una funzione di nutrimento, protezione e di supporto energetico per il nostro sistema biologico e il nostro materiale genetico (DNA).
Zolfo S32 colloidale : permette di aumentare il potere disintossicante del fegato, e di trasformare e combattere i metalli pesanti e i radicali liberi, ivi compresi alcuni radioelementi pesanti ed i pesticidi. L’ S-32 è in grado di trasformare questi elementi pericolosi sottoforma di Solfuri che verranno eliminati attraverso la sudorazione e le urine.
Nano Zeolite liquida : fondata sulla chimica del plasma ad alta temperatura (nanotecnologia)
– E’ sempre opportuno sfregare energicamente sotto l’acqua la frutta e verdura : in questo caso si è più sicuri di poter eliminare davvero l’eventuale presenza di certi protozoi ( p.es. difesa dalla toxoplasmosi).
– Anche le foglie di insalata andrebbero sempre sfregate e lavate ad una ad una sotto l’acqua corrente.
– Rimuovete tutte le parti danneggiate o sbucciate dei prodotti ortofrutticoli, dove possono svilupparsi i batteri patogeni
– Consigliamo di togliere il torsolo dalla mela, perchè le eventuale tossine che dovessero essere presenti in una mela si depositano in quella zona (e purtroppo i pesticidi vengono molto utilizzati nella cultura delle mele…)
– Evitare di togliere le bucce , sia perché è proprio qui che viene contenuta la principale parte di enzimi ( una mela con buccia normalmente fornisce 1.200 orac, senza buccia solo 200! )
– Pulire le carote sotto l’acqua corrente utilizzando una spazzolina con setole naturali o una spugna naturale (lasciare la buccia)
eliminando anche le estremità.
– Se il sedano è stato coltivato in modo naturale , mantenere anche le foglie. I gambi di sedano vanno tagliati in parti piccole da circa 2-3 cm
Altre ricette salutistiche di succo con l’estrattore
Pubblicato il: 17/03/2016 sulla rivista Nexus a cura del Dr. Salvatore Simeone Chi è il Dr. Simeone
Negli ultimi 3 decenni varie campagne di informazione dei media, o i bollettini informativi nelle sale d’attesa dei medici o nelle farmacie, mettono insistentemente in guardia i pazienti/consumatori sui rischi conseguenti la riduzione della massa ossea delle donne in menopausa. Secondo tali campagne di informazione, la “guerra all’osteoporosi” andrebbe combattuta essenzialmente con i seguenti presidi:
a) terapia ormonale sostitutiva (TOS);
b) altri farmaci quali, ad esempio, a base di alendronato o difosfonati (ad es. Vantavo oppure Difosfonal) che andrebbero a ricostruire le ossa;
c) integratori di calcio;
d) aumento del consumo di latte e latticini.
In tal modo, una donna dovrebbe sentirsi al sicuro, anche perché – recitava l’ingannevole pubblicità – oltre a non dover temere l’osteoporosi, non dovrà temere neanche per i rischi legati alle malattie cardiovascolari, né un invecchiamento precoce. Sfortunatamente le cose non stavano così, e negli ultimi anni alcuni “Bollettini di informazione sui farmaci” da parte del Ministero della Salute ci hanno ripetutamente informato che la TOS (cito testualmente dal Bollettino del mese di dicembre 2003) “ha un rapporto rischio/beneficio sfavorevole nella prevenzione e cura dell’osteoporosi, e che inoltre aumenta sensibilmente il rischio di cancro al seno, all’endometrio e alle ovaie. Inoltre, aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, il rischio di infarto e di tromboembolie. Inoltre, ancora, aumenta il rischio di demenza negli anziani. Infine, è stato dimostrato che la TOS non influisce positivamente sulla qualità delle donne in menopausa”. Purtroppo, però, questa “cura” è stata somministrata per 30 anni a centinaia di milioni di donne, di cui moltissime si sono ammalate o sono decedute.
Qui in basso trovate una delle 3 pagine della comunicazione del Ministero della salute.
Nonostante questo, però, la TOS continua ad essere prescritta come se nulla fosse…
Ma passiamo, ora, a commentare dell’altro farmaco, l’Alendronato, e leggiamo alcuni stralci del “bugiardino” del farmaco “VANTAVO”, il più famoso tra i bifosfonati, facendone notare pericoli e contraddizioni:
Ecco i più raccapriccianti…
Dolore muscoloscheletrico“Molto comune: nei pazienti trattati con bisfosfonati sono stati riportati dolori ossei, articolari e/o muscolari, talvolta gravi” Fratture atipiche del femore“Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bisfosfonati per l’osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato a evidenze di diagnostica per immagini di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bisfosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. È stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture.”Vitamina D“Il contenuto di vitamina D in VANTAVO non è adatto a correggere la carenza di vitamina D.” Viene da chiedersi come sia possibile che il farmaco più prescritto nell’osteoporosi possa avere, oltre a tanti altri effetti collaterali, persino “dolori ossei, articolari e muscolari, anche gravi”, e soprattutto “fratture atipiche del femore”, per giunta bilaterali e che non guariscono nel tempo come di norma. Viene anche da chiedersi perché il contenuto di vitamina D nel farmaco non sia adatto a correggere la carenza di vitamina D… Un bel rebus, a pensarci bene!
Passiamo, infine, al calcio, sia come integratore che come alimento(latte e latticini in primis). Ebbene, gli integratori di calcio, in quanto allo stato inorganico, non solo sono inefficaci nella ricostruzione ossea, ma possono portare a deficienze di altri minerali, calcificazioni delle arterie e calcoli renali o biliari; inoltre, è provato che i latticini costituiscono una causa determinante della perdita di massa ossea: infatti, le nazioni con più elevato tasso di osteoporosi (Stati Uniti, Gran Bretagna, Olanda, Svezia, Danimarca, ecc.) sono le stesse nazioni in cui il consumo di latte, latticini e integratori di calcio è più elevato: basti pensare che solo negli Stati Uniti esistono oltre 20 milioni di persone affette da osteoporosi, nonostante l’abuso di integratori di calcio e consumo di latte e derivati… Se noi chiedessimo ad un gruppo di donne anziane affette da grave osteoporosi, finanche con fratture spontanee, se nella loro vita non abbiano spesso utilizzato l’acqua del rubinetto (notoriamente ricca di calcio) o non si siano costantemente nutrite con latte, stracchino, mozzarella, parmigiano e altri vari latticini, tutte quante risponderebbero affermativamente, e cioè che hanno sempre fatto uso di latte e latticini. È evidente, a questo punto, che il calcio non ha nulla a che fare con l’osteoporosi anzi, per rafforzare ancora di più questa consapevolezza, basti pensare che il vecchio motto “forte come un toro” riguarda un animale che si nutre esclusivamente di erba! Come se non bastasse, esistono anche ulteriori motivi per giudicare dannosi latticini ed integratori di calcio: innanzitutto, come già accennato, in entrambi i casi si tratta di calcio non bio-disponibile e che dunque si deposita nei connettivi provocando, a lungo andare, calcificazioni alle articolazioni, alle arterie, calcoli, cellulite e quant’altro. Inoltre, nell’ultimo decennio è stato dimostrato che l’eccesso di calcio rallenta significativamente la produzione di un ormone tiroideo, la tiroxina; in altri termini, l’eccesso di calcio, con il suo forte effetto anabolizzante, rallenta fortemente il metabolismo. E a chi si cerca di propinarlo? Proprio a quelle donne che già sono in un periodo della loro vita in cui il metabolismo diminuisce per conto suo e si tende più facilmente ad ingrassare!
E oltre a latticini e integratori, pure gli ormoni: una bella accoppiata, non c’è che dire!
ESTROGENI: LE RADICI DELL’INGANNO
Abbiamo, dunque, sconfessato le bugie delle case farmaceutiche, sia per quanto riguarda il discorso del calcio e del latte, sia che l’osteoporosi dipenda dalla carenza di ormoni estrogeni. Però, vale davvero la pena risalire alle radici di questo inganno, negli anni ’60-’70, quando le statistiche iniziarono a dimostrare la pericolosità di questi ormoni: basti pensare alla pubblicazione nel 1975 di uno studio apparso sul prestigioso New England Journal of Medicine che dimostrò come il rischio di cancro dell’utero aumentava di 6-7 volte nelle donne che assumevano estrogeni e, anzi, le donne che li avevano utilizzati per più di 7 anni erano 14 volte più a rischio di cancro rispetto a quelle che non li usavano. Nello stesso mese le cifre del California Cancer Registry confermavano le scoperte: fra le donne bianche sopra i 50 anni si era registrato tra il 1969 e il 1974 un incremento dell’80% del cancro dell’utero. A quel punto iniziò un calo drammatico nelle prescrizioni di ormoni in tutto il mondo e l’utilizzo degli estogeni diminuì in soli 2 anni del 30%.
LA MANIPOLAZIONE DEI DATI DA PARTE DELLE AZIENDE FARMACEUTICHE
Si doveva fare qualcosa per salvare un mercato così redditizio, così le aziende farmaceutiche, riconoscendo il loro errore nel prescrivere i soli estrogeni a donne con l’utero sano, tentarono di rimediare aggiungendo agli estrogeni un progesterone sintetico, sostenendo che in tal modo l’utero sarebbe stato protetto dagli effetti cancerogeni degli estrogeni: nacque così l’attuale terapia sostitutiva, sebbene non fossero stati condotti studi a lungo termine per provare la sicurezza dell’accoppiata estrogeni-progestinico. Però le donne continuavano a dubitare seriamente dell’uso di ormoni sintetici e così le aziende farmaceutiche furono costrette a trovare una strategia vincente per rendere allettanti gli ormoni e questa strategia fu rappresentata dall’osteoporosi, malattia che, all’epoca, quasi l’80% delle donne non aveva mai sentito nominare. In tal modo si cercò di convincere le donne che l’osteoporosi rappresentava una grave minaccia per la loro salute e se ne additò la menopausa quale causa principale; la pubblicità delle case farmaceutiche fu così forte che le donne furono convinte che il rischio di cancro fosse insignificante se paragonato ai benefici della terapia sostitutiva. Infine, per poter giustificare ancora di più l’osteoporosi quale malattia delle donne dovuta a carenza di estrogeni, i maschi furono intenzionalmente trascurati, benché non certamente immuni dall’osteoporosi stessa, ma semplicemente perché una loro implicazione nel problema avrebbe sconfessato la definizione (o bugia) di base dell’osteoporosi stessa, secondo cui la malattia sarebbe legata alla menopausa: se avessero considerato anche l’universo maschile, tutto il castello economico creato ad arte dalle case farmaceutiche a danno dell’universo femminile sarebbe crollato. Sfortunatamente per le donne, invece, la terapia sostitutiva ha preso piede, con tutti i rischi connessi poiché i fatti hanno dimostrato che tutto il protocollo terapeutico previsto è non solo inutile ma anche dannoso.
LA VERITÁ SULL’OSTEOPOROSI: L’ACIDOSI METABOLICA
A questo punto chi legge sarà curioso di sapere quali sono i motivi che provocano l’osteoporosi, visto che è dimostrato che non ha nulla a che vedere né con la menopausa, né con il calcio. L’origine dell’osteoporosi va fatta risalire all’acidosi metabolica: oggi va tanto di moda il concetto dell’alcalinità e tutti sanno che dobbiamo eliminare l’acidità dei tessuti (peccato che non basti bere acqua alcalina…).
Diamo, dunque, una spiegazione cercando di usare termini semplici e comprensibili per tutti:
il sangue degli esseri umani ha uno specifico pH (il pH è il parametro con cui si misura il grado di acidità o di basicità di una soluzione);
il pH va da 0 a 14: sotto 7 diremo che la soluzione è acida, sopra i 7 diremo che è alcalina o basica.
Il pH del sangue è circa 7.30-7.40, quindi leggermente alcalino e non può spostarsi da questi valori nel modo più assoluto, pena la morte istantanea (in medicina moderna la capacità di mantenere una condizione stabile si chiama omeostasi). Ma mettiamo che un soggetto in un giorno ingerisca un bolo alimentare molto acido (ad es., pasta al pomodoro + carne + insalata di pomodori + un dolce); questi alimenti verranno assimilati ed avendo appunto una valenza molto acida potrebbero, almeno in teoria, abbassare il pH del sangue: abbiamo però visto che ciò non è possibile perché il sangue deve avere sempre un pH di 7.30-7.40.
Ci chiediamo allora quali meccanismi di difesa intervengano nella salvaguardia dell’omeostasi sanguigna: ebbene, l’organismo è dotato di riserve di sali minerali, specie di sodio, che costituiscono la naturale riserva per tamponare l’eventuale eccesso di acidi, ed ecco spiegato il motivo per cui si crea l’osteoporosi!
Ma ammettiamo che quel soggetto fosse solito nutrirsi giornalmente con alimenti a forte valenza acida, in particolare abuso proteico, zucchero, dolci industriali e farine bianche: in tal caso, le riserve di sali prima o poi potrebbero rivelarsi insufficienti a tamponare l’acidità e allora cosa accade? Purtoppo accade che l’organismo sia costretto a procacciarsi le riserve anti-acide nell’unico posto rimasto: i sali delle ossa, ed ecco la comparsa dell’osteoporosi, la cui cura passa attraverso soluzioni più ecologiche e di stile di vita, senza che le donne continuino ad essere “carne da macello” per le case farmaceutiche.
(Salvatore Simeone è medico, specializzato in medicina biologica e integrata, agopuntore, esperto di fama mondiale in digiunoterapia. Fondatore del Centro medico e metodo Broussais che prevede cure biologiche per il sistema immunitario, per supportare le terapie oncologiche e detossificare l’organismo. Ideatore e coordinatore di vari progetti e impegnato nella costante ricerca di una ‘Nuova Medicina’, più umanistica, in grado di mettere al primo posto la salvaguardia della integrità della Persona.
Di seguito alcuni studi, interventi ed articoli sui CEMP ( Campi ElettroMagnetici Pulsati a 3D ovvero Campi ElettroMagnetici Ultradeboli ) eseguiti dal team di di ricerca coordinato da QantiQa nel corso del 2016. Il team è stato diretto e coordinato da Lucio Levorato ed ha eseguito comparazioni tra alcuni dispositivi tra cui gli avveniristici dispositivi Biomag, Omunium e Sanza. Protagonisti eminenti personalità del mondo scientifico come il Prof. Maurizo Ceccarelli di Roma ( International Centre for Study and Research in Aesthetic and Physiological Medicine), oltre all’Università di Siena con il Dr. Emilio Battisti, che ha presentato i suoi studi nei Congressi Aspam ( MEDICI DI MEDICINA GENERALE) di Padova nell’ottobre 21016 (Tema Geriatria: Specialisti e MMG insieme per il paziente anziano. ) ed inoltre uno studio già pubbllicato presentato a Bari sempre nell’ottobre 2016 al Congresso SIMFER ( società italiana medicina fisica e riabilitativa). Infine ulteriori considerazioni ed informazioni a proposito di osteoporosi da parte dell’Università di Roma La Sapienza e diversi altri studi riportati.
VALUTAZIONE DELLE RISPOSTE CLINICHE CON L’USO DI CAMPI MAGNETICI PULSATI NEL TRATTAMENTO EZIOPATOGENETICO DELLA “CELLULITE”
Maurizio Ceccarelli – Pumpo Alessandro
PREMESSA
I campi magnetici pulsati
Dai tempi antichi si ha una visione della vita legata, oltre agli elementi visibili, come l’acqua ed il cibo, a dei fattori, per così dire, invisibili, ma strettamente necessari, come l’energia. Oggi si concepisce l’energia come fonte di benessere, e la sua applicazione in campo biomedico sta dilagando esponenzialmente. Tra le varie forme di energia prese in questione, i CEMP, i Campi Elettromagnetici Pulsati, rappresentano un interessante punto di indagine; basti pensare che nella letteratura scientifica esistono circa 10,000 pubblicazioni riguardo la sua utilità e applicazione nella guarigione di stati patologici di diversa natura.
Cerchiamo, ora, di analizzare più dettagliatamente i CEMP: cosa sono? Quali sono i loro effetti fisiobiologici? Che differenza c’è tra i CEMP e la magnetoterapia statica?
I CEMP sono campi elettromagnetici pulsati che agiscono sulle cellule, principalmente a livello della membrana cellulare. La terapia con i CEMP consiste nel modulare la funzione di alcuni tipi di cellule mediante dei campi magnetici variabili, in grado di indurre correnti elettriche di bassa intensità (proprio per questo la tossicità dei CEMP è considerata nulla). Il meccanismo d’azione dei CEMP ruota intorno alla modificazione della tensione della membrana cellulare, che negli stati morbosi risulta alterata. Ad una tensione ridotta rispetto a quella fisiologica, la membrana cellulare non è in grado di aprire i propri pori, per cui intrappola gli scarti e le sostanze destinate alla secrezione nello spazio intracellulare; si gonfia a causa della ritenzione idrica, per cui le fibre nervose subiscono compressione provocando dolore. Di conseguenza, si determina un’alterazione dell’equilibrio ionico tra esterno ed interno della cellula e l’instaurarsi di uno stato flogistico. Alle malattie croniche, infatti, viene associato un valore di tensione di – 40 mV; al cancro, di – 20 mV. I CEMP vengono applicati proprio in questi casi, poiché funzionano da “batteria biologica”, ovvero ricaricano l’energia cellulare, determinando diversi effetti: ripristinano la normale distribuzione ionica nello spazio extra- e intracellulare; attivano i globuli bianchi; aumentano la produzione di ATP da parte dei mitocondri; potenziano la pompa sodio-potassio; aumentano il PH cellulare; migliorano l’ossigenazione cellulare; abbassano la viscosità ematica migliorando la circolazione; ripristinano il livello fisiologico di elettroporazione. In generale, i CEMP determinano diversi effetti terapeutici, tra cui l’azione analgesica, miorilassante, disintossicante, rigenerativa e curativa.
