Monografia sul diabete

Il diabete mellito, chiamato anche diabete zuccherino o tipo II, è un disturbo cronico del metabolismo, soprattutto dei carboidrati, ma anche dei grassi e delle proteine.diabete_melaodolce

Tale malattia compare quando le cellule del corpo umano diventano incapaci di assimilare lo zucchero della dieta alimentare, all’inizio in virtù di un eccesso di stimoli nella produzione dell’ormone insulina da parte del pancreas e, in seguito, in funzione di un deficit dell’insulina circolante. L’insulina è necessaria per convertire alimenti in energia. Dovuto all’eccesso di carboidrati nell’alimentazione, il pancreas può arrivare ad un totale colasso, smettendo di produrre tale importante ormone. Il fegato trasforma carboidrati, proteine e grassi in glicogeno che, stimolato dall’adrenalina prodotta dalle ghiandole surrenali, è convertito in zucchero. Quando i livelli di zucchero circolante nel sangue non sono correttamente controllati dall’insulina, si instaura il diabete mellito o zuccherino. L’insulina è un ormone proteico segregato nel pancreas dalle isole di Langerhans. E’ indispensabile all’adeguato metabolismo dei carboidrati e per il trasporto dello zucchero dal torrente sanguigno fino ai muscoli, dove è immagazzinato nelle cellule o trasformato in energia. Oltre a tutto ciò, controlla il grado di assorbimento del glucosio e determina il suo livello nel sangue.

E’ una malattia che ha origine negli eccessi della tavola, cioè, è una delle “malattie della prosperità”. Quattro diabetici su cinque soffrono di obesità e 90% dei diabetici di tipo II sono obesi. Circa l’85% di tutti i diabetici di tipo II sono sovrappeso al momento della diagnosi. L’eccesso di peso può costituire una minaccia di complicanze, ma il dimagrimento può bloccare il processo patologico, essendo un importante e potente medicinale.

Il diabete è, in essenza, una malattia della nutrizione ed è direttamente legato alla cultura e alla dieta, in particolare dell’uomo occidentale civilizzato, dovuta soprattutto all’alto consumo di zucchero e di cereali raffinati, ma anche delle bevande alcoliche, che sono idrati di carbono industrialmente concentrati. L’abuso di proteine e grassi nella dieta che nel processo metabolico possono trasformarsi in zucchero, è anche un fattore causale della malattia. L’aumento esagerato del consumo di zucchero e derivati ha avuto inizio nel XIX secolo, in Europa, con la costruzione di raffinerie di zucchero da parte di Napoleone. Un studio condotto circa il 1817 in Inghilterra ha dimostrato che ogni inglese consumava mediamente 4 Kg di zucchero in un anno. Oggi, in Brasile, il consumo medio per capita arriva a circa 75 Kg in un anno. Negli Stati Uniti tale consumo supera i 120 Kg in un anno per capita, dovuto soprattutto all’uso diffuso ed inconseguente dei distributori automatici di bibite, biscotti e dolci in generale. Una ricerca condotta di recente negli Stati Uniti ha mostrato che i giovani 12enni bevono tre lattine al giorno di bibite dolci gassate e uno su otto arriva a consumare otto lattine al dì. Vale la pena registrare il nocivo abuso nell’addizione di zucchero in quantità esagerate negli alimenti industrialmente processati e, inoltre, il più grande crimine di tutti, che è l’aggiunta di zucchero nei cibi destinati ai lattanti, promuovendo già dalla nascita tale pericoloso vizio.

Il diabete è una malattia degenerativa nella quale il pancreas smette di produrre insulina a sufficienza o di forma efficace, dovuta soprattutto all’eccesso di carboidrati e all’abbondanza di proteine e grassi nell’alimentazione. Tutto ciò porta ad un sovraccarico del pancreas che deve costantemente produrre e liberare l’insulina per mantenere i livelli di zucchero. Tale sovraccarico può portare all’esaurimento e al fallimento di quest’organo. Fattori ereditati aumentano la predisposizione al diabete, ma non sono determinanti. I dati attuali dimostrano che il moderno stile di vita, caratterizzato da una dieta alimentare inadeguata e dalla vita sedentaria, può essere decisivo alla trasformazione o meno di questi fattori genetici in malattia. La storia di questa malattia non è recente nel mondo, ma la sua incidenza è aumentata molto negli ultimi 50 anni. Raddoppia ogni 25 anni, secondo i dati dell’OMS: ci sono oggi 150 milioni di diabetici al mondo e secondo i calcoli di quell’organizzazione questi saranno 300 milioni nel 2025. E’ una terribile e incontrollabile epidemia, con delle conseguenze molto pesanti per gli ammalati.

