Si chiama PST Terapia a Segnali Pulsanti, questa nuova (in Germania dal 1996) cura fisica indicata per artrosi, malattie reumatiche e lesioni traumatiche articolari, cervivalgie, dorsalgie, lombalgie, lombosciatalgie, tendinopatie, fratture ossee, alluce valgo, artrite reumatoide nonchè osteoporosi e casi in cui serva crescita del tessuto osseo (vedi odontoiatria) .
Dal 1996, in Germania (con oltre 300 centri attivi di PST e 60.000 persone curate con grande successo ) si impiega un metodo terapeutico collaudato con la Pulsierenden Signal Therapie (PST) atto a stimolare l’attività delle cellule cartilaginee. Un pattern di segnali brevettato fa scattare i processi rigenerativi e di autoriparazione nelle articolazioni e nei tessuti connettivi adiacenti (tendini e legamenti).
Il metodo, indolore e non invasivo, si basa su onde elettromagnetiche che stimolano i processi di mantenimento, riparazione e crescita a livello di cartilagine, tendini e legamenti.
La terapia offre una nuova possibilità di cura per i dolori articolari. Si sta diffondendo anche in Italia, dopo essere stata impiegata con successo su oltre 10.000 pazienti negli Stati Uniti e oltre 60.000 in Germania.
Che cos’é e come funziona
La PST è una metodica innovativa sviluppata in un arco di vent’anni di studi dal medico e biofisico americano, di origine tedesca, Richard Markoll ed è stata brevettata negli Stati Uniti. Come funziona? Scopriamolo insieme.
All’interno di ogni articolazione è presente un campo elettrico che mantiene il benessere delle cellule di cartilagine, tendini e legamenti, regolandone il metabolismo. Ebbene, in caso di artrosi o di altre patologie articolari, questo campo elettrico viene alterato. La conseguenza è che il benessere cellulare va in crisi…
In queste condizioni la PSI ripristina il campo elettrico fisiologico, stimolando i processi di mantenimento, riparazione e crescita a livello di cartilagine, tendini e legamenti. In che modo? Attraverso l’emissione di onde elettromagnetiche che fungono da “segnali pulsanti” in grado di ricreare “l’ambiente elettrico fisiologico”, con conseguente riduzione del dolore e miglioramento della mobilità dell’articolazione stessa.
La PSI è indicata nel trattamento di patologie di natura degenerativa (come l’artrosi), acuta o traumatica. È prevista almeno una seduta di un’ora al giorno per almeno nove giorni consecutivi. Per chi ha la possibilità di noleggiare questo tipo di dispositivo ed usarlo comodamente a casa, sono possibili cure più intensive con risultati più velocemente efficaci.
I meccanismi d’azione
La PST è una terapia non invasiva diretta a riprodurre i meccanismi di autoriparazione del nostro organismo a favore di cartilagine, tendini e legamenti da cui dipende il buon funzionamento delle articolazioni.
Le apparecchiature PSI emettono infatti onde elettromagnetiche in grado di somministrare all’articolazione gli stessi impulsi che riceverebbe se fosse nel suo atteggiamento fisiologico di movimento, riattivando i processi autoriparativi dell’organismo.
gli effetti sulla cartilagine
Presso l’istituto di Reumatologia dell’Università di Siena è stata condotta una ricerca per valutare gli effetti della PSI sul metabolismo e sulla struttura delle cellule della cartilagine (condrociti). In particolare, è stato dimostrato che la PSI:
– stimola la produzione dei proteoglicani, che sono tra i componenti della cartilagine stessa;
– ripristina la normale struttura fisiologica dei condrociti sofferenti.
La conseguenza dell’azione diretta sulla cartilagine è il cosiddetto “effetto coda”: questo è tipico delle terapie di fondo, in cui i benefici continuano oltre la fine del trattamento, con una progressione nel tempo. Infatti è stato dimostrato che l’effetto antalgico della PSI non solo si manifesta subito dopo l’inizio della terapia, ma grazie all’effetto coda migliora nel tempo.