Grazie ai suoi molteplici benefici, i CEMP trovano impiego in diversi campi, sia nella prevenzione che nella cura di diverse patologie: ad esempio, vengono somministrati per la guarigione di ferite e fratture ossee, per alcune malattie degenerative, per i disturbi del metabolismo, per le problematiche circolatorie, ma anche per la prevenzione dello stress e per la rigenerazione cellulare. I tessuti che maggiormente rispondono alla corrente a biofrequenze sono i tessuti connettivi. Per questo motivo le applicazioni più frequenti riguardano le cure per le patologie osteoarticolari, come l’osteoporosi, le malattie reumatiche, ma anche per le patologie vascolari, come le flebopatie e le arteropatie; la terapia con i CEMP viene utilizzata anche per il trattamento di malattie dermatologiche, come le dermatiti atrofiche, la psoriasi, le piaghe mal granulanti e le piaghe da decubito. La nota azione cicatrizzante della terapia con CEMP viene sfruttata anche durante la fase post-chirurgica.
Il trattamento con i CEMP consiste in due applicazioni al giorno per otto minuti l’una. Le possibili controindicazioni sono limitate: bisogna evitare i CEMP durante la gravidanza, in presenza di pacemaker o se si soffre di epilessia. I CEMP non sono invece controindicati, ma necessitano dell’assistenza del medico, in caso di ipertiroidismo, febbre o alterazioni della pressione sanguigna. Sono stati evidenziati diversi effetti collaterali: quelli positivi includono l’azione ansiolitica, cenestesizzante e regolante il ritmo sonno-veglia. In alcuni pazienti, invece, è stata riscontrato l’accentuarsi della sintomatologia algica, che però si è affievolita con l’avanzare del trattamento con CEMP.
Ezipatogenesi della “cellulite”
Il termine comunemente usato di cellulite è termine, generico e improprio sul piano medico, che non indica il reale problema. Il consolidamento, però, di questa terminologia ci obbliga ad accettarlo, ma con i dovuti chiarimenti.
Questo termine viene, comunemente, utilizzato dalle nostre pazienti, per indicare un aumento di volume a livello della faccia supero esterna della coscia.
Detto aumento di volume può essere determinato da cause prettamente estetiche:
. Un cedimento del muscolo gluteo
. Una sporgenza ossea (testa del trocantere) in eccesso
O da cause d’interesse medico:
. Un eccesso di grasso localizzato
. Un’alterazione microcircolatoria del tessuto adiposo (PEFS)
Le cause estetiche richiedono un trattamento non medico di armonizzazione del corpo della paziente. Nell’ipotonia muscolare abbiamo la perdita di volume e di tonicità del muscolo gluteo. Questa porta a scivolamento della massa muscolare verso il basso, per azione della gravità, con compressione dei tessuti posteriori della coscia e spostamento degli stessi verso l’esterno.
Nell’accentuazione dell’habitus ginoide abbiamo una strutturalità ossea del bacino femminile che porta ad un prominenza esterna della testa del trocantere.
In ambedue i casi, armonizziamo il corpo della paziente con un incremento muscolare. Nel primo caso, a livello del muscolo gluteo. Nel secondo caso, a livello della porzione superiore del corpo (deltoidi e trapezio), per nascondere l’habitus ginoide. Anche se il termine ginoide ci dice che questa strutturalità è caratteristica della donna. Ma oggi, la variazione dei canoni estetici porta all’esaltazione delle strutturalità anatomiche delle modelle anglosassoni, caratterizzate da un habitus androide (mascolino).
Passando alla cellulite d’interesse medico, dobbiamo approfondire le caratteristiche fisiopatologiche del tessuto adiposo. Il volume adipocitario è anche funzione dei regolari scambi microcircolatori. Maggiore è il contatto tra l’adipocita e il capillare e più facile è il mantenimento di un giusto volume degli adipociti.
Gli scambi metabolici tra arterieole ed adipocita e tra adipocita e venule è regolato dall’Equilibrio di Sterling, che prevede una pressione idrostatica maggiore della pressione oncotica al versante arteriolare e una pressione idrostatica minore della pressione oncotica al versante venulare. Questo consente ai liquidi e ai metaboliti a loro associati di passare dall’arteriola alla cellula e dalla cellula alla venula.
L’alterazione del microcircolo del tessuto adiposo porta a un’alterazione cronica del tessuto adiposo che evolve nel tempo nella panniculopatia edemato-fibro-sclerotica. Questa patologia porta a una degenerazione del tessuto adiposo che evolve nel tempo dall’edema, alla risposta fibrotica, alla retrazione fibro-sclerotica.
Come detto, il rallentamento del circolo venulare, dovuto o a stasi della circolazione veno-linfatica degli arti inferiori o a compressione dei capillari per ipertrofia dell’adipocita, induce la formazione di edema. L’acqua, che ristagna nel tessuto, è ovviamente incomprimibile e determina delle variazioni meccaniche sulle cellule. La meccanotrasduzione ci chiarisce che, stimoli meccanici sulla cellula determinano variazioni biochimiche nella stessa.
Tutto questa avviene in conseguenza della particolare struttura della matrice. Nella matrice abbiamo una sostanza amorfa, formata dai proteoglicani, e delle fibre rigide, costituite prevalentemente da fibre collagene, queste fibre non solo libere, ma collegate, mediante particolari ponti proteici (caderine) al citoscheletro cellulare. Da ciò, ogni movimento delle fibre esterne induce un movimento del citoscheletro ed una variazione della biochimica cellulare (espressione recettoriale, apertura chiusura dei pori nucleari).
L’aumento dell’acqua nella matrice induce un allontanamento delle fibre collagene dalla cellula e, in conseguenza uno stiramento del citoscheletro. La letteratura scientifica (International Journal of Obesity, 2003, 27, 1178-1186) ci dice che la compressione del citoscheletro cellulare inibisce il metabolismo dell’adipocita, mentre lo stiramento (stretching) lo attiva. Da ciò, lo stato edematoso determina un’ipertrofia adipocitaria.
Questa ipertrofia è anomala perché il tessuto adiposo in quel distretto è scarsamente irrorato (alterazione del microcircolo) e, quindi, ipossico. L’adipocita si oppone a questo stato liberando citochine infiammatorie THF, IL-6). Abbiamo trovato l’eziopatogenesi della cellulite? L’infiammazione?
Dobbiamo fare un chiarimento, le citochine sono dei piccoli frammenti proteici che vengono liberati dalle cellule per effettuare un regolamento metabolico delle funzioni sia della stessa cellula (funzione autocrina), sia di cellule vicine (funzione paracrina) sia di cellule lontane (funzione endocrina).
La scoperta di nuove citochine in un particolare meccanismo biologico porta a nominarle con il riferimento al meccanismo studiato. Da ciò, le citochine infiammatorie sono citochine evidenziate nel processo infiammatorio, ma che stimolano l’infiammazione quando agiscono sui macrofagi. Diversa è la risposta quando agiscono su cellule differenti.
Per comprendere meglio, la biologia cellulare è sempre caratterizzata da uno stimolo (citochina) che agisce sulla cellula (recettore) e induce una risposta biologica. Questo meccanismo è sempre uguale, cambia la risposta a seconda del tipo di cellula stimolata.
Perciò, le citochine TNF e IL-6, liberate dall’adipocita, agiscono in maniera autocrina regolando il metabolismo dei grassi cellulari. Ma, se non abbiamo questa regolazione, vengono prodotte in quantità maggiore e possono interessare anche i macrofagi attraverso uno stimolo paracrino, inducendo infiammazione. Infine se la produzione aumenta, possono essere liberate nel circolo ematico, risposta endocrina, e raggiungere il fegato determinando la sindrome metabolica.
Chiarito questo meccanismo possiamo confermare che l’eziopatogenesi della “cellulite” è determinata da un’alterazione microcircolatoria, dovuta o a stasi del circolo veno-linfatico degli arti inferiori, o a compressione dei vasi capillari per ipertrofia dell’adipocita. In ambedue i casi abbiamo la formazione di edema e l’attivazione della progressione della patologia.
Questo ci permette di spiegare tutte le altre ipotesi eziopatogenetiche. Infatti l’edema da stasi, conseguente all’alterazione microcircolatoria, determina, per meccano trasduzione, l’ipertrofia adipocitaria; a questa consegue la liberazione di citochine che interessano anche i macrofagi, causando infiammazione; lo stato infiammatorio produce acidificazione della matrice con iperpolimerizzazione dei mucopolisaccaridi; nello stato infiammatorio, le metalloproteinasi attivate determinano proteolisi dei setti interlobulari, già danneggiati dalla compressione dell’edema. Tutto questo consegue al primum movens della stasi microcircolatoria e della formazione dell’edema.
Da tutto ciò, il trattamento eziopatogenetico della cellulite prevede, prima di tutto, il miglioramento del microcircolo e dell’edema.
MATERIALE E METODI
Sono state selezionate 10 pazienti di sesso femminile con età compresa tra i 19 e i 56 anni. Tutte le pazienti presentavano uno stato panniculopatico compreso tra il 1° e il 2° stadio.
Le pazienti sono state sottoposte ad un trattamento con Campi Magnetici Pulsati mediante l’uso della strumentazione l’applicatore Luminoso Biomag Set Lumina Clinic 3D insieme a 4 accessori Biomag Al 16- lum, che combinano luce polarizzata ai CEMP (Campi Elettromagnetici Pulsati). Con i seguenti parametri:
Potenza massima in Uscita: 16 mT – 160 Gauss
Potenza utilizzata nello studio: 12,8 mT – 128 Gauss X 4 applicatori Totali: 51,2 mT – 521 Gauss
Frequenza (Programma Cellulite): tra 50Hz ed 81 Hz
Sono stati eseguiti esami prima dell’inizio e alla fine del trattamento. Gli esami effettuati sono:
Valutazione fotografica
Valutazione ecografica del tessuto adiposo effettuata con sonda lineare da 7,5 MHz
Le pazienti hanno effettuato 10 sedute di 60 minuti ciascuna con cadenza bisettimanale. I manipoli di emissione sono stati posti a livello trocanterico e a livello della porzione interna del ginocchio.
Durante il trattamento le pazienti hanno mantenuto le loro abitudini alimentari e comportamentali, senza effettuare altri trattamenti.
Durante e dopo la seduta non si sono presentati disturbi o effetti collaterali oggettivi e soggettivi. Due pazienti hanno abbandonato il trattamento.
RISULTATI
In tutte le pazienti trattate si è riscontrato un miglioramento estetico ed una riduzione dello stato edematoso del tessuto adiposo.
Si riportano i risultati fotografici, ecografici ed impedenziometrici a conferma di quanto affermato.
Come esposto nelle generalità, i CEMP funzionano da “batteria biologica”, ovvero ricaricano l’energia cellulare, determinando diversi effetti: ripristinano la normale distribuzione ionica nello spazio extra- e intracellulare; attivano i globuli bianchi; aumentano la produzione di ATP da parte dei mitocondri; potenziano la pompa sodio-potassio; aumentano il PH cellulare; migliorano l’ossigenazione cellulare; abbassano la viscosità ematica migliorando la circolazione; ripristinano il livello fisiologico di elettroporazione.
Considerando, come esposto, che la Panniculopatia Edemato-Fibro-Sclerotica consegue ad un disturbo circolatorio venolinfatico e che il rallentamento del flusso porta ad una sofferenza cellulare a livello del microcircolo, l’applicazione dei CEMP, con il suo intervento sulla cellula, determina un miglioramento del quadro istopatologico e clinico.
In particolare, la stasi circolatoria porta ad ipossia ed ipercapnia, con sofferenza cellulare. La cellula endoteliale altera il suo equilibrio metabolico con alterazione dello stato energetico e delle pompe ioniche. Ne consegue una coartazione cellulare che fa variare i pori endoteliali con passaggio di liquidi ed edema interstiziale.
L’ipercapnia porta ad uno stato acidosico del connettivo con acidificazione dei tessuti e cambio di polarità a livello dei macrofagi. Questi passano allo stadio M1 e inducono una risposta infiammatoria che determina danno locale e peggioramento della microcircolazione. Il processo si auto potenzia e la patologia evolve verso una cronicizzazione.
L’applicazione dei CEMP, con i suoi effetti cellulari, migliora lo stato biologico degli endoteli, rafforzandoli e riducendo il passaggio di liquidi verso l’esterno. Inoltre, l’aumento del valore del pH contrasta i danni dovuti all’acidosi da ipercapnia e l’infiammazione.
Le risposte cliniche avute, sia a livello estetico, che ecografico ed impedienzometrico, confermano quanto esposto sul piano biologico permettendoci di affermare che l’uso dei CEMP, nel trattamento restituivo dell’insufficienza microcicolatoria che evolve nella PEFS, si presenta come un nuovo e valido ausilio terapeutico.
BIBLIOGRAFIA
1. Ahmadian S, Zarchi SR, Bolouri B. Effects of extremely low-frequency pulsed electromagnetic fields on collagen synthesis in rat skin. Biotechnol Appl Biochem. 2006;43(Pt2):71–75
2. Altmann G. Influsso dei fattori fisici sugli organismi. Da atti del 1° Congresso Internazionale di Magnetomedicina,19:33,Rapallo,27-28 ottobre 1979
3. Bassett C.A.L.,Michell S.N. Repair of ununited tibial diaphyseal fractures with pulsing electromagnetic fields. Orthopaedic Transactions 4:96-7.1980
4. Br J Pharmacol. 2002 May; 136(1): 57–66.
5. C. D’Angelo, E. Costantini, M.A. Kamal, M. Reale Effect of low frequency electromagnetic fields on A2A adenosine receptors in human neutrophils. Effect of pulsed electromagnetic field treatment on programmed resolution of inflammation pathway markers in human cells in culture. Evid Based Complement Alternat Med. 2014; 2014: 543564. Published online 2014 May Experimental model for ELF-EMF exposure: Concern for human health
6. Farndale R.W.,Maroudas A.,Marsland T.P. Effects of low amplitude pulsed magnetic fields on cellular ion transport. Bio Electro Magnetics,8:119,1987
7. Goodman R-Henderson A.S. Some biological effects of electromagnetic fields, Bioelectrochemistry and Bioenergetics,15:39, 1986
J Inflamm Res. 2015; 8: 59–69. Published online 2015 Feb 23. doi: 10.2147/JIR.S78631
8. Katia Varani, Stefania Gessi, Stefania Merighi, Valeria Iannotta, Elena Cattabriga, Susanna Spisani, Ruggero Cadossi, Pier Andrea Borea, Ludwig H.W. Biological tolerance of electromagnetic fields, Symposium “electromagnetic compatibility EMC”. Monteaux,1977
9. Nicole J Kubat, John Moffett, Linley M Fray. Pilla A.A.,Kaufman J.J. Electromagnetic modulation of cell function: frequency Characterization of imput waveforms. Journal of Bioelectricity,3:3,1984.
Potent Stimulation of Blood Flow in Fingers of Volunteers after Local Short-Term Treatment with Low-Frequency Magnetic Fields from a Novel Device
10. Richard H. W. Funk, Lilla Knels, Antje Augstein, Rainer Marquetant, Hermann F. Dertinger Saudi J Biol Sci. 2015 Jan; 22(1): 75–84. Published online 2014 Aug 6.
11. Soda A, Ikehara T, Kinouchi Y, Yoshizaki K. Effect of exposure to an extremely low frequency-electromagnetic field on the cellular collagen with respect to signaling pathways in osteoblast-like cells. J Med Invest. 2008;55:267–278.
12. Strauch B, Herman C, Dabb R, Ignarro LJ, Pilla AA. Evidence-based use of pulsed electromagnetic field therapy in clinical plastic surgery. Aesthet Surg J. 2009;29:135–143.
EFFICACIA DI UN CAMPO MAGNETICO A BASSA FREQUENZA ED ALTA INTENSITA’ (BIOMAG) NEL TRATTAMENTO DEL DOLORE E NELLA RIABILITAZIONE DELLA GONOARTROSI.
Abstract inviato al Congresso SIMFER di Bari dal 23 al 26 ottobre 2016 a cura dle Dr. Emilio Battisti . CENTRO TAMMEF Sezione di Fisica Medica, Dipartimento di Fisica, Università degli Studi di Siena. Policlinico Santa Maria alle Scotte.
INTRODUZIONE
Gli effetti dei vari tipi di campi elettromagnetici pulsati a bassa frequenza (CEMP) che vengono impiegati in sede clinica dipendono, com’è noto, dai rispettivi codici (frequenza, intensità, forma d’onda). Inoltre, anche quando si opera con un campo lungamente sperimentato, non si può mai contare che il relativo codice risponda ad una scelta ottimale, essendo sempre presumibile che altri campi possano produrre benefici equivalenti o migliori (1). Lo scopo del presente studio è quello di valutare l’efficacia del sistema BIOMAG nel trattamento dell’artrosi del ginocchio. In particolare, vogliamo accertare se gli effetti di un campo pilotato da un segnale variabile pulsato a bassa frequenza ed alta intensità, siano confrontabili con quelli ottenuti mediante un campo con frequenza di 100 Hz e forma d’onda sinusoidale ed un campo variabile con segnale generato da un brano musicale (TAMMEF) (2), entrambi a bassa intensità.
