Contrariamente a quanto ci si poteva aspettare la Macroregione del Nord Italia, tanto annunciata da Roberto Maroni oggi presidente della Lombardia, non parte con un progetto politico tradizionale, ma bensì dall’agricoltura che deve diventare nuovamente impresa e non necessita più di sovvenzioni. Già dalla prossima settimana le regioni del Nord Italia chiederanno a Bruxelles di essere accolte con il medesimo status di altre importanti regioni europee.
E così, in un sol giorno, ci sono stati due scossoni al sistema Italia che non mancheranno di produrre i loro effetti: il primo è stato la decisione della Regione Sardegna di coniare una moneta locale il Sardex e la seconda novità è stata lanciata dalla Regione Lombardia con la Macroregione del Nord, per il momento a base agricola, ma non certo per sempre.
Agricoltura: il Nord tratti subito con l’Europa
Milano, 26 marzo 2013 – L’identikit dei giovani agricoltori delle regioni del Nord dà chiari segnali di un vero e proprio “ritorno alla terra”. Ed è proprio questo il titolo del report che illustra lo stato dell’occupazione giovanile nel settore primario; il documento è stato presentato a Milano, alla presenza di oltre mille giovani imprenditori agricoli provenienti da Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, durante l’assemblea di Coldiretti Giovani Impresa. A portare il saluto del presidente lombardo Roberto Maroni, l’assessore all’Agricoltura, Gianni Fava. Ma oggi si investe sulla terra come antidoto alla crisi? “Non servono incentivi ad hoc – ha tenuto a precisare il neo assessore regionale – , il miglior incentivo è l’aiuto all’agricoltura affinché esca dalla fase assistita e diventi impresa che fa margine, che torni a essere remunerativa”. “Oggi – ha detto Fava, rivolgendosi alla folta platea – voi rappresentate, non solo geograficamente, quella parte di sistema produttivo di una macroregione che deve tornare ad avere un ruolo fondamentale nell’economia del paese”.
IL NORD DEVE TRATTARE DIRETTAMENTE CON L’EUROPA – “E’ finita l’era del filtro politico romano, per usare un termine a me caro – ha proseguito Fava – . Il ministero dell’agricoltura ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza. Nelle prossime settimana sarà approvata la Politica agricola comunitaria senza che l’Italia possa essere rappresentata in modo degno. Abbiamo avuto un ministro che, diventato parlamentare, ha dimostrato di non essere più credibile né come tecnico, ne tantomeno come politico. Già la prossima settimana a Bruxelles chiederò, insieme ai colleghi delle regioni agricole del nord, di essere ricevuti con il medesimo status che viene accreditato ad altre importanti regioni europee”.
TRACCIABILITA’ ANTIDOTO ALLA CONTRAFFAZIONE – E sul tema della tracciabilità, “credo – ha detto Fava – che si possa dire che, se le indiscrezioni saranno confermate, si sia fatto un passo avanti: per la prima volta si comincia a parlare in Europa di etichettatura e tracciabilità. Un punto da cui far ripartire una politica europea che in materia di produzioni agroalimentari ci vede fortemente penalizzati, sia per le indicazioni geografiche protette che d’origine ma soprattutto sull’individuazione del prodotto. I consumatori in giro per il mondo, che acquistano più del doppio delle nostre esportazioni di agroalimentare, devono sapere che non comprano italiano: un trend che si può invertire solo con il meccanismo dell’etichettatura”.
SEMPRE PIU’ FORTE LA RICHIESTA DI FORMAZIONE – Anche sul fronte della formazione, l’appeal del settore sulle giovani leve è testimoniato dalla sempre più forte richiesta di sapere e istruzione: l’83% dei giovani agricoltori ha un diploma o una laurea, uno su due usa il web professionalmente, mentre si è registrato un vero boom di matricole in agraria nel Nord Italia, con un aumento di immatricolazioni a Milano del 134% dal 2009 a oggi. “Serve un salto culturale. Molti di quelli che avevano cercato occupazione altrove, stanno tornando sui loro passi, in agricoltura. Le stesse famiglie di agricoltori ora vivono un fenomeno di ritorno, ma è diventato difficile, perché mancano le aziende. La politica può cercare di influenzare questi processi, ma non li può condizionare fino in fondo”.
Sull’argomento Venetex e Sardex leggi anche:
Sardegna, Sperimentazione della moneta complementare: manifestazioni di interesse (2013)
Reddito di cittadinanza in Sardegna con la moneta locale! (2013)
Breve aggiornamento sugli esperimenti di monete complementari in Italia (2013)
Macroregione del Nord Italia parte non dalla politica, ma dall’agricoltura
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