Comunemente si pensa che l’educazione sia la modalità con la quale apprendiamo e insegniamo come “stare al mondo”. Dentro questo processo passano principi, valori, credenze, convinzioni, comportamenti, ma anche esempi, testimonianze ed esperienze che si definiscono in relazione al contesto socio-economico e culturale di un’epoca. La “buona educazione” si continua ad intenderla secondo i dettami dell’ordine costituito e si misura soprattutto nella capacità di adattamento dell’individuo di rimanere nelle regole e nelle convenzioni. Il prezzo e il valore della vita, nella loro essenza e nei loro diritti fondamentali, molto spesso – per non dire quasi mai – non godono di grande considerazione. Del resto, in assenza di una visione spirituale, diventa difficile dare un senso all’esistenza, pensare l’essere umano come un organismo biologico ed energetico, considerare il nostro legame con il Creato, riconoscendo l’importanza della coscienza o e di un’anima che sa come e dove condurci. Se così fosse, non saremmo nello stato in cui siamo e saremo già con il vento a favore dell’Universo, che è amorevole e conservativo, invece che essere l’organismo più debilitato sulla faccia della terra, tormentati da omicidi e guerre, ingiustizie e disparità. Per capire che c’è qualcosa di profondamente malato in tutto questo basta guardarsi intorno. La crisi di quest’epoca ci parla soprattutto di questo errore di fondo, ed è altrettanto ingenuo aspettarsi, dallo stesso sistema che l’ha generata, la capacità trasformativa necessaria. Questa consapevolezza dovrà venire.
Non dimentichiamo che due bisogni sono fondamentali per l’esistenza: evolvere e contribuire al bene. La civiltà degli uomini ha fortemente compromesso questo processo e provoca, come abbiamo detto, ogni sorta di malversazione. Questa visione e questa paradossale pratica del vivere permea ogni ambito educativo, favorendo il mantenimento e la trasmissione di questa generale distorsione che fa sembrare normale ciò che normale assolutamente non è. In questo modo siamo contaminati e contaminiamo, sia in famiglia che nella scuola, che in ogni ambito relazionale e sociale. Ognuno vive dell’illusione delle proprie convinzioni e delle proprie ragioni come se fossero la verità assoluta, senza rendersi conto che sono solo la risultante dell’educazione ricevuta e dell’esperienza fatta. Un’educazione e un’esperienza che, non contemplando la realtà, innesca paure e timori immaginari, costringe all’apparire piuttosto che all’essere, privilegia la ragione all’intuito, il pensare a “sé” piuttosto che al “noi”, tutte condizioni funzionali alle logiche e agli interessi di questo sistema malato.
La questione non si riduce ovviamente nel demonizzare la famiglia, piuttosto che la scuola o la società nel suo insieme ma si tratta, in primis, Si tratta piuttosto di riconoscere questo equivoco e di cominciare a praticare una nuova educazione, forte del principio universale che è in ognuno di noi. Questo ci renderà migliori come genitori, compagni, insegnanti, medici, psicologi, religiosi o semplicemente come uomini e donne, cittadini del mondo. Liberare il proprio inconscio dalla paura e dalla rabbia, liberare il proprio intuito dalla dominanza del proprio ego, aprire il proprio cuore e la propria mente è, non solo un esperienza straordinaria, ma anche l’unica strada per ritrovare la propria integrità, salvaguardare la propria salute e il proprio benessere, oltre che renderci disponibili a costruire la comunità di domani.
“Educare al cambiamento”, è quindi, prima di tutto, un’azione di responsabilità e di amore per “bonificare”, questa volta, il mondo verso la libertà, il rispetto e il perdono. È un’azione consapevole di rottura contro l’attuale modello di pensiero e di percezione della realtà, che vuole l’addomesticamento delle nostre coscienze e la nostra ignoranza sui processi e sui fenomeni. È un’azione che potrà accadere solo se ognuno si farà interprete e testimone di questa trasformazione.
Chiudo con il manifesto di Iniziative Educative, l’associazione culturale che ho creato con il mio amico Tommaso, perché parla proprio di questo proposito. Un’esperienza che oggi condividiamo con tante altre magnifiche persone, aperta a chiunque sia animato dalla voglia di contribuire alla propria crescita e a cambiare questo stato di cose. Così recita il suo proclama: “Riorientare le coscienze verso la consapevolezza della vita; ripristinare percorsi e modalità favorevoli all’autonomia di pensiero, all’affermazione di sé, alla reintegrazione mente/corpo/spirito; trasmettere conoscenze a sostegno della vitalità, del benessere, della salute; favorire il senso della responsabilità, educare alla relazione e al mutuo aiuto”. Noi ci proviamo!
Corrado Ceschinelli
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