Ci sono due tipi di diabete mellito: il tipo I, che interessa soprattutto i giovani ed è insulino-dipendente, e il tipo II, più frequente, che interessa oggi circa 12 milioni di nordamericani e non è insulino-dipendente. Entrambi i tipi di diabete sono un importantissimo fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.

Qui puoi trovare una infografica riassuntiva sul diabete in Italia e in Veneto

ALIMENTAZIONE PER IL DIABETE : COSA EVITAREcereali-integrali-dieta

Fino al 1880 i cereali erano consumati quasi sempre nella loro forma integrale. Con la Rivoluzione Industriale e l’avvento del mulino d’acciaio, c’è stata la popolarizzazione del consumo di cereali raffinati, che sovrastimolano il pancreas a produrre insulina. Lo zucchero raffinato è un costituente dietetico che non possiede alcun valore nutrizionale e ha un valore puramente calorico.

Promuove la demineralizzazione dei tessuti organici, distruggendo soprattutto i denti e le ossa, può generare la carie e l’osteoporosi, oltre a causare l’obesità e le malattie cardiovascolari, che sono le principali cause di morte per malattia dell’uomo occidentale civilizzato.

In Islanda, il diabete era molto raro fino agli anni 30, ed è diventato comune dopo vent’anni di occidentalizzazione della dieta alimentare, cioè, dopo l’introduzione dei carboidrati industrializzati. L’incidenza del diabete si è ridotta drasticamente durante il periodo delle due grandi guerre, dovuto al razionamento compulsorio del consumo di zucchero, ed è tornata a presentare lo stesso quadro clinico dopo la guerra, con il ristabilimento dei livelli di consumo. Un altro buon esempio dell’importanza dell’alimentazione e delle abitudini di vita nella genesi del diabete tipo II, è ciò che è successo negli anni a Nauru, un’isola del Pacifico. Fino a poco tempo fa il diabete di tipo II era totalmente sconosciuto tra gli abitanti dell’isola, che mangiavano come dieta base patate e banane. A partire dalla scoperta di una miniera di fosfati, che ha iniziato ad essere intensamente esplorata, gli abitanti hanno conosciuto la ricchezza materiale e hanno cominciato ad adottare uno stile di vita sedentario e una “dieta occidentale”, con un alto consumo di carboidrati raffinati e di grassi.

Secondo uno studio effettuato dall’OMS, nei giorni attuali circa la metà della popolazione urbana di Nauru tra i 30 e 74 anni di età è afflitta di diabete. Tutte le evidenze indicano che più di una predisposizione genetica, la dieta alimentare e lo “stile di vita occidentale” sono i fattori eziologici determinanti del diabete mellito. Soltanto un drastico cambiamento nelle abitudini di vita può impedire l’avanzamento di tale malattia, riducendo così la necessità dell’insulina sintetica e dei medicinali ipoglicemizzanti.

Crisi frequenti di ipoglicemia sono stati di allerta di una condizione prediabetica. Il pancreas, intensamente stimolato, può produrre insulina in eccesso, essendo la causa dell’ipoglicemia. Evitare la ipoglicemia può essere la chiave per prevenire lo scatenamento di un quadro di diabete. La dieta alimentare è l’elemento chiave nell’insorgenza, nel peggioramento e nella cronicizzazione della malattia, ma può anche essere determinante nel controllo e, soprattutto, nella prevenzione di tale malattia. Per un ammalato di diabete è molto più importante l’alimentazione adeguata che non la neutralizzazione dello zucchero prodotto dall’organismo.

 

ALIMENTAZIONE PER IL DIABETE : COSA PREFERIRE

diabete3Alcuni alimenti e piante medicinali svolgono un’azione importante nel controllo della malattia. I principali alimenti medicinali per il diabete sono i bulbi della cipolla e dell’aglio, con distacco speciale alle cipolle che contengono un elemento prezioso che è la glucochinina, che nell’organismo umano svolge un’azione simile all’insulina.

La cipolla agisce come un vero ormone vegetale, ad effetto intensamente ipoglicemizzante, durevole e senza alcuna tossicità. La cipolla dev’essere consumata abbondantemente dai diabetici, in tutti i modi possibili: cruda (soprattutto il succo), cotta, arrosto o grigliata. Non dovrebbe essere utilizzata fritta o soffritta. Il succo estratto di una cipolla grande con succo di limone, nella stessa quantità del succo di cipolla, quando bevuto quotidianamente, al mattino, può essere molto efficace come ipoglicemizzante. Ma attenzione, tale succo non dovrebbe essere ingerito a digiuno.

Il broccolo è importante fonte di cromo minerale e può fare molto per regolare lo zucchero circolante nel torrente sanguigno, riducendo la necessità di insulina o dei medicinali ipoglicemizzanti.