MATERIALI E METODI
Sono stati reclutati 40 soggetti, di età compresa tra i 59 e i 76 anni, affetti da artrosi primitiva del ginocchio, che sono stati divisi casualmente in quattro gruppi: A=10 pazienti sottoposti a sistema BIOMAG, B=10 pazienti sottoposti a ELF, C=10 pazienti sottoposti a sistema TAMMEF, D=10 pazienti sottoposti a campo simulato. Il gruppo D è stato introdotto per l’eventualità di un effetto placebo non trascurabile. La diagnosi di artrosi del ginocchio è stata eseguita seguendo i criteri clinici e radiologici dell’American College of Rheumatology (3). Tutti i soggetti sono stati sottoposti ad un ciclo di 15 sedute giornaliere di 30 minuti ciascuna, con l’applicazione dei magneti a contatto del ginocchio; inoltre, tutti i pazienti avevano sospeso ogni farmaco analgesico-antiinfiammatorio almeno 15 giorni prima dell’inizio del ciclo di magnetoterapia. L’esame clinico si è avvalso dell’indice di gravità algo-funzionale di Lequesne, un questionario validato e specifico per l’artrosi del ginocchio. L’esame clinico veniva effettuato al momento dell’arruolamento nello studio, dopo 7 giorni di terapia, al termine del ciclo e ad un successivo controllo dopo ulteriori 30 giorni.
RISULTATI
Tutti i pazienti dei gruppi A, B e C hanno completato il ciclo terapeutico, senza che si siano verificati effetti collaterali locali o sistemici degni di nota tali da richiedere la sospensione del suddetto trattamento. Per quanto concerne l’efficacia della terapia, si sottolinea che nessun paziente, arruolato nei gruppi A, B e C, ha dovuto ricorrere all’assunzione di farmaci analgesico-antiflogistici durante il ciclo di applicazioni e che tutti hanno presentato un significativo miglioramento sia del dolore soggettivo, sia della limitazione funzionale distrettuale. Nel gruppo BIOMAG, il dolore soggettivo si è ridotto progressivamente, in tutti i soggetti esaminati, già dopo la prima settimana di terapia. Nel gruppo ELF, il dolore soggettivo ha seguito un andamento sovrapponibile a quello del gruppo TAMMEF, con una regressione completa in 7 pazienti e si è ridotto significativamente nei restanti 3 pazienti. Per quanto concerne la valutazione della funzionalità articolare, è stato evidenziato, a partire dalla prima settimana di terapia (quindi in modo concomitante con il miglioramento della sintomatologia dolorosa) un parziale significativo recupero della motilità in tutti i pazienti esaminati. Nettamente diverso è stato l’andamento della patologia articolare nel gruppo D. Infatti al termine del trattamento e al controllo clinico dopo un mese, i pazienti non hanno evidenziato alcun miglioramento della sintomatologia dolorosa e della funzionalità articolare.
CONCLUSIONI
Tutti i pazienti sottoposti a trattamento con BIOMAG, ELF o TAMMEF hanno completato il ciclo terapeutico ed hanno manifestato un significativo miglioramento del quadro clinico ed il ripristino di una buona funzionalità articolare. Gli effetti dei CEMP messi a confronto sono risultati sovrapponibili, in tutti i soggetti si è presentato un cosiddetto “effetto coda”, protraendosi l’azione antalgica anche dopo la sospensione delle applicazioni. La mancanza di efficacia riscontrata nei pazienti del gruppo D, avvalora gli effetti terapeutici dei campi elettromagnetici adottati. E’ parso degno di nota il fatto che tutti i pazienti del gruppo A, sottoposti alle applicazioni con il sistema ad alta intensità BIOMAG, hanno presentato risposte più evidenti e più rapide. I nostri risultati confermano l’efficacia terapeutica e la tollerabilità dei CEMP a bassa frequenza e confortano l’ipotesi che gli effetti clinici-terapeutici di campi magnetici aventi parametri mutevoli nel tempo (frequenza, intensità, forma d’onda) possono dare risposte più rapide ed efficaci e per questo motivo si aprono nuove prospettive di studio per una più approfondita ricerca sui meccanismi di azione e di possibilità terapeutiche dei CEMP.
BIBLIOGRAFIA
1. Macrì MA, Di Luzio S. Biological effects of electromagnetic fields. Int J Immunopathol Pharmacol 2002;15:95-105.
Lo studio è pubblicato su EDIZIONI MINERVA MEDICA
OSTEOPOROSI: esistono cure effettive ed affermate, riconosciute dalla scienza, dato che vengono applicate da anni, come quelle per gli astronauti.
Già dal 1976 gli astronauti recuperano la demineralizzazione ossea dovuta all’assenza di gravità con i Campi Elettro Magnetici Pulsati (CEMP).
Dapprima questo tipo di cure si applicavano solo al rientro sulla terra degli astronauti, in seguito sono state installati dispositivi CEMP direttamente nelle navicelle spaziali, che grazie al campo elettromagnetico pulsato avviluppante evitano di fare percepire alla struttura ossea l’assenza di gravità, proprio come se l’astronauta sia esattamente sulla terra.
Ma come possiamo vedere negli studi che pubblichiamo in calce, le possibilità di ricostruzione di tendini, muscoli ed ossa ad opera dei cemp, erano già state ampiamente documentate fin dalla scoperta di Bassett della piezoelettricità del tessuto osseo (Bassett CA, Schink-Ascani M, Lewis SM (September 1989). “Effects of Pulsed Electromagnetic Fields on Steinberg Ratings of Femoral Head Osteonecrosis”. Columbia Presbyterian Medical Center, Bassett CA, Pawluk RJ, Pilla AA; Pawluk; Pilla (1974). “Acceleration of fracture repair by electromagnetic fields. A surgically noninvasive method”. Ann N Y Acad Sci. 238: 242–62. Bibcode:1974 NYASA.238..242B. doi:10.1111/j.1749-6632.1974.tb26794.x. PMID 4548330. Bassett CA, Pawluk RJ, Pilla AA; Pawluk; Pilla (1974). “Augmentation of Bone Repair by Inductively Coupled Electromagnetic Fields”. Science. 184 (4136): 575–7. Bibcode:1974Sci…184..575B. doi:10.1126/science.184.4136.575. PMID 4821958. Bassett CA, Pilla AA, Pawluk RJ; Pilla; Pawluk (1977). “A non-operative salvage of surgically-resistant pseudarthroses and non-unions by pulsing electromagnetic fields. A preliminary report”. Clin Orthop. 124 (124): 128–43. doi:10.1097/00003086-197705000-00017. PMID 598067. Bassett CA, Mitchell SN, Norton L, Pilla A; Mitchell; Norton; Pilla (1978). “Repair of non-unions by pulsing electromagnetic fields”. Acta Orthop Belg. 44 (5): 706–24. PMID 380258 Bassett CA. Fundamental and practical aspects of therapeutic uses of pulsed electromagnetic fields (PEMFs) Crit Rev Biomed Eng. 1989;17:451–529. Bassett CA, Becker RO. Generation of electric potentials by bone in response to mechanical stress. Science. 1962;137:1063–4).
Altri studiosi come Fukuda e Yasuda (Fukuda E, Yasuda I. On the piezoelectric effect of bone. J Phys Soc Jpn. 1957;10:1158) hanno ulteriormente verificato come l’effetto sia simile per quanto attiene al collagene ed in realtà per le strutture proteiche in genere. I campi elettromagnetici pulsati effettivi E-CEMP (cioè con ben determinate e precise frequenze, forme d’onda, intensità, tempi di somministrazione e modalità di erogazione, per esempio, un doppio campo elettromagnetico somministrato in parallelo, uno vettore per l’ “informazione” e l’altro per l’ “energia”, ovvero uno in risonanza con il campo elettromagnetico cardiovascolare o del cuore, correlato all’ ECG, e l’altro in risonanza con il campo elettromagnetico del cervello, correlato all’EEG. Ancora: correlati al ciclo circadiano e quindi alla simpaticotonia – cioè la prevalenza funzionale del sistema nervoso ortosimpatico – ed alla vagotonia – cioè la prevalenza del sistema nervoso parasimpatico-) hanno un tipico caratteristico effetto sulle lesioni dei tessuti che è quello di determinare la rimozione del potenziale di lesione e il conseguente riequilibrio dei potenziali elettrici di membrana.
Anche le cellule dell’osso fratturato così come le altre cellule utilizzano gli stessi meccanismi riparativi, che sono gli stessi del recupero della perdita di massa e densità ossea con l’osteoporosi (cambia solo la tensione di superficie della membrana che tende a –110 millivolt per le cellule neuronali e -130 millivolt per le cellule del cuore. Mentre per le altre cellule le normai condizioni fisiologiche di tensione superficiale di membrana variano tra i -70 ed i -90 millivolt. Stiamo parlando della differenza di potenziale elettrico tra l’interno e l’esterno della cellula, detto anche “potenziale elettrico transmembranario”).
Il meccanismo biofisico è assai semplice da comprendere, perchè in caso di trauma cellulare di qualsiasi tipo (dalle botte alle ferite, dall’intossicazione alla carenza di ossigeno) abbiamo come effetto del trauma stesso una diminuzione della differenza di potenziale di membrana. In poche parole si verifica una inversione della pompa sodio-potassio di modo che il valore della carica elettrica così introdotta diventa positivo, tale da determinare una diminuzione del potenziale di membrana che tende a diventare progressivamente positivo passando per esempio da – 90 millivolt a -40 millivolt (=cellula infiammata) o anche a -20 millivolt. Si osserva anche che i processi oncologici per esempio si verificano in intervalli di potenziale tra -25 e -15 millivolt.
Conseguenza di questo fenomeno è la depolarizzazione dei biopolimeri interstiziali (essenzialmente di collagene) e soprattutto riduzione dell’attività enzimatica!
Il CEMP viene in soccorso al tessuto guidando (o sarebbe più giusto dire “caricando”) il potenziale di membrana e riportarlo in omeostasi (=in equilibrio) grazie all’effetto ionizzante (a cui consegue un aumento della permeabilità selettiva delle cellule).
Tale effetto può essere osservato in questo spettacolare filmato eseguito con microscopio in campo oscuro:
Ovviamente molti campioni dello sport a partire dalle squadre di calcio ai campioni di motociclismo (vedi le reiterate dichiarazioni della famosa Clinica Mobile del Dr. Costa sul prezioso uso dei CEMP) o di sci, utilizzano i CEMP oltre che per ossigenare e preparare i tessuti muscolari allo sforzo, così come per il recupero dell’acidosi dopo lo sforzo, tutte le volte che devono recuperare da un infortunio, soprattutto per ridurre drasticamente i tempi di riparazione delle fratture ossee. Sempre un maggior numero di odontoiatri utilizzano i CEMP sia per la detossificazione e chelazione nelle normali attività preparatorie per la rimozione dell’ amalgama dentario, sia per operare con il paziente posto sopra un materasso con programmi CEMP rilassanti, sia per trattare il dolore post anestesia, ma soprattutto per accelerare i tempi di ricrescita dell’osso prima di impiantare le nuove strutture dentali in caso di tessuti ossei molto compromessi.
Osteoporosi
Il trattamento di ossa danneggiate con aiuto della magnetoterapia pulsata risale alla metà del 20° secolo, anche se gli effetti terapeutici specifici non sono stati completamente spiegati. Pertanto, il team di ricerca (Yang Wei et al., 2008) si è focalizzato sui meccanismi delle cellule (MC3T3-E1) che influenzano la formazione e lo sviluppo delle ossa (osteogenesi). >> i risultati dello studio può trovarli qui >>
L’interferenza della perdita della massa ossea con il campo magnetico elettropulsato (8 Hz, 2,4 mT) e i meccanismi ad esso associati sono stati oggetto di uno studio clinico (Jing et al., 2011). In questo lavoro è stata esaminata la possibilità dell’uso della magnetoterapia pulsata per il trattamento dell’osteopenia. >> i risultati dello studio può trovarli qui >> i
Studi come questi e centinaia di altri pubblicati su Pub Med, la banca dati della medicina ufficiale validata, dimostrano che in pochi mesi è possibile una ricostruzione effettiva della densità ossea, ovviamente misurabile con la MOC. Viene anche evidenziato che nei casi di processi degenerativi molto avanzati, se nel tempo si abbandona la terapia dei Cemp, siccome la degenerazione dell’osso non può non dipendere anche da una disfunzione metabolica, dopo pochi mesi si ripresenta il problema. Logicamente i CEMP non possono autoprodurre principi attivi come la Vitamina C, fondamentale per la produzione di collagene. I CEMP possono distribuirla, farla funzionare ed entrare nelle cellule, possono accellerarne ed assicurane i processi metabolici inerenti, ma non possono certo “crearla” dal nulla. Essa deve essere pertanto introdotta da una corretta dieta od integrata. Il vantaggio dei CEMP è che ristabilisce una buona assimilazione cellulare. Il resto è consegnato ad un ceooretto stile di vita, che i CEMP sicuramente facilitano, specie a livello di una sana prevenzione. .
Per cui è consigliabile per questo tipo di stati gravi, vedi per esempio nei casi di anziani immobilizzati, un uso permanente dei Cemp magari notturno con l’accessorio posto sotto il materasso per curarlo senza limitarlo e senza effetti collaterali di alcun genere.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA – “LA SAPIENZA” – FACOLTÀ DI INGEGNERIA
CORSO DI INTERAZIONE BIOELETTROMAGNETICA docente Prof. Guglielmo D’ Inzeo
RICOSTRUZIONE OSSEA (Uso dei campi elettromagnetici in ortopedia)
<<L’energia magnetica è l’energia elementare da cui dipende tutta la vita dell’organismo.>> Premio Nobel W. Heinsenberg
Si è discusso per diversi anni sull’esistenza degli effetti non termici dei campi elettromagnetici alle microonde. Illustri scienziati, sostenevano che questi non potevano esistere, ma ormai diversi casi hanno contribuito al riconoscimento della consistenza di questi effetti ed al conseguente sviluppo della ricerca in questo campo.
Rileviamo in questa sede solo alcuni passaggi assai rilevanti dello studio:
… Il sovietico A.S. Presman, si è espresso nel seguente modo: “Gli effetti dei campi E.M. non sono specifici ma globali, essi coinvolgono l’intero organismo intervenendo sui processi di regolazione, soprattutto attraverso il cervello ed in particolare attraverso le strutture della corteccia, dell’encefalo e dell’ipotalamo, che sono estremamente sensibili a questa forma di energia“…. Forniremo una descrizione delle patologie in cui i CEMP (Campi ElettroMagnetici Pulsati) vengono usati più frequentemente. Verranno fornite statistiche, prospettive e relative conclusioni. … Venti anni sono passati dalla prima frattura cronica non unita trattata con successo dalla Columbia University con campi elettromagnetici tempo variabili. Durante i vent’anni seguenti dall’introduzione dei CEMP (Campi ElettroMagnetici Pulsati) come metodi terapeutici, i meccanismi di azione cellulare, sub cellulare e della genetica sono stati definiti in modo più dettagliato. Ad esempio, appropriate configurazioni dei CEMP provocano effetti a livello cellulare in alcune patologie come le fratture non unite. Questo riflette cambiamenti della concentrazione di calcio cellulare, sintesi di matrici di tessuti extra cellulari e rivascolarizzazione…. Per verificare l’efficacia clinica della stimolazione E.M. nella ricostruzione delle ossa, sono stati effettuati studi in doppio cieco. Al giorno d’oggi le nuove prospettive sono orientate verso i disturbi del sistema muscoloscheletrico. Questoinclude osteonecrosi, osteoporosi, tendiniterefrattaria, osteocondriti dissecanti e altri… (pag.13) I vantaggi di indurre una corrente elettrica per mezzo di un campo elettrico o magnetico sono essenzialmente quattro…. Pag.17) Nel 1976 fu intrapreso un progetto per la NASA per esaminare gli effetti dei campi elettromagnetici sulla degradazione delle ossa, come effetto dovuto alla mancanza d’uso degli arti (Bassett, 1979)…. Questo risultò corretto e i CEMP non soloprevenivano l’indebolimento delle ossa durante il periodo di inattività, ma erano capaci anchedi ristabilire una massa ossea dopo che era stata persa. … Pag.18) I5I – La formazione e la distruzione delle ossa svolge un ruolo centrale in una gamma di problemi dentali che vanno dal riempimento della cavità dovuta all’estrazione, alle malattie parodontali. L’abilità dei Campi Elettro Magnetici Pulsati a controllare o modificare processi di osteogenesi e di rimozione delle ossa nei problemi di sistema scheletrico, sono stati estesi in ugual modo alla mandibola e alla mascella. I CEMP possono non solo migliorare le condizioni dell’osso dopo un’estrazione, ma possono controllare la formazione dell’osso nel vuoto lasciato dal dente. inoltre recenti studi su casi in cui i CEMP, sono stati usati in aggiunta all’applicazione di un apparecchio per aggiustare la posizione dei denti, hanno mostrato un’accelerazione dello spostamento dei denti del 300%.Queste osservazioni fatte su animali e sull’uomo, sono molto promettenti per un futuro uso dei CEMP come trattamento aggiuntivo alle normali pratiche odontoiatriche…. Pag.19) Negli ultimi anni sono stati fatti vari studi per cercare di capire la validità dei CEMP. Già nel 1979 la FDA ( Federal Drug Administration ) approvò i CEMP come sicuri ed efficaci nel trattare le non unioni e le pseudoartrosi congenite e non…. Il giudizio era basato su diversi studi clinici, nei quali la maggior parte dei pazienti era in condizioni critiche, ma ancora recuperabili. Il generico paziente aveva una frattura non unita da circa due anni, nonostante fosse stato sottoposto ad una serie di interventi chirurgici, e frequentemente era raccomandata l’amputazione…. I CEMP furono aggiunti, come prime modifiche al programma di trattamento classico solamente in un gruppo di pazienti che speravano nell’efficacia di questa nuova terapia…. Durante l’ultimo decennio, gli studi in doppio cieco sono diventati lo standard più affermato per giudicare gli effetti della maggior parte degli approcci terapeutici…. Pag.21) Tutto ciò mostra un andamento inverso nei due gruppi. In questo studio è stato dimostrato che la stimolazione con campi magnetici favorisce la guarigione di osteotomie nel ginocchio dell’uomo…. Pag.25) Attualmente circa 25000-35000 pazienti l’anno sono stati trattati con significativo livello di successo…. A livello clinico, l’efficacia di queste tecniche è stata ormai provata e ben controllata da studi in doppio cieco.