I risultati clinici
In Germania è stato recentemente presentato uno studio su 20.000 pazienti per verificare l’effetto della PSI sul dolore nell’artrosi all’anca, ginocchio, colonna cervicale e lombare. I risultati mettono in evidenza che già dopo le 9 ore previste dal trattamento il 70- 80% dei pazienti ha avvertito una riduzione del dolore del 30%. Questo miglioramento è stato crescente nel tempo, tanto che a un anno dalla fine del ‘trattamento, senza che i pazienti avessero fatto altre terapie, il dolore si era ridotto progressivamente del 50-60%. La PST è stata introdotta in Italia nel 1997, quando è iniziata una verifica clinica, tuttora in atto, presso l’Ospedale Niguarda di Milano. Va però precisato che Niguarda non è un centro PSI aperto a tutti, ma un centro clinico che seleziona i pazienti per verifiche cliniche specifiche. A Niguarda in particolare sono state trattate patologie quali: artrosi dell’anca, ginocchio, mano, colpo di frusta, distorsione della caviglia, tendiniti, borsiti ed esiti di fratture ossee. In tutte queste patologie il 70-80% dei pazienti ha avuto benefici in termini di riduzione del dolore e miglioramento della mobilità articolare. Eccellenti risultati si sono ottenuti nell’artrosi del ginocchio e della mano, dove i miglioramenti sono stati progressivi e crescenti nel tempo. Nelle varie fasi di controllo, si sono infatti registrate riduzioni del dolore via via più significative dopo 9 ore, 6 settimane, 6 mesi e 12 mesi, senza altre terapie concomitanti.
Negli ultimi anni le performances ed i risultati sono ulteriormente migliorati grazie all’arrivo dei dispositivi di ultima generazione come la Sanza, in grado di operare con un’intensità di 10.000 microtesla e con tutte le 4 onde, in tutti gli intervalli di frequenza ed in tutte le intensità proprie della fisiologia umana.
Il trattamento
– La PST prevede 1 seduta di 1 ora al giorno per 9 giorni consecutivi, con possibile esclusione del fine settimana.
– La terapia si effettua utilizzando speciali apparecchiature: il paziente si accomoda su poltrona o lettino appositamente preparato.
– L’articolazione da trattare viene posizionata in un manicotto a contenuto aereo;
– Il paziente può riamanere vestito normalmente.
– La PST viene prescritta dal medico dopo una attenta valutazione della patologia in atto.
Esistono sul mercato dispositivi di ultima generazione certificati in tutta Europa, come Sanza Basic, che è utilizzabile presso la propria abitazione senza prescrizione medica. La prescrizione medica è necessaria per godere della deducibilità fiscale.
Attenzione però che recenti studi hanno messo in crisi il vecchio luogo comune che mangiare latticini aiuti ad assorbire il calcio! (vedi qui)
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA
“LA SAPIENZA”
FACOLTÀ DI INGEGNERIA
CORSO DI INTERAZIONE BIOELETTROMAGNETICA
docente Prof. Guglielmo D’ Inzeo
RICOSTRUZIONE OSSEA
(Uso dei campi elettromagnetici in ortopedia)
<<L’energia magnetica è l’energia elementare da cui dipende tutta la vita dell’organismo.>>
Premio Nobel W. Heinsenberg
Pag. 1 (Nota01). Si è discusso per diversi anni sull’esistenza degli effetti non termici dei campi elettromagnetici alle microonde. Illustri scienziati, sostenevano che questi non potevano esistere, ma ormai diversi casi hanno contribuito al riconoscimento della consistenza di questi effetti ed al conseguente sviluppo della ricerca in questo campo
(Nota 02). Il sovietico A.S. Presman, si è espresso nel seguente modo: “Gli effetti dei campi E.M. non sono specifici ma globali, essi coinvolgono l’intero organismo intervenendo sui processi di regolazione, soprattutto attraverso il cervello ed in particolare attraverso le strutture della corteccia, dell’encefalo e dell’ipotalamo, che sono estremamente sensibili a questa forma di energia”.
(Nota 3). Forniremo una descrizione delle patologie in cui i CEMP (Campi ElettroMagnetici Pulsati) vengono usati più frequentemente. Verranno fornite statistiche, prospettive e relative conclusioni.