Sono inoltre alimenti ricchi di cromo: tutti i cereali, soprattutto l’orzo, le noci, i funghi e il lievito di birra.

Quattro tipi di condimenti casalinghi possiedono la capacità di triplicare l’attività dell’insulina naturale dell’organismo: la cannella, i chiodi di garofano, la foglia di alloro e lo zafferano. Di questi, il più potente è la cannella, in polvere o in bastoncini.

Sono condimenti che devono essere utilizzati quotidianamente.

Le leguminose fresche, soprattutto i fagioli verdi, hanno anche un grande potere nella riduzione significativa dello zucchero circolante nel sangue, oltre a ridurre il colesterolo e i trigliceridi, utile alla prevenzione degli infarti ed ictus. Si deve usare una tazza di fagioli crudi al giorno, metà a pranzo e metà a cena.

E’ importante il consumo adeguato di alimenti con un alto contenuto di vitamine E, C, del complesso B ed il betacarotene (provitamina A). Il germe di grano e l’uso frequente del centrifugato di verdura con sedano, cicoria, lattuga, rucola ecc. sono consigliati.

Il carciofo, mangiato o negli infusi, nelle capsule o tinture, possiede un’azione ipoglicemizzante.

Le olive nere sono indicate per la stessa ragione e si deve avere la cura di eliminare il sale raffinato.

Due raccomandazioni importanti per quanto riguarda il consumo quotidiano di frutta da parte dei diabetici:

la prima è non prendere il succo di frutta spremuta, ma piuttosto mangiare il frutto completamente  o al massimo tra i succhi, solo l’estratto, ma solo se prodotto con estrattori coreani, che a tuttoggi ci risultano essere gli unici che attivano gli enzimi. Gli estratti comunque normalmente sono soprattutto a base di verdure.

La seconda è non consumare diversi frutti, uguali o differenti, nello stesso momento. Il consumo dev’essere unitario e l’ideale è ad ogni due ore. Il fruttosio concentrato può anche elevare la glicemia. 

La papaya dev’essere usata in piccole quantità e l’avocado, consumato nelle insalate, come per esempio nell’insalata russa (senza uova), guacamole ecc.

L’avocado miscelato allo zucchero o ai dolci in generale è soltanto utilizzato in Brasile.

E’ anche consigliato l’uso di acqua di cocco verde, della mela rossa e della pesca fresca; l’anguria in piccole quantità, ma non come succo.

L’uva e la banana devono essere evitate in funzione della loro maggiore concentrazione di carboidrati.

Alcune piante medicinali sono importanti nel trattamento del diabete come il carciofo, la spacca-pietra e l’eucalipto (in decotti).

Un programma adeguato di esercizi di fisioterapia è di vitale importanza nel trattamento: promuove una maggiore sensibilità all’insulina, riduce il colesterolo totale ed i trigliceridi ed aumenta i livelli del colesterolo HDL.

Può inoltre stimolare di molto la circolazione periferica ed ausiliare nella perdita di peso da parte degli obesi. Il programma dev’essere adattato alla capacità fisica particolare dell’individuo ammalato. L’inadeguata circolazione sanguigna periferica e la conseguente ossigenazione cellulare impropria,…

…come anche i danni ai nervi periferici sono fattori chiave nell’insorgenza delle ulcere e piaghe nei pazienti diabetici.

Dovuto all’accentuata acidità organica in questi ammalati, possono diventare di difficile cicatrizzazione.

L’inadeguatezza del trattamento dei diabetici può portare a gravi complicanze: nella fase acuta può sopraggiungere un’acidosi metabolica, che può evolvere in un quadro di coma diabetico, con un reale pericolo di morte. Nella fase cronica, possono presentarsi tre serie complicanze, aggravando molto la qualità della vita del paziente ed aumentando di molto la sua sofferenza. La prima complicanza è la critica retinopatia diabetica, oggi la principale causa di cecità negli Stati Uniti. La seconda è la molto scomoda neuropatia diabetica, che comporta seri danni ai nervi periferici,…

…con sgradevoli sensazioni di intorpidimento e dolore, soprattutto ai membri inferiori. La terza e pericolosa complicanza è la nefropatia diabetica, frequente causa di indicazione all’emodialisi ed anche la più ripetuta causa di decessi dei pazienti diabetici.

( continua )

Altre monografie già pubblicate: 

Monografia su metabolismo ed obesità

Monografia sul diabete

Monografia sulla disfunzione erettile  

per l’elenco completo delle altre monografie vedi su:  
Collana delle monografie sulle malattie 

[Le  informazioni non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni e alle indicazioni dei professionisti della salute che hanno in cura il lettore. Questi consigli non costituiscono in alcun modo una prescrizione medica, consultare sempre un medico competente prima di iniziare qualsiasi nuovo programma alimentare e di stile di vita.]

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