I risultati ottenuti sono uguali se non migliori di quelli ottenuti con le tecniche tradizionali. L’intervento mediante CEMP è inoltre meno rischioso, più comodoper il paziente e considerevolmente meno costoso.
Tabella 5
Patologie
Dispositivi (migliori riscontrati)
Osteonecrosi
CEMP
Osteoporosi
CEMP
Tendiniti refrattarie croniche
CEMP
Osteocondriti dissecanti
CEMP
Osteogenesi imperfette
CEMP
Perdita ossea in cavità orali
CEMP
Allora è più che legittimo chiedersi perché i CEMP vengono usati solo in casi estremi o come tecnica di supporto a quella chirurgica. La risposta cade dentro due categorie:
pensiero della comunità ortopedica;
scetticismo in una parte della comunità fisica.
Nello schema di figura 11 è illustrato il percorso seguito nell’evolversi dell’impiego delle tecniche elettriche ed elettromagnetiche. Come si può vedere si sono subito sviluppati due percorsi, uno che, come deve essere, applica i risultati ormai ben noti, a livello clinico; e l’altro che si occupa di comprendere i meccanismi a livello cellulare e sub cellulare. Ovviamente una volta chiariti questi aspetti si svilupperanno diverse ricerche anche al di fuori dell’ambito ortopedico; ricerche che sull’onda dell’entusiasmo saranno probabilmente aiutate da nuovi finanziamenti. Nella figura è anche evidenziato il concetto già illustrato di come la diffidenza rallenti l’evolversi di queste tecniche, andando ad incidere in entrambe le direzioni (clinica e della ricerca). Si stima che tra qualche decennio, i CEMP saranno comunemente usati per trattare ulcere croniche della pelle, varie forme di neuropatie, diversi infortuni sui nervi e sulla spina dorsale, diabete, risposta immunitaria e disturbi al comportamento cerebrale e cardiaco. Per concludere, è sempre più evidente, che alcuni fattori fisici e biologici determinano se un sistema vivente risponderà oppure no all’esposizione a campi E.M., e se così, la natura della risposta. Infatti sappiamo, che differenti parametri del campo producono diversi effetti in diversi biobersagli, con un grado di conoscenza tale che potrebbe uguagliare quello dei meccanismi di azione di alcuni ormoni ed agenti farmacologici. Essendo ormai noto che, tutte le reazioni chimiche derivano da particolari interazioni carica-carica, e che quindi queste interazioni sono la causa primaria del comportamento dei sistemi viventi; si è portati a cercare in questa direzione le risposte che permetteranno in futuro di legittimare l’uso e di ampliare il campo di utilizzo clinico dei CEMP.
Osteoporosi
Il trattamento di ossa danneggiate con aiuto della magnetoterapia pulsata risale alla metà del 20° secolo, anche se gli effetti terapeutici specifici non sono stati completamente spiegati. Pertanto, il team di ricerca (Yang Wei et al., 2008) si è focalizzato sui meccanismi delle cellule (MC3T3-E1) che influenzano la formazione e lo sviluppo delle ossa (osteogenesi). >> i risultati dello studio può trovarli qui >>
L’interferenza della perdita della massa ossea con il campo magnetico elettropulsato (8 Hz, 2,4 mT) e i meccanismi ad esso associati sono stati oggetto di uno studio clinico (Jing et al., 2011). In questo lavoro è stata esaminata la possibilità dell’uso della magnetoterapia pulsata per il trattamento dell’osteopenia. >> i risultati dello studio può trovarli qui >>
Fratture
La magnetoterapia pulsata a bassa frequenza come supporto alla guarigione delle fratture delle osse lunghe è stata testata su 58 pazienti da un team di ricerca (Hong-fei et al., 2013) che ha pubblicato i risultati sulla rivista scientifica BMC Disturbi Muscoloscheletrici. >> i risultati dello studio può trovarli qui >>
L’azione della magnetoterapia pulsata a bassa frequenza sulla stimolazione della crescita ossea, è stata testata su 77 pazienti con fratture del collo del femore, da un gruppo di ricerca comprendente rappresentanti delle due principali università italiane (Faldini et al., 2010). >> i risultati dello studio può trovarli qui >>
Un sostegno adeguato alla guarigione delle fratture dell’avambraccio e’ stato l’oggetto di uno studio randomizzato, controllato con placebo (Cheing et al., 2005), pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Medicina Riabilitativa. Il gruppo di ricerca ha cercato di determinare il trattamento più efficace utilzzando del ghiaccio e la magnetoterapia pulsata. >> i risultati dello studio può trovarli qui >>
E’ evidente a tutti come studiando i brani di scienza ufficiale riportati, si trovino una quantità ingente di campi clinici risolti dai CEMP , tecnica comprovata da numerosi studi in doppio cieco, di stimolazione dei tessuti eseguita con i Campi Elettro Magnetici Pulsati.
Dati del fenomeno osteoporosi.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha posto l’osteoporosi come emergenza sanitaria dei prossimi anni, quando nella sola Italia la popolazione sarà per il 40 per cento di over sessantacinquenni (2050). Già oggi quasi un milione di italiane si fratturano (femore, vertebre, polso, caviglia, gomito) ogni anno a causa della fragilità ossea. Mentre sono cinque milioni le persone che soffrono di osteoporosi. Il 22,8 per cento sono donne di età superiore ai 40 anni. Ma la percentuale aumenta progressivamente, e drammaticamente, con l’età: 45,7 per cento tra i 70 e i 79 anni, secondo la Federazione nazionale dell’ osteoporosi (Fedios). Oltre 200 milioni sono le persone colpite da questa patologia in tutto il mondo. I dati sono dell’International Osteoporosis Foundation (Iof) e della Medical Women’s International Association (Mwia),
Una donna con fragilità ossea non può sollevare una busta della spesa, non può prendersi cura di sé, non può lavorare.
Oltre i 50 anni una donna su tre è affetta da osteoporosi. Con gli anni, e in particolar modo dopo la menopausa quando si registrano nella donna bassi livelli di estrogeni, le ossa perdono calcio e fosforo e diventano talmente fragili da amplificare un microtrauma in una frattura. Quando si arriva alle fratture la situazione è critica, osteoporosi severa è causa di invalidità e morte. Secondo i dati Aifa solo il 24% delle donne fratturate o ad alto rischio segue una terapia, e di queste, circa la metà interrompe le cure. Questo significa che ogni 100 donne che devono prendere i farmaci solo 12 lo fanno. Ci sono le cure, il pubblico non le conosce e solo il 12% fa quelle tradizionali.
Altri articoli su Osteoporosi e sui dispositivi e-CEMP:
Esistono molte pubblicazioni sui ritmi circadiani (sonno-veglia, produzione di enzimi e ormoni nel corpo) e sui meccanismi che intervengono quando si altera questo ritmo, compreso per esempio, il ruolo della digestione quando andiamo a letto prima di aver compiuto la digestione! Da alcuni studi in corso di pubblicazione su pubmed, sembra che quella frazione di grado di temperatura corporea in più, dovuta proprio alla digestione, intervenga nel delicato meccanismo delle onde lente notturne riparatrici dei danni successi al DNA durante il giorno (pubbicheremo presto alcuni di questi studi in una nuova rubrica dedicata al buon riposo!). Evitiamo dunque di mangiare poco prima di andare a letto, perchè sembra che questa attività possa causare la consueta mancata “attività di riparazione notturna” dei danni al DNA.
Notti passate insonni o davanti al computer durante l’adolescenza mettono a rischio lo sviluppo del cervello anche degli adolescenti. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori del dipartimento di Psichiatria della School of Medicine and Public Health dell’Università del Wisconsin-Madison. “La deprivazione di sonno, specialmente quando è cronica – affermano gli studiosi – può produrre conseguenze a lungo termine in termini di formazione dei circuiti cerebrali”.
Altro consiglio che ci sentiamo di dare con molta determinazione è di RESTARE IL PIU’ POSSIBILE LONTANO DA FONTI DI RADIAZIONI (HI-FI, TVM RADIO, ETC.) specie durante il sonno.
Altri studi interessanti sulle cellule tumorali e di cui ci andremo ad occupare nella nuova rubrica appena accennata, hanno mostrato come probabilmente a causa dell’enzima telomerasi, alcune cellule possano divenire “immortali”, non essendo più soggette al processo di invecchiamento. Questo enzima evita la progressiva riduzione del telomero (la parte finale dei cromosomi), il quale porta all’accorciamento del cromosoma.
Alcuni scienziati dell’Università del Texas, guidati da J. W. Shay hanno agito sull’enzima telomerasi, riuscendo a ridurre la progressione dell’invecchiamento.
Il dottor A. Vgontzas, psichiatra della Pennsylvania State University (USA) ha appurato che i maschi godono solo di 40 minuti di sonno profondo a notte, mentre le donne superano quota 70 minuti. Sarà questo il motivo per cui le donne statisticamente vivono più a lungo? Un sonno poco profondo alla lunga innalza i livelli di Tnf (Tumor necrosis factor), sostanza che favorisce diabete e obesità. La ricerca ha dimostrato che il sonno è una componente importantissima della salute fisica e mentale, non meno importante della corretta alimentazione e dell’attività fisica.
Ma torniamo al concetto di normale riposo notturno: chi dorme male rischia di più di ammalarsi di tumore al seno (ma anche al colon, alla prostata e all’endometrio). La notizia è datata e vanta uno stuolo di pubblicazioni. Il sito di wikipedia inserisce tra i fattori che predispongono al tumore al seno variabili come la luce di notte e i disturbi del ritmo circadiano: vedi il lavoro del 2005 del National Cancer Institute (NCI) e del National Institute of Environmental Health Sciences negli Stati Uniti che indica come la produzione di melatonina si riduce restando esposti alla luce artificiale durante la notte.
In più l’International Agency for Research on Cancer dell’Organizzazione mondiale della sanità che, già nel 2007, aveva sottolineato la necessità di approfondire i possibili effetti sulla salute, e in particolare in relazione al cancro, dei turni di lavoro notturni protratti per lungo periodo (qui un elenco delle monografie). Quindi fra i probabili cancerogeni ha inserito i turni notturni.
Le persone che lavorano di notte rischiano tumore al seno, al colon, alla prostata, all’endometrio il 30 per cento in più di chi ha un’occupazione diurna.
In calce pubblichiamo alcuni studi europei , ma anche il professor Stefano Iacobelli dell’università D’Annunzio di Chieti-Pescara ha realizzato uno studio in cui è emerso che le pazienti con tumore della mammella vivono meno a lungo delle se hanno i ritmi circadiani compromessi.
Che cosa succede nell’organismo che si forza a non dormire, che non riposa abbastanza o che lo fa malamente? Si alterano sia i livelli notturni di melatonina – la sostanza prodotta dalla ghiandola pineale che regola il ritmo sonno-veglia – che gli ormoni riproduttivi. Ossia si “prepara il terreno” all’insorgenza di alcuni tumori. La ricerca rivela che un ritmo circadiano alterato è associato a un elevato rischio di sviluppare il cancro, oltre alla correlazione si parla anche di progressione più veloce del tumore.
Non solo. Un altro gruppo studio ha evidenziato che nelle prime urine del mattino delle donne colpite da carcinoma mammario ci sono bassissimi livelli di melatonina (la fonte è il professor Franco Berrino, epidemiologo dell’istituto dei Tumori di Milano). E un lavoro condotto dall’università di Yale e pubblicato nel 2010 mostra che le varianti di un gene responsabile del regolamento del ritmo circadiano possono essere anche responsabili di alcuni tumori al seno.
Un’altra ricerca interessante apparsa nel 2009 su Cell Metabolism mostra le correlazioni fra dieta ricca di grassi, obesità e disturbi del sonno. Si è visto che alcuni topolini alimentati prevalentemente con grassi animali dormivano male. E che il loro sonno disturbato mandava in tilt l’equilibrio ormonale.
Al contrario un buon sonno riduce gli ormoni dello stress – adrenalina e cortisolo – stabilizza l’umore, fa funzionare bene il cervello. E protegge dai tumori.
Pratiche che allungano la vita:
1) APPARTENERE AD UN GRUPPO ED AVERE UN CHIARO PROGETTO DI VITA A CUI ATTENDERE. ( RISPONDERE AI PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA VITA: L’AUTONOMIA E L’ INTERDIPENDENZA)
2) COMBATTERE I RADICALI LIBERI (STRESS OSSIDATIVO, LEGGERE L’INTERO ARTICOLO SUI RADICALI LIBERI) E CONSIDERARE UN MIX DI PROVATE SOSTANZE ANTI-INVECCHIAMENTO, CON L’ASSISTENZA DEL PROPRIO MEDICO. SEGUIRE UN’ALIMENTAZIONE CORRETTA E NON ECCESSIVA EVITANDO UN ECCESSO DI GRASSI.
3) MANGIARE BASICO ALMENO ALL’80%, MANGIARE POCO SPESSO E BENE. MENO CIBO LUNGA VITA.
4) EVITARE GLI SBALZI DI GLICEMIA (QUANTITA’ DI ZUCCHERI PRESENTI NEL SANGUE)
6) MANTENERSI IN ESERCIZIO FISICO, EFFETTUARE SPORT
7) DORMIRE A SUFFICIENZA, CHI DORME POCO O MALE INVECCHIA PRIMA
8) EVITARE DI FUMARE, DI BERE ALCOOL E LE CARENZE DI ESPOSIZIONE AL SOLE ma anche le lunghe e/o improvvise esposizioni solari: il sole andrebbe preso sempre costantemente (non solo d’estate! D’inverno si può prendere anche in montagna…. Se si interrompe per “motivi di stagione” , riprendere gradualmente).
9) MANTENERE IN ATTIVITA’ IL CERVELLO, “NUTRIRE” LA MENTE CON NUOVI ASPETTI DELLA CONOSCENZA, POESIA, FILOSOFIA, ETC.
10) BERE ACQUA A SUFFICIENZA, ASSOCIANDO EVENTUALMENTE UN BUON BICCHIERE DI VINO ROSSO A PASTO
11) CONTROLLARE LO STRESS
12) CURARE IL PROPRIO ASPETTO FISICO, PELLE, DENTI, CAPELLI (LA CURA DI SE’ E’ IMPORTANTE ANCHE PER LA SALUTE DELLA PSICHE)
13) RESTARE IL PIU’ POSSIBILE LONTANO DA FONTI DI RADIAZIONI (HI-FI, TVM RADIO, ETC.)
14) IL SESSO VOLENTIERI
15) CERCARE DI VIVERE O PASSARE PIU’ TEMPO ALL’ARIA APERTA, LONTANO DAI CENTRI URBANI
16) L’UTILIZZO DEL DISPOSITIVO SANZA è il miglior sistema, il più efficace ed il più veloce oggi disponibile per riequilibrare IL CICLO CICARDIANO !
Lo studio danese. La prima ricerca, pubblicata su Occupational and Environmental Medicine, è stata realizzata da un team dell’Institute of Cancer Epidemiology di Copenaghen. Lo studio si basa sull’analisi di oltre 18.500 donne che hanno lavorato per l’esercito danese tra il 1964 e il 1999, delle quali 210 hanno avuto un tumore del seno tra il 1990 e il 2003. Le soldatesse sono state sottoposte a un questionario, insieme ad altre 899 colleghe che non hanno sviluppato la malattia, con domande che riguardavano turni di lavoro, stile di vita, eventuali terapie farmacologiche e tempo trascorso al sole. Alle partecipanti è stato inoltre chiesto di classificarsi come persone “mattiniere” o “pomeridiane”.
I risultati. Dai questionari, a cui hanno risposto 141 delle soldatesse con tumore e 551 di quelle sane, è emerso un incremento del rischio di sviluppare carcinomi mammari del 40% per le donne che avevano fatto almeno tre turni di lavoro notturno settimanali. Il rischio, inoltre, è risultato essere cumulativo: la percentuale per chi che avevano seguito questo stile di vita per più di sei anni è risultata più che doppia rispetto a quella di chi aveva lavorato solamente di giorno. Le più colpite in assoluto sono risultate le donne che hanno svolto turni di notte e che si sono classificate come “mattiniere”, con una percentuale quadrupla rispetto alle lavoratrici diurne. Night work and breast cancer: A population-based case–control study in France (the CECILE study)
Lo studio francese. Il secondo lavoro arriva dall’Institut national de la santé et de la recherche médicale di Parigi, ed è stato pubblicato su International Journal of Cancer. Questo studio ha coinvolto 1.232 donne colpite da tumore al seno tra il 2005-2008, i cui dati sono stati confrontati con quelli di altre 1.317 del gruppo di controllo. Il 13% delle donne con carcinoma mammario e l’11% del gruppo di controllo ha riportato di aver fatto turni di lavoro notturni.
Il ruolo della gravidanza. L’analisi dei dati ha dimostrato un aumento del rischio del 30% per quelle che hanno svolto turni di notte per un periodo di almeno quattro anni. Lo studio ha svelato inoltre che l’associazione tra lavoro notturno e tumori al seno è più significativa se i turni di notte sono svolti in un periodo precedente alla prima gravidanza, con un rischio che sale in questo caso dal 30% al 50%
Altre ricerche su cancro e migliori sistemi di cura:
Cura il cancro al colon con erbe, esperto: impossibile in 4 mesi. Grave l’abbandono terapeutico e il ricorso al ‘fai da te’. Importante recuperare la tradizione europea nelle cure fitoterapiche e il rapporto medico-paziente (un parere del dottor Maurizio Grandi, immunologo, oncologo e fitoterapeuta che da anni nel suo centro La Torre di Torino cura i pazienti con una saggia combinazione di rimedi fitoterapici, cure “tradizionali” e un’attenzione particolare al rapporto medico-paziente).
In base agli scopi d’uso indicati in questo articolo ci riferiamo all’utilizzo dei campi magnetici pulsati effettivi e non alla normale magnetoterapia di cui si sente spesso parlare e di cui esistono diverse forme, assai diverse tra loro sia in ordine agli effetti sia in ordine all’efficacia stessa dei trattamenti.