(Nota 4). Venti anni sono passati dalla prima frattura cronica non unita trattata con successo dallaColumbia University con campi elettromagnetici tempo variabili. Durante i vent’anni seguenti dall’introduzione dei CEMP (Campi ElettroMagnetici Pulsati) come metodi terapeutici, i meccanismi di azione cellulare, sub cellulare e della genetica sono stati definiti in modo più dettagliato. Ad esempio, appropriate configurazioni dei CEMP provocano effetti a livello cellulare in alcune patologie come le fratture non unite. Questo riflette cambiamenti della concentrazione di calcio cellulare, sintesi di matrici di tessuti extra cellulari e rivascolarizzazione.
Nota 5). Per verificare l’efficacia clinica della stimolazione E.M. nella ricostruzione delle ossa, sono stati effettuati studi in doppio cieco. Al giorno d’oggi le nuove prospettive sono orientate verso i disturbi del sistema muscoloscheletrico. Questo include osteonecrosi, osteoporosi, tendinite refrattaria,osteocondriti dissecanti e altri.
(Nota8 pag.13) I vantaggi di indurre una corrente elettrica per mezzo di un campo elettrico o magnetico sono essenzialmente quattro:
Nota9 Pag.17) Nel 1976 fu intrapreso un progetto per la NASA per esaminare gli effetti dei campi elettromagnetici sulla degradazione delle ossa, come effetto dovuto alla mancanza d’uso degli arti (Bassett, 1979). Omissis
Questo risultò corretto e i CEMP non solo prevenivano l’indebolimento delle ossa durante il periodo di inattività, ma erano capaci anche di ristabilire una massa ossea dopo che era stata persa.
(Nota10 Pag.18) I5I – La formazione e la distruzione delle ossa svolge un ruolo centrale in una gamma di problemi dentali che vanno dal riempimento della cavità dovuta all’estrazione, alle malattie parodontali. L’abilità dei Campi Elettro Magnetici Pulsati a controllare o modificare processi di osteogenesi e di rimozione delle ossa nei problemi di sistema scheletrico, sono stati estesi in ugual modo alla mandibola e alla mascella. I CEMP possono non solo migliorare le condizioni dell’osso dopo un’estrazione, ma possono controllare la formazione dell’osso nel vuoto lasciato dal dente. inoltre recenti studi su casi in cui i CEMP, sono stati usati in aggiunta all’applicazione di un apparecchio per aggiustare la posizione dei denti, hanno mostrato un’accelerazione dello spostamento dei denti del 300%. Queste osservazioni fatte su animali e sull’uomo, sono molto promettenti per un futuro uso dei CEMP come trattamento aggiuntivo alle normali pratiche odontoiatriche.
(Nota11. Pag.19) Negli ultimi anni sono stati fatti vari studi per cercare di capire la validità dei CEMP. Già nel 1979 la FDA ( Federal Drug Administration ) approvò i CEMP come sicuri ed efficaci nel trattare le non unioni e le pseudoartrosi congenite e non.
Il giudizio era basato su diversi studi clinici, nei quali la maggior parte dei pazienti era in condizioni critiche, ma ancora recuperabili. Il generico paziente aveva una frattura non unita da circa due anni, nonostante fosse stato sottoposto ad una serie di interventi chirurgici, e frequentemente era raccomandata l’amputazione.
I CEMP furono aggiunti, come prime modifiche al programma di trattamento classico solamente in un gruppo di pazienti che speravano nell’efficacia di questa nuova terapia.
Durante l’ultimo decennio, gli studi in doppio cieco sono diventati lo standard più affermato per giudicare gli effetti della maggior parte degli approcci terapeutici.
(Nota12. Pag.21) Tutto ciò mostra un andamento inverso nei due gruppi. In questo studio è stato dimostrato che la stimolazione con campi magnetici favorisce la guarigione di osteotomie nel ginocchio dell’uomo.
(Nota13. Pag.25) Attualmente circa 25000-35000 pazienti l’anno sono stati trattati con significativo livello di successo.
A livello clinico, l’efficacia di queste tecniche è stata ormai provata e ben controllata da studi in doppio cieco.