Il dispositivo che utilizza gli e-CEMP è parte integrante molto positiva di terapie e riabilitazioni utilizzate da migliaia di medici, ospedali e centri medici avanzati di tutto il mondo quale strumento di ausilio per il trattamento di moltissimi problemi di salute, sempre e sempre se
viene utilizzato rispettando le istruzioni per l’uso e le controindicazioni. Ancora può essere parte integrante adeguata delle cure preventive.
Si consiglia la sua applicazione soprattutto per i disturbi dell’apparato motorio, per le disfunzioni vascolari e per una serie di malattie degenerative.
Ulteriori informazioni sulle possibilità e i metodi di applicazione possono essere tratte dalla letteratura specializzata, su migliaia di pubblicazioni sulle principali riviste mediche più prestigiose, nonchè pubblicate su Pubmed (ricercando il termine inglese dei CEMP che sta per PEMF (Pulsating Electro Magnetic Fields).
Estensione d’uso e principio dell’azione biologica degli e-CEMP.
La magnetoterapia consiste nell’azione di un campo magnetico artificiale con determinati parametri sull’organismo umano. È quindi una terapia biofisica, durante la quale viene generato un campo magnetico pulsato a bassa frequenza su una grande superficie. Il campo magnetico pulsato con la sua azione influisce sulla permeabilità delle membrane cellulari causando un aumento e un’accelerazione
del metabolismo. Aumenta significativamente la circolazione sanguigna e l’ossigenazione delle parti del corpo su cui si applica il campo magnetico pulsato. Aumentando il ricambio metabolico e migliorando l’apporto di sangue ossigenato e di sostanze nutritive ai tessuti esposti si creano ottimali condizioni per la guarigione e la rigenerazione. È importante che il campo magnetico attraversi tutto l’organismo agendo su ogni cella.
Settori di uso potenziale:
Riabilitazione, ortopedia, chirurgia e traumatologia, dermatologia, neurologia, reumatologia, idroterapia, medicina interna, medicina dello sport, ginecologia, urologia, pediatria, gerontologia, odontoiatria.
Effetti terapeutici degli e-CEMP:
Le modificazioni biologiche nei tessuti createsi in seguito all’azione del campo magnetico pulsato a bassa frequenza possono essere sfruttate positivamente per tutta una serie di disturbi fisici. Gli effetti si possono classificare in sei gruppi fondamentali di cure ed azioni:
• antidolorifi co (analgesico)
• miorilassante (scioglimento degli spasmi)
• antiedemico (contro gli edemi)
• vasodilatante (dilatazione dei vasi sanguigni)
• disintossicante (eliminazione delle sostanze dannose) e accelerazione del ricambio metabolico
• curativo e rigenerante, antinfiammatorio, antireumatico
1. Effetto antidolorifico (analgesico) – il campo generato dagli e-CEMP, grazie all’induzione, causa la creazione della corrente nelle
fibre nervose che agisce bloccando il passaggio delle sensazioni di dolore, dal punto doloroso, attraverso il midollo spinale, fino ai centri cerebrali, e in conseguenza di questo e di alcuni altri meccanismi (aumento della creazione delle endorfine, contenimento delle infiammazioni e degli edemi, miorilassamento) il dolore viene represso. Anche l’aumento di deflusso delle endorfine e la regolazione del trasferimento degli ioni di calcio attraverso la membrana cellulare partecipano alla vasodilatazione, all’effetto analgesico e al raaserenamento. Dopo l’applicazione degli e-CEMP è stata dimostrata l’aumento dell’attività della lattato-deidrogenasi nella muscolatura
esposta (condiziona la degradazione dell’acido lattico che a sua volta stimola i ricettori nervosi causando il dolore). Un’azione antidolorifica particolarmente efficace è stata dimostrata dagli e-CEMP sulle sindromi dolorose radicolari e pseudoradicolari (sciatica, oppressione dei nervi per cause diverse).
L’effetto analgesico è quello principale per il quale la magnetoterapia viene utilizzata nella maggior parte delle persone. Essa trova impiego per una serie di malattie degenerative dell’apparato motorio, per vari stati post-traumatici e post-operatori.
2. Effetto miorilassante (scioglimento di crampi/spasmi) – scioglimento dei muscoli scheletrici. Grazie all’azione degli e-CEMP si accelera l’espulsione dei metaboliti acidi (miglioramento della perfusione, una maggiore attività della lattato-deidrogenasi) che causano l’irritazione dolorosa nei muscoli e nelle zone di infiammazione cronica. In tal modo i dolori vengono attenuati e gli spasmi
muscolari (le contratture) rilassati. Inoltre è stato dimostrato un notevole rallentamento della conduzione nervosa sugli arti inferiori negli sportivi, tale azione partecipa al miorilassamento (scioglimento dei muscoli). L’effetto miorilassante dei dispositivi sui muscoli della schiena (muscolatura paravertebrale striata che circonda la colonna vertebrale) attenua una serie di disturbi come ad esempio la rigidità della colonna cervicale, mal di testa, vertigini, perdita dell’udito, mobilità limitata, dolori che si’irradiano negli arti, ecc.
L’effetto miorilassante sulla muscolatura liscia genera un sollievo durante le coliche e il rilassamento della muscolatura scheletrica è la condizione indispensabile per la cura di tutti gli stati dolorosi dell’apparato motorio.
3. Effetto contro gli edemi (antiedemico) – L’accelerazione del metabolismo dopo l’applicazione degli e-CEMP permette un assorbimento più veloce degli edemi, avendo nello stesso momento un effetto fortemente antinfiammatorio e antidolorifico sulla zona affetta. Collocare gli applicatori del dispositivo degli e-CEMP sulla zona colpita (ad es. distorsione alla caviglia) e ripetendo le stimolazioni per 30 – 45 minuti 3 volte al giorno si può ottenere una notevole riduzione degli edemi e dei dolori. L’effetto antiedemico e antinfi ammatorio è
utilizzabile effi cacemente anche contro catarri delle vie respiratorie, sinusiti, gengiviti, riniti allergiche, ecc.
4. Effetto vasodilatatorio (miglioramento della circolazione sanguigna) – gli e-CEMP attivano la polarizzazione dei globuli rossi con una carica positiva. Agiscono contro l’impilamento (eritrociti a pila di monete), favorendo la loro dispersione e aumentando la superficie in grado di legare e trasportare l’ossigeno. Il sangue che è passato attraverso un campo magnetico presenta una capacità superiore di legare l’ossigeno (ossigenarsi). La polarizzazione dei globuli rossi influisce sul tono muscolare delle vene, delle arterie e dei capillari – che si allargano (la vasodilatazione) favorendo così il rifornimento perfetto dei tessuti con il sangue ossigenato e con le sostanze nutritive e l’eliminazione più veloce delle sostanze tossiche dalle cellule. Anche la pressione dell’ossigeno aumenta notevolmente. Gli e-CEMP influenzano positivamente la plasticità dei globuli rossi. I globuli rossi più fl essibili si adattano molto meglio agli ostacoli nel
circolo ematico. Contemporaneamente, l’azione degli e-CEMP riducono il rischio di coaguli del sangue (trombi). Durante l’azione degli e-CEMP viene attivato il parasimpatico ed effluiscono gli ioni del Ca2 (carbonic anhydrase), ciò porta al rilassamento della muscolatura dei vasi sanguigni (soprattutto degli sfinteri dei precapillari) e alla vasodilatazione. Tutto questo armonizza l’attività del cuore, la circolazione e la
pressione sanguigna. Gli e-CEMP si utilizzano sulle forme leggere della cardiopatia ischemica e delle ischemie degli arti inferiori e superiori, in caso di ulcere varicose che non guariscono e su tutti i disturbi alla perfusione sanguigna. I vasi sanguigni già chiusi non vengono ricanalizzati ma viene notevolmente allargato il letto vascolare collaterale nella pelle e nel tessuto muscolare.
L’effetto vasodilatatore è auspicabile per tutto il sistema vascolare infetto, dove è più difficile il flusso di sangue ossigenato, ossia in caso di disturbi ischemici degli arti, del cuore, del cervello, laddove il maggiore apporto di ossigeno aiuta a guarire e migliorare la funzione di tessuti e organi, agendo anche come antinfiammatorio.
5. Effetto disintossicante (purificante) – influenza l’intensità del ricambio metabolico. Gli e-CEMP penetrano il tessuto esposto in modo uniforme, cioè attraverso ogni singola cellula, inducendo basse correnti elettriche. Questo porta a una variazione del potenziale superficiale delle cellule, a variazioni di permeabilità delle membrane cellulari, a un aumento del flusso sanguigno, dell’ossigenazione, del rifornimento di sostanze nutritive e al migliore deflusso di prodotti metabolici dai tessuti esposti, presupposto base di ogni processo curativo.
Un metabolismo piů intenso, il deflusso e la disintossicazione dei prodotti nocivi sono l’inizio di tutti i processi curativi e rigenerativi. Ad es. esponendo la zona del fegato all’azione degli e-CEMP si stimola l’attività epatica accelerando e rendendo efficace il processo disintossicante in tutto l’organismo.
Gli effetti locali si ottengono mettendo l’applicatore sulle zone problematiche – muscoli, articolazioni, colonna vertebrale, ecc. Utilizzando un piccolo applicatore, grazie alla maggiore induzione, otteniamo un forte effetto locale, utilizzando l’applicatore con un campo di applicazione più grande, otteniamo un effetto metabolico significativamente positivo per tutto il corpo, nonostante l’induzione inferiore.
Quest’azione può avere un effetto positivo su una vasta gamma di malattie e stati, quali le malattie metaboliche come il diabete e la gotta, la rigenerazione dei tessuti dopo infezioni già superate (epatite, mononucleosi, danno tossico al tessuto) ma anche su eczemi e allergie.
6. L’effetto curativo e rigenerativo – è stato dimostrato sia per le ossa che per i tessuti molli e viene attribuito all’irritazione non specifica della membrana citoplasmatica dove viene attivata la catena metabolica che ha il compito di modificare il rapporto cAMP/cGMP con il successivo aumento dell’attivazione di osteoclasti, nel caso delle ossa. ( cAMP =cyclic adenosine monophosphate – cGMP=GMP ciclico=Guanosin-monofosfato ciclico )
Gli e-CEMP accelerano notevolmente la guarigione, attivano la crescita del nuovo tessuto (la costruzione veloce del tessuto osseo e la calcificazione) e favorisce l’aumento della sensibilità al paratormone.
Il campo magnetico pulsato a bassa frequenza è quindi utilizzato per accelerare la guarigione delle fratture, delle pseudoartrosi (che non guariscono), per consolidare le endoprotesi allentate e dolorose. Con l’effetto degli e-CEMP il livello di proteoglicani nella cartilagine aumenta quasi del 22% (secondo il dottor Chvojka), cosa che permette la guarigione e la rigenerazione della cartilagine che altrimenti sarebbe solo difficilmente influenzabile e in quantità limitata. L’accelerazione della guarigione è stata dimostrata non solo nelle ossa ma anche nei tessuti molli. Gli apparecchi degli e-CEMP agiscono positivamente sia sulle infiammazioni sterili (malattie reumatiche) che su quelle microbiche e sulla loro guarigione. Essi inducono un aumento dell’attività fagocitica, della produzione del superossido il quale sopprime la flora microbica ma allo stesso momento può essere fonte di peggioramento temporaneo, ad esempio durante le prime applicazioni in pazienti reumatici. L’attivazione successiva del superossido dismutasi porta la calma e le variazioni curative.
Risultati particolarmente efficaci si possono ottenere per le sindromi dolorose radicolari e pseudoradicolari (sciatica, oppressione di nervi con cause diverse).
Tale effetto è un insieme di altri effetti parziali che supporta la capacità naturale dell’organismo di guarire e di rigenerarsi.
Proprietà delle frequenze utilizzate negli e-CEMP
Gli impulsi di una polarità generata sugli apparecchi e-CEMPS devono avere sugli applicatori, in un certo punto, sempre la stessa polarità.
Basse frequenze: da 1 a 10 Hz (Prevalgono effetti analgesici, miorilassanti).
Frequenze medie da 10 a 15 Hz ( Prevalgono effetti antinfiammatori, adatte per le malattie croniche e degenerative, agiscono come vasodilatatori, contro gli edemi, migliorano la circolazione sanguigna e linfatica.
Alte frequenze fi no a 25 Hz (Prevalgono gli effetti stimolanti per favorire la guarigione delle ossa, delle condizioni post-traumatiche, delle ustioni e la guarigione in caso di malattie acute; effetti disintossicanti.
Frequenze oltre 25 Hz (26 – 162 Hz) ( Vengono utilizzate nei casi in cui abbiamo bisogno di intensificare ulteriormente l’effetto degli e-CEMP per alcuni tipi di disturbi, come ad esempio ustioni, fratture difficili da sanare e pseudoartrosi. Esse hanno lo scopo di favorire maggiormente la guarigione, la rigenerazione e la disintossicazione.
Nei casi in cui la causa del dolore locale sia in un punto diverso consigliamo comunque di applicare il campo magnetico pulsato mediante due applicatori su entrambi i punti contemporaneamente.
Per l’uso delle frequenze più elevate è opportuno consultare un medico che fornisca consulenza professionale per gli e-CEMP
Effetto della posizione degli applicatori
Fra gli applicatori disponibili scegliere sempre quello più adatto allo specifico piano terapeutico. Va posto il più vicino possibile alla superficie della parte del corpo trattata. Alcuni applicatori consentono di fissare gli applicatori alla parte del corpo colpita tramite una cinghia elastica. I migliori applicatori devono consentire il fissaggio sul corpo. In caso di necessità è bene usufruire di questa opzione, in quanto con la posizione esatta dell’applicatore si aumenta l’efficacia dell’applicazione (per i solenoidi che forniscono impulsi di campo magnetico spaziale è sufficiente infilare la parte del corpo trattata nello spazio del solenoide). Nel valutare l’idoneità dei singoli applicatori ci concentriamo sulla possibilità di collocare comodamente l’applicatore sul corpo, il più vicino possibile al punto colpito, inoltre valutiamo se è necessario un trattamento profondo (SOLENOIDE) o se è sufficiente l’uso dell’applicatore superficiale.
E’ vantaggioso utilizzare applicatori che assicurino l’attivazione graduale delle singole parti dell’applicatore e assicurino che la composizione o l’avvicinamento reciproco delle singole parti non riducano l’intensità del campo magnetico.
Conoscenza della causa dei disturbi
Un presupposto necessario dell’applicazione personalizzata è la conoscenza della causa dei disturbi. In base a tale conoscenza selezioniamo la frequenza che induca l’effetto desiderato. Per avere un effetto positivo su molti stati e disturbi alla salute è opportuno indurre più effetti successivamente o alternativamente.
Per esempio, in caso di disturbi con dolori forti, prima di tutto utilizziamo frequenze che inducono effetti analgesici, e, quando il dolore acuto cessa, passiamo poi alle frequenze che inducono effetti curativi o altri effetti richiesti.
Forma dell’impulso, intensità degli e-CEMP e vobulazione di frequenza
Una forma di impulso acuta ha effetto stimolante (AGO, TRIANGOLO), le altre forme (ROTONDA, RETTANGOLARE) agiscono contro il dolore e rilassano gli spasmi. La vobulazione di frequenza in sequenze di tre minuti favorisce un’azione costante dell’effetto desiderato. La vobulazione di frequenza ad impulso provoca maggiormente la reazione dell’organismo.
I singoli effetti e l’uso degli e-CEMP devono essere valutati secondo lo stato concreto e la reazione dei singoli pazienti. In caso di reazioni inattese interrompere l’applicazione! Consigliamo di continuare l’applicazione dopo il controllo da parte di uno specialista che stabilirà la procedura da seguire.
Quando si utilizza la magnetoterapia come parte del trattamento di disturbi ortopedici e simili, in alcune persone ci si può attendere un leggero aumento temporaneo della sensibilità. Nella maggior parte dei casi, si tratta della cosiddetta sindrome termale, spesso seguita da un notevole miglioramento dello stato. In questo caso si consiglia di non interrompere le applicazioni ma solo di ridurre l’intensità per 2 – 5 giorni.
.
Leggi i nostri articoli relativi ai CEMP qui di seguito
“Beati i poveri in spirito” recita l’apertura del Discorso della montagna di Gesù, meglio conosciuto come “Le Beatitudini”.
In questa cultura imperante in cui la spiritualità viene spesso relegata a livelli che oso definire ad un livello “al di sotto dei piedi” per poter essere dunque continuamente calpestata, in questo cultura delle regole delle leggi, anzi “della Legge”, rischiamo di perderci alcune sfumature che ai più potrebbero sembrare appunto dei piccoli dettagli Insignificanti, mentre invece È proprio lì la serratura che ti apre porte di fondamentale importanza.
Nell’articolo I nove segreti della sana longevità – The blue zones abbiamo scoperto che il primo dei segreti della salute e della longevità, del rimanere giovani è il mangiare poco, molto meno (vedi la regola dell’80%).
Abbiamo spesso osservato durante il cammino della nostra lunga ed ormai ventennale attività di rassegna delle più avanzate scoperte scientifiche e moderne metodologie per la salute (fin dai tempi di www.centrostudisalute.org), come un tema di fondo ricorrente risieda nell’applicazione di questa “legge”. Applica lo stesso principio anche il famoso Metodo Buteyko sulla respirazione, che ha permesso la guarigione da oltre 300 tipi di malattie a migliaia di persone in tutto il mondo, semplicemente “respirando meno”.
Nell’articolo Il Fabbricante di chiavi abbiamo scoperto il segreto della leggerezza, della brezza leggera, dell’energia elettrodebole. In agricoltura, per esempio con le tecniche agronomiche dell’Agricoltura della luce del carbonio, divulgate e sviluppate dalla Cooperativa Vino Nuovo, abbiamo verificato come un minimo stimolo di principi attivi secondo determinate procedure, sappia produrre risultati potentissimi (vedi l’esempio di alcune tisane inserite in fertirrigazione a seguito delle quali la pianta risulta molto più nutrita, forte e sana). Molte tecnologie basate sull’applicazione dei principi dell’energia elettrodebole, tecniche non invasive, senza effetti collaterali e sostanzialmente senza controindicazioni, permettono guarigioni altrimenti difficilmente possibili.
Il problema principale è dato dal fatto che queste tecnologie contrastano con l’ideologia imperante nella nostra epoca, che che è il sentirsi forte, il sentire l’energia che attraversa i muscoli, ma questo non rende coerente l’organismo, che ha bisogno di una attivazione verticale che parta dai livelli più bassi.
Questo, alcuni indirizzi terapeutici lo hanno compreso da molto tempo.
Significa che se io do un piccolissimo ammontare di energia, i domini di coerenza in basso lo accumulano e cominciano a oscillare. Questa comporta che iniziano a oscillare i livelli superiori. Se questo minimo stimolo dura per un po’ di tempo, una grande energia caotica viene sommata e produce una grande energia coerente.
È come fare un milione di euro tutto in monetine da un centesimo.
Questo principio che contraddice l’opinione comune per la quale per produrre un grande effetto ci vuole una grande causa, venne capito a metà dell’ottocento da due grandi fisiologi tedeschi (legge di Weber e Fechner in psicofisiologia: più piccolo lo stimolo, più grande la risposta).
La Psicofisiologia è la disciplina che studia i correlati fisiologici dei processi psicologici. (vedi Weber e Fechner)
La risposta di un organismo a uno stimolo non è proporzionale allo stimolo, ma al logaritmo dello stimolo. (il logaritmo è il num. di zeri che ha un numero. Di 10 è 1. Di 1000 è 3. Di 1 è 0 zero. Di 0,1 è -1. di un millesimo è -3)
Più piccolo è lo stimolo più grande è la risposta ma con il segno meno davanti. Che vuol dire questo ? che non è una risposta outbound, ma inbound, cioè l’organismo risponde trasformando se stesso.
Applicare gli stimoli più piccoli possibili per avere una grande risposta trasformativa!
Siamo nei tempi dello stress e dell’ansia, perchè molto carenti nella nostra capacità di dare e ricevere amore, cioè nella nostra spiritualità.
Timore di insuccesso e bassa autostima (non solo sessuale), eccessiva compiacenza verso il partner o riserve nei suoi confronti, conflitti e/o incomprensioni, eccessivo bisogno di procurare piacere al partner o ansie da prestazione, riluttanza inconsapevole ad una buona sessualità, auto-sabotaggi inconsci (programmazione inconscia al fallimento sessuale), dipendenza dalla pornografia (specie se vissuta come metro di paragone… paure legate alle dimensioni del pene, alla durata della prestazione, auto-monitorizzazione del pene durante il rapporto sessuale) e masturbazione compulsiva, entrambe sempre più diffuse. Repressioni di tipo morale o religioso (il sesso visto come peccato), conflitto di valori o altre convinzioni limitanti (sconosciute ai più o troppo spesso sottovalutate). Infine le più gravi: dipendenza relazionale, mancanza di autonomia (la sessualità richiede una buona capacità ed equilibrio di interdipendenza, cosa che è possibile solo a chi gode di una buona autonomia) et dulcis in fundo… l’ ignoranza (concezioni totalmente errate sulla sfera sessuale femminile o maschile).
Uso di antidepressivi, alcol, fumo, droghe o farmaci… Vestiti inadatti, troppo stretti o con materiali scadenti ed inquinanti, junk food, creme e saponi tutt’altro che sani… mancanza di attività fisica. Queste sono le cause più diffuse che maggiormente contribuiscono ai vari tipi di disturbi, il più delle volte di più immediata soluzione: disfunzione erettile, impotenza, eiaculazione precoce per i maschi. Difficoltà di orgasmo, poco desiderio, addirittura frigidità e vaginismo (o dall’altra parte ipersessualità e ninfomania) da parte delle femmine, sempre più spesso tendenti a recitare ruoli che fino a qualche tempo fa era tipico dei maschi.
Quello della sessualità è probabilmente il campo in cui il Web ha inciso più effettivamente nell’informazione, specie dei giovani.
Un tempo erano i genitori o gli amici ad iniziare a questo tipo di informazione. Ora il web è padre, madre, amico, dottore, sacerdote, scuole, tata… tutto! Assieme agli altri mass media, fin dalla prima infanzia.
Basti pensare che secondo Alexa, una compagnia del gruppo Amazon che si occupa di statistiche nel web, in Italia abbiamo oltre 1 sito porno ogni 10 tra i primi 100 siti più cliccati nel Bel Paese (il primo già attorno alla trentesima posizione, quindi prima di siti di massa come WhatsApp e subito dopo i grandi siti istituzionali (i vari Google, i grandi social, i grandi quotidiani).
Eppure nel Web esiste anche una produzione di discorso sessuale che non ha equivalenti in nessun altro luogo sociale e che non è pornografia.
Nel 1936, Wilhelm Reich scrive se che l’educazione sessuale dei suoi tempi è diseducativa perché si limita alla biologia, senza toccare gli aspetti psicologici, che sono quelli a cui gli adolescenti sono più interessati.
Oggi se c’è un problema dunque con chi si parla? Con chi ci si confronta?
I mass media sono i principali educatori (non solo sessuali) della nostra epoca.
Con l’intimità anonima di Mamma Community on line, con i forum… (decine di migliaia di messaggi in 20 forum sulla sessualità solo in questo mese). I gruppi virtuali, dove la tua prima identità è quella del nickname che Mamma Community, attraverso il suo spirito ti ha assegnato. (… eh si, il “nome”, quello che ti assegna Spirito Santo ispirando i tuoi genitori, quello che contiene l’indicazione dei tuoi talenti e quindi del tuo Progetto, che ti accompagna nella Vita durante il tuo cammino di Ricerca del Nome, ultimamente ha preso qualche brusca deviazione!) (magari forzata dai nostri media, di fronte ai quali molti nostri bimbi fin da piccoli vengono parcheggiati…)
Se c’è un problema di impotenza, dunque? ( sempre più diffuso proprio tra i giovani..) Impossibile parlarne con la partner (imbarazzo, vergogna…), raramente con gli amici, ancora più difficile con il medico (il medico generico è troppo “di famiglia”, l’andrologo implica classificare il proprio ‘fastidio’ come patologia… e poi dei medici chi si fida più?…”mica è una cosa grave!”).
Certe volte è solo un’indicazione che il partner è quello sbagliato…
Quando usare il Viagra (o Chalis o simili), il giovane (e meno giovane) lo chiede al forum e non al medico. È più immediato, più semplice.
Per i giovani i fallimenti vengono considerati episodici, alle difficoltà della prima volta, ai partner sbagliati, considerandoli più problemi psicologici che fisici. Per cui sono ancora relativamente pochi i giovani che usano il farmaco. È considerato già fondamentale invece dopo i 40 anni, non solo come terapia per una disfunzione, ma come sostegno occasionale, sia per facilitare la rimozione di blocchi psicologici, sia semplicemente come pillola di sicurezza.
Molte relazioni affettive sono finte… ma prese per vere. Allora il corpo si ribella e dà segnali che bisogna imparare a leggere..
Pochi per la verità, tra quei pochi che dicono di “essere andati” dal medico, affermano di aver trovato soluzione. Ma questo è un problema vecchio come il mondo: da una parte pochi medici sono preparati e specializzati nel gestire la parte biofisica dell’organismo, dall’altra è ovvio che quando sono in ballo parti così importante della psiche come tutto che attiene alla sfera sessuale, per risolvere il problema è spesso necessario cambiare stile di vita. Ciò significa prima cambiare il proprio modo di pensare a proposito delle proprie relazione affettive e di tutto “il collegato”.
In attesa che tutto questo possa avvenire, spesso effetto di una maturazione che abbisogna di tempi adeguati, la scienza ci viene in soccorso con dei dispositivi che spesso si rivelano risolutivi, evitando lo svantaggio degli effetti collaterali e delle controindicazioni tipiche dei farmaci. In tutti i casi viene dato più tempo a queste persone, senza che nel frattempo avvengano delle degenerazioni a livello organico.
Tra i 40 tipi di applicatori sono previsti anche quelli adatti agli organi sessuali.
Stiamo parlando dei CEMP (CAMPI ELETTROMAGNETICI PULSATI), i quali riescono intervenire in modo efficacissimo su diverse funzioni come quello delle fertilità e su diversi sistemi organici, come nel ripristino del microcircolo e nella vasodilatazione (permettendo per esempio in aumentare in modo naturale il turgore dei corpi cavernosi e concorrendo in maniera determinante all’erezione del pene).
Questi dispositivi dispongono di una versione approvata dal sistema sanitario nazionale per l’uso domestico, potendo attivare dei programmi specifici, che non necessitano dell’intervento medico. Le controindicazioni sono minime, sostanzialmente quelle assolute sono solo per donne in gravidanza, portatori di pacemaker, malati epilettici e poco altro.
Va detto però che i dispositivi con tecnologie più evolute sono elettromedicali utilizzabili solo dal medico, il quale ha la professionalità di determinare quando abbiamo a che fare con patologie e le opportune terapie. Consigliamo dunque in tutti i casi una prescrizione medica, anche quando non fosse necessaria. La prescrizione medica da comunque accesso alla vasta gamma di convenzioni ed agevolazioni determinate dal sistema sanitario nazionale e dalle assicurazioni in ambito privatistico, che portano in molti casi al al rimborso totale delle cure o del costo dei dispositivi.
Questi dispositivi sono molto utili anche perché garantiscono una moltiplicazione dell’assorbimento dei principi attivi dei vari alimenti, integratori o farmaci che dovessero essere assunti a seguito delle varie prescrizioni specialistiche. Un tipico esempio di Principio naturale sul quale si sta facendo ricerca scientifica è quello della l-citrullina, facilmente estraibile per esempio dall’anguria come indicato in questo articolo Gli straordinari effetti dell’estratto di anguria (…e di melone).
Di estrema facilità nelle possibilità d’uso del FAI-DA-TE va ora di moda nei paesi di lingua tedesca, anche lo StarQi, Dispositivo relativamente a basso costo (circa 900 euro), ma che si può noleggiare od acquistare con somme di 50 euro al mese e inferiori. È possibile scaricare l’applicazione nel proprio telefonino che stiamo velocemente traducendo in italiano e che è già disponibile per oltre il 60% del testo. Prevediamo di completarla entro settembre 2016.
StarQi Appfür Androidfür iOS (Apple)
Sono anche disponibili corsi di formazione qui in Italia per l’uso ottimale del dispositivo, sia per la la classe medica sia per i loro pazienti. Oppure per le persone comunque interessante, visto il suo largo utilizzo nel mondo sportivo e da parte di professionisti quali personal trainer, e mental coach, Molto utilizzati dagli sportivi professionisti, in quanto con questi strumenti si può operare anche nell’ottimizzazione dei vari neurotrasmettitori cui e equilibrio è fondamentale in gran parte delle discipline sportive.
Il dispositivo StarQi può essere acquistato nel sito di QantiQa a partire dalla fine di luglio 2016 a seguito del corso del 30 luglio 2016 a Capriccio di Vigonza (Pd) Corsi sull’utilizzo del dispositivo StarQi vengono tenuti con cadenza quindicinale presso la sede di Padova dei Lab. QantiQa Biophysical Research o presso le sedi in cui vengono organizzati e di cui anche noi diamo notizia nel nostro sito.
Il seminario per medici e addetti ai lavori (per esempio preparatori atletici, fisioterapisti, personal trainers, esperti di medicina sportiva etc.) si terrà presso la nostra sede in Capriccio di Vigonza dalle ore 10.00 alle ore 17.00 di sabato 30 luglio 2016. Per iscrizioni (gratuite al seminario) scrivere a info@movimentosereno.it o telefonare al 049 2953614 –342 1279017 – 3929896413.
Il seminario verrà tenuto alla presenza di un interprete dall’inglese all’italiano da un team austriaco organizzato direttamente dal responsabile dello staff StarQi DI Markus Mayer e con Christoph Pliessnig (direttore scientifico della StarQi GmbH www.starqi.com con sede in Othmar-Jaindl-Weg 2, A-9523 Villach, Austria – UID: ATU 67348248, FN 382657g, LG Klagenfurt).
Per quanto riguarda la disfunzione erettile, particolare risalto ci sentiamo di dare a questo nuovo strumento che sta solo ora entrando in Italia, già di notevole successo nei paesi di lingua tedesca. Lo StarQi ha assunto il suo payoff (slogan commerciale) principale “sex up your life”, proprio per questa ragione. Questo strumento a bassissimo costo ha ingegnerizzato ed ottimizzato alcune soluzioni proprie della medicina cinese tradizionale in relazione al trattamento dell’energia, con il sistema informativo utilizzato dal nostro organismo, studiato dalla biofisica e scoperto dalla medicina occidentale. Sull’utilizzo di questo strumento, estremamente facile da usare, sono comunque previsti corsi in tutta Italia, per integrare le conoscenze sulla medicina tradizionale cinese, sia per chi ne avesse bisogno sia anche per chi fosse solamente interessato per motivi culturali alla medicina cinese.
Corsi StarQi in Italia
Per richiedere la data e la zona del prossimo corso Starqi scrivi a info@movimentosereno.it.
I Corsi StarQi riguardano la correlazione tra i principi scoperti dalla moderna Ricerca Biofisica (su cui esistono oramai migliaia di studi in doppio cieco pubblicati) con quelli della Medicina Cinese Tradizionale e vengono svolti con cadenza mensile presso la nostra sede di Capriccio di Vigonza (Pd). Per le altre sedi vedi il calendario o richiedi alla nostra segreteria per organizzare corsi in altre zone d’Italia.
Per informazioni e contatti, Per essere messi direttamente in contatto con le compagnie importatrici in Italia o gli Studi Medici ed Ambulatori convenzionati tel QantiQa Biophysical Research – Padova 049 2953614342 1279017 – 3929896413 – o scrivere a info@movimentosereno.it
[Le informazioni non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni e alle indicazioni dei professionisti della salute che hanno in cura il lettore. Questi consigli non costituiscono in alcun modo una prescrizione medica, consultare sempre un medico competente prima di iniziare qualsiasi nuovo programma alimentare e di stile di vita.]
Prosegue con successo il programma di medicina sociale di movimento sereno, che consente a tutti i soci di sperimentare in via del tutto gratuita le più moderne tecnologie, oggi disponibili al mondo.
Kim Bong-han 1916-1966 ( scomparso nel 1966?)
I risultati di questo mese di agosto sfiorano il 100%, tali da sorprendere prima di tutto noi stessi su un simile grado di efficacia e su una così vasta tipologia di dolori che praticamente spazia tra quasi tutti i tipi di dolori fin qui conosciuti: biofotoni, quelli studiati dalle nuove scoperte coreane relative al PSV (Primo Sistema Vascolare) ( validate solo nel 2008, ma già conosciute con Bong Han fin dagli anni ’60 del secolo scorso), tecnologie agli infrarossi, campi elettromagnetici pulsati, microcorrenti, PST e magnetoterapia di ultima generazione, cioè tutte tecnologie che utilizzano la famosa energia elettrodebole, le onde a bassissima frequenza dei campi magnetici ultra deboli. Se e quando serve, integrazioni con sedute di ozonoterapia. Nessun farmaco, al massimo qualche integratore , naturale. Una buona alimentazione a 360 gradi. semplice, gustosa, varia, naturale. Facile da seguire, in base ai propri gusti.
Il dolore costituisce una delle cause più frequenti che porta alla consultazione del medico da parte dei pazienti. Il suo inquadramento ed il riconoscimento delle cause che lo generano indirizzano al corretto e razionale trattamento. Questa è la principale questione: le cause sono quasi sempre di natura personale e difficilmente sono uguali a quelle di altri, anche se il dolore sembra essere simile o addirittura lo stesso.
Quello che è certo (ed è ciò di cui ci occupiamo con una significativa rilevanza e ci contraddistingue rispetto ad altri tipi di approcci medici) è che le cause possono non essere esclusivamente fisiologiche. Cioè non sono esclusivamente di tipo biochimico: conta anche il pensiero, cioè il dialogo interiore e tutto ciò che contribuisce alla materializzazione nell’organismo dei nostri modi di pensare (con tutti i neurotrasmettitori che il nostro cervello da ordine di produrre e che possono essere indagati, ritrovati, misurati e modulati sia con l’utilizzo di principi attivi naturali, sia con pensieri di altrettanta potenza (modificando così il nostro dialogo interiore).
Rita Levi-Montalcini (1909-2012)
Già Rita Levi Montalcini studiando il comportamento delle cellule neuronali aveva dimostrato (e preso il Nobel) che i neuroni comunicano tra di loro attraverso scambi di informazioni di tipo elettromagnetico.
Allora perchè i neuroni si e le cellule del pancreas piuttosto che quelle del fegato o di altri organi no?
Luc Montagnier (Chabris, 18 agosto 1932)
La risposta è si, ma certo! Perché nella cellula (lo continua a ripetere anche un altro insigne Nobel per la medicina, Montagnier) abbiamo il DNA, che è una doppia elica collegata (tra i due filamenti che formano l’elica) con delle proteine. Dal punto di vista elettronico questo circuito così formato, in fisica si chiama “circuito oscillante” ovvero quel circuito che permette di emettere delle onde elettromagnetiche. Se un circuito emette onde vuol dire che è in grado anche di riceverle e questo è il nuovo principio di cui parla sempre Montagnier.