I risultati ottenuti sono uguali se non migliori di quelli ottenuti con le tecniche tradizionali. L’intervento mediante CEMP è inoltre meno rischioso, più comodo per il paziente e considerevolmente meno costoso.
Tabella 4 |
||
Patologie |
Società |
Dispositivi |
Nonunioni | EBI,AME EBI Bioelectron |
CEMP (90%) Elettrodi DC impiantati (5%) Elettrodi AC in sup. (5%) |
Fusioni fallite | EBI | CEMP (90-100%) |
Pseudoartrosi congenite | EBI EBI |
CEMP (70-80%) Elettrodi DC (20-30%) |
Fusione spinale recente | AME EBI |
CEMP (60%) Elettrodi DC (40%) |
Tabella 5 |
|
Patologie |
Dispositivi |
Osteonecrosi |
CEMP |
Osteoporosi |
CEMP |
Tendiniti refrattarie croniche |
CEMP |
Osteocondriti dissecanti |
CEMP |
Osteogenesi imperfette |
CEMP |
Perdita ossea in cavità orali |
CEMP |
Allora è più che legittimo chiedersi perché i CEMP vengono usati solo in casi estremi o come tecnica di supporto a quella chirurgica. La risposta cade dentro due categorie:
- pensiero della comunità ortopedica;
- scetticismo in una parte della comunità fisica.
Nello schema di figura 11 è illustrato il percorso seguito nell’evolversi dell’impiego delle tecniche elettriche ed elettromagnetiche.
Come si può vedere si sono subito sviluppati due percorsi, uno che, come deve essere, applica i risultati ormai ben noti, a livello clinico; e l’altro che si occupa di comprendere i meccanismi a livello cellulare e sub cellulare.
Ovviamente una volta chiariti questi aspetti si svilupperanno diverse ricerche anche al di fuori dell’ambito ortopedico; ricerche che sull’onda dell’entusiasmo saranno probabilmente aiutate da nuovi finanziamenti. Nella figura è anche evidenziato il concetto già illustrato di come la diffidenza rallenti l’evolversi di queste tecniche, andando ad incidere in entrambe le direzioni (clinica e della ricerca).
Si stima che tra qualche decennio, i CEMP saranno comunemente usati per trattare ulcere croniche della pelle, varie forme di neuropatie, diversi infortuni sui nervi e sulla spina dorsale, diabete, risposta immunitaria e disturbi al comportamento cerebrale e cardiaco.
Per concludere, è sempre più evidente, che alcuni fattori fisici e biologici determinano se un sistema vivente risponderà oppure no all’esposizione a campi E.M., e se così, la natura della risposta. Infatti sappiamo, che differenti parametri del campo producono diversi effetti in diversi biobersagli, con un grado di conoscenza tale che potrebbe uguagliare quello dei meccanismi di azione di alcuni ormoni ed agenti farmacologici.
Essendo ormai noto che, tutte le reazioni chimiche derivano da particolari interazioni carica-carica, e che quindi queste interazioni sono la causa primaria del comportamento dei sistemi viventi; si è portati a cercare in questa direzione le risposte che permetteranno in futuro di legittimare l’uso e di ampliare il campo di utilizzo clinico dei CEMP.
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Fine estratto conoscitivo della bibliografia.
http://primosystem.wikispaces.com/ – Film: 1962 il Dr. Kim Bong Han, Università di Seul (Sud Corea), – Prof. Bougham Univ.Huston
il Dr. xxx con un dispositivo emittente CEMP, da diversi anni produce un accrescimento osseo orale prima dell’implantologia, cura affezioni delle corde vocali e … cura pazienti affetti da diabete.
Si fa osservare come leggendo i brani di scienza ufficiale riportati, desunti dalla bibliografia proposta, si trovano effettivamente espressioni di una quantità sorprendente di campi clinici e “molte patologie, anche gravi,” risolte dalla tecnica comprovata da numerosi studi in doppio cieco, di stimolazione dei tessuti eseguita con i Campi Elettro Magnetici Pulsati.
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OSTEOPOROSI: EVITARE I LATTICINI
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Effetti base sul corpo umano dei campi elettromagnetici effettivi a bassa frequenza (e-CEMP )
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