Questo principio rappresenta la nuova frontiera della medicina e questa medicina è finalmente atterrata anche tra noi comuni mortali. Siamo nei tempi giusti perché possa essere applicata a basso costo su larga scala. Coniugando la chimica, o meglio la biochimica, con i principi della fisica che è quella scienza che studia il comportamento dell’ultra piccolo, la struttura dell’atomo ed il suo comportamento, è proprio da questo incontro, unendo medici di un certo tipo ai fisici ed ai biochimici, è proprio dall’interazione di queste scienze che stiamo ottenendo risultati senza precedenti.
( CONTINUA )
Per informazioni e contatti, per iscrizioni ed essere messi direttamente in contatto con gli Studi Medici ed Ambulatori convenzionati tel QantiQa Biophysical Research – Padova 049 2953614342 1279017 – 3929896413 – o scrivere a info@movimentosereno.it
IL DISPOSITIVO SANZA E’ ATTUALMENTE L’UNICA MACCHINA AL MONDO IN GRADO DI SVOLGERE TUTTE LE FUNZIONI SOTTO DESCRITTE.
1. Brevetto mondiale di Sanza sulle FREQUENZE DI FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO. Nonostante gli studi scientifici moderni sul funzionamento del sistema nervoso autonomo datino qualche decennio, siamo ancora ai primi stadi di conoscenza. Ciononostante la macchina Sanza di Santerra utilizza, unica al mondo, una scoperta sensazionale: le frequenze del nostro sistema nervoso autonomo sono organizzate in modo assai complesso. Alcuni campi sono organizzati in base a delle “frequenze madri” all’interno delle quali funzionano delle “frequenza figlie”.
2. Intervalli delle frequenze utilizzate: sono i più ampi disponibili oggi tra i dispositivi acquistabili liberamente nel mercato e con intensità molto elevata (fino a 10.000 microtesla). Normalmente le macchine classiche di magnetoterapia utilizzano onde di intervalli più ristretti e normalmente nel mercato le macchine che utilizzano intensità di 10.000 microtesla costano tutte oltre i 10.000 euro e sono disponibili solo in locazione (non sono acquistabili). Nonostante questa maggior qualità dunque, le macchine Sanza di Santerra sono quelle a minor prezzo e sono acquistabili.
Importante: sia i segnali che le frequenze sono impostabili liberamente.
3. Tutte e quattro le forme d’onda delle fisiologia umana. Normalmente le normali macchine di magentoterapia classica utilizzano solo la cosiddetta “onda quadra”. Sanza di Santerra utilizza tutte e quattro le onde delle fisiologia umana.
4. Le onde utilizzate sono tutte bipolari, quindi intere.
5. Combinazione di un prodotto medico high-tech con varie applicazioni di vari scienziati premi nobel, all’avanguardia della ricerca, della nuova biologia.
Abbiamo unito i risultati delle varie scuole di studio e filoni di ricerca mondiale: della scuola orientale, di quella russa, di quella tedesca, di quella americana. Sperimentazione clinica pluriennale in tutte le principali cliniche austriache e all’università di Karlsruhe. Utilizzate da diverse squadre di serie A di calcio, dalla squadra di discesa austriaca di sci, da vari olimpionici.
Oltre a quelle già citate in particolare sono inserite le seguenti applicazioni:
1. ePST (particolarmente per le articolazioni),
2. MRT (terapia di risonanza magnetica, bassa intensità, terapia di regolazione),
3. HUELLKURVEN (campo di forze controllato che con 2 generatori garantisce una frequenza di generazione di segnale di impulso)
4. LASER (i biofotoni forniscono subito energia al tessuto carente, che è utilizzata per la formazione di energia nella cellula (ATP) ed avvia subito la fase di rigenerazione. (collegabile con HUELLKURVEN)
5. BFS (microcorrente di una composizione particolare di frequenza, frequenze per depurazione del sangue, attivazione delle cellule immunitarie, frequenza di sistema di armonizzazione delle energie corporee).
Tanti accessori relativi a scoperte di più scienziati premi nobel uniti ed implementati tutti in un unico dispositivo. L’effetto è sensazionale!
Osserviamo normalmente la riattivazione velocissima del microcircolo, crescita del tessuto osseo fino al 20%, crescita di alcuni tessuti nervosi pari ad 1 millimetro ogni 10 giorni (sperimentazione ancora in corso), ripresa equilibrata del ciclo giorno-notte (importanti studi dimostrano correlazione tra gli squlilibri del ciclo cicardiano ed i tumori).
Nel dicembre 2012 Santerra, La ditta produttrice di Sanza, ha ottenuto la prestigiosa PATENT, certificato che viene concesso dallo scrupolisissimo ente di ricerca del Governo Tedesco.
Dopo cinque anni di ricerca in tutto il mondo è stata classificata come il migliore dispositivo oggi esistente per l’ottimizzazione e massimizzazione dei benefici delle biofrequenze vitali dell’0rganismo umano, tutto questo naturalmente ed ufficialmente secondo il governo tedesco.
Ogni certificato è valido in tutto il territorio della comunità europea, registrato anche in Italia.
Infine la prestigiosa certificazione TUV del Governo Austriaco, in quanto SANZA viene utilizzata da anni in tutti i principali ospedali di quel paese. Il certificato TUV sostanzialmente certifica che ciò che vien dichiarato dal costruttore del dispositivo corrisponde a verità. In poche parole ciò che si dice nel manuale è vero (questo logicamente secondo il governo austriaco). (clicca qui)
Segue un filmato che mostra il sangue di una persona malata prima e dopo l’utilizzazione della macchina Sanza.
Video sugli effetti di Sanza sulla “PULIZIA E DETOSSIFICAZIONE DEL SANGUE”
Comparazione tra Sanza ed un altro dispositivo generalmente reputato come uno dei migliori del mercato.
Dispositivo Bemer visto lateralmente
Passaggio 1 Bemer laterale. a 20 cm dal fondo
Foto del dispositivo Bemer con barra laterale sulla quale è istallato dispositivo per il controllo qualità.
Passaggio 1: Bemer laterale a 20 cm dal fondo
Passaggio 1: Come evidenzia lo strumento in questa parte del materassino non viene emessa la frequenza corretta. Naturalmente in un materassino di buona qualità la frequenza deve essere emessa uniformemente in tutta la superficie.
Di seguito le stesse misurazioni effettuate su Sanza:
In ultima analisi, si evidenzia con Sanza un’ampiezza e lunghezza dell’onda sinusoidale decisamente più efficace rispetto ad analogo dispositivo.
Siamo a disposizione di chiunque voglia approfondire l’argomento con possibilità di fornire l’opportuna documentazione.
PUBBLICAZIONI PUBMED riguardanti con precisone le tecnologie SANZA:
Klinische Wirksamkeiten der Magnetfeldtherapie – eine Übersicht. Universitätsklinik für Physikalische Medizin und Rehabilitation – Wien PMID 10897384
Wolsko PM et al.: “Double-blind placebo-controlled trial of static magnets for the treatment of osteoarthritis of the knee: results of a pilot study”. Altern Ther Health Med (2004) 10:36-43. PMID 15055092.
Reeser JC et al.: “Static magnetic fields neither prevent nor diminish symptoms and signs of delayed onset muscle soreness”. Arch Phys Med Rehabil (2005) 86:565-70. PMID 15759245.
Eccles NK: “A critical review of randomized controlled trials of static magnets for pain relief”. J Altern Complement Med (2005) 11:495-509. PMID 15992236.
Importante! Bere sempre molta acqua pura prima e dopo ogni terapia per agevolare l’espulsione delle tossine rimosse dalle cellule!
L’asta per i biofotoni sanza è l’applicatore utilizzato per la fototerapia, detta anche terapia con biostimolazione biofotonica, laser a bassa intensità o soft laser.
La luce emessa dai biofotoni è di un color rosso ben visibile e ha una lunghezza d’onda di 658 nm. Questi fotoni sono importanti per generare un livello energetico adeguato per l’organismo e per favorire i processi cellulari e di guarigione.
Mentre i campi magnetici attraversano il corpo e si attenuano man mano che si allontanano dalla sorgente d’origine, la luce viene assorbita.
La pelle chiara presenta una sorta di “finestra ottica” attraverso la quale la luce rossa riesce a penetrare facilmente. L’energia della luce viene sfruttata, per esempio, per formare il legame chimico ATP (adenosina trifosfato).
L’ATP rappresenta la riserva di energia della cellula e si riforma di continuo al suo interno, per mettere a disposizione, su richiesta, un quantitativo di energia sufficiente per le funzioni cellulari.
I biofotoni consentoo di lavorare a livello locale su tutta la zona interessata. Passandolo sopra un muscolo contratto, per esempio, la pelle lentamente si distende. Analogamente, in presenza di una ferita si può trattare l’area corrispondente. I biofotoni rendono possibile il trattamento dei punti dolorosi e dei trigger points. Con i biofotoni si possono stimolare i punti meridiani (non in maniera invasiva come con l’agopuntura) ed esercitando una leggera pressione con la punta dell’applicatore sul tessuto si può applicare agopressione.
I fotoni emessi da un diodo si propagano tutti in fase (in modo coerente) con la stessa lunghezza d’onda (monocromatico) e con una deviazione minima (divergenza). Si spiega così l’energia elevata dei biofotoni. L’effetto dei biofotoni a bassa intensità (biolaser) viene descritto come antiflogistico (antinfiammatorio), analgesico (antidolorifico), antiedematoso (elimina l’acqua dai tessuti), rigenerativo (curativo) e revulsivo (stimola laolazione sanguigna).
Queste proprietà spiegano l’impiego dei biofotoni.
Stimola la guarigione (in prima e in seconda intenzione) delle ferite. Il biolaser, quindi, può essere impiegato anche per problemi di natura chirurgica e ortopedica. Quando invece si tratta di favorire il processo di rigenerazione, allora i biofotoni a bassa intensità torna utile nella terapia fisica, nello sport e nella cosmetica. Anche problematiche di tipo dermatologico, odontoiatrico, urologico, ginecologico e neurologico rispondono bene a questa forma di trattamento con i biofotoni. In ogni
caso, prima di iniziare la cura ci vuole una diagnosi.
Giovani e meno giovani traggono uguali benefici dall’impiego di questa tecnica.
Gli occhi non devono mai essere esposti ai raggi diretti. Poiché i raggi di luce vengono deviati nei tessuti, questi possono colpire
anche indirettamente la retina. Se l’occhio, pur non essendo trattato direttamente, percepisce comunque la luce rossa, occorre modificare l’angolo di irradiazione in modo che il fascio luminoso non sia più visibile.
Anche i pazienti con pace-maker possono ricorrere al biolaser. Si può infatti intervenire in maniera sistematica attraverso i punti riflessi delle mani o dei piedi, ma anche con la stimolazione dei meridiani.
La durata del trattamento varia a seconda del problema, dipende dalla potenza dei biofotoni (mW) e viene adeguata alla combinazione con gli inviluppi sanza.
Si può abbinare l’uso dei biofotoni a tutti gli applicatori dei segnali degli inviluppi sanza (campo magnetico). La sinergia delle due
terapie accelera il processo e migliora il risultato finale.
La combinazione delle applicazioni aiuta le cellule a riacquistare rapidamente uno stato energetico favorevole (possibilità terapeutica) o a conservare uno stato già buono (profilassi).
Con il dispositivo a biofotoni Sanza, uno dei dispositivi in dotazione, si può praticare anche una agopuntura di tipo non invasivo, stimolando i punti energetici indicati dai meridiani del corpo umano (canali energetici secondo la medicina cinese classica).
Ricordiamo che questi punti vanno utilizzati in modo assolutamente personalizzato e serve inoltre un’approfondita conoscenza sulle modalità di stimolazione, onde evitare, per esempio, di andare ad ulteriormente stimolare punti che sono già in eccesso energetico.
In fondo all’articolo vi proponiamo alcuni punti fondamentali da stimolare con i biofotoni di Sanza con delle immagini che vi indicano i punti più importanti e di facile utilizzo. ( alcune parti dei testi sono tratti da http://www.mednat.org/cure_natur/agopuntura.htm )
PUNTI PER L’ACUFENE
I punti sono tre:
1. in corrispondenza dell’entrata del nervo uditivo come nella foto,
2.dentro al condotto uditivo e
3. dietro all’orecchio come nella foto.
Un ottimo sistema che indica in tempo reale tutti i punti di misurazione e di regolazione energetica per qualsiasi tipo di dispositivo di cura e di trattamento biofisico, avvisando in caso di eventuali errori e controllando continuamente se i punti sono corretti è il dispositivo StarQi.
Segue una rassegna di foto che mostra i punti più utilizzati dai vari tipi di “penne” e dispositivi biofotonici. Nel caso della penna Sanza, se non siete sicuri di cogliere esattamente il punto giusto, potete allontanare di qualche centimetro la penna dalla pelle, in modo da allargare l’area di attività del raggio rosso ed aumentare così facendo, le probabilità di puntare in modo più efficace i biofotoni :
• Applicazione intensiva e di precisione di Hüllkurven magnetiche (le Hüllkurven brevettate secondo il Prof. Dr. Ing. K. Bretz. Test scientifici hanno dimostrato che le Hüllkurven migliorano gli effetti biologici degli impulsi magnetici nel corpo. Le Hüllkurven prodotte da due generatori di segnale trasmettono al corpo, tramite gli applicatori selezionati, segnali e impulsi di intensità e frequenze ben definite, in forma di bande di frequenza )
• Per lesioni, infiammazioni, dolore, acufene
• Per agopuntura “senza aghi”
• Combinazione esclusiva di campi magnetici a impulsi e funzione soft-laser
Dati tecnici: Lunghezza 18,5 cm. Diametro 2,5 cm. Peso 0,268 kg. Densità del flusso /Intensità10 – 1.250 µT.
Funzione soft-laser: Potenza 5 mW. Lunghezza onda 658 nm.
Profondità di penetrazione 1,6 cm. Classe di protezione laser 2 (con codice di sicurezza).
Per il trattamento con i biofotoni non esistono controindicazioni assolute.
L’occhio non va mai esposto alla luce diretta dei biofotoni. Il fascio di luce viene deviato nei tessuti e può colpire la retina, anche se non è stato indirizzato direttamente verso l’occhio.
Appena l’occhio vede la luce rossa, occorre modificare l’angolo di irradiazione in modo che il fascio luminoso non sia più visibile.
Seguono varie mappe che indicano i punti energetici principali
Inizia nell’angolo interno dell’occhio e attraverso la fronte raggiunge la sommità della testa; da qui si diparte per un breve tratto secondario che entra nel cervello. Il tratto fondamentale, invece, continua il suo percorso lungo la parte posteriore del capo e, giunto in prossimità del collo, si divide in due diversi tratti. Il primo, più interno, si sviluppa lungo la schiena parallelo alla colonna vertebrale. Nella regione lombare si dirama a sua volta: un tratto entra nella regione lombare e raggiunge la vescica passando attraverso il rene; l’altro prosegue, lungo le natiche e la parte posteriore della gamba, fino al ginocchio dove si ricongiunge con il secondo tratto che, esternamente, giunge dalla spalla scorrendo parallelo al primo. Il meridiano prosegue lungo il polpaccio, gira intorno al malleolo e dopo aver percorso la parte laterale esterna del piede termina sulla punta del quinto dito (dove si collega con il meridiano del rene). Mancanza di tensione: si manifesta a volte con sudorazione notturna e ansietà; può provocare congestione nasale, pesantezza e dolori agli occhi, cefalea occipitale, minzione frequente, freddo alla schiena, tendenza a incurvamento del dorso, disturbi all’utero e infiammazione dolorosa della vescica urinaria. Eccesso di tensione: può portare a dolori della nuca e alle vertebre cervicali e toraciche, tensione dei muscoli delle spalle, congestione nasale. Può inoltre provocare infiammazione e disturbi a carico della vescica e della prostata nonche’ tensioni a carico del sistema nervoso vegetativo. Come quello del rene, il meridiano della vescica controlla la funzionalità degli organi preposti alla depurazione; controlla infatti l’eliminazione dell’urina. Le sue funzioni sono collegate al mesencefalo, che coopera con gli ormoni surrenali e ipofisari. è collegato con il sistema neurovegetativo.
Ha origine nel punto terminale del meridiano dei polmoni e cioè nella punta del dito indice. Percorre in superficie la mano lungo il lato radiale dell’indice e l’avvallamento tra questo dito e il pollice; sempre in superficie raggiunge il gomito, risalendo il bordo della parte laterale dell’avambraccio, e giunge alla sommità della spalla percorrendo il bordo della parte anteriore del braccio. Qui si divide in due diversi tracciati: il primo, interno, attraversa i polmoni e il diaframma per terminare in corrispondenza dell’intestino crasso; il secondo risale il collo, attraversa la guancia e si divide a sua volta in un tratto interno che passa nei denti e nelle gengive inferiori e un tratto esterno che supera il labbro superiore e termina sul lato opposto del naso. Mancanza di tensione: si manifesta spesso con le vie nasali secche, debolezza bronchiale, disposizione alla diarrea e ai fenomeni infiammatoli in generale, cattivo funzionamento del colon. Le persone soggette a una mancanza di tono nell’energia di questo meridiano sono spesso di cattivo umore, dimostrano scarsa autonomia e incapacità di prendere decisioni. Eccesso di tensione: si può manifestare con cefalea, riniti e tonsilliti acute, dolori dell’arcata dentale inferiore, difficoltà circolatorie nella zona del bacino, emorroidi, diarrea occasionale. Sintomi evidenti possono essere osservati anche nel volto, che appare spesso arrossato, e negli occhi, che perdono la loro luminosità e appaiono spenti. Anche la tendenza a mangiare troppo e la rigidità dei muscoli del collo e del braccio sono manifestazioni legate spesso a uno squilibrio del meridiano. Il meridiano dell’intestino crasso – da alcuni detto anche colon – favorisce la funzione polmonare, secerne ed elimina le scorie e contribuisce a rendere fluida l’energia che ristagna nel corpo.
3. Meridiano del Triplice Riscaldatore o Bruciatore o Duodeno (Controllo generale del sistema ormonale)
MERIDIANO del TRIPLICE RISCALDATORE
Inizia sulla punta dell’anulare, percorre il dorso della mano e tutto il braccio fino a raggiungere la zona posteriore della spalla, superata la quale entra nel petto sotto lo sterno. Qui si biforca: una parte attraversa il pericardio e il diaframma e scende a collegare i riscaldatori superiore, medio e inferiore; l’altra risale verso la spalla, supera il collo, raggiunge l’orecchio e si divide ulteriormente. Il tratto principale penetra all’interno del volto mentre quello secondario penetra nell’orecchio, ne riemerge e prosegue fino all’estremità esterna del sopracciglio (dove si collega con il meridiano della vescicola biliare). Mancanza di tensione: si manifesta a volte con predisposizione a riniti e tonsilliti, ipertrofia dei linfonodi cervicali, maggior sensibilità all’umidità e agli sbalzi di temperatura (caldo, freddo). Può anche determinare rigidità e tensione in corrispondenza del torace e dell’addome con stasi di liquidi, aumentata pressione arteriosa, cefalea occipitale e temporale, alterazioni a carico delle vertebre cervicali. L’ipotensione si manifesta inoltre con pesantezza al capo e vertigini. Eccesso di tensione: condizione che può provocare tensione oppure dolore in corrispondenza del collo, delle spalle, degli arti superiori, del torace o della nuca: infiammazione dei linfonodi o della mucosa nasale nonche’ delle gengive o della bocca in generale e ancora dell’utero; circolazione difettosa negli arti inferiori, eruzioni cutanee. Si manifesta inoltre con irritabilità e senso di oppressione al torace, allo stomaco e al bacino.
Le funzioni di questo meridiano; da alcuni chiamato anche del triplice focolare o del triplice apporto di calore, si integrano con quelle del meridiano dell’intestino tenue. Il focolare superiore è collegato al torace, quello medio al plesso solare e quello inferiore al peritoneo e agli arti.
Parte dalla punta del dito mignolo, percorre in superficie il bordo laterale esterno della mano e, dopo aver attraversato il polso, risale la parte posteriore dell’avambraccio e del braccio; giunto alla spalla si dirige al centro della parte alta della schiena (dove si collega al vaso governatore) e si divide quindi in due tratti. Uno scende internamente al cuore, attraversa il diaframma e lo stomaco e termina nell’intestino tenue. L’altro tratto risale lungo il collo, giunge alla guancia e si biforca in due parti terminali: la prima arriva in prossimità dell’angolo esterno dell’occhio e termina nell’orecchio; la seconda raggiunge invece l’angolo interno dell’occhio. Mancanza di tensione: può manifestarsi con uno stato di anemia, determinato da difficoltà di assimilazione del cibo; pesantezza agli arti inferiori, lombaggine, sciatica, circolazione difettosa, stasi ematica, appendicite, irregolarità del ciclo mestruale, dolori alle spalle, emicrania, problemi di udito e di vista. I soggetti che soffrono di questo tipo di squilibrio sono a volte in preda a una profonda tristezza e dimostrano scarsa propensione ai contatti sociali; sono spesso pedanti, riescono a controllare le proprie emozioni e manifestano sicura determinazione. Eccesso di tensione: a sua volta determina digestione difficile, stipsi, disfunzioni ovariche, dolori alle spalle, dolori in corrispondenza dell’arcata dentale superiore. Si manifesta a volte con arrossamento delle guance, scarsa secrezione salivare, rigidità a livello del plesso solare, minzione frequente. Dal punto di vista psicologico lo squilibrio può determinare irrequietezza e affaticamento. L’intestino tenue ha la funzione di assorbire il bolo alimentare, pertanto il suo meridiano condiziona la funzionalità dell’intero organismo che se ne nutre.
5. Meridiano della Cistifellea
MERIDIANO della VESCICOLA BILIARE
Parte dall’angolo esterno dell’occhio e segue inizialmente un doppio tracciato, uno esterno e l’altro interno. Il primo disegna uno zig zag sulla parte laterale del capo, gira intorno all’orecchio e raggiunge la spalla; supera anteriormente la zona ascellare e scende lateralmente lungo la gabbia toracica terminando in prossimità dell’anca. Il tratto interno invece, attraversa la guancia, il collo, il petto e il fegato per raggiungere la vescicola biliare; scende ancora ed emerge in superficie in prossimità dell’anca dove si ricongiunge con il primo tratto. Il meridiano, ora unico, prosegue sulla parte esterna della gamba e raggiunge la caviglia dove si divide ancora in due rami: uno raggiunge la punta dell’alluce (dove si collega con il meridiano del fegato) e l’altro termina sulla punta del quarto dito. Mancanza di tensione: si può manifestare con stanchezza agli occhi, agli arti inferiori o a tutto l’organismo; difficoltà a digerire i grassi; disposizione a stipsi o diarrea; nevralgie; accumulo di tessuto adiposo e quindi obesità anche in presenza di anemia e inappetenza; iperacidità gastrica. Dal punto di vista psicologico si manifesta con esagerata emotività, timidezza, indecisione. Eccesso di tensione: può provocare insonnia, rigidità degli arti e del torace; dolori alle spalle, pesantezza al capo, infiammazione a carico delle tonsille, aerofagia, cute giallastra. Chi soffre di questo squilibrio spesso si sente affaticato e si mostra irritabile e impaziente. Questo meridiano è determinante per la distribuzione delle sostanze nutritive all’organismo; equilibra l’energia con l’aiuto delle secrezioni esterne (saliva, succo gastrico, bile) e delle secrezioni interne (gli ormoni).
Parte dall’organo corrispondente e si ramifica da subito in tre diversi tratti, due dei quali completamente interni. Il primo di questi scende all’intestino tenue attraversando il diaframma; il secondo sale fino all’occhio passando vicino alla trachea; il terzo passa per il polmone ed esce in superficie all’altezza dell’ascella, scende lungo la parte interna del braccio, del gomito e dell’avambraccio, passa lungo il palmo della mano e raggiunge la parte interna della punta del mignolo (dove si collega con il meridiano dell’intestino tenue). Mancanza di tensione: provoca in taluni casi assenza di forza nella parte superiore dell’addome, tensione al plesso solare, disturbi cardiaci con compromissione del miocardio. L’ipotensione si rivela spesso attraverso fitte alla lingua, sudorazione delle palme delle mani, lingua patinosa, stanchezza. Dal punto di vista psicologico spesso la mancanza di tono nell’energia di questo meridiano si manifesta con irrequietezza, timidezza, insicurezza e quindi scarsa forza di volontà. Eccesso di tensione: si manifesta a volte con tensione e rigidità in corrispondenza del torace, irrequietezza cronica, tensione al plesso solare, irritazione alla gola, tendenza alla sudorazione delle mani, ipersensibilità cutanea, dolori alle spalle, digestione difficile, cefalea, secrezione salivare scarsa. Le persone che sono soggette a questo tipo di squilibrio energetico si dimostrano spesso individui molto ostinati e introversi.
Regola la circolazione del sangue e condiziona pertanto l’organismo in generale. Nella medicina tradizionale cinese, per mezzo dei cinque sensi e del cervello, governa le emozioni e non solo la circolazione del sangue. Ha anche la funzione di adattare all’organismo tutti gli stimoli che provengono dall’esterno.
7. Meridiano del Mastro:Ministro del Cuore o Pericardio
MERIDIANO del PERICARDIO
Ha inizio nel petto, non in un vero e proprio organo, ma nella membrana che protegge il muscolo cardiaco e si sviluppa in due tratti fondamentali. Il primo scende attraverso il diaframma e congiunge le porzioni superiore, media e inferiore del triplice riscaldatore. Il secondo tratto attraversa invece il petto ed emerge in superficie nella zona costale. Sale aggirando la zona ascellare e si sviluppa lungo la parte interna del braccio, scendendo fino al palmo della mano Qui un ramo secondario raggiunge la punta dell’anulare (dove si collega con il meridiano del triplice riscaldatore) mentre il ramo principale termina sulla punta del dito medio. Mancanza di tensione: si manifesta con difficoltà a deglutire, lingua patinosa, tendenza alle tonsilliti, squilibri nel funzionamento del cuore, ipotensione arteriosa, dolori a carico del torace, dello stomaco e del duodeno. La persona è spesso irrequieta e riesce con difficoltà a concentrarsi. Soffre anche di insonnia e avverte in talune situazioni un senso di oppressione al torace. Eccesso di tensione: si manifesta con cefalea, vertigini, disturbi circolatori, tensione o dolore a carico dell’addome e del torace, colite con diarrea o stipsi. Lo squilibrio si manifesta anche con una elevata emotività, difficoltà a concentrarsi e irrequietezza durante il sonno. Il meridiano del pericardio regola le funzioni circolatorie legate alle coronarie, ma controlla anche i processi nutritivi in generale e quelli circolatori.
8. Meridiano del Fegato
MERIDIANO del FEGATO
Inizia sulla punta dell’alluce, risale la parte superiore del piede e, superato il malleolo, prosegue lungo la parte interna della gamba fino ad arrivare nella zona del pube dove, dopo aver aggirato i genitali esterni, entra nell’addome e sale attraversando il fegato, la vescicola biliare, la zona costale e il polmone (dove si collega con il meridiano corrispondente). Sale ancora lungo la trachea, raggiunge la gola e quindi l’occhio, in prossimità del quale si divide in due rami: uno attraversa la fronte e raggiunge la sommità della testa; l’altro scende nella guancia e, internamente, segue il contorno delle labbra. Mancanza di tensione: causa senso di vertigine, anoressia, scarsa potenza sessuale oppure impotenza. Può determinare disposizione alle intossicazioni, rigidità muscolare, disturbi alla prostata. Dal punto di vista psicologico l’ipotensione del meridiano si può manifestare con la tendenza all’indecisione, all’insofferenza e all’irritabilità. Eccesso di tensione: si manifesta con cefalea, digestione difficile, disfunzioni epatiche, emorroidi, disturbi alla prostata, iperglicemia, infiammazione degli organi genitali femminili, bulimia, fragilità emotiva. Chi soffre di squilibrio per eccesso di energia si mostra spesso ostinato, tende a esagerare; è impaziente, impulsivo ed emotivamente fragile. Spesso inoltre si tratta di una persona affetta da bulimia. Le sue funzioni sono legate al deposito di sostanze nutritive e di energia per l’attività fisica. Aumenta tutte le difese immunitarie e disintossica il sangue.
Ha inizio nella parte centrale dell’addome. Nel primo tratto, interno, il flusso di energia scende fino all’intestino crasso; da qui risale attraverso il diaframma e i polmoni; tra polmoni e gola emerge in superficie in corrispondenza della clavicola e scende lungo la parte mediale del braccio fino al gomito; prosegue quindi sulla parte anteriore dell’avambraccio e dopo aver superato l’arteria principale del polso si biforca: un primo tratto termina nella punta dell’indice, dove incontra il meridiano dell’intestino crasso; il secondo conclude il suo percorso sulla punta del pollice. Mancanza di tensione: porta a disturbi quali l’ansia, le difficoltà respiratorie, la tendenza all’obesità, la pesantezza al capo, una certa predisposizione alla tosse, l’ipersensibilità al freddo e una notevole carenza di energia. Dal punto di vista psicologico spesso la mancanza di energia si manifesta con stati di depressione psichica, ipersensibilità, difficoltà nei rapporti a livello sociale. Eccesso di tensione: questa condizione può determinare tendenza a contrarre raffreddori, dolori alle spalle, asma, bronchite, ansia e incapacità a rilassarsi. Sintomi dello squilibrio di energia sono a volte delle fitte in corrispondenza del pollice, dove il percorso del meridiano si conclude, la contrazione dei muscoli del torace oppure ancora la tendenza a sospirare.
La sua funzione primaria è quella di immettere energia che è fondamentale per la vita aerobica e per la costruzione dei poteri di difesa dell’organismo. Secondaria, ma non per questo di minore importanza, è la sua funzione di eliminazione delle sostanze tossiche (l’anidride carbonica per esempio), attraverso l’espirazione. Il polmone viene da tutti considerato come il punto di partenza dell’energia vitale.
10. Meridiano dello Stomaco
MERIDIANO dello STOMACO
Particolarmente complesso, ha inizio accanto al naso (dove termina un tratto del meridiano dell’intestino crasso) da cui sale per raggiungere il punto di incontro di questo con l’occhio (dove incontra il meridiano della vescica); ridiscende accanto al naso, attraversa le gengive superiori e risale esternamente lungo la mandibola dove si divide. Un primo tratto sale esternamente fino alla fronte passando di fianco all’orecchio, un secondo scende internamente, attraversa il diaframma, raggiunge lo stomaco (dove si collega con il meridiano della milza), passa attraverso l’addome e giunge all’inguine dove si incontra con il terzo tratto del meridiano proveniente esternamente dalla mandibola attraverso i collo, il petto e la superficie dell’addome. Dall’inguine il meridiano scende fino al ginocchio lungo la parte frontale della coscia e da lì si divide in due parti: la prima raggiunge la sommità del piede e si biforca in due tratti dei quali uno termina sulla punta del secondo dito del piede e l’altro sul lato interno dell’alluce (dove incontra il meridiano della milza); la seconda giunge al terzo dito del piede. Mancanza di tensione: può provocare digestione lenta, disturbi gastrici cronici, anoressia, dolori alle spalle conseguenti a disfunzioni ovariche, scarsa elasticità muscolare, tendenza a sbadigliare, a stancarsi facilmente e ad avvertire sensazioni di freddo nella parte frontale del corpo. Eccesso di tensione: può determinare bulimia, cioè eccessivo desiderio di cibo, ma anche anoressia, vomito, iperacidità gastrica, sete, rigidità in corrispondenza del plesso solare. Può inoltre facilitare l’insorgenza di raffreddore, di influenza o di dolori alla zona cardiaca.
Questo meridiano regola le funzionalità dello stomaco, dell’esofago e del duodeno nonche’ il meccanismo del coito, il ciclo mestruale, l’allattamento e le funzioni sessuali.
11. Meridiano della Milza
MERIDIANO della MILZA
Ha origine nella punta interna dell’alluce, percorre la superficie del piede lungo il suo lato interno e risale tutta la gamba sempre sulla parte laterale interna. Entra nell’addome, raggiunge la milza e prosegue fino allo stomaco dove incontra il meridiano corrispondente. Si divide quindi in due tratti: uno principale e uno secondario. Quest’ultimo mantiene un percorso interno e passando attraverso il diaframma raggiunge il cuore, dove incontra il meridiano corrispondente. Il tratto principale invece risale sulla superficie dell’addome e raggiunge il petto; rientra e raggiunge la gola fino alla radice della lingua. Mancanza di tensione: può provocare tendenza a mangiare in eccesso, perdita di memoria, sonnolenza ma anche carenza di succhi gastrici, scarsa secrezione salivare, bocca asciutta e sete. Può inoltre determinare scarsa disponibilità al movimento con conseguente circolazione difettosa soprattutto a carico degli arti inferiori; è spesso causa di digestione lenta, gengive pallide e dolori alla colonna vertebrale. Eccesso di tensione: contribuisce a determinare anoressia, l’ostilità cioè ad alimentarsi, oppure, in alcuni casi, la tendenza a mangiare in fretta e fuori pasto e soprattutto una certa predilezione per i cibi dolci. Provoca sete, bocca secca, iperacidità, gastriti di origine nervosa, bulimia, obesità; pesantezza agli arti inferiori e rigidità a quelli superiori; cute poco elastica, spalle rigide, schiena tendenzialmente curva. Come il pancreas, questo meridiano ha la funzione di regolare la digestione e i processi enzimatici, di controllare l’attività della saliva e della bile. Le secrezioni dell’intestino tenue nonche’ gli ormoni sessuali in rapporto a mammelle e ovaie.
12. Meridiano dei Reni
MERIDIANO del RENE
Prende avvio sotto il quinto dito del piede; risale l’arco plantare e, aggirato il malleolo, attraversa il tallone; percorre quindi in superficie la parte interna di tutta la gamba fino alla base della colonna vertebrale. Entra quindi in profondità e raggiunge i reni, da cui hanno origine due diverse ramificazioni: la prima raggiunge la vescica, risale alla superfide in prossimità dell’osso pubico e raggiunge il torace risalendo l’addome; la seconda sale attraversando il fegato, il diaframma e i polmoni, raggiunge la gola e termina alla radice della lingua. Dai polmoni si stacca un tratto secondario che raggiunge il cuore e si collega con il meridiano del pericardio. Mancanza di tensione: si manifesta spesso con cute grigiastra, secca e poco elastica, fragilità ossea e dei tessuti cornei, come le unghie, rigidità dei muscoli del tronco e dell’addome, minzione frequente. Può determinare circolazione diffettosa nell’addome e nelle anche, lombalgia, disfunzioni endocrine, insonnia, squilibri a carico degli organi genitali. Le persone in cui questo squilibrio è dominante in genere sono ansiose, irrequiete, abuliche; dimostrano scarsa capacità di decisione e tendenza al pessimismo. Eccesso di tensione: si può manifestare con tendenza a epistassi, pesantezza alla testa, infiammazione alla gola, ronzio agli orecchi, rigidità del dorso, predisposizione alle malattie infiammatorie, stanchezza cronica, vomito, tensione dei muscoli del tronco. Dal punto di vista psicologico si manifesta spesso con atteggiamenti di impazienza e di lamentosità, ipersensibilità, incapacità a prendere decisioni. IL meridiano del rene regola la funzionalità del sistema endocrino, disintossica e purifica il sangue ed evita l’insorgenza dell’acidosi. Attraverso le secrezioni endocrine regola la resistenza all’affaticamento psichico.
Date le premesse di cui sopra segnaliamo altre mappe dei meridiani energetici facilmente consultabili.
Mappe dei punti del corpo umano più sensibili alla stimolazione, a seconda dei sintomi:
Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy .AccettaLeggi di più
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.